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Il Signore delle Tempeste: I Fratelli de Shera Libro 1
Il Signore delle Tempeste: I Fratelli de Shera Libro 1
Il Signore delle Tempeste: I Fratelli de Shera Libro 1
Ebook374 pages6 hours

Il Signore delle Tempeste: I Fratelli de Shera Libro 1

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About this ebook

1258 d.C. - Mentre Henry III passa molto del suo tempo in Francia e si concentra sui legami francesi, dei potenti baroni inglesi, incluso Simon de Montfort, cominciano a formare un'alleanza contro di lui. In ascesa al potere in questi tempi bui e incerti c'è la Casata de Shera, condotta da Gallus de Shera, Conte di Coventry e Signore del Worcestershire. Gallus è affiancato dai suoi fratelli: Maximus e Tiberius, e insieme formano una forza indistruttibile che non può essere intaccata. Tutti conoscono e temono i potenti fratelli de Shera.

Quando a Gallus de Shera vengono fatte pressioni per sposarsi con la figlia maggiore di Hugh Bigod, un altro potente guerriero, egli trema al solo pensiero, ma pensa di non avere scelta, perché la famiglia Bigod è potente. Ma prima di poter sottoscrivere il contratto matrimoniale, il destino vuole che Gallus si trovi a salvare una gallese di sangue reale. Lady Jeniver Tacey ferch Gaerwen è figlia di re e Gallus è subito rapito dalla giovane dai capelli corvini. Il padre di Jeniver è mortalmente ferito e prega Gallus di sposare sua figlia. Incapace di rifiutare la richiesta dell'uomo in fin di vita, Gallus accetta. Nonostante sappia di dover affrontare Hugh Bigod perché non é più uno scapolo per sua figlia, non prova rimorso - tutto ciò su cui riesce a concentrarsi è la moglie, e qui nasce la loro forte storia d'amore.

Uniamoci a Gallus e Jeniver mentre cominciano la loro vita insieme, osteggiati dai baroni inglesi che si ribellano a Henry III. Sarà un viaggio tra intrighi politici, tradimenti, odio e passione senza tempo tra Gallus e Jeniver in questo emozionante primo libro della trilogia.

LanguageItaliano
PublisherBadPress
Release dateJan 26, 2017
ISBN9781507161234
Il Signore delle Tempeste: I Fratelli de Shera Libro 1

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    Book preview

    Il Signore delle Tempeste - Kathryn Le Veque

    PRIMA PARTE: MAREE INVERNALI

    Gennaio

    "Ed il vento si mutò in Tempesta,

    La chiamata alle armi portò alla Morte.

    Dal temporale nacquero uomini a cavallo di saette;

    I Signori delle Tempeste domarono i Venti selvaggi".

    ~ Cronache del XIII secolo

    CAPITOLO UNO

    Anno del Signore 1258

    Regno di Henry III

    Bigod era uno sbruffone.

    Gallus de Shera, Duca di Coventry e Lord di Worcester, era ben cosciente delle sue tattiche da coccodrillo. E vi somigliava anche, almeno secondo i vaghi ricordi di Gallus. Aveva visto quelle strane bestie a Levante, strane terre desolate piene di strani animali desolati, perciò era quasi un complimento per uno dei baroni più influenti coinvolti nel maelstrom politico scoppiato tra il Re d’Inghilterra e Simon de Monfort. Secondo lui, Bigod era un folle barbaro, potente e pericoloso.

    Gallus non era particolarmente spaventato dai coccodrilli, ma portava un sano rispetto, a volte mutato in avversione, nei confronti di Bigod, principalmente perché l’uomo per sei mesi aveva tentato di costringerlo a fidanzarsi con la figlia maggiore. Se il padre somigliava a un coccodrillo, la figlia non era molto meglio.

    Lady Matilda Bigod era una donna tonda e viziata con un cervello da criceto e una dote enorme, della misura generalmente associata a figure regali. Ma tutto quel denaro non produceva stimolo in Gallus perché, alla fine, la donna avrebbe dovuto guardarla. Inoltre, lei si sarebbe aspettata che lui la toccasse e lui non era sicuro di riuscirci. La pelle di coccodrillo non lo faceva impazzire.

