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Un Cucciolo per Natale
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Un Cucciolo per Natale

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About this ebook

Questo libro è il seguito di Un Padre per Natale.

>>><<< 

Kelly Kennedy credeva che la sua vita fosse finalmente sul binario giusto. Fidanzata con l’uomo dei suoi sogni e con un bambino in arrivo, rassicura la sua bimba di cinque anni, Bree, che il padre che aveva scelto il Natale precedente la vuole ancora.

Sfortunatamente, il veterano Tyler Manning ha trascorso all’estero la maggior parte dell’anno. Guarire dal disordine da stress post traumatico non è facile. Piuttosto che far preoccupare Kelly, Tyler passa il suo tempo a viaggiare in Afghanistan per lavorare per l’organizzazione di beneficienza che ha fondato.

Kelly decide di distrarre Bree con la promessa di un cucciolo per Natale. Ma quando Tyler viene preso in ostaggio dai terroristi, è difficile per lei convincere Bree che saranno davvero una famiglia in tempo per Natale.

LanguageItaliano
PublisherBadPress
Release dateNov 30, 2017
ISBN9781507148150
Un Cucciolo per Natale

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    Un Cucciolo per Natale - Rachelle Ayala

    Altri Libri di Rachelle Ayala

    Fuga di Natale

    Un Padre per Natale

    Un Cucciolo per Natale

    Il Gioco dell’Escordiente

    Gioco Senza Regole

    Questo libro è il seguito di Un Padre per Natale.

    >>><<<

    ...pieno di cuore e suspense. – Barbara Tobey

    Un bellissimo libro a proposito del non rinunciare. – Rebecca Austin

    >>><<<

    Kelly Kennedy credeva che la sua vita fosse finalmente sul binario giusto. Fidanzata con l’uomo dei suoi sogni e con un bambino in arrivo, rassicura la sua bimba di cinque anni, Bree, che il padre che aveva scelto il Natale precedente la vuole ancora.

    Sfortunatamente, il veterano Tyler Manning ha trascorso all’estero la maggior parte dell’anno. Guarire dal disordine da stress post traumatico non è facile. Piuttosto che far preoccupare Kelly, Tyler passa il suo tempo a viaggiare in Afghanistan per lavorare per l’organizzazione di beneficienza che ha fondato.

    Kelly decide di distrarre Bree con la promessa di un cucciolo per Natale. Ma quando Tyler viene preso in ostaggio dai terroristi, è difficile per lei convincere Bree che saranno davvero una famiglia in tempo per Natale.

    Dicono di Un Cucciolo per Natale

    Snervante, fa battere il cuore ma vi impressionerà per l’amore e l’eroismo. – Jessica Cassidy

    Una grande storia di cui innamorarsi, che vi toccherà il cuore e che coinvolgerà le persone che amate e le terrà strette. - Terri Merkel

    É un libro meraviglioso che parla di una famiglia riunita appena in tempo per il Natale. L’ho amato! - Dana Anderson

    Una storia che scalda il cuore che parla di un soldato, di un cucciolo, di una bambina e di sua madre. - Tina Peterson

    Un racconto affascinante pieno di cuore e suspense. - Barbara Tobey

    Adoro questa storia così dolce. La fiducia e l’amore che Kelly e Tyler provano l’uno per l’altro nei momenti difficili anche quando ci sono dei dubbi. Il loro amore e le preghiere riuniscono la famiglia. L’azione e la storia d’amore vi terranno immersi nella storia. - Reggaewoman

    Questo libro è dolce e commovente. Benché non capiamo davvero il prezzo che i nostri uomini e donne nell’esercito pagano per tenerci al sicuro, il disturbo da stress post traumatico è reale ed è una questione enorme. È stato bello leggere un libro che ricerca ciò che innesca questo disturbo e ci aiuta forse a iniziare a capire che cosa hanno passato i nostri militari. - Sifa Edwards

    La storia di Kelly e Tyler ti tocca il cuore mentre sei seduto in punta di sedia a domandarti se avranno il loro e vissero felici e contenti! - Lyssa Layne

    Un Cucciolo per Natale è una storia che tocca profondamente e strappa il cuore. Un bellissimo libro a proposito del non rinunciare. - Rebecca Austin

    Dedica

    A coloro che soffrono ancora per le ferite della guerra.

    >>><<<

    Capitolo Uno

    ~ Kelly ~

    Raccontami di mio padre. La mia bambina di cinque anni, Bree, picchietta il tavolo da pranzo di quercia con forchetta e coltello dopo che abbiamo reso grazie. I suoi occhi blu sono grandi e pieni di aspettativa.

