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Progetto Umanità 7.0: Un mondo migliore che mette al centro le scelte di ognuno
Progetto Umanità 7.0: Un mondo migliore che mette al centro le scelte di ognuno
Progetto Umanità 7.0: Un mondo migliore che mette al centro le scelte di ognuno
Ebook378 pages5 hours

Progetto Umanità 7.0: Un mondo migliore che mette al centro le scelte di ognuno

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About this ebook

Cristallo, 2035. Alex ha diciannove anni e conduce una vita normale. Non ha ancora stabilito cosa fare del suo futuro e, nel frattempo, si divide tra lavoretti saltuari, la ragazza Marina, le serate con gli amici e la passione per la chitarra.

Un giorno, per caso, durante una conversazione con l’amica Jasmine, Alex sente risvegliarsi una curiosità latente. Scopre di avere il bisogno di conoscere meglio le relazioni e i meccanismi adottati su Cristallo, che sono il frutto di un cambiamento rispetto al sistema precedente, rimasto invece sulla Terra.

Inizia così una ricerca, a tratti irrefrenabile, per soddisfare al più presto la sua improvvisa sete di conoscenza, trascinandoci con sé in tale “viaggio”.

Jasmine, grazie alla sua passione e preparazione su questi temi, lo guiderà abilmente attraverso i princìpi olistici che regolano il loro vivere quotidiano. Anche suo padre Dario si rivelerà prezioso per fargli apprendere le lontane radici del “Progetto Umanità 7.0” da cui tutto ha avuto origine.

Sarà un percorso avvincente e, come in tutte le conquiste personali, non mancheranno imprevisti, nodi da sciogliere e importanti decisioni da prendere.

Il mondo futuro rappresentato, non è un’utopia fantascientifica, ma descrive come l’uomo potrebbe evolvere e vivere finalmente in una realtà più equilibrata di quella attuale.

Le innovazioni concrete, descritte nei particolari, assicurano infatti che le disfunzioni tuttora considerate un male “incurabile” (la disoccupazione, le crisi economiche, lo spreco di risorse, ecc.) diventino incompatibili, e perciò destinate a dissolversi gradualmente. Inoltre, tutto è progettato per valorizzare le capacità, i gusti e le preferenze individuali, e permettere a ognuno di trovare la propria specifica realizzazione.

Il confronto Terra/Cristallo, filo conduttore di tutta la storia, renderà semplice l’apprendimento delle nuove modalità organizzative, e arricchirà la consapevolezza dei circoli viziosi in cui siamo immersi oggi.

Sarà naturale immedesimarsi nell’esperienza di Alex, facendoci prefigurare e quasi “palpare con mano” il possibile cambiamento, e in ciò consiste la forza prorompente di questo romanzo.

Il messaggio è forte e chiaro: il sistema in cui viviamo adesso non è immutabile, ma è il frutto di scelte del genere umano e, come tale, nuove e consapevoli scelte lo possono far progredire.
LanguageItaliano
PublisherAlan Doer
Release dateJul 25, 2016
ISBN9788822823250
Progetto Umanità 7.0: Un mondo migliore che mette al centro le scelte di ognuno

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    Progetto Umanità 7.0 - Alan Doer

    Einstein

    1

    LA SCINTILLA

    Una musica delicata inizia a diffondere piano piano le sue note e a farsi spazio nel sonno ormai leggero di Alex, per poi aumentare dolcemente di volume, fino a destarlo in modo del tutto naturale.

    Sono appena passate le sette del mattino quando, finalmente, Alex acquista piena coscienza. Allunga quindi d’istinto le braccia, per poi proseguire a stirare per qualche secondo tutto il corpo, e godere così dell’ondata di energia che si è sprigionata.

    Dopo poco si alza, e si prepara per andare alla Tramsistemi, dove è giunto ormai alla terza settimana di servizio.

    Si sveglia di buon umore. Il primo pensiero va infatti all’appuntamento che lo attende nel primo pomeriggio. È un incontro che ha per lui tutti gli ingredienti per essere, allo stesso tempo, piacevole e frizzante.

