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La Ragazza Dell'Isola
La Ragazza Dell'Isola
La Ragazza Dell'Isola
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La Ragazza Dell'Isola

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Leggendo le pagine di questo libro il lettore viene subito colpito ed affascinato dalla storia di Lisa ma soprattutto dal suo carattere, dalla sua personalità, dai suoi principi, dai suoi comportamenti, dalla sua tenacia, dalla sua voglia di rivalsa e di andare avanti, sempre avanti senza mai arrendersi. È questo quello che il lettore vede in questa giovane donna: il continuo proiettarsi verso il futuro, leggendone quasi un messaggio di speranza. Pagina dopo pagina, ci si rallegra per i risultati ottenuti, si elogiano le fortunate idee di questa mente sempre in movimento come un fiume in piena, ci si incuriosisce delle sue scelte in campo amoroso.

Una scrittura semplice, diretta, cosi come i tanti dialoghi, che rendono la lettura scorrevole ed immediata. Sono proprio le parole dei personaggi stessi che delineano le loro personalità e al tempo stesso li rendono più vivi, reali agli occhi del lettore.

La trama, seguendo passo dopo passo la vita di Lisa, tiene alta l’attenzione di chi legge, è inevitabile domandarsi cosa accadrà, quale sarà la prossima mossa della bella ragazza isolana, quale altra grande intuizione avrà, cosa le riserverà il futuro. Il racconto non è statico, è in continuo movimento come lo è la sua protagonista, che dalla sua isola non solo fisicamente ma anche e soprattutto con la sua mente riesce a varcare grandi confini; contribuiscono poi ad attrarre il lettore i colpi di scena, i momenti gioiosi, le situazioni spiacevoli, le sofferenze che Lisa deve affrontare.

Si rimane inteneriti dall’amore così grande che la ragazza prova nei confronti dei suoi familiari, soprattutto di Tony, da ciò che fa per loro, da come lotta perché la sua famiglia non debba più patire la fame. Si rimane colpiti dalla sua intelligenza e da come dal nulla sia riuscita a creare un futuro radioso per se e per i suoi cari, di come si prodighi per la sua isola. Si ammira il suo modo di saper giostrare tutte le situazioni in cui viene a trovarsi, anche a muso duro ed al tempo stesso essere così inesperta e a volte impacciata negli affari di cuore. Si gioisce con lei nell’aver ritrovato una famiglia di cui non conosceva l’esistenza e aver dato così un senso ad alcuni aspetti del suo essere che non riusciva bene a comprendere.

Dalle pagine di questo libro così come dalle parole della protagonista l’autore trasmette l’amore per il mare non solo per la sua bellezza ma per i suoi frutti, per quello che può dare, per le svariate opportunità anche lavorative che riesce ad offrire.

E’ la storia di una ragazza nata povera, abbandonata dalla madre.

che era una bambina, lei con la forza della volontà, caparbia, si trova a fare da donna di casa, un padre ubriacone, un fratello più grande e stanco che vuole abbandonare tutto e tutti, un fratellino, che amerà sempre; lei piccolina, fragile, riesce a tenere unita la famiglia, ad aiutare il padre a uscire dalla dipendenza dall'alcool, spende quel poco che guadagna.
LanguageItaliano
PublisherAvolio Pietro
Release dateSep 21, 2016
ISBN9788822844347
La Ragazza Dell'Isola

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    La Ragazza Dell'Isola - Avolio Pietro

    17

    Capitolo 1

    La Ragazza Dell’Isola

    Di

    Pietro Avolio

    Tutti i Diritti Riservati

    Prefazione

    E’ la storia di una ragazza nata povera, abbandonata dalla madre.

    che era una bambina, lei con la forza della volontà, caparbia, si trova a fare da donna di casa, un padre ubriacone, un fratello più grande e stanco che vuole abbandonare tutto e tutti, un fratellino, che amerà sempre; lei piccolina, fragile, riesce a tenere unita la famiglia, ad aiutare il padre a uscire dalla dipendenza dall’alcool, spende quel poco che guadagna. Da adulta diventa imprenditrice, riesce, dove gli uomini dell’isola, non riescono a fare, incontra un ragazzo che cambierà la sua vita, amerà un cavallo, di un amore profondo, se lo porterà con se dovunque vada, come quelle persone che portano con loro un cane o un gatto, se la permanenza è lunga, il cavallo: Tornado, chiamato come il cavallo di Zorro, un solo uomo toccherà il suo cuore.

