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Come funamboli sospesi
Come funamboli sospesi
Come funamboli sospesi
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Come funamboli sospesi

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About this ebook

Sara è una giovane donna, piena di sogni e una gran voglia di vivere. È un’esperta in comunicazione con una brillante carriera davanti a sé.
Roberto è un fotografo di grande fama, spesso in viaggio nei posti più belli del mondo e ben introdotto nel mondo del jet set internazionale .
Si incontrano, si innamorano e nasce una perfetta storia d’amore. Il destino però ha in serbo per Sara un futuro completamente diverso dal suo progetto di vita: a pochi mesi dal matrimonio, in modo brutale scopre di essere ingannata e tradita dall’uomo che ama profondamente.
Il mondo le crolla addosso: le sue speranze, le sue certezze spariscono e superare ogni singolo giorno diventa tanto duro quanto grande diventa il buco nero che le ruba la voglia di vivere.
Dove e come trovare la forza e l’equilibrio per ricominciare da capo? Scoprendo che la vera amicizia, l’affetto di una famiglia e un grande altruismo sono le strade della rinascita.
Con l’aiuto di Giulia, sua amica di sempre e socia in affari, Sara supera il dolore e rimette insieme la sua vita.
L’incontro con Pietro segna l’inizio di una svolta e di nuove emozioni: è il vero amore? È il momento giusto per lasciarsi il passato alle spalle? Come verrà fuori dall’intrigo di spionaggio che la vede coinvolta?
LanguageItaliano
PublisherAnnie Lac
Release dateSep 15, 2016
ISBN9788822844750
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    Come funamboli sospesi - Annie Lac

    Annie Lac

    Comefunambolisospesi

    UUID: 3b5cb794-7b27-11e6-abff-0f7870795abd

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write (http://write.streetlib.com)

    un prodotto di Simplicissimus Book Farm

    Indice dei contenuti

    Colophon

    Dedica

    Capitolo 1

    Capitolo 2

    Capitolo 3

    Capitolo 4

    Capitolo 5

    Capitolo 6

    Capitolo 7

    Capitolo 8

    Capitolo 9

    Capitolo 10

    Capitolo 11

    Capitolo 12

    Capitolo 13

    Capitolo 14

    Capitolo 15

    Capitolo 16

    Capitolo 17

    Capitolo 18

    Capitolo 19

    Capitolo 20

    Capitolo 21

    Capitolo 22

    Capitolo 23

    Capitolo 24

    Capitolo 25

    Capitolo 26

    Capitolo 27

    Capitolo 28

    Capitolo 29

    Capitolo 30

    Capitolo 31

    Capitolo 32

    Capitolo 33

    Capitolo 34

    Capitolo 35

    Capitolo 36

    Capitolo 37

    Capitolo 38

    Capitolo 39

    Capitolo 40

    Capitolo 41

    Capitolo 42

    Capitolo 43

    Capitolo 44

    Capitolo 45

    Capitolo 46

    Capitolo 47

    Capitolo 48

    Capitolo 49

    Epilogo

    Il libro

    Ringraziamenti

    Colophon

    Copyright © 2016 by Annie Lac

    Tutti i diritti riservati

    Grafica di Freepik

    Questo libro è un’opera di fantasia.

    Nomi, personaggi, luoghi e fatti

    sono frutto dell’immaginazione dell’autrice

    e utilizzati in maniera fittizia.

    Qualunque riferimento a fatti, luoghi, persone,

    reali, viventi o defunte è del tutto casuale.

    ISBN: 9788822837943

    Prima edizione: agosto 2016

    Dedica

    A tutti voi lettori

    Il momento giusto è all’improvviso!

    Capitolo 1

    Tu hai la forza, la pazienza e la passione per arrivare alle stelle e cambiare il mondo. (Harriet Tub Man)

    Milano si sta svegliando. Già sento il profumo del pane caldo del fornaio di sotto e nel silenzio ascolto i sommessi movimenti della mia vicina che si prepara ad uscire e i primi rumori della strada.

    Un raggio di sole filtra attraverso le tende, la stanza lo accoglie e diventa quasi dorata. Amo il sole che questa bella primavera ci sta regalando. Il sole è vita, è calore e mi scalda l’anima.