    Mentre si rade la barba, la sua mente vaga. Si sofferma in particolare sul fatto che, anche oggi, tramite il lavoro che lo aspetta a breve, potrà dare il suo contributo alla sicurezza del sistema tramviario. Lo fa sorridere immaginare che, magari, l’attività da lui svolta nei giorni scorsi possa essere già parte integrante proprio del tram che vorrebbe riuscire a prendere oggi alle otto in punto.

    Finita la colazione, fa un salto in bagno a lavarsi i denti e prosegue poi con tutti gli altri passaggi di rito che compie quasi automaticamente, prima di lasciare la casa. Si avvia quindi all’ingresso ed esce tirando la porta dietro di sé. Fa le scale con passo spedito, imbraccia lo scooter elettrico, e riesce ad arrivare in tempo per la corsa delle otto. In ogni caso la mattina, a partire dalle sei, i tram sono molto frequenti e mai strapieni di persone.

    Scende alla fermata Tramsistemi, si avvia al deposito delle biciclette e ne prende una. Da lì, pedalando piano, ci vogliono circa dieci minuti per raggiungere lo stabilimento.

    Una volta a destinazione, lascia la bici nel parcheggio adiacente all’entrata, passa dagli spogliatoi a prepararsi, e si avvia al reparto. Durante tutto il percorso, scambia sorrisi di cortesia – ma anche qualche ciao e buongiorno – con la maggior parte delle persone che incontra.

    Giunto all’ingresso del suo settore, la voce digitale di saluto – che stamani è femminile e suadente – dice: Buongiorno Alex, sono le otto e ventisette. Il suo arrivo è stato captato grazie al segnale emesso dall’orologio che indossa.

    Ciò che deve fare non è complicato: consiste nel supportare Riccardo durante l’assemblaggio di sistemi frenanti per mezzi di ultimissima generazione. Si tratta di vetture alimentate dal suolo, che – grazie a un sofisticato sistema di controllo robotizzato – possono viaggiare senza operatore.

    È da quasi sei anni che l’attività di questo reparto prevede tre turni diurni di quattro ore, che coprono – considerando le sovrapposizioni temporali – un totale di undici ore e mezzo al giorno.

    Di norma, nella stessa giornata, nessuno si trattiene per più di un turno, ed è vietato rimanere per più di due. Chi decide di fare quello doppio, di regola deve prestare servizio in due reparti distinti. I vincoli sono stabiliti per ottimizzare i livelli di attenzione, mantenere l’efficienza produttiva e minimizzare i rischi d’infortunio.

    Chi studia, o partecipa a corsi di specializzazione, solitamente sceglie di lavorare per un turno di quattro ore a giorni alterni. Alex è tra questi, e oggi si è impegnato per il primo turno.

    Subito dopo pranzo, ha fissato con Marina al Sette Cuori, ed è impaziente d’incontrarla. Non sarà soltanto un ritrovo romantico. Li attende, infatti, una sfida a scacchi all’ultimo sangue, una delle più grandi passioni che hanno scoperto di avere in comune. Da giorni, Alex ha elaborato e simulato al computer un’apertura che, secondo lui, sarà schiacciante, e non vede l’ora di metterla in pratica.

    L’ormai vicino appuntamento lo fa fantasticare piacevolmente, finché Riccardo non lo porta al presente, invitandolo a concentrarsi sulle operazioni di montaggio. In quattro ore è previsto di completare tre sistemi frenanti. Molti passaggi sono assistiti da piccole braccia meccaniche, ma l’intervento umano è pur sempre essenziale, soprattutto per una funzione di controllo.

    La cosa che ad Alex più piace di Riccardo è la passione che riesce a comunicare per tutto ciò che fa. È un uomo sui quarant’anni, che ha costruito sulla specializzazione tecnica il suo cavallo di battaglia. Ha preso parte alle fasi di progettazione di questa dotazione, e vedere adesso la concretizzazione dal disegno all’oggetto in carne e ossa, imprime un’evidente energia al suo operato e, in particolare, alla sua lingua, che infatti non si ferma un attimo dallo spiegare le funzioni e le caratteristiche dei vari pezzetti.

    Riccardo ha conseguito di recente, aggiungendola alle altre accumulate negli anni, la specializzazione in ingegneria meccanica, e questo moderno sistema a bassa usura dei materiali di consumo – che ne garantisce una riduzione del 30% rispetto a quello che andrà a sostituire nel tempo – e con modalità di progressione che addolcisce ulteriormente le frenate rispetto al passato, è stato oggetto di un progetto di circa sei mesi, che ha fatto guadagnare ben cinquanta punti merito al suo curriculum.

