Autostima - La Chiave per la Realizzazione Personale
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Autostima - La Chiave per la Realizzazione Personale - Vitiana Paola Montana
voi.
L’Autrice
Vitiana Paola Montana
Vitiana Paola Montana si dedica, da oltre 20 anni, allo studio degli archetipi, della simbologia e alle loro interazioni con la psiche nella vita quotidiana. I risultati dei suoi studi e delle sue riflessioni sono contenuti nei testi pubblicati con diversi editori, che potete trovare menzionati sul suo sito personale vitianapaolamontana.it
Gli studi mirati e gli approfondimenti orientati alla ricerca interiore, al miglioramento personale e al cambiamento, ne fanno una ‘ricercatrice della psiche’, come ama definirsi. Consapevole di quanto l’inconscio sia potente e agisca in modo marcato sulla nostra personalità, si è dedicata principalmente all’esame e alla rettificazione di questa limitazione. L’impostazione del suo lavoro è olistica
, poiché tiene in considerazione ogni aspetto della persona: psichico, mentale e fisico.
Tale definizione olistica si estende anche alla condivisione della sua personale esperienza con la collettività dei lettori, attraverso i propri libri, il sito e la consulenza personalizzata. A livello professionale, come facilitatore del cambiamento individuale, utilizza varie discipline tra le quali i fondamenti della Kabbalah Ebraica e la sezione umanistica della Numerologia. A integrazione di suoi percorsi mirati ricorre, nella consulenza, a esercizi di meditazione e visualizzazione, oltre che alla scrittura creativa.
Può essere contattata attraverso la mail: vitiana.montana@gmail.com oppure con il modulo contatto del suo sito: www.vitianapaolamontana.it
Introduzione
Perché un libro sull’autostima
Ho affrontato le sfide della vita attingendo ad un bacino di energia pura: la mia forza interiore. L’ho costruita a dispetto degli sberleffi della vita e grazie ai dolori quotidiani, l’ho scoperta credendo in me e nei miei valori.
Stephen Littleword
Nella mia carriera professionale di facilitatore, ho potuto riscontrare che, l’autostima, ha un grosso peso nell’ambito delle scelte legate alla realizzazione personale. Sono ormai diversi anni che mi occupo di tematiche e problematiche a carattere psicologico. La motivazione che mi ha spinto ad approfondire questo ambito risiede nel fatto dell’aver rilevato quanto sia importante, per una persona, avere una coerente e solida cognizione di sé.
Troppo spesso, alcune ‘mancate realizzazioni’, hanno la loro causa in una scarsa autostima che, di conseguenza, produce varie manifestazioni emotive limitanti. Per questo, nei miei studi, ho cercato di capire quali fossero le origini di depressione, rabbia e di tutte quelle emozioni negative che ci impediscono di esprimere al meglio le nostre potenzialità. Il mio intento, quindi, in questo libro che diventerà, a brevissimo, anche un ‘corso’ fruibile on-line, è quello di aiutare il lettore nell’individuare le motivazioni, le cause che sono responsabili della perdita di autostima e di guidarlo nel ripristinarla al meglio con strumenti e tecniche mirate.
All’interno del testo non troverete una raccolta di slogan che richiamano il cosiddetto ‘pensiero positivo’. Indubbiamente essere positivi aiuta nel rafforzare il nostro concetto di autostima personale ma non sono certamente sufficienti poche frasi motivazionali a consentirci di cambiare la nostra situazione se questa è di disequilibrio o di blocco emotivo nei riguardi del nostro valore personale.
Il pensiero positivo non è sufficiente per rinsaldare la nostra autostima. Del resto neppure l’esasperazione dei tratti caratteriali, nel tentativo di acquisire sicurezza in modo forzoso è consigliabile; rischieremmo di diventare qualcosa di molto diverso dalla persona saggia, calma, centrata e proattiva che indica un buon grado di autostima. Gli eccessi, in ogni ambito, non portano mai a risultati significativi, se non addirittura all’opposto, causando conseguenze negative.