    Capitolo 1

    Dal tetto, una ragazza scrutava l’orizzonte incurante del vento gelido che soffiava da nord senza tregua, diminuiva, aumentava, non conosceva tregua. Lei gracile, con un vestitino che si era, cucito da sola; aveva appena tredici anni ed era già vecchia, lo sentiva, e' non lo era la sua tenera età con un seno che appena si

    iniziava a vedere, per forza di cose si era fatta carico, di una famiglia

    Ad un tratto, il suo viso angelico si illuminò, all’orizzonte si vedevano appena dei punti neri, lei con la forza dell’abitudine li contò due volte, sorrise c’erano tutte le barche dei pescatori e tra quelle c’era la barca del padre.

    Il mare in quella zona, in pochi minuti diventava burrascoso, ed a volte avveniva che qualche famiglia piangeva i suoi uomini, le vedove restavano sole senza, un pensione, dovevano fare salti mortali, per vivere, nessuno aiutava, quella gente i politici si ricordavano di loro, solo al tempo delle votazioni.

    Scese giù si diede da fare ai fornelli, avevano una cucina a legna, ravvivò il fuoco, da lì a poco sarebbero arrivati il padre e’ il fratello maggiore; il più piccolo era al porto ansioso di vedere il fratellone come lo chiamava, iniziò a preparare la cena a base di pesce, la carne era un lusso che non si potevano permettere, il suo papà da quando la madre era andata via, si beveva la maggior parte del guadagno che veniva dalla pesca, adesso arrivava, puzzolente di

    pesce, non si lavava, avrebbe mangiato qualcosa e sarebbe andato alla taverna, sarebbe tornato ubriaco da non reggersi in piedi, tutto questo da quando la moglie era andata via con un venditore che si era presentato sull’isola e di cui si era invaghita facendosi lusingare dalla città e da una vita migliore; andò con lui incurante di lasciare i figli, cosi la ragazza si era trovata a mandare avanti la famiglia. Il tugurio dove vivevano e chiamavano casa, puzzava di pesce, tutto sapeva di pesce, il fratellino andava in spiaggia, raccoglieva la legna che le onde portavano a riva, la povertà non permetteva loro di poter comprare del carbone, ad un tratto scosse la testa, disse a se stessa: io uscirò da questa povertà, il mio fratellino sogna di fare il medico condotto, non so se ci riuscirà, promise a se stessa che avrebbe fatto di tutto, affinché si avverasse il suo sogno. Lisa è pronto ho una fame? Tra poco, papà? dopo la consegna del pesce, è andato alla taverna. Ho capito adesso si beve quel poco che avete guadagnato non potevi fermarlo? Io non so più come fare all’emporio non vogliono farmi più credito. Quello ci mancava poco

    e mi menava, io un giorno vado via sono stanco, guardami ho

    vergogna di uscire, non ho un pantalone, una camicia decente, ho vergogna di avvicinarmi ad una ragazza. Ora vado io alla taverna e che mi picchiasse pure, vediamo. Andò verso la taverna aveva degli zoccoli di legno più grandi della sua misura e le facevano un male cane, per fortuna non era distante, appena entrata lo vide e le fece pena, era da solo, si avvicinò, papà andiamo a casa. Lasciami stare. Andiamo, lo tirò per un braccio per quello che le forze le permettevano, non oppose resistenza, si alzò, per fortuna non era tanto ubriaco, Franc le venne in aiuto, il giovane vedendo il padre, in che stato era e il cattivo odore, promise a se stesso che non avrebbe mai bevuto, vino o altri derivati. Tu sei come tua madre sempre a dare fastidio. Papa abbiamo bisogno di soldi non possiamo andare

    avanti così, bevi i tutti sudori del tuo lavoro siamo i tuoi figli, è andata via ok, fregatene io non voglio più né vederla né sentirla, ha fatto la sua scelta, ci ha abbandonati, lo sai che fa ora? No nessuno mi dice niente. Fa la donnaccia, si vende per pochi centesimi Chi ti ha detto queste cose? Tutto il paese lo sa, solo tu fai finta di non saperlo, ti rovini la vita e non solo la tua, adesso andiamo a casa e ti fai un bagno puzzi da far venire il voltastomaco a starti vicino, Lo costrinse a spogliarsi restò solo con le mutande, gli diede dell’acqua calda, si lavò, rasò, gli diede i vestiti puliti, sembrava un altro, si sdraio sul letto pochi minuti e già russava come un trattore chiamo, il fratellino, prese una cesta, andiamo. Dove? Giù alla conca prendiamo un po’ di cozze, e tu raccogli la legna. Non mi va. Ti va

