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Dal profondo degli abissi
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Dal profondo degli abissi

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About this ebook

Storia della vita di una donna che per benquarantatre anni è stata maltrattata, minacciata, offesa, denigrata anche agli occhi dei figli. Caduta in una profonda depressione, viene seguita dal centro di Salute mentale della propria città per sedici anni, fino a quando un giorno ha trovato in se stessa e con l'aiuto delle persone giuste il coraggio di tornare alla vita, alla libertà, a recuperare la propria dignità di donna e di essere umano, anche se tutto il mondo le era contro. Molte le difficoltà per ritrovare la libertà, ma la sua fede che le aveva trasmesso il suo amatissimo papà, l'ha sostenuta, l'ha spronata ad andare avanti, trovando il coraggio di denunciare. Tutti le sono contro, perfino i figli che difendono e fanno gli interessi del padre, ma lei va avanti. Forse questo libro potrà aiutare altre donne che si trovano in quelle condizioni e darà loro il coraggio di denunciare.
LanguageItaliano
PublisherYoucanprint
Release dateSep 5, 2016
ISBN9788892617964
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    Dal profondo degli abissi - Angelica

    precipitata.

    Oggi è l'8 marzo, data in cui si festeggia la donna e proprio per ricordare questa data, inizio a raccontare la mia vita e forse questo racconto potrà aiutare altre donne che come me sono state maltrattate, minacciate, perseguitate fino a cadere in una profonda depressione e disperazione, ma proprio quando ho toccato il fondo ho trovato in me stessa e con l'aiuto delle persone giuste, il coraggio di tornare alla vita, alla libertà; ho ritrovato la fiducia in me stessa e la mia dignità di donna e di essere umano.

    Sono nata il 28/01/1948 e sin da piccola ero di salute cagionevole. A sette anni una broncopolmonite associata alla pertosse. A diciannove un'epatite A e una nevralgia del trigemino che mi ha accompagnata per tutta la vita con crisi ricorrenti ogni due anni che duravano circa un mese con due- tre attacchi al giorno.

    All'asilo non ho socializzato e la mamma ha dovuto ritirarmi; ero una bambina scontrosa, timida con uno smisurato bisogno di amore.

    La mamma me ne dava tanto, ma allo stesso tempo era molto severa; io avevo paura di lei.

    Ricordo che un giorno, avevo circa quattro anni, ho intrapreso con la bicicletta una discesa e sono andata a finire addosso ad una signora che stava facendo un pic.nic. Sono scappata in casa e mi sono chiusa a chiave in bagno. La mamma mi ha raggiunto e mi gridava di uscire. Ho aperto la porta e la mamma mi ha picchiata.

    Avevo una sorella più giovane ed io ero gelosa, la picchiavo e la maltrattavo.

    Ricordo che quando giocavamo a casetta, dopo aver sistemato ogni cosa, non volevo più giocare.

    A scuola, in prima elementare avevo una maestra che mi metteva le dita nell'inchiostro del calamaio perché ero mancina.

    Crescevo, studiavo e l'estate andavo dalle suore a ricamare.

    Quando divenni ragazza si fece forte in me il desiderio di trovare un ragazzo, ma nessuno si interessava me.

    A sedici anni il primo e unico amore; si chiamava Roman ed aveva otto anni più di me. Ci eravamo conosciuti in vacanza e l'amore è durato qualche mese. Studiava giurisprudenza a Firenze e ci siamo scritti per un pò; poi lentamente non ha più risposto alle mie lettere. Ne ho fatto una malattia anche se ci eravamo scambiati solo un bacio.

    Contemporaneamente il mio professore di italiano chiede formalmente, con una lettera, alla mamma il permesso di potermi frequentare.

    La mamma è felice e subito chiede informazioni al Parroco dove risiede il professore.

    A me, però, non interessa perché ha trentaquattro anni e io ne ho diciassette, è piccolo, rosso di capelli, zoppo e porta gli occhiali con le lenti spesse mezzo centimetro; soprattutto se penso a quali figli disgraziati potrebbero nascere.

    La mamma mi dice che non è importante che ci sia l'amore, importante è che ci sia il rispetto, l'onestà, la sincerità. Il professore ha scritto una lettera anche a me ed io gli ho risposto che per ora voglio solo studiare e poi, finite le superiori, andare all'Università. Così tutto finisce.

    Io voglio un ragazzo bello, con i capelli e gli occhi neri.

    Studio, frequento l'Istituto Tecnico Commerciale e l'estate faccio l'assistente ai bambini nella colonia pontificia.

    Termino le scuole superiori e mi iscrivo alla facoltà di Economia e Commercio.

    Studio e contemporaneamente faccio supplenze alle medie inferiori e dò lezioni private per mantenermi agli studi perché con la sola pensione del papà non si riesce ad affrontare le spese per gli studi universitari.

    Anche mia sorella che ha fatto le Magistrali, ora che è iscritta alla facoltà di Magistero, fa come me, studia e lavora.

    In casa aiuto la mamma nelle faccende domestiche.

    All'Università si interessano a me solo ragazzi con problemi di salute o diversamente abili; non riesco a capire il perché.

    Poi, un giorno, in treno, mentre vado all'Università per sostenere un esame, incontro Valentino, un ragazzo che conosco da quando frequentavo le medie inferiori. Per tutto il tragitto non mi lascia studiare e chiacchera. Si è da poco diplomato perito meccanico e dopo un corso, è stato assunto alla Fiat.

    E' un bel ragazzo, proprio come piace a me.

    Un giorno lo rivedo e vuole offrirmi una pizza, ma io rifiuto perché sto andando a fare doposcuola.

    Un sabato pomeriggio incontra mia sorella e le chiede di me e lei gli risponde che sono a casa. Così lui viene da me e parliamo un

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