La funzione di questo libro e del corso a breve disponibile, è quella di aiutare il lettore a recuperare la capacità di essere se stesso, liberamente e in consapevolezza. Questo è il primo passo per la costruzione, o il ripristino, di una sana autostima. In realtà, non dobbiamo far altro che scoprire chi siamo, realmente, ed esprimere le nostre potenzialità con fiducia e con la certezza che abbiamo delle qualità da offrire al mondo.
Quando riacquistiamo fiducia in noi stessi, tutto appare in una forma diversa. Ciò che prima poteva causarci disagio, una volta completato il percorso che sto per proporvi, risulterà forse più agevole da gestire, anche se occorrerà del tempo per consolidare i risultati ottenuti. Come sempre ribadisco nei miei libri, nei report e nei percorsi di coaching, io fornisco gli strumenti ma è la persona che deve adoperarsi, impegnarsi con determinazione, costanza e volontà per riuscire nel proprio progetto di vita.
In questo libro vedremo, in dettaglio, il significato e i vari aspetti dell’autostima. Ci occuperemo di identificare le sue componenti per valutare il nostro grado di autostima. Vedremo poi come sviluppare un maggior senso di integrità per rafforzare la nostra immagine personale, la cognizione che abbiamo di noi stessi. Per poter procedere poi, verso un consolidamento del nostro potere personale, vedremo come cambiare le convinzioni errate, responsabili di molti fallimenti, e come recuperare la fiducia nella nostra capacità creativa per affrontare la vita.
La parte centrale del libro, precisamente il quinto capitolo, è dedicata all’esame del nostro grado di efficacia in ciò che facciamo, alla gestione delle emozioni e al prendersi in carico, specialmente quando dobbiamo fare delle scelte importanti. Sesto e settimo capitolo sono improntati all’analisi dell’autostima personale all’interno delle relazioni e nel rapporto di coppia, la cura del nostro ‘dialogo’ interiore, ovvero che cosa diciamo a noi stessi, quali affermazioni facciamo nei nostri confronti. Nelle conclusioni, poi, troverete alcuni approfondimenti utili e dei consigli di prima mano.
Questo libro, pertanto, vi aiuterà a:
- ottenere più fiducia in voi stessi
- conoscervi meglio
- scoprire i vostri talenti e metterli in pratica
- trovare soluzioni
- ottenere più capacità decisionale
- raggiungere più autonomia nelle relazioni
Prima di invitarvi alla lettura del primo capitolo, vi suggerisco di procurarvi due quaderni. Uno sarà destinato alla funzione di Diario
, sul quale annoterete le riflessioni alle domande che troverete sia nell’arco di ciascun capitolo, sia al termine. L’altro sarà un vero Quaderno degli Esercizi
che saranno proposti sempre all’interno dei capitoli.
Ricordo ai lettori che, sia questo libro che il corrispondente corso on-line
, hanno carattere generale e pertanto potrebbero sentire la necessità di ricevere un supporto su alcuni degli argomenti trattati, per superare in modo più agevole qualche nodo personale. Se si presenta questa necessità, possono prenotare una sessione individuale a questo link (http://bit.ly/ConsulenzaDiretta ), specificando in mail (vitiana.montana@gmail.com ) il problema/argomento per cui desiderano ricevere sostegno.
Maggiori dettagli sul mio metodo, potrete trovarli sul sito personale www.vitianapaolamontana.it
Ricordo, infine, che il contenuto di questo libro non può in alcun caso sostituire la valutazione di un medico o terapeuta, né sostituirsi ad una cura dove risulti necessario secondo il parere medico. Nel rispetto del Cod. di Condotta prescritto dal D.L. 70 del 09/04/2003, le informazioni presenti in questo libro sono da considerarsi di tipo culturale e informativo.
Ed ora, siete pronti ad iniziare questo viaggio interessantissimo alla scoperta di voi stessi? Bene. Cominciamo!