    eccome, se non ti muovi, ti faccio il culetto rosso. Sei cattiva, ti odio. D’accordo odiami pure adesso prendi il sacco e andiamo. Vengo, vengo uffa. Una stradina portava giù verso il mare, girando a sinistra si entrava nel bosco, era di terra battuta larga appena per il passaggio di uomini ed asinelli, la gente del paese andava a far legna e lavorare i campi, verso la metà della strada si scendeva giù, la piccola stradina era scavata nel terreno, da tutti quelli che scendevano in quella piccola conca da anni, l’acqua era tranquilla, limpida cambiava il colore a secondo del cielo, lì non arrivavano le onde, onde che spingevano a riva tutto quello che le grandi navi gettavano in mare, una piccola spiaggia, la sabbia di un bianco splendente con il sole, allo zenit dava fastidio, per i riflessi.

    Si tolse gli zoccoli, incurante del freddo dell’acqua ed entrò, il fratellino sapeva, quale era il suo lavoro, era rimasto su, raccoglieva ramoscelli, lei s’allontanò, conosceva una fenditura nella roccia era stretta si riusciva appena ad entrare, all’interno si allargava, ed era piena di mitili e ostriche, riempì presto il piccolo sacchetto di rete,

    usci, svuotò e ritornò di nuovo, sino a riempire la cesta, se la caricò sulla testa e con fatica risalì sulla strada, il fratello era li che la aspettava. Non venivi più ne hai prese molte? Si andiamo; per andare a casa dovevano passare davanti alla drogheria, la signora Katia era sulla porta. Lisa hai la cesta piena me ne vendi un po’? Si signora. La signora pesò e le diede dei soldi, vedendo quei pochi spiccioli si senti ricca. L’indomani mattina, disse a se stessa se la signora le ha comprate, può darsi che la pescheria le compra, mentre andava, alla pescheria, passo davanti al ristorante, gli venne di chiedere a loro, fece il giro busso alla porta della cucina, aprì un matrona. Che cosa cerchi ragazzina? Se vi porto cozze e ostriche, le comprate? Devo vedere cosa mi porti. Va bene signora mi può dire quanti chili. Per oggi porta cinque di cozze e dieci di ostriche, per il prezzo vediamo la merce. Sara contenta vedrà. C’era una sua parente, aveva un carretto piccolo, l’aveva costruito il figlio per giocarci, ora era militare. Il carretto era abbandonato nel cortile, andò da lei, era una brava donna, una matrona, lei la chiamava zia. Buon giorno zia. Ei ragazzina come mai da queste parti? Zia volevo chiederti se potevi prestarmi il carretto. Prendilo, da solo fastidio

    ma che te ne fai? Penso di usarlo per portate le cozze al ristorante,

    cosi guadagno qualche soldo. Brava Lisa portene un po’ anche a me, te le pago. Da lei non voglio soldi zia sei cosi buona con noi. Vai, e vediamo se ne hai tante, passo la voce a tutto il vicinato, lo sai che le conserviamo per l’inverno. Va bene zia. Andò a casa trascinandosi dietro il carretto, chiamò Tony. Cosa c’è, che fai con il carretto?

    Vieni andiamo alla nostra grotta segreta. Uffa, sempre a me?

    Muoviti e non fare storie. Iniziò un andare e tornare carichi, stanchi, lei era furba cambiava strada tutti i giorni aveva la paura che la seguissero, nessuno badava a quei due ragazzini, ma lei era contenta, che nessuno badava a loro due, piano ma con insistenza

    riuscì, a convincere il padre di non tornare alla taverna, e cosi la loro vita iniziò a cambiare, il papà e il fratello portavano a casa il misero stipendio, quasi tutti i pescatori dell’isola lavoravano per il

    consorzio, le barche erano di proprietà del consorzio, pagavano una

    miseria. Aveva sedi anni, quando nel suo nascondiglio si mise a contare i risparmi, si rese conto che aveva una piccola fortuna. Adesso poteva realizzare il suo sogno, doveva trovare solo chi l’avrebbe aiutata, pensò al curato, era un bravo uomo, nascose il

    suo tesoro e uscì, si recò alla chiesa. Buongiorno curato. Buongiorno figliola, cosa c’è. Mi può aiutare vorrei andare sul continente e comprare una barca da pesca per mio padre. Posso, figlia mia ci vogliono un bel po’ di contanti. Ce l’ho mi auguro che bastino. Vieni andiamo in sagrestia, chiamo un mio cugino, e vediamo che ci dice.

