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Fantascienza - romanzo breve (73 pagine) - La storia di un incredibile personaggio si intreccia con quella della Grande Nave, fin dalla notte dei tempi


Di Robert Reed abbiamo detto più volte che è un autore prolifico ed eclettico che ama spaziare in tutti i sottogeneri della fantascienza, dalla space opera moderna alle sofisticate estrapolazioni del nostro futuro.

Solo (Alone) apparve nel 2010 in una delle migliori antologie dell’anno, Godlike Machines, dedicata da Jonathan Strahan ai più potenti e incredibili oggetti presenti nel nostro universo, e fu poi scelto da Rich Horton per la sua raccolta delle migliori storie del 2010.

Questa novella, epica sia nelle vicende che nella grandezza degli avvenimenti, narra la storia di un personaggio alquanto singolare, che vive e si muove per secoli o anche millenni all’interno della Grande Nave, tutto osservando e tutto registrando ma senza mai intervenire in maniera attiva negli eventi.

Essere senziente o forse solo macchina superevoluta, Solo racconta con la sua storia anche la storia della Grande Nave, della sua incredibile e lontana creazione, dei popoli, umani e alieni che vivono al suo interno, dei comandanti che ne regolano il corretto funzionamento nel suo semieterno viaggio per la galassia.

Inserito dall’autore come primo capitolo, in ordine cronologico, della raccolta The Greatship, Solo rimane un’opera affascinante e avvincente, fondamentale nella comprensione di questo ciclo ormai affermato anche nel nostro paese.


Nato il 9 ottobre del 1956 a Omaha, nel Nebraska, Robert Reed ha vinto il premio Hugo nel 2007 con il magnifico romanzo breve A Billion Eves (Un miliardo di donne come Eva, Delos Books) ed è considerato in patria come uno dei massimi scrittori di fantascienza viventi. Eclettico e multiforme, Reed ha al suo attivo più di una dozzina di romanzi (tutti inediti in Italia) e circa duecento racconti e romanzi, tra cui vanno ricordati, oltre al già citato A Billion Eves, anche La verità (The Truth), apparso anch’esso su Odissea Delos, e Celacanti (Coelacanths). Una particolare importanza riveste, all’interno del suo opus letterario, il ciclo dedicato alla Grande Nave, un’immensa astronave che viaggia da millenni attraverso la Galassia, popolata da innumerevoli culture e civiltà umane e aliene. All’interno di questo ciclo si collocano alcuni racconti che abbiamo già pubblicato in questa collana, come Falsa Identità (Camouflage, 2005), considerato dai critici uno dei momenti più significativi dell’intera serie, La Notte del Tempo, La caldera della buona sorte, e questo Solo.

LanguageItaliano
PublisherDelos Digital
Release dateJul 19, 2016
ISBN9788865307793
Solo

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    Solo - Robert Reed

    a cura di Sandro Pergameno

    Robert Reed

    Solo

    ROMANZO BREVE

    Traduzione di Alberto Meletto

    Prima edizione luglio 2016

    ISBN 9788865307793

    © 2010 Robert Reed

    Titolo originale: Alone

    Edizione ebook © 2016 Delos Digital srl

    Piazza Bonomelli 6/4 20139 Milano

    Versione: 1.1

    Font Exo Sans by Natanael Gama, SIL Open Font Licence 1.1

    Traduzione: Alberto Meletto

    Copertina: Tiziano Cremonini

    TUTTI I DIRITTI RISERVATI

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    Grazie, da parte di Delos Digital, dell'autore del libro e di tutti coloro che vi hanno lavorato.

    Indice

    Il libro

    L'autore

    Solo

    Capitolo 1

    Capitolo 2

    Capitolo 3

    Capitolo 4

    Capitolo 5

    Capitolo 6

    Capitolo 7

    Capitolo 8

    Capitolo 9

    Capitolo 10

    Capitolo 11

    Capitolo 12

    Capitolo 13

    In questa collana

    Tutti gli ebook Bus Stop

    Il libro

    La storia di un incredibile personaggio si intreccia con quella della Grande Nave, fin dalla notte dei tempi

    Di Robert Reed abbiamo detto più volte che è un autore prolifico ed eclettico che ama spaziare in tutti i sottogeneri della fantascienza, dalla space opera moderna alle sofisticate estrapolazioni del nostro futuro.

    Solo (Alone) apparve nel 2010 in una delle migliori antologie dell’anno, Godlike Machines, dedicata da Jonathan Strahan ai più potenti e incredibili oggetti presenti nel nostro universo, e fu poi scelto da Rich Horton per la sua raccolta delle migliori storie del 2010.

    Questa novella, epica sia nelle vicende che nella grandezza degli avvenimenti, narra la storia di un personaggio alquanto singolare, che vive e si muove per secoli o anche millenni all’interno della Grande Nave, tutto osservando e tutto registrando ma senza mai intervenire in maniera attiva negli eventi.

    Essere senziente o forse solo macchina superevoluta, Solo racconta con la sua storia anche la storia della Grande Nave, della sua incredibile e lontana creazione, dei popoli, umani e alieni che vivono al suo interno, dei comandanti che ne regolano il corretto funzionamento nel suo semieterno viaggio per la galassia.