    Come ha raccontato ad Alex fin dal primo giorno, ama l’idea di non soffermarsi solo sulla elaborazione e – com’è solito fare – anche questa volta intende seguire tutte le fasi del processo, spendendo ancora del tempo nell’assemblaggio, e magari poi anche nel reparto d’installazione di sistemi nuovi, o di manutenzione per vetture in servizio. Non è raro che, dallo svolgimento di queste attività, arrivi l’ispirazione per un’innovazione da progettare, disegnare, e sviluppare, in un ciclo virtuoso che dalla pratica va alla teoria, per poi riaffluire alla pratica, facendo sì che tali due dimensioni del sapere umano – l’immaginato e il concretizzato – si fondano in un tutt’uno armonico.

    In genere, se non ci sono particolari vincoli legati a esigenze della programmazione produttiva, Riccardo rimane a svolgere certe mansioni solo fino a quando gli danno soddisfazione, o comunque almeno finché non lo annoiano. Se la sua mente inizia a orientarsi verso qualcosa di nuovo, verso obiettivi differenti, arriva per lui l’ora di muoversi o di fare una pausa per ritrovare il giusto slancio. È la sua personalità che lo induce a questi frequenti cambiamenti. Molti altri preferiscono invece più stabilità. Non manca ad esempio chi, alla Tramsistemi, lavora da anni nel reparto di assemblaggio, senza mai aver avanzato l’esigenza di fare qualcosa di veramente diverso.

    Intorno alle dieci e un quarto Alex concorda con Riccardo di fare un breve intervallo.

    Si avvia quindi verso l’area ristoro e, mentre cammina nel corridoio principale, incrocia Jasmine completamente assorta nei suoi pensieri.

    È da un paio d’anni che la conosce. La prima volta l’ha incontrata a un corso di fotografia digitale, e da lì si è istaurata un’amicizia molto speciale. Si frequentano in modo irregolare, ma quando si ritrovano, è sempre come se l’ultima volta in cui si sono visti fosse solo il giorno prima.

    «Jasmine, ciao! Che ci fai qui?» le chiede con voce squillante.

    «Ciao Alex...» risponde lei sorpresa di vederlo «sono entrata proprio stamani al reparto illuminazione.»

    «E devo scoprirlo così... per puro caso?» fa Alex con tono scherzoso.

    «Non sapevo che oggi eri di turno...» replica lei un po’ imbarazzata, e dopo una brevissima pausa aggiunge: «È vero... avrei dovuto farti sapere che saremmo stati colleghi per qualche tempo... ma ho avuto una settimana molto incasinata, e mi sono trovata catapultata a oggi così... quasi senza accorgermene.»

    «Perché quegli occhi assenti mentre camminavi? Che ti è successo? Non è da te...» le dice Alex mostrando curiosità mista a preoccupazione.

    «No... è che stavo riflettendo su un esame andato male...» lo informa lei facendo rientrare subito il sorriso che le era comparso poco prima.

    «Che esame era?» domanda lui dispiaciuto.

    «MOP III.»

    «MOP III

    «Sì, scusa... intendevo Matematica Operativa III... noi di solito lo abbreviamo così. Era da qualche mese che mi preparavo... È un esame fondamentale per l’ammissione al terzo anno del corso di specializzazione in Bilanciamento globale dei sistemi d’illuminazione che, come sai, è la mia massima aspirazione...»

    Matematica Operativa III è un esame complicatissimo della Ottimplanet, la scuola universitaria frequentata soprattutto da chi intende prestare servizio presso l’Osservatorio per l’Ottimizzazione delle risorse Planetarie (OOP). Spesso, nel linguaggio comune, l’OOP è chiamato Ottimplanet, ed è proprio da questo che l’istituto ha preso in prestito il proprio nome, inducendo molti a trarre l’errata conclusione che la scuola e l’OOP siano parti della stessa organizzazione, mentre in realtà sono entità distinte, seppur correlate.

