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Assillo - Volume 2
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Assillo - Volume 2

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L’assillo è tornato per te.

Sarai succube e cadrai,

dritto all’Inferno tornerai.

Ceneri alle ceneri,

polveri alle polveri,

tormenti in grado di toglierti le colpe.

Fuggire non potrai,

spezza la maledizione e forse ne uscirai.
LanguageItaliano
Release dateSep 23, 2016
ISBN9788822848284
Assillo - Volume 2

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    Assillo - Volume 2 - Serena Baldoni

    Conclusione

    Assillo – Volume secondo

    Raccolta di orrori e leggende.

    Serena Baldoni 

    Assillo – Volume secondo

    Filastrocca

    L’assillo è tornato per te.

    Sarai succube e cadrai,

    dritto all’Inferno tornerai.

    Ceneri alle ceneri,

    polveri alle polveri,

    tormenti in grado di toglierti le colpe.

    Fuggire non potrai,

    spezza la maledizione e forse ne uscirai. 

    Prefazione

    Succubi e Incubi

    Le Succubi e gli Incubi come rimanda la letteratura Medievale, sono demoni dall'aspetto maschile o femminile che si impongono presso gli uomini come amanti, con lo scopo di assorbire energia dai malcapitati per cibarsene a volte sino alla morte. In altri casi spingevano le loro vittime verso la lussuria più sfrenata e il peccato.

    Gli Incubi fanno visita alle donne e le Succubi agli uomini ed entrambi giacciono sessualmente con le loro vittime sino allo sfinimento.

    Originariamente, secondo il folclore romano, un incubo (dal latino giacere sopra), era un demone associato, secondariamente, a Fauno, insieme ad altri come Fatuus, Fatuclus e Inuus.

    Questi demoni erano raffigurati aventi in testa un berretto conico, che talvolta perdevano mentre folleggiavano. Colui che trovava uno di questi acquistava il potere di scoprire tesori nascosti.

    L'incubo sottrae energia dalla donna con cui giace per trarne nutrimento, e nella maggior parte dei casi uccide la sua vittima o la lascia in pessime condizioni di salute, come la Succube agisce con le sue vittime maschili.

    Durante la caccia alle streghe, l'ammissione di aver avuto rapporti sessuali con un demone o Satana era uno dei peccati per i quali le donne venivano uccise. Si riteneva che a volte gli incubi concepissero dei figli con le donne che possedevano; una delle leggende più famose di un tale caso è quella del mago Merlino, il famoso mago della leggenda di Re Artù.

    In Sardegna, in tempi non troppo remoti i pastori sostenevano l'esistenza di creature notturne capaci di disturbare chi dorme provocando inevitabilmente incubi. A volte, secondo queste credenze, assumono l'aspetto di esseri muniti d'artigli, quindi facilmente ricollegabili come aspetto a lupi o cani di proporzioni gigantesche. Alcune volte, però, assumono l'aspetto di folletti il cui unico scopo è custodire tesori e disturbare i dormienti che, dopo essersi dimostrati pazienti nei loro riguardi, possono entrare in possesso di immense ricchezze.

    I rapporti sessuali con i demoni possono essere percepiti come reali, ma essi richiedono un lavoro psichico atto ad aprire la mente ai sensi non percettibili alla stragrande maggioranza delle persone medie. 

    Capitolo uno – Primo racconto

    La Dama Bianca

    La dama bianca è un tipo di spirito presente in diverse culture, appartiene prevalentemente al folclore germanico ed è caratterizzata da sembianze femminili e da abiti di colore bianco.

    È stata descritta senza occhi né bocca, con braccia e piedi nascosti e avvolta da una pallida luminosità che lascia tracce scure al passaggio.

    La prima testimonianza dell'uso del termine dama bianca, per spiriti di questo tipo, risale al XV secolo. La donna morta, in spirito, avrebbe subito una morte tragica o violenta e la sua apparizione sarebbe tradizionalmente presagio di eventi nefasti, tipicamente la morte di un nobile, in maniera analoga alla banshee (spirito femminile, descritto generalmente come una bella donna dai capelli fluttuanti, con indosso un vestito verde ed una mantella grigia o, alternativamente, vestita completamente di bianco o rosso).

    Secondo alcuni racconti, le dame bianche si aggirerebbero portando candele accese da cui lascerebbero cadere gocce di cera sulla criniera dei cavalli, per poi intrecciarla e pettinarla.

    Per altri, laverebbero la propria biancheria in luoghi appartati, chiedendo ai passanti di aiutarle e rompendo loro le braccia se non soddisfatte. Ma secondo differenti versioni, manterrebbero un portamento estremamente dignitoso e verecondo, non parlando se non in rare occasioni.