    Tutte le persone radunate attorno alla tavola del Ringraziamento di mia madre la fissano inebetiti prima di voltarsi verso di me.

    Gli abbiamo appena parlato in video chiamata. Cerco di evitare la domanda sul viso di tutti. Sta aiutando i bambini in Afghanistan, ricordi?

    Il bambino nella mia pancia scalcia e mi ricorda di quanto sia sfinita dal fatto che Tyler, il mio fidanzato, stia viaggiando di nuovo. Mi assicura che sarà a casa per Natale. Io posso solo sperare.

    Non Tyler. Bree fa il broncio e le sue sopracciglia si avvicinano a causa di quel suo sguardo determinato – il tipo di sguardo che mi dice che non si lascerà distrarre. Voglio sapere del mio vero papà.

    Oh oh. Questo non è il genere di cosa che voglio discutere in compagnia. Mia madre lo sa, così come lo sanno mia sorella e il suo ragazzo, Jaden, ma ci sono anche amici della parrocchia riuniti attorno al tavolo, incluso Mr. Wong, il vedovo che recentemente ha iniziato a uscire con mia madre. Il tacchino sta aspettando, così come tutti i contorni, le salse, le patate dolci candite, l’insalata di patate, la torta di zucca e la salsa di mirtilli.

    "Tyler è tuo padre." Le do una pacca sulla spalla, gentilmente. L’anno scorso, appena prima di Natale, Bree ha chiesto a Babbo Natale un padre. Poco dopo ha incontrato Tyler Manning, un veterano di guerra, seduto sotto l’albero di Natale gigante del centro commerciale di San Francisco. Entrambe ci siamo innamorate di lui e credevo che il resto fosse storia.

    Bree sbatte le palpebre e distoglie lo sguardo da me o almeno dalla mia faccia visto che fissa la mia pancia sporgente. Voglio il mio vero papà. Il genere di papà che mette bambini dentro le mamme. Non conoscevamo Tyler quando io ero piccola.

    Attorno al tavolo vengono schiarite diverse gole, mentre gli ospiti di mia madre fingono di non aver sentito la richiesta di Bree.

    Mi passi il tacchino, per favore?

    Prenderò un po’ di purè di patate.

    Qualcuno vuole le patate dolci?

    Accanto a me, Bree fa sferragliare il piatto con la forchetta e mette il broncio. Un vero padre sarebbe qui per il Ringraziamento.

    E così dovrebbe essere per Tyler. Anche io sono delusa, ma ora non è né il luogo né il momento per affrontare la discussione. Servo una cucchiaiata di purè di patate sul piatto di Bree. Tesoro, Tyler sente la tua mancanza e vorrebbe essere qui. Lo sai, non è vero?

    Bree incrocia le braccia e scuote la testa, facendo rimbalzare i suoi ricci biondi. Ha promesso che mi avrebbe dato la coscia di tacchino più grande.

    Puoi ancora avere la coscia. Prendo il piatto da mia sorella. Vedi, qui? È per te.

    Bree la afferra, con l’aria felice per una frazione di secondo, prima che il suo labbro inferiore torni a sporgere. Quando il mio fratellino sarà qui avrà lui la coscia, non è vero?

    Un tacchino ha due cosce interviene mia madre accarezzando la testa di Bree. Sono certa che tu e tuo fratello potrete dividervele.

    Solo che Tyler sarà il suo vero papà e lui avrà tutto. Bree fissa la sua coscia come se fosse l’ultima cosa buona che avrà per il resto della vita.

    È anche il tuo vero papà le ricordo. Hai chiesto a Babbo Natale di portartelo e l’hai trovato sotto l’albero di Natale.

    Bree getta la coscia sul suo piatto e scende dalla sedia. Non si dovrebbero trovare i papà sotto l’albero. Me l’hanno detto a scuola.

    Pesta i piedi lungo il corridoio fino alla stanza degli ospiti che occupa quando lavoro fino a tardi. Perfetto. Mi chiedo di cos’altro abbiano parlato i bambini a scuola. È soltanto all’asilo. Comunque oggigiorno sanno tutto, anche se dubito che capiscano l’inseminazione artificiale, che è il motivo per cui non sarò mai in grado di trovare il padre biologico di Bree.