    È bello aprire gli occhi e ritrovarsi a sorridere, godendosi gli ultimi minuti del tepore del letto. Un grande letto a baldacchino sul quale troneggia una sorprendente cabina armadio avorio decorata a mano. La cornice di questa romantica camera sono delle pareti rosate.

    Una bella stiracchiata e poi via in doccia.

    Oggi è anche una giornata particolarmente importante. Io e Giulia, la mia amica di sempre, finita l’università abbiamo aperto un’agenzia pubblicitaria e gestione eventi, Sara & Giulia, buttandoci nel mondo del lavoro, senza un cliente, senza soldi, ma con una grande passione e tanta voglia di fare. Le notti che abbiamo passato a lavorare gomito a gomito per conquistare i nostri primi clienti! Non è andata poi così male, ci siamo messe in gioco, abbiamo fatto la nostra gavetta. Abbiamo anche cambiato nome, che non poteva che essere il nome di una stella: Sirio, la stella più brillante e più luminosa del cielo. Io amo le stelle.

    Dopo tre anni di duro lavoro, abbiamo quattro collaboratori fantastici e una clientela piuttosto apprezzabile.

    Oggi, appunto, per la Sirio ci sarà la svolta cruciale. Una grossa azienda, il nostro attuale potenziale miglior cliente, deve approvare la proposta per la campagna pubblicitaria della sua società. La società Avila è nota a livello nazionale ed europeo nel settore del benessere. I suoi centri di bellezza sono ormai un punto di riferimento per la sua elevata qualità. È di prossima apertura un nuovo centro a Milano con vista sul Castello Sforzesco: una vera meraviglia. Ci abbiamo messo l’anima, speso ore e ore di lavoro e sono certa che piacerà. È nuova, fresca e molto innovativa: deve piacere!

    L’aroma del caffè mi riporta con i piedi per terra ed è venuta l’ora di vestirmi ed uscire il prima possibile per non fare tardi. Devo controllare gli ultimi dettagli e che tutto sia in ordine.

    In verità la riunione è a mezzogiorno, ma non sto più nella pelle e certamente anche Giulia si starà precipitando in ufficio come me.

    Come avevo pensato, si è appena tolta il cappotto e sta andando in sala riunioni. Sorrido, non si è neppure accorta che sono a pochi metri da lei: sta osservando la stanza in perfetto ordine. Chiude gli occhi ed io mi avvicino lentamente, la abbraccio e le sussurro Andrà bene, lo so. Mi tiene stretta, apre gli occhi e in essi leggo il suo entusiasmo, ma anche tutta l’ansia e la preoccupazione.

    L’adrenalina è alta e ci aiuterà ad aspettare il nostro mezzogiorno.

    La mia amica Giulia ha lucenti capelli biondi che le accarezzano le spalle, il naso punteggiato di lentiggini e la sua pelle è vellutata e simile alla porcellana. I suoi occhi grigi risplendono e sono lucidi come se fossero bagnati di lacrime. È veramente deliziosa.

    Come siamo eleganti Sara Poli e che trucco! dice Giulia, mentre il nostro staff ci raggiunge.

    Non trovate ragazzi che la nostra Sara sia particolarmente elegante oggi? Vuoi fare bella figura o vuoi conquistare il cuore del nostro grande e importante cliente? Tutto sommato non è niente male!

    Un coro di risate si solleva dalle scrivanie. Luca di fronte a me, dopo avermi strizzato l’occhio, inizia a prendere in giro Giulia.

    Io direi che Sara oggi sia incantevole ma osservandoti bene Giulia Valle, tu sei molto, ma molto più attraente. Pantaloni attillati, camicetta aderente, tacco 12 e per finire un nuovo taglio. Non sei tu che cerchi un fidanzato? Questo è giovane, ricco, belloccio, l’intelligenza non gli manca ed è anche piuttosto simpatico conclude Luca.

    Giulia, che nonostante le apparenze è piuttosto timida quando si tratta di sentimenti, diventa tutta rossa e ci fa scoppiare dal ridere: gli tira addosso una rivista e lo rincorre dietro la scrivania.

    Per toglierla dall’imbarazzo incito tutti a rimettersi al lavoro, anche se dentro di me ho pensato più volte che l’ing. Stefano Avila potrebbe essere per lei un compagno giusto. Mi piacerebbe così tanto che trovasse una persona speciale che la renda felice. Giulia è una grande professionista e non mischia mai la vita personale con il lavoro.

