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Spegni la mente, accendi il cervello: Manuale di trasformazione per il professionista "stressato"
Spegni la mente, accendi il cervello: Manuale di trasformazione per il professionista "stressato"
Spegni la mente, accendi il cervello: Manuale di trasformazione per il professionista "stressato"
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Spegni la mente, accendi il cervello: Manuale di trasformazione per il professionista "stressato"

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About this ebook

Un manuale teorico-pratico che permette di trasformare uno stato di stress e affaticamento in benessere fisico, mentale ed emotivo in otto settimane. Gli esercizi lavorano gradualmente e in profondità per garantire un’evoluzione costante e duratura.

Spegni la Mente. Accendi il Cervello è un manuale teorico-pratico tramite il quale l’autrice condivide nozioni di Medicina Tradizionale, Naturopatia, Biologia, Neuroscienze e Spiritualità contemporanea, con il solo scopo di applicarle in maniera pratica e utile al quotidiano personale.

Uno stato di stress e di esaurimento deriva da una mancata unione fra corpo-mente-cuore, pertanto il testo vuole essere un viaggio esperienziale pratico intento a motivare il lettore a ritrovare e ricreare questa unione interiore. Ogni capitolo contiene nozioni teoriche semplificate seguito poi da esercizi pratici e meditazioni semplici da integrare nel proprio quotidiano.

Rispecchiando la natura dell’autrice, il manuale sposa la concretezza della scienza con l’intangibilità del mondo emotivo interiore per offrire una prospettiva di apertura, di possibilità e di evoluzione.
LanguageItaliano
Release dateJun 15, 2016
ISBN9788863653564
Spegni la mente, accendi il cervello: Manuale di trasformazione per il professionista "stressato"

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    Spegni la mente, accendi il cervello - Annalisa Corti

    tuo.

    1. IN CHE MONDO STAI VIVENDO?

    La maggioranza dell’umanità vive un’esistenza di tranquilla disperazione.

    Henry David Thoreau

    La salute fisica e mentale di una persona è indicativa della salute del suo mondo interiore, ovvero del livello di felicità e benessere dei suoi pensieri, del suo stato d’animo, della qualità intrinseca della sua vita personale, professionale, e affettiva. Stabiliamo quindi dei parametri di riflessione.

    Secondo te una persona che fuma un pacchetto di sigarette al giorno è felice?

    Una persona che passa le serate a bere è una persona felice?

    Una persona che prende la pillola per attivarsi la mattina e il sonnifero per spegnersi è felice? Oppure è felice una persona che riesce ad andare in ufficio solo grazie all’ansiolitico?

    Una persona che passa il suo tempo investendo la sua energia e il suo denaro nel gioco d’azzardo, secondo te è una persona felice?

    Queste persone possono veramente contribuire al meglio verso la loro vita, il loro lavoro, la loro famiglia, il loro Paese?

    A mio avviso non è possibile contribuire al proprio benessere, così come al benessere altrui, da un luogo di malessere inconsapevole e accettato come normale e scontato. Solo il 7% degli italiani percepisce la propria salute come critica e bisognosa di attenzioni¹⁴; possiamo dedurne quindi che il 93% degli italiani è in ottima salute e scoppia di felicità.

    Ma vediamo cosa ha rilevato l’ISTAT in una serie di rapporti degli ultimi anni¹⁵:

    -  Il 25% dei decessi compresi fra i 35 e i 65 anni di età è dovuto al fumo di sigarette e ciò nonostante il numero dei fumatori cronici italiani rimane sopra la media OCSE. Il 31,4% di noi non rinuncia al fumo.

    -  Il 13,4% di noi, dai 14 anni in su sono consumatori di alcol a rischio, ovvero assumono più di sei unità alcoliche in un’unica occasione di consumo. In un mese, un milione e mezzo di noi assume in media sei o più bevande alcoliche in una sola occasione, e gli uomini sono quasi il triplo delle donne.

    -  2,6 milioni di noi soffrono di depressione.¹⁶ Undici milioni di noi fanno uso di ansiolitici, antidepressivi e tranquillanti.¹⁷

    -  Il 47% di noi, tra i 15 e i 64 anni, ha giocato almeno una volta d’azzardo. L’11% di questi sono a basso rischio di dipendenza, mentre il rimanente va da un rischio moderato a uno problematico.

    -  Infine, le principali cause di morte di noi italiani sono malattie del cuore, malattie cerebrovascolari, e tumori all’apparato respiratorio. Come scoprirai nel capitolo 4, il cuore e i polmoni sono direttamente collegati alla nostra sfera emotiva interiore.

    È vero che viviamo in un’Italia destabilizzata, che fa fatica a riprendersi, guidata da un gruppo di uomini e donne che dimenticano la loro missione e si perdono facilmente nelle loro debolezze, nella loro ingordigia, nelle loro paure di perdere il potere e tornare a essere normali. I professionisti di oggi si ritrovano a essere vittime di uno schema nazionale distorto costruito da persone o istituzioni distorte che non fanno fiorire questo Paese, uno dei più belli del mondo, con i discendenti dei più grandi nomi di artisti, scienziati, e filosofi nella storia dell’evoluzione umana. Ci siamo oramai dimenticati chi sono stati i nostri antenati: la loro grandezza, la loro meraviglia, la loro innovazione. Ci facciamo invece forza accanendoci contro i più deboli, dimenticando ancora una volta che meno di cento anni fa, eravamo noi i disperati d’Europa migranti in tutto il mondo alla ricerca di opportunità migliori per i nostri figli.