Buona Lettura!
Capitolo 1
Sfatiamo qualche mito
e studiamo come si forma l’autostima
Incontrerai sempre persone che cercheranno di sminuire i tuoi successi. Cerca di non essere tu il primo a farlo.
Michael Crichton
Oggi è sufficiente digitare su un qualsiasi motore di ricerca il termine autostima
per ottenere moltissime informazioni, fornite in libri, corsi, video e quanto altro. Prima di addentrarci nel cuore di questo argomento, vorrei spendere due parole sul fatto che, spesso, si tende ad enfatizzare troppo il concetto stesso di autostima.
Come in tutte le cose esiste il buon senso e la saggezza della misura. Queste due qualità hanno il compito di mantenerci in una posizione di equilibrio senza farci scivolare negli eccessi, al negativo ma anche al positivo. L’autostima non deve mancare totalmente dalle caratteristiche della nostra personalità, ma non deve neppure costituire una stucchevole e arrogante prerogativa del nostro carattere. Per questo facciamo alcune considerazioni prima di cominciare il nostro percorso di crescita.
Il Mito del pensiero positivo
Il pensiero positivo
di cui tanto leggiamo, sia in rete come nelle librerie, è senza dubbio uno strumento utilissimo e di sicuro vantaggio per chi decide di attuare un cambiamento. Il solo ripetere delle frasi, pur se studiate per motivare nel profondo, però, non può certo garantire risultati di un certo spessore e soprattutto consolidati nel tempo.
Se, da una parte, tutti quanti possiamo certamente comprendere che avere una bassa autostima non è di sicuro una condizione felice e che comporta disagi e limiti, dall’altra cercare affannosamente, o in modo ossessivo, di manifestare una condizione sempre al top
risulta quanto meno stridente. Non possiamo pretendere, infatti, di essere costantemente al massimo delle potenzialità, tranne che in casi davvero rari che non rientrano nel nostro standard e di cui non ci occupiamo qui. C’è un tempo per fare
, un tempo per riflettere, un tempo per fermarsi, per riposare, per agire, per decidere. L’importante è riuscire a riconoscerli e dare loro lo spazio necessario per manifestare la loro funzione.
Siamo attori
o spettatori
?
La nostra esistenza si snoda attraverso dei percorsi costellati da sfide, ostacoli, deviazioni, successi, sconfitte. È la vita. È il nostro percorso esperienziale che ci mette di fronte a tante opzioni diverse. Ogni avvenimento che si affaccia sul tratto di strada che stiamo percorrendo, porta con sé degli insegnamenti che dobbiamo imparare a decifrare. Quando siamo di fronte ad un imprevisto, ad una circostanza complessa, ad una scelta difficile o un ostacolo penalizzante, in che modo agiamo? Siamo spettatori passivi dell’evento che ci capita o ci trasformiamo in attori
proattivi? Badate bene che, volutamente, ho detto in che modo agiamo
e non reagiamo
.
Reagire, infatti, non è sempre sinonimo di successo in una data circostanza. Meglio adottare il concetto di proattività
, piuttosto di utilizzare la reattività
, poiché vi è una netta differenza. Per comprendere la portata di questi due atteggiamenti, vediamo la definizione di persona reattiva
:
In psicanalisi, la
formazione reattiva, è un meccanismo di difesa per cui, oltre che ricusare, perché già ritenuti colpevoli, certi impulsi o comportamenti, l’Io si atteggia rispetto a essi in modo diametralmente opposto (così, per es. un individuo può passare da un eccesso di aggressività verso qualcuno a un eccesso di tenerezza e di trepidazione per la stessa persona; oppure, può assumere atteggiamenti di pudore come reazione a impulsi esibizionistici).
Fonte Treccani
E adesso la definizione di proattivo
:
Proattivo agg. (comp. di pro-2 e (re)attivo, calco dell’ingl. Proactive). Nel linguaggio aziendale, di chi opera con il supporto di metodologie e strumenti utili a percepire anticipatamente i problemi, le tendenze o i cambiamenti futuri, al fine di pianificare le azioni opportune in tempo: essere p.; avere un approccio p.; un manager proattivo.