    Il curato chiamò il cugino, parlò con lui e poco dopo. Cara lui lavora

    in un ristorante nelle vicinanze dei cantieri navali, si informa, come hai sentito, non una cosa grande giusto? Si padre. Ma dimmi che vuoi farne. Voglio che il mio papa e mio fratello abbiano una loro barca, e quello che pescano, io lo vendo, la cooperativa li sfrutta, una paga da fame. Capisco e tu come hai fatto a mettere tanti soldi da parte? addirittura per poter comprare una barca. Sono più di tre anni che raccolgo frutti di mare, polipi e li vendo. Ero a conoscenza di tutto quello che fai, non pensavo che ti fruttasse tanto. Vado padre, vengo tra due giorni va bene? Vieni di pomeriggio Quando aveva iniziato a prendere i frutti di mare, aveva visto che il fondo, era ricco di polipi avevano, molto cibo a disposizione sono chiotti di cozze e granchi che vivono tra le cozze, cosi inizio a prenderne, il ristorante, comprava molto e il vicinato anche costatato che lei vendeva a un prezzo basso. Due giorni dopo si recò dal curato. Novità padre? Si c’è una barca, che può fare caso tuo, ci vogliono.

    dodicimila euro più altre spese, ce li hai? Si padre, ci possiamo fidare,

    Dobbiamo andare sul continente? Ci possiamo fidare, si deve andare, deve venire tuo padre. Perché? Tu sei minorenne, poi chi la porta qui? Possiamo trovare qualcuno vede io ho paura che papà vedendo i soldi si arrabbia e torna alla cantina. Vedo che posso fare. Adesso vai. Mentre la accompagnava alla porta le mise la mano sul sedere, e lo accarezzava. Sei bella mia cara, poi mi ringrazierai vero? Come padre. Dovrai essere gentile con me. Come vuole padre, buona giornata. Quella mano l’aveva turbata, era la prima volta che una mano maschile la toccava, il turbamento non era dovuto al

    gesto ma quello che aveva sentito dentro di se, meglio non pensarci, era contenta, si stava per realizzare, il sogno di anni. Andò alla conca con il fratello, la grotta era piena, si rigenerava la vita, durante l’inverno rare volte vi poteva accedere, la marea alta, le onde arrivavano anche lì, diventava pericoloso entrare nella grotta, e anche il fatto che lei cresceva, iniziava ad avere difficoltà ad entrare, non era più quella ragazzina gracile di tre anni prima, il suo corpo

    era cambiato in donna, le tette erano abbastanza grandi, il

    pantalone attillato, le mettevano in mostra i fianchi e arrotondavano il sedere, il motivo che aveva attirato, il pastore. Il pastore non era

    un vecchio, poi i pastori prendevano moglie, e lui era scapolo, chi

    sa? Caricarono il carretto, come era suo solito portò il tutto al ristorante. Signora lei il pesce dove lo prende? Alla coperativa. Tra poco potrò vederle il pesce lo prenderà? Si tieni presente che prendo solo pesce di prima qualità. L’ho mai delusa?

    No sei una donnina che ci sa fare, se fossero tutte come te, il mondo sarebbe un po’ migliore, vai ragazza, di sicuro compro da te buona fortuna. La matrona era a conoscenza della situazione famigliare della ragazza, gli faceva piacere di poterla aiutare, per quello che poteva. Due giorni dopo andò dal pastore. Vieni ho buone notizie,

    da darti. Hanno trovato la barca? Si mi hanno chiamato dicono che

    hanno una buona barca, costa dodicimila euro più cinquecento di spese ce li hai?. Si dobbiamo andare lì? No siccome è il cantiere che la vende, se vuoi, la portano loro domani; se vuoi come è giusto vederla prima si parte domattina con il primo traghetto. Non lo so io non capisco nulla di barche, se poi ci portano una barca che serve solo per il fuoco? Non credo, io ho parlato con il direttore del cantiere, mi ha assicurato che è una buona barca da pesca, ci sono anche delle reti, è stata sequestrata dal cantiere il padrone non pagava le rate Facciamola arrivare, se vediamo che, non serve a

    nulla non paghiamo. Va bene come vuoi, adesso chiamo vieni nel mio studio.