    Per sei mesi aveva evitato le offerte di Bigod. Ma due settimane prima, l’offerta si era mutata in proposta ufficiale. Sapendo che Gallus e i suoi fratelli, Maximus e Tiberius, sarebbero stati a Londra alla fine del mese per degli incontri con dei potenti baroni, Hugh aveva fatto la mossa di inviare un messaggio a Gallus, informandolo che anche l’intero clan Bigod si sarebbe trovato a Londra. Gallus sapeva che le donne-bestia, Lady Bigod e le sue parenti, si sarebbero rivoltate contro di lui, costringendolo ad accettare il fidanzamento. Si trovava alle strette perché Hugh era uno dei baroni più potenti che si opponevano a Henry III, e Gallus non desiderava offendere lui e la sua famiglia. Ma non voleva rischiare di offenderli più di quanto non volesse sposare la Bigod. Perciò si poneva davanti a quel viaggio con rassegnazione e resistenza.

    La mattina della partenza si alzò molto presto, in un gelido mattino invernale, con uno strato di ghiaccio sul terreno e il cielo color peltro. All’interno di Isenhall Castle, Gallus si era alzato ben prima dell’alba per preparare le sacche da sella. Maximus e Tiberius, gli altri due fratelli che formavano il trio dei fratelli de Shera, si erano già alzati. Gallus riusciva a sentire movimento nelle stanze vicine alla sua.

    Maximus tossiva sempre quando il tempo diventava freddo e passava la mattinata a tossire ciò che gli si era accumulato nel petto durante la notte, mentre Tiberius cantava. Quell’uomo aveva una forte voce baritonale e, mentre si vestiva, cantava. Di solito faceva andare Maximus su tutte le furie e parecchi litigi erano cominciati in quel modo. Gallus allungava l’orecchio per captare i primi cenni di una lite, ma quella mattina tutto sembrava calmo. Forse entrambi erano calmi e concentrati sul viaggio a Londra e su ciò che li attendeva lì, come lo era Gallus. Mentre finiva di mettere gli stivali, la porta della sua stanza scricchiolò e due ragazzine entrarono nella stanza.

    Erano belle, coi capelli chiari e gli occhi verdi, e squittirono per la gioia quando entrarono per saltare sul letto disfatto al centro della stanza. Gallus sorrise guardando le ragazzine saltare, tirare le coperte sulla testa e ridere mentre si facevano il solletico. Il richiamo del divertimento era troppo forte perché potesse resistervi. Buttandosi verso le ragazzine, ruggì come un vecchio orso, mordicchiando le piccole mani quando riusciva ad afferrarle. Le ragazzine strillavano per la gioia.

    E voi due cosa ci fate in piedi così presto? chiese piano, tirando indietro le coperte, guardando i due visi più dolci che avesse mai visto. Violet e Lily de Shera sorrisero felici al padre e Gallus diede un bacio sul naso a Violet. Buongiorno a entrambe, signore. Vi siete alzate così presto per mangiare il porridge con papà prima che se ne vada?

    Violet si mise a sedere, quasi dandogli una botta sul naso. Gallus dovette sedersi in fretta per evitare di essere colpito dalle ragazzine mentre loro si alzavano dal letto.

    Veniamo con te annunciò Violet, che aveva da poco compiuto cinque anni Leelee e io cavalcheremo con te fino a Londra.

    Violet non riusciva ancora a pronunciare Lily nel modo corretto – perciò sembrava dicesse Leelee. Anche Gallus aveva cominciato a chiamarla così, come tutti. Sorrise davanti alla determinazione delle figlie.

    Questo è molto gentile da parte vostra, ma se venite con me, chi starà con Miele? chiese Se venite con me, si sentirà molto sola.

