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Due Cigni a Manhattan Vol V
Due Cigni a Manhattan Vol V
Due Cigni a Manhattan Vol V
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Due Cigni a Manhattan Vol V

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About this ebook

Quando il giovane Ted viene investito da una Limousine,in pieno centro a Manhattan, nessuno si accorge che sotto i jeans, la parrucca e il berretto da football, si nasconde Catherine, una ragazza dai gusti particolari...
Questa è la storia di un Lord inglese e di una Escort. E' la storia di Ted e del suo Inglese. E' la storia di Lily e di Catherine. E' una storia dove quello che appare, è più di quello che si mostra. E' la storia di Due Cigni... senza identità sessuale.

«Tutto bene, ragazzino?» annuisco in silenzio, mentre mi rialzo alla svelta.
Il ragazzo che ha parlato, non è di New York, il suo accento è diverso.
«Sei sicuro?» mi chiede preoccupato, e io annuisco di nuovo. Non so che faccia abbia, è molto più alto di me, con il viso gli arrivo solo al petto, e la visiera del cappello mi impedisce di vedere oltre. Ma so, esattamente, com’è vestito. Dall’abito sembra un “Lord inglese”, uscito dalla prima pagina del “Times”. Sfoggia un completo tre pezzi, disegnato e cucito ad arte. Mi chiedo se a me starebbe bene in egual modo.
«Forse è il caso di portarlo in ospedale, signore» gli suggerisce l’altro.
Alzo gli occhi su di lui e li riabbasso quasi contemporaneamente, non voglio che si accorga che sono una donna. Dall’aspetto, direi che è il suo autista.
Mi sbrigo a scuotere la testa, in segno di diniego, e affondo le mani nelle tasche anteriori dei jeans, sto per andarmene.
«Non se ne parla neanche» l’Inglese mi afferra per il braccio e mi tiene inchiodata sul posto. «Se non vuoi andare in ospedale, va bene, non ti costringerò, ma permettimi di offrirti qualcosa da bere, mi sembri sconvolto. E forse, un po’, lo sono anch’io» ammette con sincerità. «Non capita tutti i giorni di investire qualcuno, fortunatamente, per me» dice, allentando la tensione.
Vedo i suoi fianchi ruotare, prima da un lato, poi dall’altro, guardandosi intorno.
«Dall’altra parte della strada c’è un Bistrot» mi annuncia. «Vieni con me, ti prego.»

Due Cigni a Manhattan
Due Cigni a Manhattan Vol. II
Due Cigni a Manhattan Vol. III
Due Cigni a Manhattan Vol. IV
Due Cigni a Manhattan Vol. V
Due Cigni a Manhattan Vol. VI

La storia prosegue. Seguitemi sulla mia pagina FB.

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​​​​​​​Diario di un Mostro La numero 4 (Il Mostro 1)
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​​​​​​​Non posso avvicinarmi a meno di 10 metri da Te NEW ENTRY ROMANCE.
LanguageItaliano
Release dateJul 6, 2016
ISBN9786050474183
Due Cigni a Manhattan Vol V

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    Due Cigni a Manhattan Vol V - Sandra Rotondo

    letterario

    Capitolo 9

    La serratura scatta con un clic, abbasso la maniglia ed entro. Le note di Prelude To a Kiss (Preludio di un bacio) di Duke Ellington, mi investono dal soggiorno burlandosi di me: un bacio che non c’è mai stato. La Venere è ancora sveglia, la sento parlare al telefono, dalla camera da letto.

    «... Ha fatto un casino, Will...» miagola, terrorizzato. «E’ la prima volta... non riesce a... a... a controllarsi... Non so cosa stia accadendo... Non lo aveva mai fatto, Will... non senza di te» spunta fuori dalla stanza, in un volteggio, la camicia azzurra è aperta su un paio di boxer neri, ha i capelli umidi, come se avesse appena fatto la doccia, ed è a piedi scalzi, quando mi vede si blocca, come se lo avessi sorpreso in atteggiamenti intimi.

    «Devo lasciarti... Anche tu» e interrompe la linea.

    Sono troppo stanca e avvilita per cercare di interpretare i suoi comportamenti. E’ facile intuire che Will, sia il diminutivo del suo amato William. Chiudo gli occhi e sospiro, poggiando le spalle alla porta. Quando li riapro è a un passo da me.

    «Da quanto sei qui?» chiede, con circospezione. Sembra preoccupato.

    «Non aver paura» lo assecondo. «Non ho ascoltato la tua telefonata, ma dovresti fare attenzione al volume della tua voce...» lo ammonisco. «Sono appena rientrata» dico, rassicurante. Annuisce, mentre tiene le labbra serrate.

    «Hai gli occhi arrossati, Cat, sembra che tu abbia pianto. Dove sei stata fino ad ora?» mi interroga curioso, dopo avermi scrutato con attenzione.

    «A un funerale» rispondo seccata, a quello di Ted. Hai ucciso quel fanciullo e non lo meritava. Ted è un’anima buona e delicata, non avresti dovuto prenderti gioco di lui. Scuote la testa, assumendo un’aria di biasimo.

    «Non è rispettoso, Cat, andare a un funerale con un vestito a fiori» ci mancava la lezione di bon ton, adesso. «E’ molto carino e ti sta divinamente, sinceramente, io avrei optato per un tubino longuette nero, portato su un paio di tacchi a spillo, perché no, solo per esaltare le tue splendide gambe, e a completamento dell’opera,

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