    Le mise una mano sulla spalla, andarono nell’ufficio prese la cornetta e compose il numero, rimise la mano sulla spalla, la tirò leggermente a se, pochi secondi e iniziò a parlare, nel frattempo scese col la mano, giù lungo la schiena, sino arrivare sul sedere, lo accarezzò, piano le sollevò la gonna leggera, lei si blocco, non capiva cosa succedeva, non sapeva cosa fare, intanto lui la toccava, aveva messo la mano, tra il solco di pesca, forse fu l’istinto, si allontanò, non le piaceva, non solo quello che faceva il pastore, era quello che provava lei, si sentiva strana, al momento che aveva passato con le dite tra il solco, aveva avuto un spasmo davanti, il pastore finì di parlare e chiuse. Cara hai paura di me?. Non ho paura ma non mi piace quello che fa. Potresti essere gentile con me. Cosa devo fare? Mi piace accarezzarti che male c’è? Non lo so nessuno mi ha mai toccata cosi. Ti piacerà vedrai. Sarà, cosa hanno detto? Domani mattina prima di mezzogiorno la barca arriva, tu sei sicura che tuo padre non dirà nulla?. Tranquillo, me la vedo io. D’accordo ci vediamo al porto prima di mezzogiorno va bene? D’accordo, a domani. Ti fai accarezzare? Un’altra volta. Fece ritorno a casa, si

    mise ai fornelli, il papà ed il fratello sarebbero tornati tra poco, preparò la pentola grande piena d’acqua, alimentò il fuoco, pensò: la prossima spesa deve essere una bella cucina a gas, l’aveva vista dalla zia, devo realizzare i miei progetti, la finiranno di trattarci da pezzenti. Arrivarono padre e fratello, gli diede l’acqua calda e i vestiti puliti, trovava sempre il tempo per fare il bucato; pensò anche ad una lavatrice, dopo che si erano lavati e vestiti, gli servì la cena. Papa domattina non andate, al lavoro. Perché ragazzina? Domattina ci sarà una sorpresa. Di cosa parli? Domani vedrai. Si

    diede da fare a rassettare, avevano un vecchio televisore in bianco e nero, guardavano insieme un vecchio film, mentre guardavano le tv, lei un occhio alla tv con l’altro rammendava, il film finì, augurò la buona notte, nella camera che fungeva anche da cucina in un

    angolo, c’era il suo lettino, tiro la tenda, era quel pezzo di stoffa che

    gli dava un po’ di privacy, si distese a letto, data la stagione estiva solo con una sottanina, chiuse gli occhi e le venne alla mente la mano del pastore sotto la gonna, cercava di cambiare pensiero, pensò all’indomani mattina, la sua mente andava sempre li, istintivamente la mano andò a toccare il fiore della sua fanciullezza, era la prima volta che si toccava, ci mise poco a sentire un calore e una sensazione mai provata, strinse il lenzuolo tra i denti per non gridare, dopo un bel po’ di dormiveglia si addormentò. Come al suo solito si sveglio, alle prime luci dell’alba, era in procinto di alzarsi, ci ripensò oggi papà e Franco non devono andare a pesca, oggi è una giornata importate, di sicuro porterà dei grandi cambiamenti, preparò, la colazione, chiamò gli uomini di casa. Venite la colazione e pronta. Presero posto a tavola, lei li servi aveva fatto le crepes, le servì con la marmellata di frutti di bosco, che lei e il fratellino avevano raccolto, lei con l’aiuto di un vecchio libro di cucina, aveva

    fatto la marmellata e veniva apprezzata da tutto il nucleo famigliare.