    Miele era la madre di Gallus, Lady Charlotte, contessa di Coventry. Il padre di Gallus, Antoninus de Shera, le aveva dato il soprannome Miele la prima volta che si erano incontrati, perché, come aveva dichiarato Era dolce e bella come il miele. Perciò tutti in famiglia la chiamavano Miele, inclusi figli e nipoti. Lady Miele aveva cinquantaquattro anni e ultimamente non si sentiva molto bene. Per un cancro, aveva detto il dottore, ma Gallus e i suoi fratelli si rifiutavano di accettarlo. Non riuscivano a immaginare che Miele morisse, specialmente dopo la morte della moglie di Gallus l’anno prima. Il solo pensiero di un’altra morte femminile in famiglia li spaventava nel profondo.

    In particolare Gallus. Aveva amato la moglie e la sua morte accidentale era qualcosa che non aveva ancora superato. Probabilmente non l’avrebbe mai superata. Mentre guardava le due figlie, che somigliavano moltissimo a Catheryn, respinse la malinconia evocata da quei visi. I pensieri si volsero inevitabilmente verso Catheryn, le immagini della donna erano fluide e calde nella sua mente.

    Le vedi, Catie? Vedi come sono diventate grandi e belle? Violet ha la tua prontezza. Quando la sento parlare, sento te. Dio...Catie, perché mi hai lasciato così presto? A volte sento come se il dolore nel cuore mi schiacciasse. Mi ha già schiacciato.

    Miele verrà con noi disse Violet, distraendolo Può venire in carrozza. Vorrà venire.

    Gallus distolse i pensieri dalle immagini sfocate del viso adorabile di Catie e si alzò dal letto. Davvero? chiese, tornando alle borse. Perché mai dovrebbe voler venire? Sta molto più comoda qui con i suoi gatti.

    Violet aprì la bocca per dire al padre che avrebbero potuto venire anche i gatti, quando la porta si aprì e Maximus e Tiberius entrarono.

    Con armatura e cotta di maglia, i fratelli erano una vista imponente e terrificante. Data la loro altezza – Maximus era alto sei piedi e cinque pollici, e Tiberius era alto sei piedi e sette pollici – erano uno spettacolo che avrebbe spaventato un forte nemico. Ma quella bestia imponente che era Tiberius osservò le ragazzine sul letto e come un burlone ruggì e saltò sul materasso, facendo strillare le bambine.

    La stanza era un campo di battaglia mentre Tiberius stava sul letto e faceva saltare le bambine tutt’intorno. Finse di piangere per la sconfitta, e questo non fece che alimentare la loro aggressività. Violet gli si sedette sulla testa, mentre Lily gli stava sulla schiena per schiacciarlo, e in tutto ciò Tiberius fingeva di piangere come una donna.

    Gallus e Maximus restarono fermi un attimo, osservando la sconfitta del fratello minore, e scossero la testa, più che altro per rassegnazione al carattere di Tiberius. Era sempre stato il più attivo del gruppo.

    Forse dovremmo portare Violet e Leelee a Londra con noi grugnì Maximus. Un uomo grande e simile a un orso, con spalle enormi, era il più musone dei tre. Potremmo sguinzagliarle contro il clan Bigod e ricacciarlo a Norfolk.

    Tutti e tre i fratelli conoscevano la questione con Hugh e la sua proposta intollerabile, ma Gallus si limitò a scuotere la testa. Se le donne Bigod le vedessero, probabilmente le prenderebbero come prova del fatto che io sono in grado di dar vita a figli belli e intelligenti disse, con un sospiro. Non voglio alimentare la loro immaginazione. Si sono già fatte troppe idee su di me.

    Sul letto, Tiberius si rotolò sulla schiena, afferrando Violet quando lei tentò di saltargli sulla faccia. Sei una bestiolina deliziosa e desiderabile prese in giro il fratello, sapendo che l’uomo non lo avrebbe colpito fino a quando le ragazze gli fossero state attorno. Pensaci, Gal, avrai ai tuoi piedi tutta quella abbondante carne delle donne Bigod.

