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Giorgio Rumi storico della cittadinanza: Attualità di una lezione storiografica e civile
Giorgio Rumi storico della cittadinanza: Attualità di una lezione storiografica e civile
Giorgio Rumi storico della cittadinanza: Attualità di una lezione storiografica e civile
Ebook118 pages1 hour

Giorgio Rumi storico della cittadinanza: Attualità di una lezione storiografica e civile

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«Giorgio Rumi ha lasciato un segno evidente nelle vicende umane che ha percorso. Lo ha lasciato con la sua attività di storico, di studioso esigente e ricercatore inesausto; con la sua propensione ad interpretare i filoni più autentici che nel tempo si sono mossi, dandone conto con massima scientificità e con grandissima capacità di comunicare, ad ogni livello; con la sua passione istituzionale, fatta di rispetto per la tradizione e compartecipazione piena; con la sua naturale prontezza all’analisi e alla critica, sempre acute e fondate». (Dalla Prefazione di Michele Busi e Michele Bonetti).
LanguageItaliano
Release dateOct 28, 2016
ISBN9788838245077
Giorgio Rumi storico della cittadinanza: Attualità di una lezione storiografica e civile

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    Giorgio Rumi storico della cittadinanza - Maria Bocci

    Maria Bocci

    GIORGIO RUMI STORICO DELLA CITTADINANZA. ATTUALITÀ DI UNA LEZIONE STORIOGRAFICA E CIVILE

    La collana è peer reviewed

    Copyright © 2016 by Edizioni Studium - Roma

    Copyright © 2016 by Ce.doc. - Centro di Documentazione - Brescia

    ISBN  978-88-382-4507-7

    www.edizionistudium.it

    ISBN: 978-88-382-4507-7

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write (http://write.streetlib.com)

    un prodotto di Simplicissimus Book Farm

    Indice dei contenuti

    PREFAZIONE

    I. CITTADINANZA E MODERNITÀ: RUMI E LA STORIA DELL’UNIVERSITÀ CATTOLICA

    II. MILANO E LA NAZIONE: «UNA CERTA IDEA DELL’ITALIA»

    1. Dallo Stato di Milano alla «collaudata rinuncia»

    2. L’Ottocento e la rottura dell’equilibrio

    3. La Consorteria

    4. Il secolo nuovo

    5. Il secondo Novecento

    III. I LUOGHI DELLA FEDE. RUMI E L’IDEA DI «STORIA DIOCESANA»

    IV. RUMI E LE RADICI DELLA CONTEMPORANEITÀ

    UNIVERSALE

    Studium

    78.

    Nuova serie

    MARIA BOCCI (ED.)

    GIORGIO RUMI 

    STORICO

    DELLA CITTADINANZA

    Attualità di una lezione storiografica e civile

    EDIZIONI STUDIUM

    PREFAZIONE

    Giorgio Rumi ha lasciato un segno evidente nelle vicende umane che ha percorso.

    Lo ha lasciato con la sua attività di storico, di studioso esigente e ricercatore inesausto; con la sua propensione ad interpretare i filoni più autentici che nel tempo si sono mossi, dandone conto con massima scientificità e con grandissima capacità di comunicare, ad ogni livello; con la sua passione istituzionale, fatta di rispetto per la tradizione e compartecipazione piena; con la sua naturale prontezza all’analisi e alla critica, sempre acute e fondate. Il suo tratto era decisamente brillante, caratterizzato dalla libertà e dall’intelligenza dell’uomo di cultura e del credente, che ben sapeva manifestare.

    L’elegante ironia di cui disponeva non avrebbe consentito sue celebrazioni vanagloriose: e così, l’idea del dott. Giacomo Scanzi di radunare, il 21 maggio 2016, a dieci anni dalla sua scomparsa, presso il Centro studi dell’Istituto Paolo VI, a Concesio (Brescia) – istituzione per Lui altamente evocativa –, alcuni Allievi, onde fare memoria, esprimere gratitudine e proiettare in avanti la lezione del Maestro, ha dato vita ad una cordiale e schietta, ricca giornata di studi, che le pagine di questo volume, curato con intelligente autorevolezza dalla prof. Maria Bocci, raccolgono.

    La valenza del prof. Rumi è amplissima, nell’ordine delle discipline storiche e dei ruoli sociali che ha incarnato, e plurime sarebbero state le istituzioni in grado di mettere a tema il suo portato e il suo contributo.

    Invero, la prospettiva che è risultata dalla giornata di studi può sintetizzarsi nella lettura della sua figura in chiave montiniana, sotto due punti di vista.

    Il primo riguarda l’interpretazione delle cose: il pensiero di Paolo VI è stato da Lui approfondito con significativi interventi e permane come cifra per comprendere la sua stessa personalità.  

    Il secondo attiene agli enti che hanno voluto promuovere la giornata in ricordo e patrocinare la pubblicazione che qui si introduce. Si tratta di istituzioni che, nate nella terra di Papa Montini, ne riportano lo spirito. Si tratta di istituzioni che hanno avuto in Giorgi Rumi un amico, un consigliere, un consulente, un protagonista di tante iniziative: con quel di più di qualità che sapeva conferire agli eventi. Così, il Ce.Doc., Centro di documentazione sulla storia del movimento cattolico di Brescia ed oltre, l’Istituto Paolo VI, Centro internazionale di studi sull’età montiniana, la Fondazione Giuseppe Tovini, ente morale pedagogico, ispirata dal Servo di Dio prof. Vittorino Chizzolini e guidata al suo ruolo dal compianto notaio Giuseppe Camadini (profondo amico del prof. Rumi), il «Giornale di Brescia», fulcro della comunicazione di cui la terra bresciana va fiera, hanno inteso dare vita alla presente pubblicazione.

