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365 Women A Year (Spagna)
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365 Women A Year (Spagna)

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About this ebook

I Dragomanni teatro sono lieti di presentarvi un nuovo progetto sulla drammaturgia spagnola contemporanea, tutto al femminile.

Con l’antologia "365 Women A Year (Spagna)" portiamo nel nostro Paese otto opere di altrettante drammaturghe legate dalla stessa volontà artistica: dare voce e corpo ad alcune importanti figure femminili che non hanno mai avuto il giusto riconoscimento nella Storia o nell’Arte.

Beatriz Cabur, Diana Cristóbal, Inge Martín, Vanesa Sotelo, Margarita Reiz, Inmaculada Alvear, Yolanda Dorado e Denise Despeyroux hanno raccolto l’invito di Jess Eisenberg - ideatrice del progetto internazionale 365 Women A Year – e dato nuova luce a Nefertiti, Saffo, María Blanchard, Maruja Mallo, Jineth Bedoya, Carlota O’Neill, Amma e Maria Stuarda.

Ogni opera di questa raccolta nasce dal desiderio, condiviso dalle autrici, di guardare in faccia una realtà del teatro e della cultura contemporanea che, a ben vedere, riguarda ciascuno di noi e dall’esigenza di agire in questa realtà al fine di costruirne una nuova.

I dragomanni teatro hanno sposato con entusiasmo il progetto delle drammaturghe spagnole di 365 Women A Year, creando anche in Italia un gruppo di lavoro composto da sole donne.

Marta Graziani, Alessia Riz, Federica Rutigliano, Stella Sacchini e Giovanna Zunica hanno tradotto e rivisto le otto opere; Rosanna Stefanelli le ha arricchite con le sue illustrazioni di copertina e Valentina Volpi si è occupata di impaginare i testi e creare l’ebook che ora è a vostra disposizione.

Un e-book dei Dragomanni teatro.

LanguageItaliano
Release dateSep 20, 2016
ISBN9788822847232
365 Women A Year (Spagna)

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    Book preview

    365 Women A Year (Spagna) - Aa.vv.(trad. Graziani

    Volpi

    365 Women A Year: una scommessa per il futuro.

    di Beatriz Cabur

    Nel teatro le donne non hanno voce. Non veniamo ascoltate, non veniamo rappresentate; i personaggi femminili, che per di più stanno lì soltanto per appoggiare il protagonista maschile, sono scritti da uomini. Lasciamo lì a riposare quest’idea per un momento. Quando non si ascoltano le voci femminili, il mondo smette di essere un posto sicuro. I Paesi in cui alle donne è proibito parlare sono un perenne campo di battaglia. Non è solo un problema delle scene; quando esigiamo di essere ascoltate non ci guida la vanità e tantomeno l’ego, ci guida la certezza che il mondo sia peggiore senza di noi. In tutti i sensi e in tutti gli ambiti.

    In questo clima di profonda disparità, a Jess Eisenberg – una drammaturga dell’Alabama – viene un’idea: scrivere 365 opere all’anno su donne importanti della Storia. Si rende conto che è un progetto collettivo e lancia un appello in un gruppo dal nome The Official Playwrights of Facebook. La risposta è sconvolgente. Nel giro di pochi giorni, più di duecento drammaturghe in tutto il mondo hanno voluto farne parte. Ora 365 Women A Year è già alla quarta edizione, e ciò vuol dire che a dicembre 2016, all’interno di questo progetto, migliaia di opere su donne illustri della Storia saranno state composte.

    Migliaia di opere in cui la protagonista è una donna e non sta lì per sostenere una figura maschile. Migliaia di opere in cui i personaggi femminili sono scritti da donne e hanno rilievo nell’essenza del testo. Migliaia di opere in cui delle attrici avranno un ruolo da protagonista di cui possono essere orgogliose. Migliaia di donne che tornano o addirittura appaiono per la prima volta nella mente dello spettatore e cominciano a far parte della sua cultura e dei suoi referenti.