    Alcune volte mi trovo a fantasticare sull’uomo ideale per Giulia, ma al momento non mi viene in mente nessuno. È un’abitudine che avevo già all’università, quando mi divertivo tanto a proporle i nomi dei ragazzi più orrendi e più antipatici.

    Io e Giulia abbiamo frequentato lo stesso corso di laurea e fin dal nostro primo incontro c’è stata sintonia, abbiamo costruito un’amicizia rara e vera a cui non rinuncerei per niente al mondo. È quasi una sorella.

    Quanto alla mia vita personale io ho già trovato la mia anima gemella e tra tre mesi dirò il fatidico sì! Ho incontrato Roberto Croce ad una serata tra amici un paio di anni fa, è un fotografo per un’importante rivista nazionale e spesso è in viaggio per lavoro. Conosce un sacco di gente e ovunque andiamo trova sempre qualche amico da salutare. Riceve numerosi inviti e quasi sempre mi trascina con sé. Talvolta è divertente: conosco persone interessanti e simpatiche, personaggi di spicco dell’imprenditoria, politica, economia e cultura. Altre volte sono di una noia mortale o addirittura spiacevoli, come quando una sera l’ho accompagnato ad una mostra d’arte.

    Sei pronta? mi chiede Roberto.

    appaio sulla porta facendo una giravolta.

    Sei strabiliante. Ti dovrò tenere d’occhio per tutta la serata.

    Mi hai detto di farmi bella ed io ho ubbidito lo bacio lievemente sulle labbra.

    Andiamo.

    Ci presentiamo al Palazzo Reale per l’inaugurazione di un mostra di opere d’arte di un giovane scultore. Roberto è stato invitato dal museo per realizzare un servizio fotografico dell’evento.

    Non mi aspettavo tanta gente bisbiglio.

    È una vetrina importante questa, è presente la Milano bene e non solo. L’interesse per la mostra non è importante, questa gente vuole solo farsi vedere, coltivare le loro relazioni sociali. Qualcuno comprerà qualche pezzo della collezione, io scriverò un bel articolo con tanto di fotografie e il giovane scultore sarà soddisfatto e il suo mentore anche.

    Chi è il suo mentore?.

    Non ne ho idea, lo saprò. Tutti ce l’hanno altrimenti sfondare nel mondo degli artisti è impossibile.

    Anche tu non hai avuto vita facile.

    Ci vuole molta determinazione e un pizzico di fortuna. Ero al posto giusto nel momento giusto.

    Non è da te fare il modesto.

    Vieni che ti presento un amico.

    Roberto si avvicina a un tizio dai neri capelli lisciati all’indietro, dal ghigno beffardo e poco simpatico. È una persona sgradevole. Il suo nome è Alberto Zandi.

    Complimenti Roberto, la tua fidanzata è molto attraente Zandi mi porge la mano leggermente sudata e la sua stretta è molliccia.

    Tua moglie è incantevole.

    Sua moglie, una donna molto più giovane, sembra una fotomodella, è davvero bella.

    Roberto viene chiamato dal responsabile della mostra e si allontana.

    Grazie dott. Zandi. I complimenti mi fanno arrossire. È un appassionato di arte?gli chiedo.

    Sì, ho una vasta collezione privata e la mia attività consiste nell’importazione di opere d’arte, reperti archeologici provenienti da tutto il mondo. La sua voce acuta risulta molto irritante.

    Un’attività molto interessante.

    Offre parecchie opportunità, soprattutto quella di viaggiare. Ho scoperto che anche Roberto ama girare il mondo e ha uno spiccato spirito d’avventura.

    Un fotografo di fama come lui è obbligato a viaggiare molto.

    Sono molto ansioso di partire con lui la prossima settimana. Sono curioso di vedere il mondo attraverso l’obiettivo, vederlo come lo vede lui, dalla sua prospettiva.

    Mentre Zandi parla, sto realizzando che Roberto non mi ha parlato di una sua partenza settimana prossima, con questo personaggio per di più. Trovo tutto molto strano.

    Mi scusi dott. Zandi, raggiungo Roberto che mi aspetta.

    Prego, è stato un piacere conoscerla.

    Mi allontano dicendo tra me Per me no.

