25 Febbraio 1917
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Book preview
25 Febbraio 1917 - Michele Moraglio
morir..."
PREFAZIONE
Il 25 Febbraio 1917 con Regio decreto è istituita la figura professionale del Carabiniere Ausiliario per supplire alle carenze di personale in servizio permanente.
Sino al 2005, infatti, quando il servizio militare era obbligatorio, era possibile indicare il corpo dove fare la leva. Quelli che sceglievano l'Arma dei carabinieri iniziavano subito il percorso professionale: anziché un mese di corso Car (Centro addestramento reclute) ne facevano tre e mezzo presso la scuola allievi, poi veniva dato loro la destinazione.
In questo libro è raccontata dallo scrivente tutta l’esperienza dal corso di allievo fino al reparto operativo, una storia fatta di passione e dedizione per questo lavoro al servizio dello Stato, una vita faticosa ma molto ricca di soddisfazioni, un anno di leva passato troppo in fretta.
Questo libro è dedicato a tutti i Carabinieri Ausiliari e spero che un po’ si riconoscano in questo racconto, ho voluto nominare i miei superiori che tuttora lavorano nell’Arma e per dimostrare anche a distanza di tempo la mia personale stima.
Esperienze uniche, importanti, indossare la divisa che ha fatto la storia dell’Italia e la consegna degli alamari che consacrano il futuro carabiniere.
Ringrazio l’associazione Vintage-group
per il supporto documentale e video per la realizzazione del libro.
« Giuro di essere fedele alla
Repubblica Italiana, di
osservarne la Costituzione e
le leggi e di adempiere con
disciplina ed onore tutti i
doveri del mio stato per la
difesa della Patria e la
salvaguardia delle libere
istituzioni »
19 Settembre 1998
COMMENTO DELLO SCRITTORE
Questo libro autobiografico non volevo scriverlo poiché già diciotto anni fa congedandomi dall’Arma mi ero promesso di averci messo una pietra sopra
.
Avevo sofferto e non poco poiché non era mia intenzione congedarmi ma una scelta fatta per motivi familiari gravi.
All’interno è raccontata la mia esperienza da ausiliario nel periodo 1998/1999, dove sono spiegate anche curiosità e tradizioni riguardanti l’Arma dei Carabinieri.
Ringrazio ancora Angelo ed Elvio per avermi consigliato questa esperienza.
IL RITORNO DI UN RICORDO
Ecco qua il berretto d’ordinanza!
esclama Beppe il mio nuovo collaboratore, mentre mettiamo a posto l’archivio della sede sociale.
A rivederlo dopo tanti anni mi è ritornata la nostalgia.
In quell’armadio l’ho tenuto, insieme alla divisa, chiuso per tanto tempo.
Perché non mi racconti come ti sei trovato?
io facevo finta di niente ma lui insisteva molto che l’ho fatto accomodare nel mio ufficio.
Prendo il berretto d’ordinanza in mano ancora intatto non rovinato guardo la sua fiamma d’argento ancora lucente e viva. Mi prende la commozione, la nostalgia, guardo fuori dalla finestra in una giornata invernale di Gennaio.
Nella mia mente ho ricordi dei miei compagni di corso, di superiori del battaglione e faccio fatica a ricordare tutto ma devo riuscirci perché fa parte di me.
Il mio interlocutore vede che impiego un po’ di tempo prima di parlare poi lo guardo e gli dicoDopo quasi vent’anni si riapre una ferita mai guarita e tutto quello che ti andrò a raccontare corrisponde al vero di un’esperienza indimenticabile
.
Mettilo in testa!
mi chiede Beppe, io mi metto a sorridere e guardandolo mi ritornano alla mente episodi e situazioni di un anno bellissimo, di un sogno, ma per rispetto lo tengo in mano.
Raccontami questa esperienza
io respiro profondamente Va bene, sediamoci
.
Ci sediamo mentre ripongo il berretto sulla scrivania.
Beppe ed io ci guardiamo poi esclamo Non pensavo che dopo tanto tempo mi chiedessi di raccontarti questa esperienza
Beppe sorride.
Mi alzo dalla sedia e comincio a girare per la stanza, mentre Beppe è attento a ciò che andrò a raccontare.
Il servizio militare, all’epoca, era visto come un anno perso, inutile ma credo che ciò che andrò a narrare sarà il contrario.
Feci domanda alla caserma di Sciolze, all’epoca il comandante era il maresciallo Tribastone e il brigadiere Pagoni, però vista la giovane età non sapevo...loro conoscendomi mi consigliarono di provare a farla.
Mi diedero una serie di fogli da compilare: su uno di questi c’era da scrivere tutti i nomi dei familiari sia dalla parte della madre con relativi fratelli o sorelle dall’altra il padre e stesso discorso, prima di entrare nell’Arma sia io che i familiari dovevamo avere la fedina penale immacolata, prima di essere Carabinieri bisogna essere bravi cittadini.
Arrivò la conferma inaspettata perché non tutti erano arruolati e poco tempo dopo il 20 Agosto del 1998 dovevo presentarmi alla scuola allievi Carabinieri di Torino, la mitica Cernaia
.
Stemma araldico dell’Arma dal 1987 al 2002
ALLA SCUOLA ALLIEVI CARABINIERI
Sono passati tanti anni ma ricordo tutto come fosse il primo giorno: le marce, la cadenza, l’odore dell’asfalto battuto dai nostri passi, sento ancora in sottofondo La Fedelissima
per non parlare dei nostri superiori, severissimi, che a ogni comando ti urlavano ma di un’umanità straordinaria che nella vita civile non ho più incontrato.
Le persone raccontano barzellette sui Carabinieri ma oltre che esser un’Arma militare è una grande famiglia di cui per poco tempo ne ho fatto parte.
Farò nomi di superiori che lavorano nell’Arma, spero che non si arrabbino ma e per dimostrarle la mia personale stima e riconoscenza, per avermi fatto diventare uomo al servizio degli altri.
Un cenno di storia su questa caserma mi sembra doveroso perché rispetto alle altre scuole allievi dislocate su tutto il territorio nazionale, Roma e Benevento, quando dicevi Cernaia
già la gente capiva poiché è una caserma molto prestigiosa e molto antica.
Il nome Cernaia
deriva dalla parola russa che significa nero
ed era il corso d’acqua, che attraversava la pianura dove ci fu la vittoriosa battaglia di Crimea.
È eretta nel 1864 sui terreni della cittadella di Torino fu progettata dal colonnello Barabino poi modificata dal generale Giovanni Castellazzi e a sempre svolto la sua funzione originaria di addestramento militare.
I Carabinieri nascono con le Regie patenti
del 13 luglio 1814 i Carabinieri reali erano un corpo d’elite e non tutti potevano entrarci: il re voleva uomini di grande preparazione e fedeltà e quello che ho vissuto in caserma è ancora questo tipo di ambiente, anche se sono passati gli anni, la tradizione è immutata.
Il primo giorno arrivai all’orario stabilito sulla cartolina precetto, accompagnato dai genitori, facendomi un mucchio di raccomandazioni, quasi sembrava che partissi per