Fonte Treccani
Tra questi due termini, come potete leggere, c’è una sostanziale differenza. Si tratta del fatto che, la persona tendenzialmente reattiva
, si ritroverà molto spesso a reagire in modo automatico agli eventi della vita, abdicando del tutto al proprio potere personale e lasciandosi agire in balìa delle emozioni. Al suo opposto, la persona proattiva
, in presenza di circostanze complesse, avverse o di difficile gestione, si attiverà per analizzare gli eventi in modo razionale, adottando tutte le strategie in suo possesso per risolverle o per introdurre soluzioni vantaggiose. Ecco quindi che risulta di fondamentale importanza, imparare ad agire nel modo coretto, senza cedere ad emozioni che ci fanno diventare reattivi piuttosto che proattivi.
Essere protagonisti della propria esistenza significa avere la capacità di essere proattivi di fronte alle circostanze che si presentano, lasciando libera la creatività di poter agire a nostro favore. Essere spettatori
invece, esprime un concetto di passività e di rinuncia nel rivendicare e applicare il proprio potere personale agli eventi, dove possibile. Si tratta di una rinuncia fatta a priori, senza aver neppure tentato una qualche soluzione. Una rinuncia dettata da un sentimento di frustrazione e timore di non essere in grado di trovare la giusta soluzione a quello che ci affligge.
Essere spettatori
passivi per timore, per paura, comporta necessariamente un grado piuttosto basso e compromesso di autostima. La classica frase di una persona che adotta un atteggiamento passivo è quella che la vede affermare: non ce la posso fare
, non sono bravo in questo
, ci sarà qualcuno che lo ha già fatto
e via di questo passo, con una rinuncia dietro l’altra dettate tutte dalla paura.
Che cos’è l’autostima
Che cos’è l’autostima? Nel dizionario di italiano la descrizione del termine la definisce una valutazione di se stessi
. In questa valutazione è contenuto il grado in cui una persona si ritiene capace, sa di essere importante e di avere un valore. Essendo collegata a molti fattori, esperienze ed eventi, questa valutazione di se stessi ha un valore assolutamente soggettivo.
Per questo motivo, la nostra interpretazione dei fatti che si verificano nella nostra vita, delle scelte che facciamo e dell’opinione che abbiamo di noi è strettamente legata a questa visione di noi stessi in un particolare momento della nostra esistenza. Possiamo senza dubbio affermare che è importantissimo avere una buona autostima. È fondamentale perché essa determina il nostro comportamento e le scelte che facciamo.
È possibile che, in alcune circostanze, ci rendiamo conto che questa indispensabile qualità si sia modificata, se non addirittura sia scomparsa. In questo caso la cosa determinante è capire qual è il fattore che ci ha condotti a cambiare la valutazione che abbiamo di noi stessi. Dobbiamo chiederci quale evento, esterno o interno, ha fatto si che la nostra autostima si riducesse ai minimi termini.
Per riacquistare questo importante strumento si rende necessario un esame attento della nostra situazione. Spesso in presenza di difficoltà, tendiamo ad identificarci con il problema che viviamo, relegando ad un ruolo marginale la nostra capacità critica e allontanando, così, la soluzione. Tornando quindi alla definizione di autostima, oltre a identificarla come la valutazione complessiva di noi stessi, possiamo anche dire che è uno strumento utile che ci permette di rispondere in modo consono ai cambiamenti della vita.
Ci permette di sentirci adeguati di fronte alle situazioni, di avere fiducia nelle nostre possibilità, nelle nostre capacità. Ci mette nella condizione d’animo positiva di poter raggiungere i nostri obiettivi, di affermarci, di realizzarci e di essere certi che meritiamo di essere felici. Una sana ed equilibrata autostima ci spinge ad accettarci per come siamo e a cercare di migliorarci per la nostra crescita; ci aiuta ad avere la capacità di esprimere le nostre emozioni, ciò che pensiamo senza il timore di ricevere critiche.