    Trovo Roberto seduto accanto al giovane scultore e lo aspetto soffermandomi ad osservare con attenzione la scultura che ho difronte a me. Non sono certamente una intenditrice, ma capire il significato di queste opere moderne per me è incomprensibile. Non sono proprio di mio gusto.

    Finalmente Roberto guarda verso di me, mi raggiunge e gli chiedo di andarcene.

    Non mi hai detto che settimana prossima parti e con quel Zandi per giunta.

    Non ti piace?.

    Neanche un po’. È una persona strana, irritante e per certi versi incute paura.

    Esagerata. È un tipo severo e non troppo simpatico, ma sa il fatto suo.

    Lo conosci bene.

    Abbastanza. Ci siamo incontrati spesso ultimamente.

    Non me ne hai mai parlato. È un atteggiamento strano da parte tua sono sorpresa.

    Non ritenevo importante parlare di lui. Direi che tu ti stai comportando in modo strano. Probabilmente nasce dalla brutta impressione che ti ha fatto.

    Forse. Comunque non hai risposto alla mia domanda. Parti o no?.

    No, te lo assicuro. Chiarirò l’equivoco con lui domani. Mi dispiace che ti abbia agitata.

    Come fai a frequentarlo? Stai attento è un tipo losco.

    Roberto ride e mi accarezza il volto.

    Da allora Roberto ha evitato di portarmi con sé in certe compagnie. Mi è rimasto proprio uno sgradevole ricordo.

    La nostra storia è quasi da manuale: abbiamo chiacchierato lungamente ad una festa, ci siamo scambiati i numeri di telefono, abbiamo iniziato a frequentarci sempre più spesso, ci siamo presentati gli amici e famiglia, ci siamo fidanzati ed ora ci sposiamo. È arrivato il momento del mio per sempre.

    Penserete: è una storia perfetta! Ed è così, tanto che all’inizio mi ha fatto paura e mi facevo un sacco di paranoie. Non riuscivo proprio a credere che avesse scelto proprio me, che fossi così fortunata: bello, intelligente, famoso, di sani principi, la parola giusta al momento giusto, il regalo mai scontato, brillanti sorprese, le nostre famiglie che ci adorano.

    Giulia ha continuato a dirmi che ero un po’ matta e dovevo smetterla di trovare qualcosa che non andasse a tutti i costi. Insomma era troppo bello per essere vero e per essere capitato a me. Roberto è la mia anima gemella e mi impegnerò tutta la vita per renderlo felice, tanto quanto lui rende felice me.

    Ma torniamo a noi e concentriamoci sulla grande giornata.

    Con Luca, Giulio, Anna e Fabio rivediamo la presentazione e ripassiamo punto per punto le risposte ad ogni possibile obiezione o dubbio che potrebbe avanzare il nostro cliente.

    Capitolo 2

    Siamo fatti della stessa sostanza dei sogni. (William Shakespeare)

    Il Sig. Franco dalla portineria mi avvisa che l’ing. Avila ed i suoi collaboratori stanno salendo. Chiamo Giulia e li attendiamo all’ingresso.

    Nonostante la tensione, la cordialità del nostro cliente ci mette a nostro agio e ci dirigiamo nella sala riunioni. Con mia sorpresa l’ing. Avila ci intrattiene chiacchierando del più e del meno, beve un caffè, poi finalmente si accomoda e ci dà la parola.

    Io e Giulia ci alterniamo ad illustrare l’idea portante della nostra presentazione, i punti di forza per il raggiungimento dell’obiettivo, gli strumenti innovativi di comunicazione per attrarre l’attenzione del pubblico. Pur rimanendo concentrata, studio l’espressione di Avila e lo scambio di sguardi con il suo direttore marketing. Sguardi di assenso o di dubbio? Indecifrabile.

    Giulia conclude, le luci si alzano e sollecita eventuali domande. Dopo un cenno di assenso di Avila, il direttore marketing inizia con noi un botta e risposta di precisazioni ad ogni minuscolo dettaglio. Senza alcuna esitazione precisiamo tutto quanto richiesto ed ora la sala è avvolta nel silenzio.

    L’ing. Avila ci chiede di rimanere da solo con i suoi collaboratori. Usciamo molto preoccupate anche perché non c’è stato un minimo segno di apprezzamento o un’esternazione positiva o negativa che sia. Nulla.