    L’obiettivo di Matematica Operativa III è quello di formare gli studenti al concetto di massimizzazione dell’utilità delle risorse, in funzione del loro uso, e di un complesso multidimensionale di vincoli che influenzano il campo di scelta. È molto selettivo, ed è obbligatorio passarlo per proseguire nella maggior parte dei corsi di specializzazione.

    «Non ti voglio vedere così! Una in gamba come te troverà il modo di recuperare...» dice Alex, e dopo essersi soffermato una frazione di secondo a guardarla fissa negli occhioni blu, ribadisce in modo forte e chiaro: «Sì, sono sicuro!»

    Jasmine sorride con un’espressione tra il compiaciuto e lo scaramantico, e poi commenta: «Chissà, vedremo dai!... Adesso è una cosa troppo fresca... mi ci vuole tempo per assestare il colpo e riprendere in mano le redini.»

    «Vediamoci a pranzo se ti va, così mi racconti meglio. È da diverso tempo che non facciamo due chiacchere...» propone Alex, facendole capire che non c’è abbastanza tempo per approfondire adesso, e che però gli farebbe piacere.

    «Okay... troviamoci a mezzogiorno e mezzo all’uscita, così mi fai da Cicerone... sai, non conosco ancora bene questa zona.»

    «Facciamo mezzogiorno e quaranta, prima non ce la faccio.»

    «Ok, affare fatto!»

    Si scambiano quindi un sorriso reciproco, e si avviano ognuno per la propria direzione.

    Jasmine è molto carina e consapevole del suo fascino, ma questo non ha per niente intaccato la sua semplicità. Non si è mai invaghita dei numerosi ragazzi che le ronzano intorno, preferendo relazioni con donne, possibilmente mature.

    Alex ha sempre pensato che, probabilmente, soddisfano quel bisogno di materno che sua madre non ha potuto darle a sufficienza, essendo morta prematuramente in un incidente aereo: anche se non ne è sicuro, non ha mai avuto il coraggio di approfondire con lei queste vicende.

    Jasmine ha avuto pochissime relazioni serie fin qui, e le sue energie sono state rivolte soprattutto verso lo studio. Da grande vorrebbe tanto lavorare alla Ottimplanet, pur sapendo che, se la cosa andrà in porto, tale esperienza non potrà occupare più di otto anni della sua vita, ma vede questa opportunità come una sorta di ciliegina sulla torta. È il suo sogno nel cassetto, ed è serena all’idea di – eventualmente – non poterlo aprire mai quel cassetto. Al momento però, questa è un’ipotesi che, testarda com’è, non intende neppure prendere in considerazione. Studiare e lavorare è qualcosa che le dà adrenalina, e le permette di acquietare il temperamento laborioso che l’ha sempre contraddistinta fin da ragazzina.

    Sono le dodici e trenta, è arrivata quindi la fine del primo turno della giornata, e per Alex anche l’ultimo. In realtà, è già da diversi minuti che i suoi pensieri hanno staccato dal lavoro per concentrarsi sul pranzo con Jasmine, e il successivo incontro con Marina.

    Salutato Riccardo, s’incammina per andare via. Giunto in prossimità dei sensori posti all’uscita del reparto, la voce computerizzata dice: È mezzogiorno e trentadue: quattro ore di lavoro nominale accreditate... grazie, e buona giornata!

    Passa quindi dagli spogliatoi per una veloce rinfrescata, e si dirige al punto d’incontro stabilito con Jasmine, subito all’esterno dell’edificio.

    Alex è ben consapevole dei gusti sessuali di Jasmine e non ha quindi secondi fini nei suoi confronti. Da circa un anno, ha sviluppato con lei un sano rapporto d’amicizia.

    È già passato tutto questo tempo da quella sera in cui ha fatto il suo primo e ultimo tentativo di baciarla, al quale lei ha risposto con un garbato ma fermo rifiuto. Quando ci pensa, ricorda quel momento come se stesse accadendo in quell’istante, da quanto profonda è rimasta la ferita dentro di lui.

    È stato in quell’occasione che lei gli ha fatto presente, non certo senza remore, il proprio rapporto conflittuale con i ragazzi e la propria attrazione per le donne. Gli ha confessato anche di aver avuto più volte, verso di lui, pensieri che andavano oltre l’amicizia, tanto da farle credere che, magari, stesse cambiando sponda, o probabilmente integrando una più ampia bisessualità.