    La manifestazione di dame bianche sarebbe documentata negli annali della casata degli Hohenzollern, visioni confermate anche dal principe Giorgio d'Assia-Darmstadt. In quell'occasione, la dama bianca venne identificata con la contessa Agnese di Orlamünde, vedova di Ottone III di Orlamunde che aveva ucciso i propri figli per poter seguire Alberto di Norimberga, di cui era innamorata, salvo poi pentirsene e fondare il monastero cistercense di Himmelkron, di cui divenne badessa. La sua prima apparizione documentata risale al 1486 nel castello di Bayreuth, continuando poi negli anni in altre dimore degli Hohenzollern, in occasione ad esempio delle morti del principe Giovanni Giorgio di Brandeburgo e di Federico Guglielmo IV di Prussia.

    Una seconda dama bianca, identificata con Perchta von Rosenberg, appariva al castello di Český Krumlov per cullare i bambini quando le balie si addormentavano; sempre Perchta von Rosenberg era solita apparire anche al castello di Červená Lhota presso Jindřichův Hradec, in Boemia.

    Guglielmo Slavata avrebbe dichiarato che la dama bianca è costretta a rimanere in Purgatorio finché il castello rimarrà in piedi. Apparirebbe, secondo questa versione, non solo per eventi tragici, ma anche per eventi lieti come matrimoni e nascite, vestita rispettivamente di nero o di bianco, con l'abitudine di passare attraverso le camere con un mazzo di chiavi appeso alla cintura, aprendo e chiudendo le porte a qualsiasi ora della giornata.

    Finché lasciata libera di agire si sarebbe comportata con gentilezza e pudore, rispondendo ai saluti con un inchino, mentre prenderebbe a sassate chi sente parlare in modo non rispettoso di Dio.

    Durante l'occupazione del castello da parte degli svedesi, la sua figura si accertò che venissero riprese alcune tradizioni, come offrire un piatto di minestra ai poveri.

    Numerosi avvistamenti sono stati riportati anche dai membri della famiglia reale Asburgo d'Austria al castello di Schönbrunn, come nel 1867 per la fucilazione di Massimiliano d'Asburgo in Messico, o per il suicidio del principe Rodolfo e della baronessa Maria Vetsera a Mayerling.

    Nel castello di Bernstein, in Austria, apparirebbe, dal 1859 ad oggi, una dama bianca che sarebbe il fantasma di Giovanna de' Frescobaldi, appartenente alla nobile famiglia fiorentina dei Frescobaldi, coniugata nel 1485 con il feudatario Lorenzo von Ujlaky. Suo marito uccise il suo amante italiano, con il quale l'aveva sorpresa, e di lei si persero le tracce.

    Un'altra dama bianca risiederebbe nel castello di Levoča, in Slovacchia: in tal caso si tratterebbe dello spettro della nobildonna Juliana Korponaiová-Géciová, condannata a morte per aver indicato ai ribelli guidati da Francesco II Rákóczi una via d'accesso segreta al castello.

    Anche Biancamaria Martinengo (1466-1480), che morì precipitando nel fossato del castello di Padernello, diede vita alla leggenda della Dama Bianca che, ogni dieci anni il 20 di luglio, la stessa notte della sua morte, il suo fantasma ricompare nel castello vestito di bianco, con in mano un libro aperto dorato contenente il suo segreto.

    Più recentemente, la dama bianca è associata alla figura dell'autostoppista fantasma, presente in molte leggende metropolitane. Nella versione più comune, un'autostoppista di sesso femminile, spesso in atteggiamenti angosciati, verrebbe fatta salire sulla vettura di un automobilista, per poi svanire nel nulla.

    L’assillo questa volta riporta la verità di ogni singola leggenda al di sopra descritta.

    Per ogni castello che incontrerete stati pur certi che una dama incontrerete …

    Siate cauti e gentili, assecondandola, per far ritorno alle vostre dimore. 

    Capitolo due – Secondo racconto

    John Wayne Gacy – Killer Clown

    John Wayne Gacy (Chicago, 17 marzo 1942 – Crest Hill, 10 maggio 1994) è stato un serial killer statunitense.

    Fu soprannominato Killer Clown, per aver intrattenuto i bambini ad alcune feste con costume e trucco da clown facendosi chiamare Pogo il Clown.

    Rapì, torturò, sodomizzò e uccise 33 vittime, fra adolescenti e maschi adulti, 27 dei quali seppelliti sotto la sua abitazione o ammassati in cantina, dal 1972 fino alla sua cattura avvenuta nel 1978, in seguito ad un errore nell'occultamento della sua ultima vittima.

    In pochi sospettavano che fosse segretamente omosessuale, era sposato e socievole e pareva quindi insospettabile agli occhi dei concittadini.

    John nacque a Chicago, Illinois,

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