    Che festa è oggi? non ci hai fatto uscire a lavoro e sai che ci serve lavorare, adesso la colazione con la marmellata, mi spieghi che succede? Papà è una sorpresa ti piacerà vedrai, tra poco andiamo al porto. Che dobbiamo fare al porto? Papà abbi fiducia ti prego. Come vuoi, io ho lasciato tutto su di te piccola mia, non so cosa avremmo fatto senza di te. Lascia stare papà, tra poco andiamo, aspettatemi fuori. Uscirono, sul portico, si guardavano a vicenda sorridevano, il più piccolo, sorridendo disse: Sembriamo dei damerini. Si contento? tua sorella è brava in tutto, tu sai niente? stai sempre insieme a lei. No papà non so niente. Andiamo uomini. Durante il percorso incontrarono il pastore, lei gli fece il segno di tacere, lui capì, sorrise, si avviarono tutti insieme verso il porto, pochi minuti arrivarono al piccolo porticciolo. Si può sapere, cosa ci facciamo, qui? Papa ti prego un po’ di pazienza. Pochi minuti e si vide una barca arrivare, il fratello maggiore Franco esclamo. Papà quella è una barca. E’ bella per davvero. La ragazza guardava speranzosa, si augurava che fosse la sua barca. E’ bella papà?. E lo chiedi? è bellissima. La barca si avvicino al molo lancio una corda, un pescatore la prese la lego ad una bitta, il marinaio che governava la barca spense il motore e tiro la corda, la prua lentamente si accosto al molo fece la stessa cosa a poppa, poi scese a terra. Scusate mi potete dire dove posso trovare

    il pastore. Sono io buon’uomo. Buongiorno, potete controllare la barca. Papà puoi controllare la barca. Si ma mi dici la verità? Controlla e poi ne parliamo. Il padre e il fratello salirono a bordo, guardavano da per tutto. E ottima, bella. Padre per i documenti? Andiamo all’ufficio, marittimo. Papà è nostra, ad essere sincera è mia. Tua?. Si da domani uscirete a pesca con questa non starete più sotto padrone. Tanti soldi, dove l’hai presi?. Calmati, andiamo. Si recarono all’ufficio di mare. Posso cambiarle nome? Certo signorina rispose l’impiegato Come vuole chiamarla? Lisa uno. Vuole mettere

    il numero davanti. Si. Posso chiederle il motivo? Semplice, ne verranno altre e tutte porteranno il mio nome, e davanti un numero. Come vuole. Un’ora dopo uscirono, con i documenti in regola, il marinaio incassò i soldi, si salutarono, avrebbe preso il traghetto, per fare ritorno. Papà ti va di controllare cosa serve e cambiare nome? Si padrona, sei una forza ragazza mia. Il pastore gli

    mise la mano sulla spalla, si allontanarono un po’. Lisa verrai a farmi visita? Certo vengo tutte le domeniche in chiesa. Non intendevo questo, ricordati che mi devi molto, e poi potrai avere ancora bisogno di me, verrai? Si ricordò di quella mano sotto la gonna che gli aveva accarezzato le cosce e il fremito di piacere che aveva provato, cosi rispose. Appena posso, verrò. Quella mano su di lei e quello che aveva provato, la metteva di buon umore, devo dirlo alla zia, adesso non volle pensarci era contenta. Tony andiamo, compriamo un po’ di dolci oggi facciamo festa, papa vuoi dei soldi devi comprare qualcosa per la barca. Lisa adesso andiamo a casa

    con franco ci cambiamo mi sembra che un po’ di pittura bianca c’è,

    cosi cambio il nome, poi vediamo per l’attrezzatura, ma dimmi il pesce a chi lo vendiamo, non credo che il consorzio lo prenda. Voi cercate, di prenderne molto, e me la vedo io. Sarai tu a pagarci chiese il fratello. Franco tutto quello che ti servirà, te lo do, noi dobbiamo uscire dalla miseria, e parola mia ci riusciremo, e ce ne sarà per tutti. Lei ed il fratellino si recarono al supermercato, decise che quel giorno doveva essere particolare, si sbizzarrì a fare compere, il fratellino era euforico, mentre girava per i reparti passarono vicino al banco del pesce, vide i prezzi, si spavento sono matti pensò io lo posso vendere a meno, mentre tornavano a casa carichi come muli, ma felici, in quella piccola testa, volavano mille pensieri, giù al porto cera un vecchio magazzino, doveva informarsi se poteva prenderlo in affitto, arrivarono a casa lei era contenta

    penso di aprire un pescheria, senza tante pretese, non gli erano rimasti molti soldi dopo avere pagato la barca, poi pensò: il pastore pure di toccarmi farà quello che voglio e

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