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Il pensiero antropologico ed etico rosminiano negli scritti di Pietro Addante
Il pensiero antropologico ed etico rosminiano negli scritti di Pietro Addante
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Ebook68 pages52 minutes

Il pensiero antropologico ed etico rosminiano negli scritti di Pietro Addante

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Vero centro della riflessione filosofica e teologica di Pietro Addante è il concetto rosminiano di Persona inteso come la cura possibile per i mali che attanagliano l’uomo del nostro tempo. Solo mediante la riscoperta di sé come persona, l’uomo contemporaneo può riscattarsi dalla frammentarietà di un’esistenza infelice e mediante la realizzazione del proprio essere-persona giungere finalmente al suo ben-essere come fine ultimo della sua esistenza. Nel pensiero di Addante l’antropologia rosminiana si fonde in uno con la teologia della storia laddove il fine ultimo della creazione e l’essere-della-persona hic et nunc si ricongiungono nell’ammissione aprioristica del valore “persona”.
Questo volume si pone come prima ricognizione del pensiero rosminiano nell’interpretazione di Addante e come tale offre ad entrambi gli autori un omaggio di riconoscenza per la riscoperta del valore della persona umana.
LanguageItaliano
Release dateJan 2, 2014
ISBN9788866470885
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    Il pensiero antropologico ed etico rosminiano negli scritti di Pietro Addante - Nicola Summo

    Bibliografia

    Presentazione

    Il contributo che fra Nicola Summo offre ai Lettori di questo libro e ai parenti, amici, conoscenti ed estimatori di Don Pietro Addante ha la caratteristica dell’offerta votiva. Come agli antichi santuari ben noti alla pietà popolare si portavano in dono ex-voto e ringraziamenti in forma di oggetti preziosi o preghiere per una grazia ricevuta, così si potrebbe andare a scoprire quel che genera oggi lo spirito semplice del popolo rimasto affezionato a Don Pietro. Anzitutto della gente di Triggiano, suo paese d’origine, che ne ha sempre in cara memoria il ricordo e in benedizione l’apostolato. Quest’ultimo si è svolto soprattutto fra le navate della chiesa matrice di S. Maria Veterana. Tale comunità è eretta canonicamente ab immemorabili. La presenza di un Capitolo databile all’XI-XII secolo è testimoniata negli Statuti dell’arcivescovo Rainaldo (1171-1188). E la visita al percorso sotterraneo attraverso l’ipogeo suscita immancabilmente una certa emozione.

    Per lungo tempo Don Pietro Addante è stato anche Vicario della Comunità parrocchiale, impegnandosi a salvarne la storia, valorizzarne i tratti salienti e raccontarne i protagonisti. Ad esempio, il suo libro su Vito Taneburgo, sacrista della Comunità e zelante custode dell’Eucaristia, più volte barelliere con l’UNITALSI a Lourdes, ha avuto un certo successo di Lettori e consensi diffusi. Infatti, narra la storia di un Triggianese innamorato della sua vocazione, piissimo nell’adempimento di una delicata missione, durata tutta la vita. Qui non nascondo la personale, gioiosa soddisfazione per il fatto di averlo nella stessa famiglia Cugino omonimo di mio padre.

    E nel novero del popolo di Triggiano legato a Don Pietro naturalmente inseriamo anche professionisti e studiosi, cultori di storia locale, le sue Amiche insegnanti di Lettere e di Filosofia. Alla semplice devozione dei più si legano bene l’acume di riflessione e il desiderio di approfondimento che accompagna l’esistenza di alcuni. Per curiosità o per diletto o per necessità essi s’inoltrano nei percorsi della storia del pensiero e, come capitò ben presto a Don Pietro, approdano a figure eminenti come il beato Antonio Rosmini.

    Di questo Religioso si è letto e studiato specialmente il Trattato delle Cinque Piaghe, ma la sua produzione è talmente composita e attuale da rappresentare a tutt’oggi l’opera di un Maestro luminoso per il terzo millennio dell’era cristiana. I suoi testi vengono trasposti in lingua italiana corrente e continuano a essere fonte di studio e aggiornamento, formazione sicura in tempi di confusione fonda, a volte totale. Anche Don Pietro si è tuffato in tale sorgente, gustandone la freschezza e l’abbondante portata. Ha avuto poi il merito di offrire gli stessi sorsi, con naturalezza e garbo, a un pubblico di Lettori nati forse non rosminiani, ma eletti per vocazione a quello stesso Ideale.

    Come il beato Rosmini anche Don Addante si preoccupava di porgere verità coinvolgenti al pensatore riflessivo e al fedele battezzato, senza altri mezzi per sollevarsi che i vari tempi dell’anno liturgico, le feste più o meno solenni del popolo cristiano, le ore della preghiera giornaliera. Nella decima Lezione spirituale insegnava Rosmini: «La giustizia consiste nella carità, nell’avere per unico e semplicissimo oggetto dei nostri affetti Dio». Un programma a tutt’oggi per il suo Istituto.

    Grazie a Don Pietro (e al frate che qui ne ha scritto) riscopriamo un’ef-fettiva possibilità di ascesi nel quotidiano, ammirando la sua capacità di affrontare speculativamente momenti difficili della vita, ad esempio la malattia. Con Don Pietro seminatore e divulgatore il Maestro Rosmini ha insegnato qualcosa di utile anche nelle corsie di un grande ospedale come il Policlinico di Bari. E i fioretti di san Francesco di Paola hanno cominciato a portare frutto in novissime aiuole.

    Ora tocca ai Triggianesi provare a frequentare la nuova Biblioteca della chiesa matrice. Là sarà facile accorgersi che, nel nome e con la protezione di Don Pietro Addante, non solo se ne potrebbe mantener vivo il ricordo, ma che la lettura e conoscenza di qualunque argomento di vita cristiana sono via preferenziale per il nostro arricchimento in umanità. Un senso vivo di gratitudine rivolgo a fra Nicola da Bari, che ha permesso a tutti noi di condividere un tratto del suo cammino con la passione che l’accompagna, e all’Editore, il prof. Principe, docente nello Studio Filosofico-Francescano Sacro Cuore di Campobasso.

    Nulla osta per la stampa

    nel IV centenario della presenza

    dei frati cappuccini a Triggiano

    Pier Giorgio Taneburgo

    Ministro pro tempore

    della Provincia OFMCap delle Puglie

    Breve profilo di Pietro Addante

    Pietro Addante vide i natali a Triggiano (BA) il 15 marzo del 1932. Nell’Ordine dei Frati Minimi come chierico dal 1943

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