    Gallus rabbrividì. Mi stai facendo venire la nausea.

    Tiberius sorrise, con quel sorriso gioioso e malandrino che riusciva a essere tanto contagioso. Ho sentito dire che le donne grasse sono piuttosto disinibite a letto disse Farebbero qualsiasi cosa chiedi solo perché hanno bisogno di sesso.

    Maximus replicò con un brontolio E questo devi saperlo per esperienza personale disse. Tutti sanno che ti porti a letto qualsiasi cosa si avvicini alle tue mani.

    Tiberius sbuffò. A me piacciono le donne in carne, non quelle che somigliano a manzi interi disse Le donne grasse le lascio a Gallus. Può averne un intero harem, e ogni volta che ne chiama una, questa invece di camminare per entrare nella sua stanza, può rotolare come un barile.

    Gallus osservò le figlie mentre Tiberius e Maximus discutevano. Lily poteva non avere idea dell’argomento trattato, ma Violet stava diventando acuta. Lui si mise un dito sulle labbra, zittendo il fratello mentre indicava le bambine.

    Non c’è nemmeno da discuterne disse piano Ti prego di interrompere lo sproloquio che ti sta uscendo dalla bocca.

    Tiberius non aveva ancora finito. Mise Violet sul letto e si alzò, avviandosi verso i fratelli. Bello, giovane e brillante all’inverosimile, Tiberius era molto ricercato dalle donne di corte e lui aveva tratto abbondantemente dei vantaggi da questa ammirazione. Le voci dicevano che ci fosse almeno un figlio bastardo de Shera a Londra, ma nessuno dei fratelli ne aveva mai avuto le prove. Data la reputazione di Tiberius, non si sarebbero stupiti se le voci fossero risultate veritiere.

    Ammettilo disse Tiberius, a voce bassa e seducente Il pensiero di tutta quella carne che ti sbatte contro il corpo ti eccita in modo intollerabile.

    Gallus sospirò e guardò Maximus. Non mi piace molto nostro fratello minore disse. Se qualcuno mi desse un bastone, lo porterei volentieri fuori e lo bastonerei a morte.

    Tiberius rise, mettendo un braccio attorno al collo del fratello, e diede un grosso bacio sulla guancia al fratello. Ti perseguiterò fino alla tomba e anche oltre disse mentre Gallus gli metteva una mano sulla faccia e lo spingeva via. Tiberius aveva un’espressione ferita. Perché dovresti farlo? La mia intenzione era di risollevarti il morale.

    Gallus scosse, la testa, infastidito dal comportamento di Tiberius. La cosa migliore che puoi fare è lasciarmi in pace disse, tornando alle sacche. Gli uomini sono pronti a partire?

    Stava cambiando argomento e Tiberius non insistette. Gallus era famoso per aver picchiato chi lo aveva fatto arrabbiare in modo particolare e, di loro tre, era quello con il pugno più forte. Nessuno provocava Gallus de Shera e sopravviveva per raccontarlo. Perciò, Tiberius si ritrasse e diede una pacca sulla spalla a suo fratello.

    Dovrebbero essere pronti disse, voltandosi verso la porta e già chiedendosi cosa avrebbe riservato loro quella giornata. I cavalieri avevano l’ordine di essere pronti prima dell’alba con cinquanta uomini per scortarci a Londra.

    Maximus si accigliò Solo cinquanta?

    Tiberius annuì. Ci aspettano già trecento uomini a Westbourne, Londra ricordò al fratello, riferendosi alla casa londinese dei de Shera. Abbiamo lasciato il grosso dell’esercito lì ad attenderci perché il costo di alloggio e cibo sarebbe stato minore. Ricordi? Perciò, non vedevo la necessità di portare altri uomini con noi a Londra. Anche se ne portiamo solo cinquanta con noi, ne lasciamo comunque alle spalle più di trecento.