    Le drammaturghe che fanno parte del progetto non si sono mica limitate a scrivere le proprie opere, hanno fatto ciò che il genere drammatico esige: le hanno portate nel mondo. Le opere di 365 Women A Year stanno avendo un impatto storico sulla scena globale. Le drammaturghe hanno formato gruppi di lavoro con cui promuovono a livello locale i propri testi; alcune sono registe, altre produttrici; altre ancora assumono personale e affittano spazi. Questo progetto sta modificando il panorama delle scene e, nel contempo, sta creando ricchezza culturale ed economica.

    Per quanto riguarda la Spagna, il gruppo di 365 Women A Year, creato nella prima edizione del 2014, è formato da Inmaculada Alvear, Beatriz Cabur, Yolanda Dorado, Diana Cristóbal, Denise Despeyroux, Inge Martín, Vanesa Sotelo e Margarita Reiz. Queste otto drammaturghe hanno scritto, rispettivamente, opere su Carlota O’Neill, Nefertiti, Amma, Saffo, Saffo, Maria Stuarda, María Blanchard, Maruja Mallo e Jineth Bedoya.

    La presentazione ufficiale del lavoro di questo primo gruppo si è svolta durante la giornata mondiale del teatro, il 27 marzo 2014, nella Sala Kubik di Madrid. Ha visto letture di frammenti, un panel di discussioni composto da sei delle otto drammaturghe e una trasmissione in streaming all’interno di un programma organizzato da New International Theatre Experience (NITEcorp) in collaborazione con HowlRoundTV. Terminata l’organizzazione dell’evento a Madrid, si è resa evidente la necessità di presentare i testi integrali. Grazie all’insuperabile coordinamento di Yolanda Dorado, e con la collaborazione di Fundación Sgae e AMAEM Marías Guerreras, alcune registe scelte dalle autrici si sono messe al lavoro e il 9 ottobre 2015, nella Sala Berlanga di Madrid, una squadra di oltre cinquanta persone ha reso possibile questa rappresentazione condivisa.

    A giugno del 2016, le opere originali vengono pubblicate in Spagna, dalla casa editrice Antígona, e presentate in edizione unica alla Feria del Libro di Madrid. Ora, con questa nuova antologia che raccoglie i testi tradotti in italiano, il progetto arriva nel vostro Paese.

    Noi drammaturghe abbiamo l’obbligo di essere libere nel nostro modo di scrivere, nei soggetti che scegliamo e nelle modalità in cui decidiamo di sviluppare le storie che vogliamo portare in scena. Senza paura. Coscienti della più radicata ingiustizia che soggiace a tutto: la storia della letteratura drammatica e il teatro si basano su strutture sviluppate da uomini, modi di raccontare sviluppati da uomini per parlare di altri uomini. Come sarebbe una drammaturgia veramente femminile? Per me, questo è il secondo passaggio da esplorare.

    Dedica delle autrici ai lettori

    Quest’edizione non sarebbe mai nata senza il meraviglioso gruppo di traduttrici dei Dragomanni.

    Capeggiate da Marta Graziani, incaricata della sezione teatrale, e grazie a un importante lavoro di traduzione e revisione delle nostre opere, le traduttrici Stella Sacchini, Alessia Riz, Federica Rutigliano e Giovanna Zunica hanno realizzato un lavoro impeccabile sugli otto testi del progetto 365 Women A Year, che oggi è a disposizione dei lettori italiani.

    Dalla Spagna elogiamo la diffusione delle nostre opere in italiano e ne siamo grate. Le donne esemplari di cui abbiamo scritto ci hanno prestato la loro voce e le loro vite per farle uscire dall’oblio. In certi casi, come per Nefertiti, Saffo e Maria Stuarda, per riscrivere la storia che ci è stata raccontata; in altri, come per Maruja Mallo e María Blanchard, per riscoprire due pittrici che non hanno avuto il riconoscimento che meritavano al tempo in cui sono vissute. Nel caso di Carlota O’Neill e Jineth Bedoya per essere state, l’una imprigionata e l’altra torturata, in Paesi ed epoche diverse. Nel caso di Amma, per il suo essere un esempio vivente e indiscutibile di umiltà e compassione per migliaia di persone che soffrono.

