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Il Diario Di Un Desiderio Distante
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Ebook132 pages1 hour

Il Diario Di Un Desiderio Distante

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Matteo, ragazzo di 19 anni, vive a Vibo Valentia in Calabria. Nel mese di aprile fece un sogno. Sognò di incontrare una ragazza, ma non una qualunque… Lei sarebbe stata la ragazza che avrebbe sconfitto e superato la sua fobia, ovvero philofobia; la ragazza sempre desiderata e cercata. In quel periodo questa città lo perseguitava e Matteo, non riusciva a trovare una ragione. Una sera, insieme a due suoi amici, Andrea e Michele, si mise a scherzare sul web. Fu lì che accadde tutto, proprio come nel sogno. Conobbe quella ragazza e fu subito magia tra loro. Eleonora, così si chiamava, era una bellissima ragazza di Napoli. Il suo sogno gli era stato premonitore. I due si innamorarono, ma fu un continuo tira e molla. L’uno desiderava l’altro, la voglia di conoscersi meglio era forte ma la distanza giocò sporco, e questo fece aumentar il desiderio. Il destino ha davvero un così grande potere?
LanguageItaliano
Release dateJun 11, 2016
ISBN9786050455663
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    Book preview

    Il Diario Di Un Desiderio Distante - Antonio Marzano

    Farm

    Prologo

    Quanto può essere forte un desiderio? Quanto possiamo volere  una cosa? Tutti vorremmo nostra qualcosa, ma quanto desideriamo avere qualcuno al nostro fianco? Sì, qualcuno... qualcuno con cui abbiamo capito la parola amore. Avete mai immaginato la persona che vorreste al vostro fianco; la cosiddetta persona ideale? Credete nell'amore? Che cos'è? Dal mio punto di vista, l'amore è una forza,ma non una forza fisica, parliamo di un sentimento che può guarirti o distruggerti. Caro lettore stai per conoscere una storia dove amore, desiderio e tristezza si uniranno.

    Ci sono sogni che celano un significato intrinseco.

    Salve a tutti il mio nome è Matteo. Sono un ragazzo di 19 anni prossimo ai 20, vivo a Vibo Valentia Marina, provincia di Vibo Valentia, in Calabria. Ho terminato la scuola esattamente lo scorso anno, ovvero nel 2015. La mia più grande paura ? La philofobia. Ebbene sì ho paura dell'amore e questa è la mia storia da un anno a questa parte.

    Erano le quattro del mattino del 29 aprile dello scorso anno. Mi ritrovavo in macchina sul sedile posteriore in compagnia di mia sorella, Francesca. 

    Francesca é una ragazza di 21 anni, studentessa della facoltà di CTF a Salerno, fidanzata con il mio migliore amico, Antonio, ma per gli amici Melo.

     Melo, studente anche lui nella facoltà d'ingegneria a Salerno, ha 20 anni e se adesso sta con mia sorella, beh, deve ringraziare il sottoscritto. Io e lui ci conosciamo dal 2009 quando scese, per motivi strettamente familiari, da Pordenone, ma di sangue é anche lui un terrone. Sin dalla prima sera sembrava che ci conoscessimo da una vita come due fratelli separati dalla nascita. Ne combinammo e ne combiniamo ancora di tutti i colori. Melo, per i primi due anni, scendeva da Pordenone a Vibo Marina solo per l’estate finché, dovendo frequentare ,come me, il terzo anno del liceo scientifico, decise di continuare gli studi a Vibo, rimanendo ad abitare con i nonni. Noi... inseparabili. Noi...culo e camicia. Entrambi veniamo chiamati Melo, un soprannome nato dal film "Qualunquemente". Il problema persiste quando siamo con gli amici e ci chiamano. Non si capisce mai a quale dei due ci si voglia riferire.