    Maximus sollevò un sopracciglio per la disapprovazione. Non gli piaceva viaggiare con una scorta così leggera, ma si trattenne dal discutere. Avevano quattro grossi cavalieri con loro, cavalieri dalle migliori famiglie d’Inghilterra. De Wolfe, de Moray e du Bois. Sì, la casata de Shera aveva un gran bell’arsenale custodito in questi cavalieri. Ma Maximus era ansioso di raggiungere Londra e la confusione che li avrebbe attesi. Si rivolse a Gallus.

    Altri ordini? gli chiese.

    Gallus scosse la testa. Nessuno disse Preparatevi a partire entro un’ora. Vorrei spezzare il digiuno notturno insieme alle mie figlie prima della partenza. Se volete unirvi a noi, non ve lo impedirò.

    Maximus si limitò a grugnire, voltandosi verso la porta mentre Tiberius tornava verso le bambine. Queste erano scese dal letto e ora correvano verso la porta, intenzionate a raggiungere il porridge che le attendeva nel salone al piano di sotto. Lo zio Tiberius le prese entrambe e si diresse verso la porta col resto della famiglia, ma all’improvviso comparve un uomo della servitù e bloccò il passaggio.

    L’anziano maggiordomo di Isenhall che aveva servito il loro padre, era forte e solido per un uomo della sua età. Nella soglia in penombra, la sua espressione era mesta.

    Miei signori disse Abbiamo appena ricevuto notizia di una battaglia vicino al passaggio sul fiume. La vostra assistenza è richiesta.

    Un secondo prima erano padre e zio, il secondo dopo erano guerrieri. Nelle loro tre espressioni c’era qualcosa che suggeriva intensa concentrazione e curiosità. Fu Gallus a parlare per primo.

    Chi ne ha fatto richiesta? chiese.

    Il maggiordomo indicò le scale, indicando qualcuno nel salone al piano di sotto. Non ne sono sicuro, mio signore replicò "Un uomo è giunto, implorando assistenza. Penso...credo...che sia gallese"

    È armato? chiese Gallus.

    Il maggiordomo scosse la testa. No, mio signore replicò. Dall’aspetto sembra un servitore. Non ha armi visibili.

    Gallus osservò l’uomo per un attimo, assimilando l’affermazione, prima di farsi strada tra i suoi fratelli, dirigendosi verso i gradini in ombra alla fine del corridoio. Al contrario di molte tenute, Isenhall non aveva scale a chiocciola all’interno delle mura. Aveva una grossa scalinata che si avvolgeva su se stessa parecchie volte, collegando i piani. Era facile salire grazie ai grandi gradini di pietra, leggermente consumati al centro, e Gallus li affrontò rapidamente per scendere al piano di sotto.

    Il salone di Isenhall era una grande stanza perfettamente quadrata con due enormi focolari, uno ad ogni estremità. C’era un forte odore di fumo e di animali e c’erano molti cani a guardia della stanza, in attesa delle prime luci del giorno. Gallus scese per le scale e si diresse nella stanza cavernosa e ben tenuta.

    Un uomo coperto di abiti in lana pesante attendeva vicino a uno dei focolari, nel tentativo di scaldarsi. Era ben nutrito, giovane e quando vide Gallus si allontanò immediatamente dal fuoco e si avvicinò. La sua espressione aveva un che di nervoso.

    Mio signore disse, l’accento gallese era pesante e riconoscibile Il mio padrone mi ha mandato a implorare il vostro aiuto. La nostra gente è al crocevia vicino al fiume, sotto attacco. Vi imploro di aiutarci.

    Gallus lo osservò, sospettoso di natura. Era molto difficile guadagnarsi la sua fiducia.

    Chi è il tuo signore? chiese, in tono non amichevole Perché sei venuto qui?

    L’uomo cominciò a stropicciarsi le mani gelate. Il mio signore è Gaerwen ap Gaerwen disse, trascinando le parole Stavamo tornando a casa, ma siamo stati attaccati al crocevia. Vi prego, mio signore, la rapidità è tutto. Il mio signore è sotto attacco e ha sua figlia, Lady Jeniver, al suo fianco! Vi prego, aiutateci!