    Editore del volume ha voluto essere il Ce.Doc. – che Lo ebbe tra il 1976 e il 1997 numerose volte apprezzatissimo relatore nei propri convegni di studio –, in uno con le Edizioni Studium, casa editrice fondata da Giovanni Battista Montini: un binomio di esperienze culturali che rendono naturalmente onore al prof. Rumi. Nella memoria di un grande, non solo della scienza storica, ma della responsabilità che la nostra tradizione deve al mondo.

    Michele Busi, presidente del Ce.Doc.

    Michele Bonetti, vicepresidente del Ce.Doc.

    I. CITTADINANZA E MODERNITÀ: RUMI E LA STORIA DELL’UNIVERSITÀ CATTOLICA

    MARIA BOCCI

    Se oggi abbiamo una Storia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore in più volumi, che raccoglie molti dei risultati più aggiornati prodotti in sede storiografica[1], lo dobbiamo anche e soprattutto a Giorgio Rumi. Non è, questa, un’affermazione priva di fondamento, anche se lo studioso milanese non ha potuto contribuirvi, essendo scomparso prematuramente mentre il progetto che l’ha originata era ancora in fase di elaborazione. Rumi aveva dato la sua disponibilità, come ha ricordato l’allora rettore della Cattolica Lorenzo Ornaghi; non ha però potuto partecipare all’elaborazione del progetto né riproporre, nella sede della Storia ufficiale dell’ateneo del Sacro Cuore, uno di quei suoi contributi così acuti ed incisivi che negli anni precedenti aveva dedicato all’Università dei cattolici italiani[2]. La sua lezione, tuttavia, non è stata dimenticata e ha continuato ad operare aprendo la strada a un moltiplicarsi di studi che hanno tolto l’ateneo di padre Gemelli da una prolungata sfortuna storiografica. In effetti è proprio Giorgio Rumi ad averci dato quelle che restano le chiavi interpretative fondamentali per capire la storia dell’Università Cattolica nei suoi primi decenni di vita. La sua stessa predisposizione, insieme intellettuale e civile, lo rendeva un osservatore particolarmente attento, perché lo induceva a misurarsi con due nodi tipici del vissuto nazionale, che hanno inciso nella nascita e nello sviluppo dell’ateneo cattolico: il primo è la questione della cittadinanza, o meglio della difficile cittadinanza dei cattolici nello Stato unitario; e il secondo è l’arduo confronto che i cattolici italiani hanno avuto con l’epoca della modernizzazione e più latamente con la modernità, una questione che Rumi ha descritto come il problema che ha segnato la cultura cattolica del Novecento. Rumi veniva dall’Università Cattolica, dove si era laureato nella Facoltà di Scienze politiche con Ettore Passerin d’Entrèves. In Cattolica tornava volentieri, come ospite e come relatore apprezzato; e soprattutto tornava da studioso, mosso appunto da quei due fondamentali interrogativi (quale cittadinanza? E quale modernità per i cattolici italiani?), che interagiscono con la storia dell’ateneo del Sacro Cuore.

    Non posso parlare di Giorgio Rumi senza ricordarne la finezza euristica, l’intelligenza, il conversare non convenzionale con cui sapeva parlare non solo agli storici di professione, ma ai suoi studenti e al grande pubblico, riuscendo a toccare corde sensibili di chi lo ascoltava, senza però rinunciare a trasmettere un sapere complesso e mai scontato, perché non bloccato sugli assunti ideologici che troppo spesso frenano la ricerca storica. Siamo di fronte a uno studioso la cui genialità stava anzitutto nella capacità di cogliere i problemi che stanno dietro non solo ai fatti, ma alle interpretazioni. Proprio per questo Rumi sapeva far parlare non banalmente il passato, con un eloquio brillante e arguto che faceva emergere dal groviglio della storia le qualità umane e le inclinazioni culturali sia di chi l’ha vissuta, sia di chi l’ha interpretata. Questa sua capacità l’ha guidato anche nell’approccio alla storia dell’Università Cattolica, rispetto alla quale i suoi interventi hanno segnato un vero e proprio punto di svolta. Rumi si è infatti inserito in maniera decisa in un dibattito che, sino allora, aveva corrisposto a fini per così dire strumentali. In una di quelle acute premesse che inauguravano i suoi saggi, condensando in poche battute il senso di discussioni lunghe decenni, sottolineava che lo scoglio contro il quale la ricostruzione della storia della Cattolica si era arenata era di natura essenzialmente politico: «Raramente, come nel caso dell’Ateneo del Sacro Cuore, la politica – diceva – ha pesato sulla storiografia»[3]. L’affermazione è del 1997, quando gli è stato chiesto di intervenire al convegno organizzato per i 75 anni dalla fondazione della Cattolica, occasione che gli è servita per fare il punto sugli studi esistenti e per lasciarci un saggio, breve ma lucido e penetrante, sul significato che essa ha

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