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VIE FESTIVAL 13-23 ottobre 2016: Modena/Bologna/Carpi/Vignola Teatro/Danza/Musica/Cinema
VIE FESTIVAL 13-23 ottobre 2016: Modena/Bologna/Carpi/Vignola Teatro/Danza/Musica/Cinema
VIE FESTIVAL 13-23 ottobre 2016: Modena/Bologna/Carpi/Vignola Teatro/Danza/Musica/Cinema
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VIE FESTIVAL 13-23 ottobre 2016: Modena/Bologna/Carpi/Vignola Teatro/Danza/Musica/Cinema

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VIE Festival nasce nel 2005 con l’obiettivo di attraversare la contemporaneità, di intercettare il delinearsi di nuove identità e soggettività nell’ambito dello spettacolo dal vivo.

Si svolge annualmente in ottobre in diverse città dell’Emilia, è organizzato da Emilia Romagna Teatro Fondazione, Teatro Nazionale con sede a Modena, ed ha come principali finanziatori lo stesso ERT e la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena.

Il progetto prende vita dopo una felice esperienza decennale con Le vie dei festival, la rassegna che dal 1994 al 2004 ha ospitato a Modena ogni autunno, da ottobre a metà dicembre, alcune delle proposte più interessanti dei Festival estivi italiani e stranieri.

Mescolando generi, lingue e tecniche, Le vie dei festival ha proposto esperienze di grande teatro e scoperto nuove realtà italiane ed internazionali.

Tra tutti gli artisti ospiti delle dieci edizioni ricordiamo almeno Carmelo Bene, Thierry Salmon, Lev Dodin, Peter Brook, Maguy Marin, Joseph Chaikin, Philip Glass, Robert Wilson e Peter Stein.

VIE Festival vuole mettere al centro la creazione contemporanea, dare allo sguardo la responsabilità di individuare, di cercare dove si nasconde oggi la forza del nuovo, gli artisti capaci di esplorare le zone di contatto fra le arti sceniche, i territori espressivi in cui lasciare interagire il teatro con la danza, la musica, le arti visive, il cinema.

L’idea di contemporaneità si coniuga immediatamente con quella di complessità, qualcosa che è in continuo movimento e veloce nella sua indeterminatezza.

La ricerca artistica agisce in verticale, scava in profondità. Non indica soluzioni, semmai solleva qualche dubbio. Tende l’orecchio verso l’incerto. La fecondazione reciproca è per definizione un terreno fertile, il luogo di miscele sempre nuove, originali, sorprendenti.

Alla base della ricerca di nuovi linguaggi, sta sempre un’urgenza di riflessione di contemporaneità, una necessità di contenuti. Il festival intende proporre una molteplicità di protagonisti, che si misureranno con una pluralità di spazi, con l’obiettivo di mostrare strati di lavoro artistico, sguardi e poetiche capaci di suscitare le curiosità e le urgenze anche quelle meno codificate.

La pluralità di linguaggi vedrà un coinvolgimento di pubblici diversi, mirando a far cadere il diffuso pregiudizio del contemporaneo come sinonimo di incomprensibile ed elitario. Il festival si pone anche come luogo di produzione o coproduzione di opere originali che saranno realizzate appositamente e che successivamente si inseriranno in un circuito internazionale.

Oltre agli spettacoli VIE propone una articolata attività collaterale che coinvolge il territorio con diversi progetti di approfondimento quali letture, dibattiti, incontri, installazioni video-performative, conferenze.
LanguageItaliano
PublisherDigital Index
Release dateOct 5, 2016
ISBN9788899283148
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    VIE FESTIVAL 13-23 ottobre 2016 - Emilia Romagna Teatro

    Emilia Romagna Teatro Fondazione

    Fondazione Cassa di Risparmio di Modena

    Regione Emilia-Romagna

    VIE Festival

    13 - 23 ottobre 2016

    Modena Bologna Carpi Vignola

    Teatro Danza Musica Cinema

    DIGITAL INDEX

    Seguite i fili rossi e percorrete le VIE

    VIE Festival continua il suo percorso di attraversamento della contemporaneità nello spettacolo dal vivo, proponendo e intersecando forme sceniche differenti. 

