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Dominique
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Ebook58 pages46 minutes

Dominique

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About this ebook

Dominique è stanca. Stanca della vita che conduce, di suo marito Dian che la opprime con la sua gelosia e da cui non si sente più amata, di sentirsi solo un oggetto da custodire. Proprio per questo quando nella sua vita entra Joey lei si sente rinata; ma la situazione è più complicata del previsto e il destino, come sempre, è dietro l'angolo.

Questo racconto è uno spin-off del romanzo "Giochi di Ombre" e ne contiene i primi due capitoli.
LanguageItaliano
Release dateJul 28, 2016
ISBN9788822825667
Dominique

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    Dominique - Giovanna Evangelista

    I.

    Dominique chiuse gli occhi, assaporando il silenzio. Accanto a lei Dian le dava le spalle, già addormentato.

    L'alito della notte si fece strada in uno spiraglio degli infissi e le carezzò il viso, asciugandole le lacrime sulle guance. Da quanto stava piangendo? Minuti, ore? Ormai il tempo non aveva più importanza. Era notte, e questo le bastava. 

    Trattenne un singhiozzo. Durante il giorno piangere era l’ultima cosa al mondo che avrebbe dovuto fare. Dian non poteva capire cosa lei si portasse dentro, non lo avrebbe capito mai; forse l’avrebbe derisa o accusata di essere una debole, come sempre. E lei non aveva voglia di starlo ad ascoltare.

    A volte sapeva essere davvero terribile, ma in realtà non era così: Dian faceva il duro solo per nascondere la sua infinita insicurezza. Davvero credeva di poter ingannare lei, che lo conosceva da una vita intera?

    Nei ventiquattro anni in cui lo aveva conosciuto (durante i primi tre di lui, lei non era ancora nata), lo aveva visto in tutte le sue sfumature: dal bambino odioso che era costretta a vedere troppo spesso, al ragazzino timido che si avvicinava a lei la prima volta, al ragazzo dolce con cui ricordava i tempi delle elementari, al giovane romantico a cui aveva dato il primo bacio, sulle rive dello stagno di Baretown, all'uomo che aveva sposato, un uomo sensibile, premuroso, ma con un lato oscuro che stava diventando sempre più difficile accettare. 

    Si asciugò le lacrime con un lembo delle coperte senza far rumore, ormai aveva imparato persino a trattenere i singhiozzi.

    Quella mattina era stata solo l’ultima delle sue scenate. Dian l'aveva vista mentre stava per uscire di casa, vestita con una maglia a collo alto (il freddo di metà dicembre iniziava a farsi sentire) e con una gonna a tubino lunga fin sotto il ginocchio; cosa che non gli era affatto piaciuta, nonostante indossasse delle scure calze di nylon.

    "Dove pensi di andare vestita in quel modo?", le aveva detto.

    Nel suo tono Dominique aveva percepito l’irritazione, il possesso. Non aveva alzato lo sguardo dalla borsa, in cui stava posando il portafogli. Dove vuoi che vada? In ufficio.

    Allora Dian si avvicinato e lei aveva alzato lo sguardo. Aveva paura dei suoi occhi quando la guardava in quel modo: dentro vi leggeva un rimprovero strano, come se gli stesse mancando di rispetto e questa fosse una colpa imperdonabile. Era sempre stato così, in realtà, ma ultimamente ogni sua azione pareva essere sbagliata, un affronto che lui non riusciva a sopportare.

    Vatti a mettere qualcosa di decente. Non hai il minimo rispetto per me!

    E lei, a testa bassa, era andata a cambiarsi mettendo un pantalone nero e lasciando da parte la bellissima gonna, mai indossata, per la prossima volta; ma dentro di sé sapeva che non l'avrebbe mai messa.

    A volte si disprezzava per essere così sottomessa. Dian non aveva alcun diritto di dirle cosa fare e cosa no, anzi, forse un po' di rispetto lo doveva lui a lei, ma ogni volta che la rimproverava si sentiva impotente e non aveva mai il coraggio di replicare.

    Solo qualche tempo prima si era accorta di non reagire per paura che lui potesse farle del male. Non era mai successo, ma quante volte Dominique lo aveva visto infuriato e si era aspettata uno schiaffo da un momento all'altro? Ormai non le contava più. 

    Capitavano dei momenti in cui le pareva di vedere il ragazzo di cui si era innamorata e quasi le veniva voglia di sentirsi abbracciare e sussurrare che l'amava, ma ormai Dian non glielo diceva più da mesi. Non perché non l'amasse, ne era certa: semplicemente perché lo dava per scontato.

    E lei lo amava? Con suo grande rammarico, la risposta era forse. Provava ancora qualcosa per lui, nonostante le sue manie di controllo e l’ossessione nei suoi confronti. Quando hai

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