    Non lo ha consolato affatto sentirsi dire che quell’episodio – e la tensione da lei provata mentre lui si avvicinava pericolosamente alle sue labbra – ha avuto il grande pregio di aiutarla a capire che, la confusione sentita ogni tanto nei suoi confronti, doveva essere solo il segnale che era nata un’amicizia più profonda del solito, ma niente più.

    Alex è rimasto completamente senza parole durante la manciata di minuti che ha accompagnato quegli spiazzanti chiarimenti, e il breve stacco che è seguito, prima di augurarsi la buona notte, e andare ognuno verso casa propria.

    Entrambi però, gestiti gli imbarazzi durante i successivi incontri al corso di fotografia, hanno approfittato della prima occasione, per chiarirsi meglio, e prendere atto che, nessuno dei due, aveva intenzione di buttare via la bella amicizia che si era consolidata nel tempo. E così è stato, almeno finora.

    A dire il vero, Alex non ha eliminato del tutto le fantasie verso di lei, ma sicuramente queste si sono attenuate drasticamente negli ultimi due mesi, da quando ha conosciuto Marina.

    Mentre cerca di prefigurare l’imminente appuntamento, Alex immagina che, con tutta probabilità, finiranno a parlare soprattutto dello spiacevole risultato da lei ottenuto all’esame MOP III. Non è raro che i loro incontri ruotino intorno a lei e alla sua grande passione per la Ottimplanet, ma oggi si sente ben predisposto all’ascolto e quindi tale evenienza non lo preoccupa per niente, anzi.

    "Chissà se alla fine riuscirà a far appassionare anche me alla Ottimplanet... pensa di sfuggita mentre cammina per andare fuori. Subito dopo però afferma dentro di sé: Ma noooo, impossibile! Non è nelle mie corde analizzare dati, vagliare strategie, proporre piani d’azione..."

    Alex, al contrario di Jasmine, si sente più orientato verso attività pratiche e manuali. Quella che è la sua idea più ricorrente degli ultimi tempi è di provare a specializzarsi in sistemi idraulici per abitazioni, e fare – almeno nella maggior parte dei casi – il riparatore solitario. Sta quindi partecipando a un corso professionale. In questo campo crede di poter dare un contributo concreto e tangibile alla collettività, agendo – com’è nella sua natura – in modo abbastanza indipendente. Ma, allo stesso tempo, sta assaggiando qua e là, perché alla fin fine non è determinato su niente. Non ha ancora chiaro se questa indecisione sia una fortuna, perché gli dà flessibilità di scelta, o un male, poiché lo costringe a investire tempo, e preziose energie vitali, ogni volta che deve stabilire cosa fare da un passaggio all’altro. Quel che ritiene comunque esser certo è che, di fronte a sé, ha un futuro più misterioso di quello di Jasmine, almeno per ora.

    Le persone sono per lui un vero e inebriante piacere solo quando, la sera, gli capita di esibirsi con la chitarra digitale e la sua bella voce al Sound Track, il locale dove tra l’altro ha conosciuto Marina. Nelle serate vintage si diletta anche con la chitarra elettrica, si tratta però di occasioni molto sporadiche. Quando suona, si sente trascinato nel profondo dell’anima. Dedica una fetta importante del suo tempo alle prove, ma non in modo regolare, bensì seguendo una ciclicità che non ha ben capito lui per primo da cosa sia influenzata. Il pubblico che lo applaude e lo incita è per lui una vera e propria carica di vitalità. Sul palco si fa così assorbire dalla musica, da isolarsi quasi in se stesso, per cui, anche quando è tra la gente, mantiene in qualche modo fede al suo temperamento tendenzialmente riservato.

    Alex però non è certo un solitario. Lo attraggono molto le relazioni con gli altri, ma in genere solo quando diventano abbastanza profonde ed esclusive, come con Jasmine, con il suo migliore amico Jimmy e ultimamente con Marina, la sua fiamma. Non ha molti amici, ma quando una relazione nasce, non è mai una cosa troppo superficiale.

    Quando Alex vede arrivare Jasmine, gli sembra cambiata rispetto all’incontro della mattina. Ha in volto un sorriso molto più rilassato e naturale.