    Gallus alzò il sopracciglio Gaerwen ap Gaerwen? ripeté, il sospetto mutato in sorpresa. Ho già sentito questo nome. È un principe gallese.

    Il servitore annuì con urgenza. Sì, mio signore disse Verrete?

    Lo sguardo di Gallus esitò sull’uomo, cercando di capire come reagire. Se davvero si fosse trattato di ap Gaerwen e si fosse rifiutato di agire, avrebbe commesso un grosso errore. Un principe gallese con un debito a vita nei suoi confronti poteva essere un vantaggio. Occasioni come quelle erano rare, specialmente con i gallesi. Ma se fosse stata una trappola...

    Quanti vi hanno attaccato? chiese.

    Il servo scosse la testa, impaurito e frustrato So solo dire che erano molti disse Non lo so per certo.

    Quanto tempo fa è accaduto?

    Il servo era infastidito dalle domande, terrorizzato. Pochi minuti fa! disse, agitando le mani. Non più di dieci o quindici al massimo. Il mio signore mi ha inviato subito qui da voi e non ho esitato. Vi prego, mio signore, vi imploro di salvarci!

    Gallus stava ancora rimuginando sulla risposta, ma il fatto che la vittima fosse un ap Gaerwen lo fece giungere a una decisione. In quel momento, i gallesi erano teoricamente indipendenti, perché Henry aveva problemi più gravi da risolvere in Francia. Incursioni e conquiste in Galles erano una costante, e questo rendeva ancora più strano il fatto che un principe gallese stesse viaggiando in quei luoghi. I gallesi di solito restavano nei loro territori. Tuttavia, se ciò che quel servo diceva era vero, Gallus voleva agire. Era interessato ad avere un principe gallese in debito con lui. Non si poteva mai sapere quando ci sarebbe stato bisogno d’aiuto.

    Con un cenno di rassegnazione, consapevole del fatto che avrebbe dovuto sforzarsi per aiutare il principe gallese e salvarlo dai briganti, si voltò verso i suoi fratelli.

    Fate montare a cavallo gli uomini disse I cinquanta pronti ad accompagnarci a Londra basteranno. Ci dirigiamo al crocevia e vediamo cosa possiamo fare.

    Maximus e Tiberius erano già pronti alla battaglia, al contrario di Gallus, che tendeva ad essere più cauto e a pensare prima di agire. Maximus e Tiberius avrebbero combattuto sempre e ovunque. Non avevano bisogno di provocazione. Alle parole calme di Gallus, i due giovani fratelli de Shera si diressero all’entrata della tenuta, diretti verso il loro obiettivo.

    Gallus riusciva a sentire i suoi fratelli uscire dalla tenuta, mentre gridavano agli uomini che serravano i ranghi. Il suo sguardo verde scuro indugiò sul gallese.

    Faremo ciò che possiamo disse Ma dimmi perché vi trovate nelle mie terre. Dove stavate andando?

    Il servo era visibilmente sollevato alla decisione dell’importante signore inglese, ma era stanco delle domande.

    A casa rispose Di ritorno ad Anglesey, mio signore.

    Da dove venite?

    Il mio signore ha portato sua figlia a Londra e poi a Parigi per festeggiare il suo compleanno replicò Ora ha diciotto anni e Lord ap Gaerwen ha pensato di mostrarle il mondo. Questo attacco...è il primo pericolo che abbiamo incontrato.

    Gallus osservò l’uomo. Allora la vostra non era una marcia di guerra?

    Il servo sembrava sconvolto e offeso dalla domanda. No, mio signore insistette Era un viaggio pacifico, ve lo assicuro.

    Dimmi la verità o non alzerò un dito per aiutarvi.

    Questa è la verità, lo giuro!

    Lo sguardo di Gallus, intenso e intimidatorio, esitò sull’uomo, per vedere se egli avesse ceduto e avesse voluto rivelare qualche verità nascosta, ma il servo non esitò. Sostenne lo sguardo di Gallus. Dopo un attimo, Gallus distolse lo sguardo e si diresse all’entrata. Fece cenno al servo di seguirlo.