    I minuti sembrano ore, cerchiamo di scherzare con i ragazzi, ma siamo tesissime. Ero così sicura che la nostra idea potesse piacere e che fosse un successo garantito. Anche Giulia, entusiasta quanto me, è preoccupata. I ragazzi mantengono il loro ottimismo e pensano che vogliano solo tenerci un po’ sulle spine.

    Finalmente la porta della sala si apre, avanzo con passo deciso, mi siedo accanto ad Avila e lo guardo dritto negli occhi. Avila si alza e prende la parola:

    Care Dottoresse, quando vi ho commissionato la nostra campagna pubblicitaria pensavo di aver scelto l’agenzia migliore. Mi avevano garantito che con voi avrei avuto soddisfazione alle mie richieste. Ho riflettuto con i miei collaboratori sulla vostra presentazione e sono arrivato alla conclusione che mi sono sbagliato. Non ho trovato nella Sirio l’agenzia migliore, ma ho trovato molto di più. Mi avete incantato, avete qualcosa di geniale, unico. Il lavoro è vostro, con il nostro pieno apprezzamento.

    Avila si gira verso di noi, gli porgo la mano, ma il suo abbraccio mi coglie alla sprovvista e sono così felice che quasi mi viene da piangere. Quante notti a lavorare con Giulia, fare e poi ricominciare da capo fino a trovare l’idea perfetta.

    Formalizziamo l’accordo, firmiamo i documenti e dopo i soliti convenevoli salutiamo i clienti e, appena chiusa la porta dell’ascensore, le nostre grida risuonano in tutto il piano e ci concediamo un bel brindisi con l’intera squadra.

    Sappiamo che è solo l’inizio e questo ci terrà sotto pressione per i prossimi mesi, ma vincere una sfida come questa è anche l’inizio di una svolta professionale di alto livello. Il sogno. Il nostro.

    Io amo la mia vita, mi piace viverla fino in fondo, prendendo da ogni giorno il più possibile e dando il meglio di me stessa. Probabilmente è facile amare la vita per chi come me ha avuto una vita fortunata e serena: sono cresciuta in una famiglia affettuosa, ricca di umanità; ho studiato nelle migliori scuole; ho avviato con successo un’attività che ho sempre sognato di fare ed ho conosciuto la vera amicizia ed il vero amore.

    Chi è senza lavoro o malato, solo, in un paese di guerra, come può dire di amare le vita? Dove trova il coraggio di affrontare un altro giorno?

    I miei genitori mi hanno anche insegnato che la vita dà e la vita prende, non sappiamo mai quando ciò accadrà, ma dobbiamo essere pronti e se sapremo rialzarci dalle disgrazie con dignità, intelligenza ed onore, avremo la fortuna di dimostrare, a noi stessi e agli altri, la nostra forza d’animo, lo spessore del nostro carattere ed il nostro temperamento.

    Ci sono alcuni tratti della mia personalità che mi contraddistinguono: la fiducia e l’entusiasmo nelle mie scelte, le ottime relazioni interpersonali con particolare attenzione agli altri, l’apertura alle esperienze per cercare nuovi stimoli, il confronto con altri pensieri esterni al mio contesto culturale e sociale.

    Non mi mancano neppure una certa affidabilità, perseveranza, precisione e volontà ad avere successo.

    Sono solo alcune perfezioni in una persona decisamente imperfetta e difettosa, come spesso io mi definisco.

    Capitolo 3

    È il silenzio che scuote l’anima e non futili parole che risuonano senza valore. (Anonimo)

    Mi è difficile concentrarmi dopo la riunione e mi prendo del tempo per rilassarmi leggendo gli sms che Roberto mi ha mandato. È in California per un servizio ed è rimasto sveglio gran parte della notte per sostenermi a distanza, per esserci. È il suo modo di essere con me, anche se lontano migliaia di chilometri.

    Domani torna e siamo già d’accordo che dobbiamo festeggiare alla grande. Anzi, oggi uscirò presto e passo da casa sua per mettere in fresco una bottiglia di champagne ed una piccola spesa.

    La giornata scorre intensa come al solito, forse più velocemente grazie al nostro buon umore.

    Alle cinque saluto tutti e mi fiondo all’enoteca in fondo alla strada, compro qualcosa anche al negozio di alimentari e vado a casa di Roberto. Trovo subito parcheggio, è proprio una giornata fortunata perché solitamente mi devo fare il giro del quartiere prima di trovare un posto.