    Le otto donne sono venute a noi in modi diversi, alcune per caso, altre perché volute. Oggi vivono in quest’edizione, pronte a essere lette, capite e rispettate da voi, lettori di teatro di un altro Paese.

    Buona lettura!

    NEFERTITI

    Beatriz Cabur

    Nefertiti e Biiip

    Traduzione

    Marta Graziani

    Revisione

    Alessia Riz

    ***

    Dragomanni

    teatro

    Ringraziamenti

    Quest’opera non avrebbe visto la luce senza Jesslynn Eisenberg che ha avuto l’idea del progetto 365 Women A Year e la forza necessaria per realizzarla. Grazie a tutte le drammaturghe coinvolte per aver reso 365 Women A Year un fenomeno mondiale, ormai già alla seconda edizione.

    Grazie a Yolanda Dorado, Inmaculada Alvear e Margarita Reiz, promotrici instancabili dell’Edizione Spagna che ci sta portando tante gioie. Grazie a Inge Martín, Diana Cristóbal, Vanesa Sotelo, Denise Despeyroux, il fantastico gruppo de La Zona Kubik, la SGAE, la Fundación Autor e la Sala Berlanga.

    Grazie mille ad Aitana Galán e Xenia Sevillano per aver accettato di essere, rispettivamente, regista e attrice di un’opera che non avevano nemmeno letto; la fiducia che avete riposto in me è un grande onore. Inoltre, grazie a Sara Torres per aver raccolto la sfida di rappresentarmi in scena con entusiasmo, e ai nostri uomini: Josep Albert e Mariano Rochman.

    Grazie a Ignacio García May per leggere e criticare sempre le mie opere, e a suo padre Pedro García per il fantastico libro La imagen del cielo, enigmas del Egipto faraónico, una lettura che raccomando a quanti di voi sono interessati all’argomento e pure a chi non lo è, di modo che possa iniziare a interessarvi.

    Grazie a Loredana Lovallo per avermi donato il tempo di scrivere il testo.

    E infine, grazie a Mirko Grewing per essere così com’è, sempre.

    Buona lettura.

    Personaggi

    AUTRICE Beatriz Cabur, regista teatrale e drammaturga. Autrice dell’opera di cui tratta quest’opera. Si prega di non confondere il personaggio «L’AUTRICE, Beatriz Cabur» con la persona «Beatriz Cabur, autrice di quest’opera».

    NEFERTITI Grande Sposa Reale e principale consorte di Amenofi IV/Akhenaton. Al suo fianco, Nefertiti regnò su quello che senza dubbio fu il periodo più florido della storia dell’Antico Egitto. Alcuni studiosi pensano che Nefertiti abbia governato con il nome di Smenkhara dopo la morte di Akhenaton e prima dell’ascesa di Tutankhamon.

    BIIIP Docente, Ricercatrice ed Egittologa del Dipartimento di Archeologia dell’Università di York. Prolifica autrice di libri e articoli accademici, ha fatto innumerevoli comparse in importanti reti televisive e radiofoniche.

    BIIIP BIIIP Uno dei più famosi egittologi del mondo. Nominato National Geographic Explorer in sede nel 2001. Nel 2002, ha ricevuto l’incarico di Segretario Generale del Consiglio Supremo delle Antichità (SCA), che supervisiona tutte le ricerche, i manufatti e i monumenti in Egitto. Nel 2011 è stato nominato Ministro delle Antichità ma qualche mese dopo si è dimesso in seguito alla rivoluzione egiziana.

    UOMO GROSSO Laureato in Chimica. Master in Chimica Analitica e Strumentale. Dottorato in Chimica Archeologica sui materiali per l’imbalsamazione usati nell’antica pratica di mummificazione egizia, presso l’Università di Bristol. Nel 1999 ha preso parte a diversi progetti archeologici nella Valle dei Re, negli altipiani yemeniti e a nord ovest di Sana’a, nel 2004.

    AMENOFI IV Faraone d’Egitto tra il 1353 e il 1336 a.C.M.p. ¹ Cambiò il suo nome in Akhenaton e diede impulso a trasformazioni radicali nella società egizia, convertendo il dio Aton nell’unica divinità riconosciuta del culto dello Stato. Secondo la storia ufficiale, è il primo riformatore religioso di cui si ha testimonianza.