    «Accidenti, sei tutta un’altra!» le dice quindi, appena si avvicina.

    «Beh, sì... è vero... sono più tranquilla adesso...» risponde lei «ho saputo che Marta, la mia caporeparto, ha già passato l’esame di Matematica Operativa III con ottimi risultati!... E si è resa disponibile a darmi una mano a recuperare il mio» gli riferisce in scioltezza.

    Alex sa chi è Marta, ha un compagno nel reparto dei sistemi frenanti con il quale ha anche un figlio di tre anni, ma fin dalla prima volta che l’ha vista ha avuto la sensazione che lei potesse avere anche un debole per le donne, però tuttora non ci metterebbe la mano sul fuoco.

    Forse potrebbe essere la sua tipa! riflette. Può darsi che l’energia che Jasmine emana adesso sia merito di qualcosa di più di una riaccesa speranza per il superamento dell’esame continua nella sua mente. Il fatto che Jasmine sembri così ‘sognante’ potrebbe confermare le mie sensazioni, se è vero che – come si dice – gli omosessuali si riconoscono al volo, e con quest’ultimo chiude la sua veloce catena di ragionamenti, che però decide di non esternare. Preferisce che eventualmente sia lei ad aprirsi, se così stanno davvero le cose, e se le va.

    «Dove mi porti?» chiede Jasmine.

    «Ho pensato a due possibilità... il ristorante self-service multietnico, oppure il Bella Napoli, una pizzeria più intima, dove potremmo quindi parlare con maggior tranquillità. Di solito vado al multietnico quando sono un po’ di corsa. Comunque per me vanno bene entrambi. Che ne dici?» fa lui, passandole l’ultima parola.

    Alex sta sperimentando una tecnica di persuasione tramite illusione di alternativa, che ha scoperto un giorno curiosando in rete, e sta cercando di capire se funziona davvero. Si tratta di mettere l’interlocutore di fronte a una scelta, ma gli elementi delle due opzioni sono pesati in modo tale da spingere nella direzione voluta, e illudere l’altro di aver preso la decisione: e oggi Alex in effetti ha una gran voglia di pizza.

    «Mi andrebbe la pizza» afferma Jasmine «ma visto che hai cercato di forzare la scelta, decido per il multietnico!» continua con un sorriso maligno e facendo l’occhiolino.

    Entrambi scoppiano in una bella risata liberatoria.

    «Jasmine... Jasmine... con te non è mai possibile averla vinta!» dice Alex, il quale – avendo ormai implicitamente ammesso il trucchetto che stava tentando di sperimentare – subito a ruota prosegue: «Fammi controllare se c’è posto al Bella Napoli

    Naviga brevemente in rete con il suo orologio e vede che c’è un tavolo per due tra cinque minuti, e lo prenota. Si tratta giusto del tempo che ci vuole per arrivare con una calma passeggiata.

    «Ti dico subito però che, alla pizzeria, l’incidenza sul conto finale del tempo impiegato dal personale è maggiore, perché lì servono ai tavoli, e inoltre, essendo il locale più piccolo, c’è una minor rotazione di clienti» specifica Alex.

    «Tanto oggi saldi te il conto, no?» chiede retoricamente Jasmine, accentuando ancora di più il sorriso.

    «Sei proprio una vipera travestita da bambolina innocente!» chiude lui, sempre incapace di insistere troppo di fronte alla sua usuale scaltrezza.

    I cinque minuti di tragitto Alex li occupa quasi tutti, con sua grande sorpresa, rispondendo a domande. La conversazione verte soprattutto su come procede la storia con Marina, perché Jasmine non ha ancora avuto occasione di incontrarla, ed è quindi curiosa.

    Giunti in pizzeria danno un’occhiata al monitor posto nell’anticamera subito dopo la porta d’ingresso. Accanto al nome di Alex c’è un piccolo semaforo giallo a indicare che il tavolo è ancora occupato, ma si libererà a breve.

    Trascorre giusto il tempo di accomodarsi sulla panca imbottita a disposizione per l’attesa, che la lucina passa dal giallo al verde. Entrambi si alzano quindi di scatto senza aver avuto il tempo di proferire parola, e si avviano finalmente a prendere il loro posto.