    Salgo al terzo piano, infilo le chiavi nella serratura ma trovo la porta aperta. Preoccupata appoggio le borse a terra e tengo in mano solo il cellulare. Che strano: la signora Rosa è sempre così precisa ed attenta. E se ci fossero i ladri? L’appartamento è in ordine, ma si sentono dei rumori sommessi come se qualcuno fosse in casa. Chiamo Giulia, ma non risponde. Riprovo, non so cosa fare. Percorro il corridoio, ma non noto nulla di sospetto. Mi avvicino alla camera da letto che è socchiusa ed in silenzio vado ancora più vicino per sbirciare all’interno.

    Mi rendo conto subito che i rumori sono gemiti di piacere, baci accompagnati da bisbigli di passione. Due corpi avvinghiati si stanno amando con frenesia ed io rimango pietrificata.

    Non può essere vero, mi dico.

    Non riesco a muovermi, a respirare fino a quando non sento Roberto chiamare la sua amante per nome e dichiararle amore eterno e chiederle di aspettarlo, promettendole che il matrimonio non cambierà nulla.

    Sara mi serve solo di facciata per la mia famiglia, per fare un figlio; non ci darà problemi, è troppo innamorata di me per accorgersi di tutto questo. Mi dispiace un po’ per lei, ma io voglio solo te, tu sei la mia vita.....

    Roberto sta ancora parlando, io quasi non sento più la sua voce, i miei occhi si riempiono di lacrime e indietreggio con lo sguardo fisso verso la porta. Scappo giù dalle scale con il cellulare in mano e sento una voce che urla forte il mio nome. Mi rendo conto che Giulia alla fine aveva risposto e ha sentito tutto come me.

    Mi chiede di parlare, di dire qualcosa, di aspettare che sta già arrivando, ma io non riesco a risponderle. Mi sento come risucchiata nello spazio, come un oggetto proiettato in tutte le direzioni. D’improvviso il buio.

    Quando riprendo conoscenza, sono sdraiata a terra, sento il vociare dei passanti; un uomo mi sta controllando il polso e con voce esperta mi chiama, mi tranquillizza. Io finalmente apro gli occhi e vedo un bellissimo sorriso e due occhi nocciola che mi scrutano con attenzione. È un medico, si presenta, il dott. Matteo De Paoli. Si sta assicurando che io riprenda conoscenza, mi fa parlare e intanto la voce di Giulia si fa sempre più vicina. Inizio a sentirmi meglio e Giulia ringrazia il medico, il quale aspetta che io mi alzi in piedi; mi adagiano insieme sull’auto. Giulia e il Dott. De Paoli si scambiano i numeri di cellulare in modo da tenersi in contatto e aggiornarlo sul mio stato di salute più tardi. Lavora al Policlinico dove si stava recando per il turno di notte.

    Senza dirmi nulla Giulia mi porta a casa sua. Appena varco la porta di ingresso, le lacrime inondano i miei occhi e singhiozzi irrefrenabili mi scuotono fino nel profondo. Non ho mai provato un dolore simile in tutta la mia vita. Mi sento tradita, presa in giro e anche tanto stupida per non aver mai capito nulla, mai sospettato di lui. In un attimo tutto è crollato.

    Il mio telefono suona incessantemente e sul display compare sempre lo stesso nome, un nome che dovrò imparare a dimenticare. Ora non posso affrontarlo, ma arriverà il momento giusto. Metto in silenzioso e lo do a Giulia.

    Giulia è senza parole, non sa capacitarsi di quanto è successo. Cerca di consolarmi, ma io ho solo bisogno di sfogare il mio dolore e la mia rabbia fino a sfinirmi ed addormentarmi.

    Mi sveglio a tarda notte, avvolta in una morbida coperta e una fioca luce filtra attraverso le tende. Mi alzo e guardo fuori dalla finestra e rimango ad osservare la strada deserta, il silenzio innaturale della città, come innaturale è tutta questa situazione. Mi sembra di aver sognato ma purtroppo è tutto vero, reale.