    Non stiamo bene, non ci sentiamo supportati dal nostro governo, forse non ci sentiamo nemmeno ben rappresentati; viviamo quindi in un contesto di incertezza politica, sociale, professionale, e tutto questo si riversa – che noi ne siamo consapevoli o meno – sulla nostra salute, che poi influisce sul nostro modo di interfacciarci con la vita, con le sue opportunità, con le sue concrete possibilità. Se non stiamo bene, sarà più difficile fare star bene gli altri. Come può un professionista incerto, preoccupato del futuro, in modalità di sopravvivenza, rientrare in casa alla sera e contribuire in maniera serena, dando valore alla sua vita personale? Quando la precarietà esterna si trasforma in precarietà interna, il nostro corpo si ammala, i nostri rapporti interpersonali e sentimentali soffrono, il nostro rendimento si abbassa.

    Tuttavia, ogni periodo di crisi è anche sinonimo di opportunità per crescere, evolvere, migliorare in modo da aggiungere più valore alla nostra professione, alla nostra famiglia e a noi stessi. Il regalo nascosto in questa istantanea deprimente è che possiamo decidere di fare le cose in maniera diversa per ottenere risultati migliori. Tutto inizia da una scelta, un po’ come nel film Matrix quando Neo si trova davanti alle due pillole fatidiche: una che lo riporta nell’illusione e una che invece lo porterà alla Verità ma che comporterà vincere le sue paure più profonde, non tirarsi indietro dall’avventura, impegnarsi fino all’ultimo con radicata determinazione.

    Inizia a riprenderti le redini in mano e prova, qui subito, a rispondere a queste domande:

    Quale pillola vuoi prendere?

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    __________________________________________________________

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    In quale realtà vuoi vivere?

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    O meglio, dovrei dire: quale realtà vuoi creare?

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    Come in ogni momento di crisi, ci saranno due tipi di risposte: coloro che – pur scontenti, infelici, e insoddisfatti – continueranno a fare le stesse cose; e coloro che useranno la loro infelicità e insoddisfazione per crearsi una nuova piattaforma di vita. Il cervello, come vedremo nel capitolo 5, è un vero supercomputer che ha il potere di trasformarti nel prossimo Bill Gates, oppure di farti diventare il nuovo copridivano.

    Pensa a un esempio abbastanza banale: decidi di comprarti una Golf blu, e da quel momento di decisione al momento di acquisto vedi solo Golf blu in giro per la tua città. È successo a me con le mie macchine ma anche con le mie gravidanze. Ogni volta che ero incinta, dalle prime settimane al parto, vedevo solo donne incinte, neonati, carrozzine e così via. Tuttavia, non era il numero di Golf blu o di donne incinte ad aumentare, era il mio cervello, sintonizzato su quel canale, che mi aiutava deliberatamente a rimanere su quel canale perché riconosceva quel canale come strumento per il raggiungimento di un obiettivo.

    Continuiamo con l’indagine dello status quo, e rispondi subito alle seguenti domande:

    Su quale canale sei sintonizzato? Sul canale spazzatura o sul canale della tua grandezza?

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    Che libri stai leggendo?

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    Che trasmissioni televisive stai guardando?

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    Quali attività formative di crescita stai conseguendo?

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    Come ti alimenti?

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    __________________________________________________________

    Qual è la qualità dei tuoi pensieri?

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    __________________________________________________________

    __________________________________________________________

    __________________________________________________________

    Da che tipo di persone sei circondato?

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    __________________________________________________________

    __________________________________________________________

    __________________________________________________________

    Ognuno di questi elementi può aiutarti a diventare Bill Gates oppure a diventare un copridivano.

    Prima di parlare di tecniche è necessario fare loro spazio all’interno della tua mente. Non ti sarà utile continuare a leggere se prima non neutralizziamo le àncore che ti trattengono dove sei adesso. Supponiamo per un istante che tu sia un bellissimo yacht di lusso parcheggiato nel pittoresco porto di Saint Tropez. Cinquanta metri di maestosa presenza, dieci cabine, bar e Jacuzzi sul ponte principale, interni in ciliegio e un’estetica da far invidia a tutto il porto. Nonostante il tuo indiscutibile splendore e potenziale tu sei là fermo, bloccato, costretto dalla tua àncora. Guardi il mare e immagini come l’ebbrezza del vento sulle tue fiancate ti farebbe sentire vivo, libero, finalmente te stesso. Purtroppo devi rimanere ad aspettare fino a quando il tuo padrone non viene a liberarti e a portarti a fare un bel giro. È quindi giunta l’ora di trovare il coraggio di tirar su l’àncora e diventare padrone e creatore della tua

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