    Sia la lettura del menù, che l’ordinazione, possono essere fatte utilizzando la nuovissima app Full-200. Per comodità, su ogni tavolo è a disposizione un tablet con ampio schermo ad altissima risoluzione. L’utilizzo della app rende però possibile fare tutto in anticipo e decidere in remoto, prima di arrivare. Quest’applicazione è stata adottata recentemente dal Bella Napoli. Fino all’ultima volta in cui Alex aveva mangiato lì, i camerieri andavano a prendere le richieste ai tavoli.

    L’app Full-200 permette, cliccando sulle pietanze, di visualizzare ingredienti, calorie, abbinamenti, e così via. È anche possibile sincronizzarla al profilo personale tramite gli orologi, o qualsiasi altro dispositivo identificativo, e ottenere in tal modo suggerimenti in linea ai propri gusti – come, ad esempio: no cipolla, no aglio, sì piccante – e indicazioni in merito ai cibi adeguati o meno, in base alle particolari condizioni di salute. Ovviamente, per ogni piatto, oltre a tutte queste informazioni, è specificato anche il tempo che verrà scalato nel conto finale, che di solito, in questa pizzeria, a seconda di cosa si sceglie, varia dai due ai dieci minuti circa.

    Entrambi sono molto colpiti da questa app, e dedicano quindi più tempo del dovuto a curiosare tra le varie funzionalità, ma si aiutano anche a vicenda condividendo ciò che scoprono via via, accelerando in tal modo l’apprendimento.

    Alex non manca di sottolineare più volte, scherzandoci sopra, che questo ammodernamento è un bel vantaggio per lui, visto che dovrà saldare il conto, e Jasmine si diverte molto a seguirlo nelle sue numerose e simpatiche battute.

    Scegliere cosa mangiare, tra scambi di suggerimenti e opinioni, porta via un’altra manciata di minuti, ma finalmente, trascorso un quarto d’ora dall’arrivo, riescono a ordinare.

    Dopo poco, riprendono quindi a chiacchierare degli argomenti iniziati durante la passeggiata. È Alex che parte per primo, cercando di sondare il terreno su MOPIII, ma Jasmine liquida velocemente questa vicenda, mostrando un’evidente voglia di distrarsi con altro.

    Alex rinuncia volentieri e pensa, con meraviglia, che forse è davvero una rara giornata in cui lei vuole soprattutto ascoltare. Poi, notando i suoi occhi distratti, si chiede malignamente se non sia già così innamorata di Marta da aver perso la lingua.

    Dopo queste brevissime riflessioni decide comunque di riprendere a parlare di Marina. Sente la necessità di aprirsi di più su questa storia, nonostante sia per lui piuttosto insolito conversare di relazioni sentimentali, specialmente con Jasmine. Inoltre, crede che, magari, proseguendo lui con quest’argomento, anche lei possa sentirsi spinta a fare altrettanto riguardo a Marta, ma, conoscendola, reputa questa possibilità molto remota.

    Tra i vari discorsi, Alex arriva a rivelare la passione di Marina per il ballo contemporaneo. Sogna di diventare famosa un giorno, e il suo grande desiderio è riuscire a entrare alla Startrend Academy, che su Cristallo è una delle organizzazioni più all’avanguardia del settore.

    Chi nutre aspirazioni artistiche come queste, di solito, ha di fronte a sé due strade: curarle come passioni personali durante il tempo libero, e quindi come hobby, oppure farne un’attività prevalente, mirando a trasformarle anche in un lavoro, generalmente part-time.

    La Startrend, essendo l’accademia agonistica più prestigiosa, richiede, per poterci accedere, il superamento di una selezione molto severa. Una volta raggiunto però l’obiettivo è anche quella che offre agli artisti i massimi vantaggi pratici.

    Prima di tutto, a chi ne fa parte, è assicurato un accredito forfait di sei ore lavorative al giorno, per cinque giornate settimanali, indipendentemente dal tempo effettivamente speso in allenamenti, prove e tutte le attività collaterali. È raro – se si escludono brevi eccezioni durante l’anno – che l’impegno effettivo vada oltre le trenta ore settimanali, per cui si tratta, di fatto, di un trattamento molto conveniente. Inoltre, viene messa a disposizione qualsiasi cosa serva ai ballerini – tute, scarpette, eccetera – e della massima qualità. Sono previsti anche vari altri benefit che includono, tra l’altro, un riconoscimento di merito molto favorevole, che varia in funzione al tempo speso nel corpo di ballo e ai risultati ottenuti. Con la Startrend, dall’hobby o dal lavoretto part-time, si passa quindi a un lavoro con la L maiuscola.