Il grado della nostra autostima, misura la consapevolezza che abbiamo sul fatto di avere il diritto di poter realizzare le nostre aspirazioni, i nostri sogni. Fornisce la capacità di sentirci a proprio agio con noi stessi, essere in perfetto equilibrio, sentirci bene con ciò che siamo e con la nostra coscienza. Ecco che, per riassumere, l’autostima rappresenta la percezione che abbiamo della nostra persona, sia in senso generale, sia in un preciso e particolare momento della nostra vita.
Come si forma l’autostima
L’autostima è composta da tutti quegli aspetti che conferiscono alla persona la capacità di percepirsi e di definirsi. Questi dettagli corrispondono a:
- all’idea che ha di se stessa [ovvero a come si vede, se si definisce in senso fisico (bella, brutta), se pensa che la sua personalità sia simpatica, o al contrario scostante, o ancora onesta, coraggiosa o perfida, capace di raggiungere o meno un risultato, un obiettivo.]
- al suo dialogo interiore [cioè quali sono le sue convinzioni più intime, cosa pensa di se stessa, quali sono le affermazioni che ripete con più frequenza, cosa ripete tra sé e sé]
-alle opinioni che ha sviluppato su di sé [cioè se pensa di essere capace di fare, di creare qualcosa in un ambito specifico, se pensa di essere un buon genitore, un buon figlio o, al contrario non essere capace nel ruolo del compagno/a, marito/moglie, etc.]
- alla coerenza che esiste tra ciò che fa e i suoi valori personali.
Le credenze che una persona costruisce durante tutta la sua vita, contribuiscono a rinsaldare la percezione che ha di sé, l’idea del suo valore e delle caratteristiche della sua personalità. E questo avviene, ovviamente, sia in senso positivo sia in senso negativo, a seconda di che cosa ha scelto di privilegiare. Nell’arco del tempo, tutto ciò che è stato strutturato, tende ad aumentare a radicarsi. Nel caso di aspetti positivi sarà senz’altro tutto di guadagnato, nel caso contrario, ovvero se questi aspetti risultano limitanti, possiamo senza dubbio impegnarci per invertire la rotta e ricalibrare ciò che risulta non allineato.
Come abbiamo detto, l’autostima è la consapevolezza del proprio valore, della propria individualità, delle abilità individuali e, pertanto, il suo grado è dato da una serie di idee soggettive che abbiamo su noi stessi. Proprio perché si tratta di una percezione soggettiva, sarà ovviamente diversa per ciascuno di noi. Facciamo un esempio. In un gruppo di cento persone, qualunque sia il grado della loro autostima, alto o basso, per ognuno di loro ci saranno idee, sensazioni e convinzioni differenti, a seconda del loro pregresso, delle proprie esperienze e di come si percepiscono interiormente.
Cerchiamo di comprendere meglio questo concetto con alcuni esempi. Possiamo avere la sensazione di una bassa autostima quando non siamo in possesso di qualcosa che la maggior parte delle persone invece, possiede. Potrebbe trattarsi di non essere capaci di fare una certa cosa come guidare l’auto, non saper usare un computer, non riuscire ad imparare una lingua straniera, non far parte di uno status economico/sociale.
Questo potrebbe spingere la persona a non sentirsi a proprio agio, non all’altezza rispetto agli altri che invece possiedono quella specifica abilità. Il fatto di non essere capace di raggiungere quello specifico risultato, può procurare alla persona toccata da questa sensazione, il sentimento disagevole di non sentirsi all’altezza, di non essere in grado, arrivando quindi a pensare di essere l’unica/o a non avere questa capacità.
La percezione negativa di sentirsi incapaci di fronte agli altri spinge la persona a svalutarsi e a rapportarsi costantemente con l’esterno, a paragonare i propri possedimenti, le proprie