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Il nome della morte
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Il nome della morte

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Potrai essere orgogliosa, mitica tredicenne Claire, d’esser stata promossa sul campo solutrice di enigmi per il grande commissario Lupiero! Ma prima, guarda e raccontaci... i tuoi compagni di scuola, in una danza macabra, uno a uno sono entrati nella minacciosa mailing-list di morte di uno psicopatico che cova rancore seminando indizi: chi strangolato nei bagni della tua scuola, chi a una festa di compleanno sta in cantina con la testa fracassata, chi impiccata negli spogliatoi della tua stessa piscina, chi avvelenata in un torneo di tennis, mentre proprio tu la attendi in campo, chi ripescato nel lago con la bici, chi trafitta da una freccia al cuore: e fanno sei sconfitte! Chi è che ci sta uccidendo a uno a uno, rispondici, chi? L’indovinello finale si direbbe il grido di aiuto di un folle troppo solo, codice di una vittima anche più di noi... senza futuro.
LanguageItaliano
Release dateJun 27, 2015
ISBN9788868170127
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    Il nome della morte - Liana Fadda

    Cococcia"

    Prove di filodrammatica

    Mi chiamo Claire, sono una tredicenne e abito nella stupenda città di Deva. Vivo con i miei genitori in una casa circondata da un giardinetto e frequento la scuola media Tristan.

    Le mie giornate sono piene di impegni: oltre alle attività scolastiche mi dedico al tennis e al nuoto. Come se non avessi già troppo da fare, mi sono anche iscritta a un gruppo di filodrammatica.

    Ebbene sì, sono superimpegnata, tuttavia mi piace spendere il poco tempo libero per gli amici: siamo un gruppo affiatato di coetanei e non perdiamo mai occasione per divertirci insieme.

    Ora, però, sto pedalando in tutta fretta sulla mia bicicletta, per raggiungere gli altri ragazzi nella sala che il Comune ci ha dato in concessione per provare i nostri spettacoli teatrali. Nello zaino che porto con me, ho infilato l’ultimo videogioco di Dragon Ball: da una settimana cerco di superare il primo livello, ma per me è troppo duro; da quando mi hanno regalato la Play-2 ogni volta che ho un problema mi rivolgo a David, lui sì che è un mago! Ho deciso di mostrargli il gioco, se è il caso potrei pure prestarglielo, tanto lui sa sempre che cosa fare e tratta i videogiochi come se fossero reliquie. Eccolo lì, David, mentre saluta sua madre che l’ha accompagnato. Sul portone ci sono già gli altri, ci aspettano.

    Quest’anno, abbiamo deciso di rappresentare un atto unico di un giovane drammaturgo che abita nella mia città: si chiama Cho Lee e, chiaramente, è di origine cinese. Il suo testo è divertente e con continui colpi di scena, è piaciuto a tutti noi alla prima lettura.

    Appena riuniti, abbiamo giusto il tempo di salutarci e precipitarci nella sala comunale: siamo in ritardo, le prove devono iniziare subito, parlerò con David più tardi.

    Mi sto concentrando, ora, per calarmi nella parte: sono un cavaliere stellare e con la mia spada luminescente combatto i nemici incontrati su un pianeta appena scoperto. Il capitano sarà orgoglioso di me: diventerò un eroe. Con agilità mi muovo, schivo e attacco, come in una solenne danza mortale. L’elmo che indosso maschera la mia identità femminile. Questo ruolo mi è piaciuto da subito e, quando me lo hanno assegnato, ho urlato di gioia.

    Recito con trasporto, finché un grido agghiacciante, proveniente da chissà dove, sembra scuotere tutta la sala. Tolgo la maschera e cerco di capire cosa stia succedendo.

    È la voce del mio amico Rudy Reiner che continua a strillare. Corro verso il bagno, insieme al resto della compagnia, seguendo la nostra insegnante, Miss Richter. La scena che si presenta ai nostri occhi è raccapricciante: Rudy, allibito, sta guardando il corpo senza vita di David. La vittima è riversa sul dorso, davanti al lavandino; gli occhi sbarrati e fissi denotano paura e stupore; la bocca è spalancata e muta; sul collo sono ben visibili i segni dello strangolamento. Miss Richter tasta il polso di David, sperando in qualche segno di vita. Il mio corpo rimane lì, immobile, mentre la mia mente sembra vivere una scena di un film in bianco e nero, di quelli senza sonoro con le immagini più lente, troppo vecchio e per me troppo difficile da capire: non è possibile che stia accadendo davvero… David è mio amico!

    Qualcuno deve aver chiamato il Pronto Soccorso: le sirene mi stanno lacerando i timpani. ‘Largo alla lettiga!’

    Mi hanno allontanato dal bagno e, insieme agli altri, ritorno in sala. Si sente un’altra sirena, arrivano anche le forze dell’ordine. Qualcuno ci dice sommessamente che gli dispiace, ma che ‘non c’è più niente da fare’. La pellicola in bianco e nero si è consumata, non solo non c'è più niente da fare, non c'è nemmeno più niente da capire… e questo è il vero shock. David è morto.

    La polizia entra nello stabile: c’è stato un omicidio, quindi nessuno può lasciare il luogo del delitto. Le nostre famiglie vengono avvisate e invitate a raggiungerci.

    La morte di David

    Alla mia età, non si può immaginare di perdere un amico a causa di una morte violenta. Davanti agli occhi ho ancora impresso lo sguardo e l’espressione di David.

    Tra il collo e le tempie presentava varie macchie bluastre e quei segni che denotavano lo strozzamento indotto.

    È arrivato mio padre. Incapace di parlare, mi abbraccia, adesso che c’è anche lui mi interrogheranno. Un agente ci invita a seguirlo al piano superiore, negli uffici. Incrociamo Rudy insieme a uno dei genitori, sta uscendo dalla stanza dove noi prendiamo posto.

    Dietro a una scrivania sta seduto il commissario Lupiero, accanto a lui un agente è impegnato a prendere appunti sulle dichiarazioni. Ho poche cose da riferire: ero sul palco con una maschera intenta a provare la mia parte, oltre all’urlo non ho né

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