    Alex ha portato la conversazione su quest’argomento, perché vorrebbe tirar fuori le tensioni che ha sentito ogni tanto dentro di sé, nel notare una certa rigidità di Marina verso gli impegni legati al ballo. Nei giorni precedenti è andato più volte vicino a muoverle delle critiche, ma fin qui si è sempre trattenuto. Crede che confrontarsi con qualcuno di fidato possa forse aiutarlo a chiarire cosa sia più opportuno fare. È indeciso se affrontare di petto la problematica con Marina, o lasciarle vivere questa passione senza interferire, accogliendo quelle che – almeno secondo lui – sembrano essere delle inutili esagerazioni.

    Con l’intento di entrare quindi in tali rimuginamenti, e chiedere consiglio a Jasmine, Alex inizia a fare una serie intrecciata di riflessioni: «Onestamente non capisco fino in fondo perché la Startrend è la scuola più apprezzata in assoluto. Ce ne sono altre che richiedono pagamenti esorbitanti di ore-lavoro per vedere i loro show... mentre gli spettacoli della Startrend, nella maggior parte dei casi, sono a ingresso libero... mi pare quasi un controsenso! Anche la Fuente, la scuola che frequenta Marina, fa pagare molto profumatamente i primi posti in platea!... Non capisco la logica di tutto questo... Comunque lo prendo per buono...», e dopo aver corrugato la fronte e fatto un profondo respiro facilmente notabile, continua: «A ogni modo... che dire... tutta questa foga che Marina ci mette per il ballo... mi sembra che talvolta rasenti l’esasperazione... Sì!... È proprio eccessiva secondo me...»

    Alex voleva sfruttare proprio l’ultima frase come trampolino di lancio per cominciare ad affrontare i suoi dilemmi di tipo relazionale, ma la professoressina – come a volte lui chiama Jasmine per prenderla in giro – viene colta nel vivo soprattutto dai dubbi che lui ha fatto affiorare nella prima parte del suo ragionamento, e cioè quelli sui meccanismi di funzionamento che stanno alla base delle differenze tra la Startrend e le altre scuole di ballo. Gli aspetti organizzativi di Cristallo la appassionano particolarmente, forse anche perché è una materia chiave del suo percorso di studi.

    «Provo a chiarirtele subito le perplessità che hai!» afferma Jasmine, facendo in un primo momento pensare ad Alex che sarebbe andata dritta al tema di Marina e della sua fissazione per il ballo, ma la frase seguente è pronta a disilluderlo velocemente: «La Startrend riesce a essere prestigiosa e, allo stesso tempo, a non richiedere agli spettatori pagamenti di ore-lavoro, o comunque, quando capita, a non esigere cifre da capogiro per vedere i loro show, perché è una Energia Produttiva di tipo Indiretto

    Alex sorride nel notare l’enfasi che Jasmine mette nello scandire la E, la P e la I, quasi come se stesse spiegando qualcosa a un bambino, ma lei non sembra farci caso, e procede con il suo ragionamento: «Come tale, anche se a chi intende assistere ai suoi spettacoli non è domandato un pagamento diretto di ore-lavoro, di fatto tutti la supportiamo indirettamente... anche noi oggi quando salderemo il conto del pranzo!... Tanto per farti un esempio.»

    Alex, per qualche frazione di secondo, si sofferma a pensare, che sul portale della Startrend, in cui Marina lo ha più volte costretto a navigare per fargli capire le sue aspirazioni per il futuro, c’è anche la sigla EPI. Rimane stupito nel constatare che Jasmine è così informata sulla Startrend, ma decide di non darlo a vedere e di passare oltre, nel tentativo estremo di accantonare l’argomento e tornare ai suoi tormenti del cuore. Per creare un diversivo, e deviare la conversazione, s’intromette quindi con una battuta: «Hai detto salderemo? Quindi non è vero

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