    Ma torniamo a noi. Alla guida , quel giorno, c'era mio padre, finanziere, un suo collega e il figlio Francesco, che io chiamo Ciccio, un mio coetaneo che studia al liceo scientifico di Lamezia. Eravamo diretti a L'Aquila per fare un concorso come ispettore della Guardia di Finanza, meglio conosciuto come maresciallo. Prima,però, dovevamo accompagnare mia sorella a Salerno. Fu qui che avvertii la sensazione che ci fosse qualcosa che mi legasse a qualcuno o a qualcosa, ma l’ ignorai. Salutata mia sorella, riprendemmo il viaggio. La stanchezza mi fece addormentare. Ad un tratto, nel sonno, sentii una vocina dentro di me che mi disse:<>. Così mi svegliai e chiesi:<<Papà dove siamo?>>

    Mi rispose: <<Siamo a Napoli, dormi! Ancora manca tanto!>>.

    Ripresi a dormire. La voce non si fece più sentire, per fortuna! Quando riaprii gli occhi eravamo quasi arrivati. 

    Pioveva e faceva molto freddo. Io odio il freddo; molto meglio il caldo dell'estate quando si è più spensierati e le belle giornate di sole trasmettono allegria.

    Arrivati davanti alla scuola della Gdf mi salì l'ansia degli esami nonostante quella volta si trattasse solo una prova. Io e Ciccio scendemmo dalla macchina per poi incamminarci verso l'entrata. Durante l’attesa feci amicizia con un ragazzo di Napoli, molto simpatico! Nella mia mente pensai Che siano coincidenze?.

    Arrivò il momento di fare il test. Concentrato ... iniziai. 

    Alla fine mi ritrovai con la testa pesante, dolente, come se un pugile mi avesse preso a pugni. Aspettai un po’ prima uscire...

    Una volta fuori controllai l'orologio. Erano le 18:15. Risalimmo in macchina e si ripartì: destinazione casa. Stanco e confuso mi riaddormentai. Mi svegliai a Napoli quando io fui assalito da mille pensieri. Pensavo. Ormai mancavano pochi mesi agli esami e ancora dovevo finire la mappa concettuale. Ad un tratto il mio umore interiore si fece sentire: tutto mi rattristiva.

     - Devo costruirmi un futuro non posso stare con le mani in mano, devo studiare. Adesso che ci penso devo studiare matematica e fisica. Sarà guerra aperta con la prof. Non mi arrenderò! Voglio avere io la meglio- pensai.

    Intanto la fame si faceva sentire e ci fermammo in autogrill a Caserta.

    Indeciso se prendere una pizza e patatine o patate al forno e piselli, presi entrambi; il tutto accompagnato da una birra. Mentre mangiavo, ecco che arriva un messaggio da Melo:-Melo com'è andata? Tutto bene ?

    -Tutto bene- risposi- sono stanco e ho la pancia piena per quanto sto mangiando sembro incinto!

    - Va bene! Tu, come al solito, mangi come un maialino. Ah!Ah!Ah! Dove siete?

    - Ora siamo a Caserta, tra poco partiamo... Non vedo l'ora di infagottarmi nel letto!

    -E lo so, Melo mio ti capisco... Va buò, ti lascio jia, ci sentiamo domani.

    Si fecero le 21:32 e, con la pancia piena e soddisfatti, ci accomodammo nell’auto per ripartire. Mentre mio padre guidava, io presi il telefono e girai un po' su Instagram.

    -Quante belle foto di kite!- pensai.

    Metto sempre like in queste bellissime foto. Mi mancava entrare in acqua attaccato alla vela, guardando il mare sotto ai piedi specialmente in quel periodo!

    Un rapido controllo, m'informò che il vento a Gizzeria Lido era a 14 nodi, sufficiente per fare qualche planata. La cosa più fastidiosa era che ogni volta che potevo fare kite non c'era vento o ce n’ era poco, mentre quando dovevo studiare il vento soffiava. Ero triste, ma abituato. Cambiai app ed entrai su Facebook e vidi tante belle coppiette felici e pensai - Beati loro che hanno qualcuno al loro fianco! Beati loro che non hanno paura, a differenza di me, dell'amore. Meglio così! Se provo a stare con qualcuno mi distraggo e non voglio perché devo raggiungere il mio obiettivo: finire gli studi.

