Discover millions of ebooks, audiobooks, and so much more with a free trial

Only $11.99/month after trial. Cancel anytime.

Giudicare Jager
Giudicare Jager
Giudicare Jager
Ebook120 pages2 hours

Giudicare Jager

Rating: 0 out of 5 stars

()

Read preview

About this ebook

Quando il vecchio branco di Jager lo caccia con la scusa di voler tornare alla natura, lui chiede accoglienza ai suoi amici tra i Figli della Luna. Tuttavia, mentre è al bar a bere qualcosa, una tigre mannara di nome Ryder se lo carica in spalla e lo porta via.

Ryder non ha mai provato attrazione verso un licantropo, ma c’è qualcosa nel modo in cui Jag si muove nel locale che suscita l’approvazione della sua tigre. Ryder è venuto dai Figli della Luna per scoprire cos’è successo a suo fratello Dare, ma quando si serve di Jag per trovare le risposte che cerca, mette a rischio la possibilità di guadagnarsi la sua fiducia.

LanguageItaliano
PublisherAmber Kell
Release dateJun 18, 2016
ISBN9781311610522
Giudicare Jager
Author

Amber Kell

Amber Kell is a dreamer who has been writing stories in her head for as long as she could remember.She lives in Seattle with her husband, two sons, three cats and one very stupid dog. To learn more about her current books or works in progress, check out her blog at http://amberkell.wordpress.com.Her fans can also reach her at amberkellwrites@gmail.com.

Related to Giudicare Jager

Titles in the series (12)

View More

Related ebooks

Paranormal Romance For You

View More

Related articles

Related categories

Reviews for Giudicare Jager

Rating: 0 out of 5 stars
0 ratings

0 ratings0 reviews

What did you think?

Tap to rate

Review must be at least 10 words

    Book preview

    Giudicare Jager - Amber Kell

    Capitolo Uno

    H o deciso di far spostare il branco nel nostro territorio a Nord. Forse i Figli della Luna ti accetteranno tra le loro fila, dato che siete così amiconi. Madros Knoll, l’alfa di Jager, fece una smorfia. La sua espressione, più che le sue parole, dimostrava quanto poco tenesse in considerazione quel branco di mannari e, di conseguenza, anche Jager.

    Jager fissò il suo alfa per un lungo istante mentre cercava di assimilare le parole dell’altro uomo. In quale universo parallelo era finito? Aveva raggiunto l’alfa in seguito alla sua convocazione telefonica, solo per vedersi buttato via come un fazzoletto usato. Di solito bisognava almeno infrangere una delle leggi del branco per esserne espulsi.

    Cosa diavolo aveva combinato?

    Mi stai cacciando? E per quale colpa? chiese.

    Il petto gli doleva. Il dolore del rifiuto era come uno schiaffo al viso e un pugno al cuore.

    Madros, che fino a pochi istanti prima era stato il suo alfa, si guardò attorno a disagio, come nella speranza che i ragni presenti lo traessero in salvo da quella conversazione. Pensiamo semplicemente che ti troveresti meglio altrove.

    L’ira prese a ribollire dentro Jager. Lui non era un alfa, ma nemmeno un peso morto.

    Ho dato il mio contributo! Ho pagato la decima! Che diamine, con così tanti disoccupati nel branco, aveva donato ben più del minimo richiesto dei soldi che guadagnava col suo lavoro di modello. Tutti i membri versavano del denaro nel fondo collettivo usato per i bisogni del branco; quei soldi servivano a pagare gli studi, l’alloggio e a volte persino il vitto di chi attraversava un brutto periodo.

    Non c’è altro da dire, Jager. Noi vivremo di quello che ci darà la natura. A meno che tu non voglia finanziarci maggiormente, non ci sarà spazio per un lupo di città in campagna: La voce dell’alfa si indebolì, come se avesse perso la sicurezza necessaria a continuare a sparare cazzate.

    Jager si sentì colmare dalla furia, a cui seguì una disperazione profonda. Aveva sempre sospettato che il branco lo volesse solo per il suo denaro, ma nel profondo aveva pure sperato che, quantomeno, gli altri lo considerassero uno dei loro. La freddezza nello sguardo dell’alfa gli fece capire che si era sbagliato. Negli occhi dell’altro uomo non c’era accettazione, solo lucido calcolo. Il branco era certo che lui avrebbe dato loro tutto quello che gli rimaneva piuttosto che lasciarli.

    Si sbagliavano.

    Jager sfoderò le zanne, gesto che di fronte a un licantropo di rango più alto costituiva una mancanza di rispetto. Spero che vi piacerà fare i boscaioli, perché io me ne vado.

    Come in risposta a un segnale, la porta dell’ufficio si aprì e due dei beta del branco fecero il loro ingresso. Era chiaro che avevano origliato la conversazione, perché nemmeno loro riuscirono a incrociare lo sguardo di Jager.

    Risparmiatevi il disturbo di sbattermi fuori. Non voglio far parte di questo aborto di branco! Li spinse da parte con rabbia. Nessuno dei due cercò di fermarlo, né tantomeno di punirlo per aver mancato di rispetto al loro Alfa.

    Ma non chiamarono neppure il suo nome.

    Col cuore dolorante e un malessere profondo radicato nell’anima, Jager uscì dalla casa del branco. A nessuno era mai importato di lui. Dopo che si era fatto il culo per tre anni in passerella e sudando sotto i riflettori dei fotografi per contribuire ai bisogni del branco, quelli lo avevano gettato via come il giornale del giorno prima.