    Dal teatro alla danza, dalla musica al cinema, la ricerca artistica scava in profondità ma non indica soluzioni, semmai solleva qualche dubbio e invita alla riflessione. 

    I dubbi e le riflessioni di questa dodicesima edizione sono come ogni anno il frutto del lavoro di artisti italiani e internazionali, di giovani emergenti e di Maestri della scena come Theodoros Terzopoulos, Oskaras Koršunovas, Juozas Budraitis. 

    Oltre a un piccolo omaggio alla scena cinese con i lavori di Wang Mengfan, Li Jianjun e degli allievi della Central Academy of Drama di Pechino, ci sono alcuni fili rossi che legano le proposte di questa edizione. 

    Il cinema è il primo filo rosso, l’utilizzo di tecniche e dispositivi cinematografici unisce le NanoDanze di Michèle Anne De Mey e Jaco Van Dormael (autore e regista di film pluripremiati come Mr. Nobody e Dio esiste e vive a Bruxelles) alle storie collettive dei Berlin, i fotogrammi dipinti a mano da Gianluigi Toccafondo per i film che accompagnano il concerto dei C’mon Tigre alle proiezioni narrative dell’installazione di Luca Brinchi e Daniele Spanò, e ancora al dispositivo scenico di Anne-Cécile Vandalem. 

    Sul secondo filo viaggia la musica che la fa da padrone nel concerto-spettacolo dei C’mon Tigre, arricchisce il lavoro di Stefano Ricci ed è strumento drammaturgico per il teatro musicale della Vandalem. 

    Un altro filo rosso tocca la sfera della libertà, della censura e del disagio. 

    L’inferno in terra è quello quotidiano di Sartre portato in scena da Andrea Adriatico, ma è anche quello delle prigioni russe, scenario in cui il Belarus Free Theatre ambienta il suo nuovo lavoro che racconta storie di artisti perseguitati per la loro arte, a cominciare dalla storia di Maria Alyokhina, membro del collettivo Pussy Riot, qui per la prima volta in veste di attrice. 

    Ma la libertà di un artista sta anche semplicemente nel poter mettere in scena un testo nel modo che ritiene più consono alla sua cifra e al suo percorso, una libertà molto spesso negata da coloro che detengono i diritti d’autore. 

    Come appena successo ai Motus che si sono visti negare la possibilità di riallestire Splendid’s di Genet con un cast di sole donne, e che da questo divieto hanno tratto ispirazione per il loro nuovo lavoro. 

    La pittura e il disegno sono il filo rosso che unisce l’omaggio di Virgilio Sieni a Giorgio Morandi, e gli spettacoli segnati dal tratto di due tra i più prestigiosi illustratori italiani, Stefano Ricci e Gianluigi Toccafondo. 

    L’ultimo filo rosso è il futuro. E il futuro sono i giovani, i giovani del disagio descritto dallo svedese Mattias Andersson e da Babilonia Teatri, ma anche i giovani artisti emergenti ospiti al Festival (ErosAntEros, CollettivO CineticO, Gli Omini, Piergiorgio Milano, Carullo - Minasi), e soprattutto i giovani allievi delle quattro scuole attoriali legate al Progetto Prospero, tra i quali i giovani attori e drammaturghi della Scuola ERT diretta da Antonio Latella che con il loro progetto sulla stirpe degli Atridi ci condurranno di nuovo in ‘un’estasi teatrale’.

    Il Progetto

    VIE Festival nasce nel 2005 con l’obiettivo di attraversare la contemporaneità, di intercettare il delinearsi di nuove identità e soggettività nell’ambito dello spettacolo dal vivo. 

    Si svolge annualmente in ottobre in diverse città dell’Emilia, è organizzato da Emilia Romagna Teatro Fondazione, Teatro Nazionale con sede a Modena, ed ha come principali finanziatori lo stesso ERT e la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena. 