    AUTRICE Buonasera e benvenute ² nel mondo della finzione scenica. L’opera a cui assisterete a breve è stata scritta come parte di un progetto dal nome Trecentosessantacinque Donne all’Anno. Il progetto prevede che, entro un anno, drammaturghe di diversi Paesi compongano un totale di trecentosessantacinque opere su alcune figure femminili storiche. Trecentosessantacinque Donne all’Anno ha tre obiettivi: il primo è iscrivere le donne nella storia dando loro lo spazio che meritano all’interno di una letteratura che, al momento, è composta in grandissima maggioranza da uomini e dai loro successi; il secondo obiettivo è aumentare l’impatto della drammaturgia femminile a livello globale e il terzo, necessaria conseguenza del primo, è scrivere dei ruoli da protagoniste per attrici; personaggi che non abbiano un’identità in funzione di una qualche figura maschile, ma solo per ciò che sono, e quindi, basta con «la fidanzata di», «la madre di», etc. Quest’opera dal titolo L’Orizzonte del Sole ³ è la storia di due grandi donne; la prima è Nefertiti. Neferneferuaten Nefertiti è stata la Grande Sposa Reale, principale consorte di Akhenaton. Ma tu guarda, «sposa di» e «consorte di», siamo alle solite. Va be’, è Nefertiti…

    (L’AUTRICE fa una pausa, si sente Nefertiti’s song of the White Goddess di Jeffrey Goodman. L’AUTRICE guarda alla sua destra – la sinistra per lo spettatore – e stende il braccio come fa chi introduce la presenza di qualcuno; il braccio resta disteso con le dita della mano aperte finché non entra NEFERTITI in tutto il suo splendore. NEFERTITI si muove per l’intero spazio della scena in uno strano ballo che include movimenti riservati solo al faraone, come il gesto di assassinare i nemici.)

    Insieme ad Akhenaton, Nefertiti ha regnato su quello che, senza dubbio, è stato il periodo più florido nella storia dell’Antico Egitto. Alcuni studiosi credono addirittura che Nefertiti abbia governato da sola con il nome di Smenkhara fra la morte di Akhenaton e l’ascesa di Tutankhamon. In quest’opera la vedremo in tutto il suo splendore e capiremo come, senza di lei, il mondo che conosciamo oggi sarebbe un altro e molto molto diverso.

    (La musica finisce e, con essa, la danza di NEFERTITI.)

    Insieme alla rivoluzione che ebbe luogo mille e trecento anni prima che Maria desse alla luce Cristo assisterete, in parallelo, alla fantastica rappresentazione di altri fatti che sono avvenuti poco meno di dieci anni fa, sempre in Egitto, e in cui un’altra donna straordinaria ha avuto il ruolo principale. La seconda protagonista di quest’opera è molto famosa ed è ancora viva…

    (NEFERTITI si guarda intorno in attesa di vedere chi apparirà e da dove. L’AUTRICE fa lo stesso gesto di presentazione che aveva dedicato a NEFERTITI, ma ora alla sua sinistra. NEFERTITI guarda in quella direzione. Vediamo una DONNA NELL’OMBRA, che entra in scena molto lenta ed esitando; sembra quasi rifiutarsi, ma il braccio disteso dell’AUTRICE la costringe. Oltre alla sagoma, della donna non vediamo nessuna caratteristica fisica. Subito prima di arrivare a occupare lo spazio a lei destinato e illuminato dalla luce, la forza dell’AUTRICE si esaurisce. La DONNA NELL’OMBRA si ferma e smette di avanzare nonostante l’AUTRICE, sorpresa, continui per un bel po’ a farle evidenti segnali di proseguire. Pausa. L’AUTRICE si arrende. La DONNA NELL’OMBRA si rilassa. L’AUTRICE capisce cosa succede.)

    …oh, un attimo, certo, che maleducata sono. Aspettate. Questa qui è una persona viva e vegeta… glielo devo dire…

    (Dubita.)

    Domandare…

    (Dubita.)

    Chiedere se…

    (Dubita. Decide.)