    Il bambino dentro di me, il bambino di Tyler, scalcia e si volta mentre un’ondata di sfinimento mi travolge. Ci sono giorni in cui non credo di poter fare tutto – lavorare a tempo pieno per il governo contro l’insider trading, fare da mamma a Bree e tenere duro con la mia gravidanza a rischio.

    Stai bene? Mia madre mi afferra il braccio. Qualche contrazione?

    Mi dispiace che Bree abbia rovinato tutto. Per favore continuate con la cena. Io vado a riposare. Non voglio che sappia delle contrazioni e della tensione attorno al mio utero. Ho avuto perdite a intermittenza durante questa gravidanza e, anche se non mi hanno ancora ordinato di stare a letto, devo tenermi sotto controllo contando le contrazioni e i calci ogni giorno.

    È tutto a posto. Mia madre mi accarezza la schiena. Tutti qui fanno parte della famiglia o sono amici. Capiamo.

    Grazie. Magari dovrei chiamare di nuovo Tyler e farlo parlare con Bree. Potete scusarmi?

    Ma certo. È difficile parlargli con tutti noi attorno. Ovviamente Bree ha sentito qualcosa a scuola.

    Annuisco e sorrido a tutti attorno al tavolo e mi allontano. Non posso aspettarmi che Bree capisca lo stress che Tyler sta sostenendo. Soffre ancora di disturbo post traumatico causato dai suoi giorni in combattimento e, anche se me lo nasconde, sono fin troppo consapevole del perché abbia scelto di viaggiare così tanto.

    Bree? Mi fermo davanti alla porta della camera da letto. Non possiamo chiamare Tyler fin dopo le sei. L’Afghanistan è dodici ore e mezza avanti rispetto alla California. Sta dormendo adesso.

    Non voglio Tyler. Voglio il mio vero papà. Bree sfoglia un libro di storie. Il mio vero papà mi comprerà un cane e giocherà con me tutto il tempo. Mi leggerà delle storie e mi porterà allo zoo.

    Oh, tesoro. Mi siedo sul divano letto accanto a lei. Ci sono così tante persone che ti amano. Me, la nonna, Ella e Tyler.

    Bree continua a sfogliare il libro. È il vecchio Barney Beagle di mia madre, la storia di un cane che aspetta in un negozio di animali la sua persona speciale.

    Bree si ferma alla pagina in cui una bambina con un bel cappottino porta Poodle a casa con lei.

    Vedi come sembrano felici. Fece eco a Barney, il piccolo beagle, che viene lasciato per tutta la notte al negozio senza un bambino o una bambina. Tyler mi porterà un cucciolo?

    Forse dico svogliatamente.

    Bree aveva preso l’abitudine di chiamare Tyler Papà quando ci siamo incontrati l’anno scorso prima di Natale. Era tutto fantastico allora. Tyler era stato un veterano senza tetto, ma aveva trovato un lavoro come portavoce per Warspring International, un’organizzazione che raccoglie e distribuisce fondi di beneficenza per bambini rimasti orfani a causa della guerra.

    Si era trasferito con noi e credevo che ci saremmo sposati, alla fine. Eravamo così perfetti insieme, io, Tyler e Bree, che sono stata incauta con gli anticoncezionali. Una volta scoperto che ero incinta, Tyler ha raddoppiato gli sforzi per trovare eventi in cui parlare per guadagnare soldi da mettere da parte per l’anticipo per una casa. Non so perché non me ne sia accorta, ma poco a poco ha iniziato a viaggiare di più e stare via più a lungo.

    Bree ma sorella, Ella, chiama dalla sala da pranzo. Nonna dice che puoi avere il dolce prima. Che ne pensi di un brownie con il fudge caldo e il gelato alla fragola?

    Un brownie! Bree lascia cadere il libro di storie e balza giù dal letto. Voglio un cucciolo marrone proprio come Barney Beagle. Mamma dice che il mio vero papà me ne porterà uno per Natale.

    ~ Tyler ~

    Il sudore cerchiava la testa di Tyler mentre si rivoltava, aggrovigliato tra le lenzuola umide, incapace di dormire. Il freddo di un inverno afgano non faceva niente per raffreddare il calore che gli scorreva nelle vene. Il complesso sportivo di cui era responsabile si trovava nella parte nordorientale dell’Afghanistan, vicino alle colline ai piedi dell’Hindu Kush, la catena montuosa che separa l’Afghanistan dal Pakistan.