    Una volta uscito dal territorio del branco, estrasse il cellulare e chiamò sua sorella.

    Ehi, Jag. La voce di Delilah, allegra e dolce, si udì all’altro capo della linea.

    Mi hanno sbattuto fuori, le disse, in tomo amaro e tutto d’un fiato.

    Chi è stato? chiese Delilah in tono più severo.

    Madros ha detto che il branco vuole tornare a vivere in mezzo alla natura e che non vuole mi unisca a loro. Trattenne le lacrime mentre percorreva ad ampie falcate le strade buie. Avrebbe quasi voluto che qualcuno lo aggredisse. Spezzare il collo di un rapinatore sarebbe stato un bel modo di chiudere la giornata.

    Lo ammazzo, quello stronzo. Sapevo che era un poco di buono, ma tu hai sempre detto che volevi far parte di un branco. La settimana scorsa, quando eri fuori città, Madros ha annunciato che sarebbero andati nelle colline, ma pensavo si trattasse di uno di quegli esercizi per rafforzare la solidarietà tra i membri del branco. Dovrei squarciargli la gola e darlo dai mangiare ai coyote, ringhiò Delilah.

    Del, sai benissimo che non vuoi farlo davvero, la tranquillizzò lui. E poi, se lo uccidessi, il branco esigerebbe vendetta e tu non potresti più prenderti cura di Sammy.

    È vero. C’era dell’affetto genuino nella voce di Del. Sua sorella adorava il figlio di Farro Moon. Era da un po’ che gli faceva da babysitter e si era affezionata tanto a Sammy quanto ai suoi due padri.

    Sono solo felice di non aver dato a Madros accesso ai miei conti correnti. Quel bastardo mi avrebbe prosciugato, aggiunse Jager.

    Ecco perché sei una persona intelligente. Non hai bisogno di lui. Parla con Anthony e Silver. Ti accoglieranno di sicuro. Te lo devono, con tutto l’aiuto che hai dato loro nel corso degli anni.

    Jager sorrise di fronte al senso di giustizia di sua sorella. Non mi devono nulla, ma li sentirò comunque. Vuoi che faccia menzione di te? Non intendeva far pressione su sua sorella affinché lasciasse il branco, non perché lui si era fatto cacciare.

    Puoi scommetterci, ringhiò Del. Se dovessi tornare dal branco di Madros sarà solo per staccargli la testa e ficcargliela nel culo.

    Jager scoppiò a ridere. L’immagine della sua minuta sorella che annientava il lupo alfa gli danzò nella mente per un singolo, glorioso istante prima di evaporare come un sogno irrealizzabile. Fino a qualche attimo prima aveva creduto che avrebbe impiegato parecchio tempo a riprendersi, ma gli era bastata una breve conversazione telefonica con sua sorella per rimettere assieme i pezzi del suo mondo.

    Grazie, sorella. Mi sento meglio ora.

    Chiuse la telefonata dopo averla assicurata che l’avrebbe richiamata subito dopo aver parlato con i Figli della Luna. Non sapeva quanto a lungo avesse camminato, ma i piedi avvolti dalle scarpe di cuoio italiano gli dolevano quando si rese conto di aver attraversato la città e aver raggiunto il territorio dei Figli della Luna.

    Si ritrovò di fronte a un portone familiare. Il club di Silver. Perfetto.

    Se non altro avrebbe potuto ballare, bere e magari farsi una scopata in amicizia prima di essere costretto ad affrontare il futuro. Diamine, l’Alfa non gli aveva nemmeno dato una scelta. Jager era pronto a scommettere che il resto del branco avesse saputo dei piani di Madros molto prima che questi li condividesse con lui. Il che dimostrava che non era mai stato davvero parte del branco. Si chiese cosa avrebbero fatto gli altri se lui avesse acconsentito a seguirli.

    Che andassero a fare in culo. Sperava che venissero infestati da zecche e pidocchi nel tornare alla natura. Non avrebbe potuto capitare a persone più simpatiche.

    Ehi, Jag, va tutto bene? Jager sollevò gli occhi e incrociò lo sguardo colmo di preoccupazione di Farro. Quel minuscolo segno di compassione per poco non lo fece scoppiare in lacrime. Cribbio, c’era stato un tempo in cui lui aveva sperato che Farro diventasse il suo compagno. Ma ora l’altro licantropo aveva un bell’amante fatato, il quale era convinto che il mondo avrebbe smesso di girare se non ci fosse stato Farro a spingerlo.

    Jager si sforzò di sorridere per il suo amico. Il mio branco sta per lasciare la città e ha deciso che non sarei stato adatto al loro nuovo stile di vita. Erano parole dolorose da pronunciare, ma lui non intendeva fuggire dalla verità.

    Gli altri non lo volevano.

    Che cosa? La rabbia per la sorte toccata a Jager brillava come il fuoco negli occhi di Farro. Un basso ringhio aggiunse peso alle parole del suo amico. Vado a dire al tuo alfa quanto è stronzo e poi lo gonfio di botte.

    Lui sorrise. La reazione di Farro lo scaldava dentro. Non credo che uccidere Madros migliorerà la situazione. Si strinse nelle spalle. "Suppongo che io e il mio vecchio branco non fossimo fatti l’uno per

    Enjoying the preview?
    Page 1 of 1