    Glielo domando…

    (L’AUTRICE tira fuori dalla tasca un dispositivo elettronico collegato a Internet e comincia a scrivere. Legge ad alta voce mentre digita, parlando alla DONNA NELL’OMBRA, che reagisce a quanto le viene detto.)

    Mia cara

    (Si sente un bip di censura – sibilo a 1000Hz – che ci impedisce di capire il nome a cui è indirizzata l’email. Sia durante questo suono che in tutti i successivi, gli attori non smettono di parlare ma pronunciano i nomi coperti dai bip. Un solo bip indica un nome di tre sillabe; due bip, uno di quattro sillabe.)

    spero che tu stia bene. Mi chiamo Beatriz Cabur, sono regista teatrale e drammaturga. Puoi trovare informazioni sulla mia carriera professionale all’indirizzo www punto blablablà. Partecipo a un progetto che si chiama Trecentosessantacinque Donne all’Anno e che puoi trovare su www punto blablablà. Ti invio questa mail perché sto scrivendo un’opera che si chiama L’Orizzonte del Sole. Con un titolo così puoi immaginarti di chi parla, vero? L’idea di base è sviluppare due trame parallele, una sull’Antico Egitto e l’altra su quello contemporaneo. Per tirare fuori una messa in scena più «producibile» sto creando l’opera in modo da poterla rappresentare solo con due attori: nella parte antica ci saranno Akhenaton e Nefertiti, e in quella contemporanea sto scrivendo di

    (Si sentono due bip di censura che ci impediscono di capire il nome dell’altra persona su cui sta scrivendo. In contemporanea, la DONNA NELL’OMBRA grida. Finisce il secondo bip. La DONNA NELL’OMBRA se ne va. Restare lì dopo aver sentito il nome di quell’uomo è fuori discussione. L’AUTRICE non si è accorta di quanto accaduto alla DONNA NELL’OMBRA e continua a scrivere e leggere ad alta voce. NEFERTITI, lei sì, se ne è accorta. La DONNA NELL’OMBRA torna con un UOMO GROSSO e lo lascia lì al posto suo, nell’ombra; sembra una guardia del corpo.)

    Non puoi negare che è un personaggio lui stesso. Mi sono documentata e siccome

    (Due bip.)

    è una figura pubblica posso metterlo nel testo senza problemi; potrei addirittura costruire tutto il suo personaggio a colpi di citazioni reali. Invece, mi piacerebbe che la sua antagonista fossi tu, o lui il tuo, ovvio. Saresti a tuo agio in una situazione del genere? Ti va bene se andiamo avanti? L’opera è in spagnolo e la presentiamo a Madrid in una sala che si chiama La Zona Kubik, durante la giornata mondiale del teatro, il 27 marzo 2015. Verrà proposta anche alla Sala Berlanga, stavolta in ottobre, l’8. La trasmettiamo pure in diretta streaming e quindi, se vuoi, puoi vederla. Devo mandare il testo all’organizzazione internazionale del progetto prima del 31 dicembre di quest’anno, il 2014. Naturalmente non è mia intenzione farti pressioni, non succede nulla se non ti va che ti trasformi in un personaggio, però magari è una grande opportunità per rendere pubblica la tua opinione e il tuo punto di vista su quella faccenda in Egitto che ti ha toccato così da vicino. E soprattutto è un’opportunità per far conoscere la tua esperienza come donna che è arrivata in alto in un contesto professionale parecchio ostile. Penso che condividere il tuo vissuto può essere d’aiuto a molte donne che si trovano, o si sono trovate, in una situazione simile e non si azzardano a parlare per timore delle eventuali ripercussioni; o che non si azzardano a esigere quello che è loro di diritto perché pensano che accettare come propri i valori altrui le farà arrivare più lontano nella carriera professionale. Tu puoi mettere in moto un cambiamento, e io sarei felicissima di apportare il mio granellino di sabbia dandoti voce in uno spazio così poco probabile come il teatro. Spero che ti stia bene. Grazie mille dell’attenzione. Cordiali saluti, Beatriz Cabur. Invia. Inviato. Vediamo un po’ adesso.

    (Pausa.

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