    Il progetto prende vita dopo una felice esperienza decennale con Le vie dei festival, la rassegna che dal 1994 al 2004 ha ospitato a Modena ogni autunno, da ottobre a metà dicembre, alcune delle proposte più interessanti dei Festival estivi italiani e stranieri. 

    Mescolando generi, lingue e tecniche, Le vie dei festival ha proposto esperienze di grande teatro e scoperto nuove realtà italiane ed internazionali. 

    Tra tutti gli artisti ospiti delle dieci edizioni ricordiamo almeno Carmelo Bene, Thierry Salmon, Lev Dodin, Peter Brook, Maguy Marin, Joseph Chaikin, Philip Glass, Robert Wilson e Peter Stein. 

    VIE Festival vuole mettere al centro la creazione contemporanea, dare allo sguardo la responsabilità di individuare, di cercare dove si nasconde oggi la forza del nuovo, gli artisti capaci di esplorare le zone di contatto fra le arti sceniche, i territori espressivi in cui lasciare interagire il teatro con la danza, la musica, le arti visive, il cinema. 

    L’idea di contemporaneità si coniuga immediatamente con quella di complessità, qualcosa che è in continuo movimento e veloce nella sua indeterminatezza. 

    La ricerca artistica agisce in verticale, scava in profondità. Non indica soluzioni, semmai solleva qualche dubbio. Tende l’orecchio verso l’incerto. La fecondazione reciproca è per definizione un terreno fertile, il luogo di miscele sempre nuove, originali, sorprendenti. 

    Alla base della ricerca di nuovi linguaggi, sta sempre un’urgenza di riflessione di contemporaneità, una necessità di contenuti. Il festival intende proporre una molteplicità di protagonisti, che si misureranno con una pluralità di spazi, con l’obiettivo di mostrare strati di lavoro artistico, sguardi e poetiche capaci di suscitare le curiosità e le urgenze anche quelle meno codificate. 

    La pluralità di linguaggi vedrà un coinvolgimento di pubblici diversi, mirando a far cadere il diffuso pregiudizio del contemporaneo come sinonimo di incomprensibile ed elitario. Il festival si pone anche come luogo di produzione o coproduzione di opere originali che saranno realizzate appositamente e che successivamente si inseriranno in un circuito internazionale. 

    Oltre agli spettacoli VIE propone una articolata attività collaterale che coinvolge il territorio con diversi progetti di approfondimento quali letture, dibattiti, incontri, installazioni video-performative, conferenze.

    Gli artisti

    Andrea Adriatico

    Mattias Andersson

     Babilonia Teatri

    Belarus Free Theatre

    Berlin

     Luca Brinchi / Daniele Spanò

     Carullo – Minasi

    C’mon Tigre / Gianluigi Toccafondo

    CollettivO CineticO

    Michèle Anne De Mey / Jaco Van Dormael

    ErosAntEros

    Gli Omini

    Li Jianjun

    Oskaras Koršunovas / Juozas Budraitis

    Antonio Latella

    Wang Mengfan

    Piergiorgio Milano

    Motus

    Stefano Ricci

    Virgilio Sieni

    Theodoros Terzopoulus

    Anne-Cécile Vandalem

    Gli spettacoli

    EROSANTEROS 

    Allarmi!

    ARENA DEL SOLE - BOLOGNA

    il 13/10/2016, ore 20:30

    il 14/10/2016, ore 18:30

    il 15/10/2016, ore 20:00

    il 16/10/2016, ore 16:30

    compra biglietti

    ideazione Davide Sacco e Agata Tomsic / ErosAntEros

    testo Emanuele Aldrovandi

    regia Davide Sacco

    dramaturg Agata Tomsic

    con Marco Cavicchioli, Giusto Cucchiarini, Luca Mammoli, Massimo Scola, Agata Tomsic

    spazio Davide Sacco e Agata Tomsic

    costumi Laura Dondoli

    music design Davide Sacco

    luci Vincenzo Bonaffini e Davide Sacco

    video Francesco Tedde

    disegni Gianluca Costantini

    animazioni e foto di scena Gianluca Sacco

    fonica Giampiero Berti e Davide Sacco

    assistenti alle prove Jessica Sedda e Marta Ruggiero

    organizzazione Roberto Carletti

    direzione tecnica Marco Carletti

    ufficio stampa Silvia Pacciarini e Donatella Franzoni

    oggetti di scena realizzati da Elena Stanzani e Marco Belli nel laboratorio scenografico Arena del Sole

    produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione

    Durata 1h 50′

    Prima assoluta

    Spettacolo in italiano con sovratitoli in inglese

    Formazione italiana emergente, ErosAntEros nasce dall’unione – non solo artistica – di Davide Sacco e Agata Tomsic, impegnati nella creazione di un linguaggio scenico che attingendo a diversi elementi espressivi e fonti d’ispirazione, è prima di tutto una ricerca di visioni per unire pensiero e azione.

    Dalle riflessioni filosofiche di Georges Didi-Huberman che hanno condotto alla scrittura scenica Come le lucciole – un’indagine performativa nel ruolo che l’immaginazione gioca quale atto politico – al saggio di Bertolt Brecht che li ha portati – con la lettura-concerto Sulla difficoltà di dire la verità – a immergersi ancora di più nella ricerca di strumenti teatrali per l’emancipazione della coscienza, il duo arriva, con Allarmi!, alla prima esperienza propriamente drammaturgica, allargando l’ensemble con il coinvolgimento di altri attori e declinando in chiave testuale l’afflato politico che guida l’intero percorso.

    «La riflessione sul ruolo dell’artista nella società contemporanea e sul nostro fare all’interno di essa, ci ha portato negli ultimi anni verso una politicizzazione degli oggetti di ricerca e un’apertura delle nostre forme a una partecipazione più ampia e attiva. Quando a fine 2014 stavamo ideando il nostro nuovo progetto produttivo una serie di fatti di cronaca hanno fatto scattare la scintilla: vogliamo parlare di neofascismo, ci siamo detti; di questo spaventoso fenomeno che continua a interessare l’Europa e il mondo, e che grazie alla crisi economica e all’immigrazione incalzante dai paesi colpiti da fame e da guerre, sta riscuotendo impennate populiste sempre più preoccupanti, sia a livello locale che internazionale».

    Nell’affrontare un tema così spinoso e aperto, ErosAntEros ha coinvolto Emanuele Aldrovandi per la scrittura del testo, che risulta essere il frutto di un serrato e sintonico confronto ideativo.

    Allarmi! narra le vicende di un gruppo di terroristi che vuole sovvertire con la violenza il potere costituito. La pièce li coglie mentre stanno organizzando un attentato per uccidere il presidente dell’Unione Europea. Sono di estrema destra, non credono nella democrazia, odiano gli immigrati e vogliono instaurare una nuova dittatura in Europa. Diffondono le proprie idee e cercano proseliti attraverso la rete, preparano fisicamente i corpi a fare la rivoluzione e intendono trasmettere tutto in diretta streaming. La loro leader è Vittoria, una ragazza carismatica e determinata, in grado a suo dire di guidare le masse e cambiare il corso della storia fissando il proprio nome nell’eternità.

    «Ma qual è il confine fra un leader rivoluzionario e un mitomane? Fra un Giuseppe Mazzini, a cui sono dedicate piazze in tutte le città d’Italia, e un Anders Breivik, autore della strage di Utoya? La differenza risiede soltanto nella validità o meno delle idee in nome delle quali si combatte, oppure la sottile membrana che separa l’utopia dalla follia non è sempre così riconoscibile?».

    Allarmi! è un lavoro pungente e ironico, che vuole lasciare lo spettatore libero di prendere posizione. Forte della libertà scenica del gruppo e della stratificata qualità di scrittura dell’autore, lo spettacolo si presenta ricco di intermezzi allegorici e snodi teorici sul tema principale che vanno a intersecarsi con un montaggio scenico spiazzante, creando giochi interpretativi e dispositivi di coinvolgimento del pubblico.

    Gli attori-performer fluiscono in molteplici ruoli attraverso un gioco di scambi repentini, giocando con i piani del racconto, la finzione teatrale e i suoi retroscena. Gli artifici teatrali diventano

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