     Certo, ammetto che la mancanza dell'affetto che avrebbe potuto darmi una persona al mio fianco mi faceva star male, ma cercavo di non pensarci. Nonostante tutti questi pensieri il tempo volava, i chilometri da casa si riducevano. Alle 23:45 eravamo già a Cosenza. Non immaginavo che fossero passate già due ore. Intanto il macigno che avevo dentro mi stava opprimendo. Sarebbe stato meglio schiacciare un pisolino per non mettermi a pensare. Riaprii gli occhi a Lamezia. Salutati Ciccio e il padre, io e papà ripartimmo per completare l’ultimo tratto di strada. Venti minuti dopo arrivammo a casa e, dopo aver indossato le cuffie per ascoltare un po'di musica, corsi a letto.

    Passarono circa due settimane dal giorno del concorso, due settimane di inferno tra interrogazioni e quei maledetti compiti in classe; gli attimi più belli furono quando si volgeva alla fine.

     Un martedì sera ero sul divano a guardare la tv insieme a mamma a guardare Made in sud. Non c’era altro di più interessante. Guarda caso erano tutti comici campani, in gran parte napoletani, credo. Pensai: - Ma perché mi tartassa questa città? Cosa vuole da me? Ero curioso di scoprirlo. Durante la notte sognai di conoscere una ragazza via web. Che stranezza era mai questa? La cosa che mi colpì in quel sogno era che fosse napoletana. Il suo nome nel sogno non lo conobbi, ma la cosa più particolare era che quella che rispecchiava ogni canone della mia cosiddetta ragazza ideale. Lei si presentò: alta, capelli lunghi di, color castano scuro; occhi castani da rapire l'anima, formosa di sopra e sotto quanto basta per renderla perfetta.

    Un sogno che sembrava talmente reale che speravo di poterla incontrare veramente.

    Io non so chi tu sia, ma voglio scoprirlo... voglio scoprirti, conoscerti... e chissà, un giorno ci scambieremo amore.

    Carpe diem. O mi salva o mi distrugge.

    A due giorni da quel sogno starno ancora pensavo a quella ragazza e non facevo altro che pensare a cosa sarebbe successo se l'avessi incontrata davvero. Serviva un indizio! Ci speravo! Allo stesso tempo non volevo fissarmi ed andare fuori rotta. Studiavo giorno per giorno, andavo agli allenamenti di basket, mi allenavo in palestra di mamma. Conducevo una vita sportiva, proprio così, come dicevano gli spartani mente sana in un corpo sano . Ma il mio corpo sano non era. Non mi piacevo e non mi piaccio, così combattevo e combatto con me stesso per cercare di arrivare ad un equilibrio, facendo crescere il corpo, ma anche la mente. Non mi sentivo abbastanza maturo per qualcuno, non mi sentivo pronto ad affrontare la maturità, ma ho voluto dire basta a tutto. I giorni passavano in fretta. Una settimana dopo il sogno, precisamente un sabato, ero solo a casa perché mamma e papà erano partiti. Un weekend solo a casa, libero! Quel sabato pomeriggio uscii con Michele,un carissimo amico d'infanzia. Con lui condivisi la Scuola Materna, le elementari, le passeggiate e le partite nella squadra di Basket. Michele è un ragazzo bassino e barbuto, capelli neri corti, con un carattere molto forte, tiene molto alle amicizie e soprattutto le risate con lui sono assicurate. Scrive pezzi rap e si mobilita a fare un po' di successo sotto il nome di Keepo.

    Quella sera andammo a casa del nostro amico Andrea, fratello di Vitaliano, anche lui amico d'infanzia e compagno di classe con cui condivido la passione delle moto. Decidemmo di mangiare una pizza insieme e poi uscire a fare un giro. Ma i piani non furono attuati. Michele e Andrea si misero a scherzare su un sito di incontri, qualcosa tipo bazoocam, ma io non ero molto d'accordo e stetti per i fatti miei a guardare la tv.

    Annoiato, mi unii a loro potei notare che la maggior parte delle persone che s'incontravano erano adulti italiani, la maggior parte campani, guarda caso. Quella sera fu speciale. Ad un tratto comparve una ragazza, proprio come quella del sogno. Questa indossava un vestito elegante e metteva in risalto le curve. Dissi di colpo: <<Fermi tutti ragazzi, lasciate fare a me>>. Incominciai a parlare a quella ragazza bionda prima per vedere se accadeva ciò che avevo sognato. Mentre parlavamo notai un’ ombra, come se ci

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