    La casa di Giulia mi è sempre piaciuta perché è confortevole, accogliente e silenziosa. Quando l’ha ristrutturata ha scelto i colori neutri del bianco, crema e grigio perla, colori eleganti e sofisticati ravvivati da tappeti brillanti in seta, cuscini di ogni colore e suppellettili vivaci. Ci sono due grandi camere in fondo al corridoio. Il soggiorno è spazioso con travi a vista e da esso si accede ad un ampio terrazzo. Nella bella stagione ci lavoriamo per ore oppure trascorriamo le serate con amici, piuttosto che rintanarci in qualche locale fumoso e assordante.

    Mi sento svuotata, priva di forza e di volontà a reagire. Mi ributto sul divano ed attendo che il sonno mi porti con sé nel mondo dell’oblio, dove non si pensa, non si soffre, non si deve fare nulla.

    Capitolo 4

    Si vede bene solo con il cuore, l’essenziale è invisibile agli occhi. (Antoine De Saint-Exupéry)

    Lascio che la vita accada, la vita che mi ha dato molto ma ora mi sta chiedendo troppo. Non sempre le cose vanno per il verso giusto. Non sempre la vita ti fa scegliere, è lei a scegliere per te.

    Il mattino arriva inesorabile, io non mi muovo, ho lo sguardo fisso nel vuoto, non reagisco a nessuna sollecitazione di Giulia. Cosa farei senza di lei! Giulia è l’amica che tutti vorrebbero avere. Si prepara per andare al lavoro, porta con sé le chiavi della mia macchina in modo da recuperarla in giornata e telefona al dott. De Paoli per aggiornarlo.

    Si danno del tu e Matteo si offre di passare nel tardo pomeriggio per parlarmi. In tutto questo disastro abbiamo conosciuto una bella persona.

    Giulia tornerà per pranzo, mi bacia ed esce. Leggo la sua preoccupazione ma è così comprensiva da non pretendere sforzi da parte mia, non mi fa discorsi, nè mi dà consigli. Si fa sentire solo più vicina. Non telefona alla mia famiglia, che accorerebbe subito in mio aiuto. Mi da tempo, tempo per toccare il fondo, tempo per capire, tempo per decidere i prossimi passi.

    La casa è molto silenziosa e l’ansia che mi chiude la gola non mi abbandona. Devo concentrarmi per respirare, cammino avanti e indietro come una belva in gabbia a piedi nudi sul parquet, ma il panico non mi lascia ed io ricomincio a piangere. Piango disperatamente fino a quando non ho più lacrime.

    Mi trascino in bagno per farmi una doccia e cambiarmi con gli abiti che Giulia mi ha preparato. Pensare al bagno di Giulia mi fa sorridere: è in netto contrasto con il resto della casa, tutto a mosaico sui toni del verde smeraldo, turchese e pistacchio. Rispecchia il lato bizzarro del suo carattere e il suo amore per il mare.

    Preparo un tè caldo e afferro il cellulare: rispondo solo ad un messaggio di mia madre e a Giulia.

    Arriva a casa a mezzogiorno per pranzo ed ha comprato in gastronomia i miei piatti preferiti. In pratica è il suo ordine silenzioso per obbligarmi a mangiare dato che ormai è un giorno intero che non tocco cibo.

    Ci sediamo nella sua fantastica cucina in lacca bianca talmente attrezzata che sembra quella di un ristorante. Giulia ama la buona tavola. È una cuoca bravissima, cucinare, dice, che la rilassa e con la passione che ci mette i suoi piatti sono sempre un successo. Le piace sperimentare piatti nuovi, imparare le tecniche più innovative, assaggiare ingredienti strani, insomma la sua curiosità e la sua apertura mentale si vedono anche davanti ai fornelli.

    Appena terminato, mi guarda dritto negli occhi e mi fa la fatidica domanda: Vuoi saperlo?.

    Non so rispondo.

    Decidi tu, ti racconto solo se te la senti veramente replica dolcemente.

    Va bene, ti ascolto le dico esitante.

    Roberto è venuto in ufficio, ti aveva già cercata a casa e per fortuna non è andato anche dai tuoi. Vuole parlarti, sapere dove sei e naturalmente ho risposto che non glielo avrei detto neanche morta. Mi ha detto che è disperato, che ti deve spiegare, che non voleva farti del male e… smette un attimo di parlare.

    "Poi non sono riuscita più a trattenermi e ho praticamente sbattuto fuori il

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