    Inserito dall’autore come primo capitolo, in ordine cronologico, della raccolta The Greatship, Solo rimane un’opera affascinante e avvincente, fondamentale nella comprensione di questo ciclo ormai affermato anche nel nostro paese.

    L'autore

    Nato il 9 ottobre del 1956 a Omaha, nel Nebraska, Robert Reed ha vinto il premio Hugo nel 2007 con il magnifico romanzo breve A Billion Eves (Un miliardo di donne come Eva, Delos Books) ed è considerato in patria come uno dei massimi scrittori di fantascienza viventi. Eclettico e multiforme, Reed ha al suo attivo più di una dozzina di romanzi (tutti inediti in Italia) e circa duecento racconti e romanzi, tra cui vanno ricordati, oltre al già citato A Billion Eves, anche La verità (The Truth), apparso anch’esso su Odissea Delos, e Celacanti (Coelacanths). Una particolare importanza riveste, all’interno del suo opus letterario, il ciclo dedicato alla Grande Nave, un’immensa astronave che viaggia da millenni attraverso la Galassia, popolata da innumerevoli culture e civiltà umane e aliene. All’interno di questo ciclo si collocano alcuni racconti che abbiamo già pubblicato in questa collana, come Falsa Identità (Camouflage, 2005), considerato dai critici uno dei momenti più significativi dell’intera serie, La Notte del Tempo, La caldera della buona sorte, e questo Solo.

    Dallo stesso autore

    Robert Reed, Il salvatore Biblioteca di un sole lontano ISBN: 9788867753857 Robert Reed, Falsa identità Biblioteca di un sole lontano ISBN: 9788867755417 Robert Reed, La notte del tempo Biblioteca di un sole lontano ISBN: 9788867757176 Robert Reed, Veritas Biblioteca di un sole lontano ISBN: 9788867758166 Robert Reed, Buona montagna Biblioteca di un sole lontano ISBN: 9788867758944 Robert Reed, Orgoglio e sacrificio Robotica ISBN: 9788865307045 Robert Reed, La caldera della buona sorte Biblioteca di un sole lontano ISBN: 9788865307151

    1

    Lo scafo era grigio e liscio, grigio e vuoto, e scivolava via gradualmente in ogni direzione, svanendo dove il gelido nero del cielo fingeva di toccare qualcosa di reale. L’unica cosa che esisteva davvero era la Grande Nave: nient’altro possedeva sostanza o valore, nient’altro nel Creato poteva essere percepito, men che meno compreso. La Nave era una sfera di iperfibra perfetta, durevole, a forma di mondo, mentre il cielo non era che una distesa infinita di vuoto punteggiata da stelle perdute e radi turbini di galassie remote. Si udiva qualche sussurro via radio, troppo distorto e flebile per essere comprensibile, piogge di neutrini cadevano dall’alto e si alzavano dal basso, mentre catastrofi distanti alteravano la gravità e creavano nuclei furiosi, energie che scivolavano senza conseguenze sullo scafo eterno e invincibile.

    Non ci si poteva fidare del cielo. Le stelle dicevano soltanto menzogne. Ancora peggio, la maestosità del firmamento avrebbe distratto i sensi e il pensiero dalle cose che importavano genuinamente. Il camminatore non aveva altro scopo se non muoversi lentamente e con cura lungo lo scafo della Nave, e dare inizio ad attenti esami se si imbatteva in qualcosa di interessante. Tuttavia, si avvicinava e studiava nei dettagli solo i misteri più innocui: era guidato dall’istinto, e, per quanto riuscisse a ricordare, quell’istinto gli parlava attraverso la paura. Pericoli feroci e senza nome erano in agguato, nemici che non potevano essere visti o definiti, ma vicini, in attesa di una debolezza, pronti a punire pigrizia e negligenza. Ecco perché la curiosità era un piacere che era meglio assaporare in piccole dosi. Il fascino era un segnale che la visuale si era troppo ristretta. Per questo motivo il camminatore evitava scrupolosamente qualsiasi cosa che si muovesse, parlasse o mostrasse un calore insolito; qualsiasi esempio di vita organica, anche il più minuscolo, era da evitare senza eccezione.

    La solitudine era la sua condizione naturale.

    Nell’isolamento, la paura atavica si riduceva a un malessere sopportabile, ed era possibile raggiungere una sorta di felicità.

    Camminare, camminare. Quello era il significato dell’esistenza. Scegliere un percorso degno di nota, orientandosi magari tramite una delle rade stelle, e seguirlo finché non si scopriva qualcosa di nuovo. Decidere se l’oggetto doveva essere studiato o evitato era l’unica condizione in cui il camminatore sceglieva un corso di azione, per poi tornare a puntare l’orizzonte, mantenendo la sua purezza geometrica con determinazione ferrea.

    Non c’era bisogno di mangiare, né di bere o riposarsi. La forza vitale dell’essere era un mistero irrisolvibile e trascurabile. La sua esistenza era paziente, e ogni istante era interminabile e impegnato. Ma se non accadeva nulla che fosse

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