    I minuti e le ore trascorrevano e aveva ancora un milione di cose da fare. Le forniture di cui avevano estremo bisogno erano state ritardate e mancavano dei soldi dai conti. Il direttore del centro se n’era andato e dei membri chiave del personale non si erano presentati al lavoro. Invece di contenere un campo sportivo per ragazzi, il complesso cinto da mura si era riempito di rifugiati, provenienti dalle aree dove i talebani e altri ribelli combattevano per il controllo dopo che la maggior parte delle truppe statunitensi si era ritirata l’anno precedente.

    In ogni caso, Tyler non poteva mandare via persone bisognose e dopo mesi dal suo ritorno in Afghanistan doveva concludere che l’idea degli sport non era praticabile quando c’erano così tanti bambini che avevano bisogno di un rifugio di base, cibo e assistenza medica. Tutto quello che era riuscito a fare era rimpiazzare i sacchi usati per giocare a calcio in strada con veri palloni da calcio che i bambini potessero usare.

    Non che avesse rinunciato. Teneva ancora partite per i residenti e mostrava loro come fare esercizio. Fare sport era salutare e anche il più piccolo dei sorrisi era una ricompensa per i suoi sforzi.

    Che non erano mai abbastanza. Mai.

    Si passò i palmi delle mani sulla faccia e respirò per calmare il suo cuore galoppante. Era il Ringraziamento negli Stati Uniti e aveva chiacchierato con Kelly e Bree in video chiamata proprio prima di andare a dormire. Kelly aveva messo su un sorriso allegro, ma i suoi occhi erano stanchi, anche se le aveva assicurato che stava andando alla grande. Bree, invece, lo aveva guardato appena, rispondendo solo quando Kelly le aveva detto di dire ciao e arrivederci.

    Poi c’era il bambino. Kelly diceva che i controlli erano normali e che non c’era nulla di cui dovesse preoccuparsi. La madre e la sorella erano ansiose di fargli credere che tutto fosse a posto ma, nel profondo delle viscere, Tyler sapeva che qualcosa non andava.

    Bree. La sua cara bambina – la figlia che aveva promesso di adottare, non gli aveva chiesto niente, non un ninnolo, un souvenir, un fiore o una caramella. Non lo aveva nemmeno chiamato Papà.

    Non c’era nulla che andasse bene, non importava cosa dicesse Kelly, e naturalmente era tutta colpa sua. Amava Kelly e Bree più della sua vita, ma ultimamente non riusciva a fare nulla nel modo giusto.

    Gli si strinse lo stomaco e fissò il soffitto dell’ufficio freddo e umido del centro per rifugiati. Che cosa stava facendo in quel buco terribile? Il luogo che gli aveva rubato la vita? Che cosa aveva fatto per meritarselo?

    Hai ucciso un bambino. Gli hai sparato a morte. Sei un assassino. Un mostro. Non espierai mai questa colpa. Hai lasciato morire i tuoi compagni.

    Lo sferragliare continuo della mitragliatrice balbettava in sottofondo alle esplosioni assordanti dei mortai. La sua brigata era sotto attacco. Doveva chiamare per avere supporto aereo. Dov’era il suo auricolare? Perché non riusciva a collegarsi? Ripeté la richiesta. Stavano subendo attacchi di fuoco pesante da diverse mitragliatrici annidate tra le rocce al di sopra del pendio. Un veicolo non identificato sfrecciò attraverso il checkpoint, senza fermarsi all’ordine.

    Il ruggito di un’esplosione gli perforò i timpani mentre una gigantesca colonna di fiamme arancioni e fumo spesso e putrido saliva verso l’alto. Un’altra esplosione filò come una scheggia sull’intero complesso. Il calore lampeggiò in una palla di fiamme e i muri si sbriciolarono.

    La sua pelle si fuse sul suo corpo ed era morto fatta eccezione per il pulsare del suo cuore. Un muro arancione lo circondava eppure non sentiva dolore.

    Bene. Meritava di morire. Aveva lasciato morire gli altri. Aveva ucciso un bambino.

    Muori, stronzo, muori.

    Una versione elettronica di Jingle Bells suonò allegramente nel buco in cui si trovava. Tyler scalciò e diede una scossa alle sue membra. Batté la testa e le molle della brandina cigolarono. Aprendo gli occhi, si mise a sedere.

    Di nuovo, Jingle Bells scampanellò. Era il suo telefono. Inciampando per mettersi in piedi, colpì la scrivania con il ginocchio e fece finire il telefono a terra. La sua camicia era incollata alla schiena coperta di

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