    Sei venuto a cavallo? chiese Gallus O a piedi?

    Il servo lo raggiunse, le scarpe con la suola di cuoio facevano rumore sul pavimento di legno. Ho cavalcato, mio signore.

    I pensieri di Gallus erano già rivolti alla battaglia Allora monta sul tuo cavallo e portaci dal tuo signore disse, facendolo uscire, ma si fermò un secondo quando vide uno dei servi di Isenhall. Fece un fischio verso l’uomo. Tu, là, di’ a mia madre che siamo andati al crocevia vicino al fiume. Torneremo a breve.

    Il servo di Isenhall annuì rapidamente e se ne andò, correndo su per le scale della tenuta. Gallus nel frattempo si diresse all’entrata, scendendo le scale di legno di Isenhall, che potevano essere ritirate o bruciate in caso di pericolo, isolando la tenuta da pericoli esterni. Sotto di lui, nel cortile a forma rettangolare contenuto nelle mura circolari che proteggevano Isenhall, c’erano cinquanta soldati a cavallo e sei cavalieri, inclusi i suoi fratelli.

    In quell’ora che precedeva l’alba, tutto era grigio e porpora. Le ombre erano lunghe, in lotta con le nuvole e il sole nascente. Faceva molto freddo e il respiro si condensava mentre Gallus si avviava verso il suo cavallo, un ronzino dall’ossatura robusta cresciuto in Belgio. Il cavallo era di un rosso vivido, con una criniera color panna, una bestia sopraffina. Era più resistente e più veloce dei normali cavalli. Gallus adorava quell’animale, e gli diede una pacca sul collo prima di montare in sella. Aggiustò la posa, poi osservò i cavalieri vicino a lui.

    I miei fratelli vi hanno parlato della nostra missione, da compiere prima di avviarci verso Londra? chiese.

    Alla sua sinistra c’erano due uomini enormi. Sir Scott de Wolfe e Sir Troy de Wolfe erano gemelli, figli del grande signore dei confini settentrionali, William de Wolfe. Scott era grosso, biondo e robusto, mentre Troy somigliava di più al padre, coi capelli neri e gli occhi castani. Nonostante la differenza fisica, possedevano entrambi la saggezza dei de Wolfe, l’astuzia e il potere, persino per la loro giovane età. Troy fu il primo a rispondere.

    Sì, mio signore replicò con la voce profonda da baritono Problemi al fiume.

    Gallus annuì e prese le redini. Poi guardò i cavalieri che li affiancavano. Stefan e Garran chiamò i due uomini Andate avanti e osservate la situazione. Noi ci muoveremo più lentamente di voi due soli, perciò partite ora. Quando arrivate, localizzate Gaerwen ap Gaerwen e Lady Jeniver. Metteteli immediatamente sotto la vostra protezione.

    Sir Stefan du Bois, uno dei figli del famoso cavaliere Maddoc du Bois, ma anche discendente della potente Casata de Lohr da parte di madre, annuì. Era molto giovane, coi suoi ventitré anni, ma aveva un animo saggio, quasi da anziano. Era uno dei tratti du Bois. Aveva anche la costituzione di un toro e una forza sovrumana. La sua controparte, Sir Garran de Moray, era figlio dell’illustre cavaliere Sir Bose de Moray, una volta capitano della guardia di re Henry. Garran aveva la stazza di suo padre e occhi color carbone, ma aveva il temperamento di sua madre, che a volte lo rendeva una persona leggera. Era sempre il primo a entrare in battaglia e l’ultimo a uscirne, e questo lo rendeva il preferito di Gallus.

    Sì, mio signore disse Garran, prendendo le redini e preparando il cavallo Faremo del nostro meglio.

    Garran spronò il cavallo, ma Stefan rimase fermo, solo per un secondo. Ap Gaerwen? ripeté Stefan Sono i re ed eredi di Anglesey.

    Ora il collegamento fu chiaro a Gallus, che annuì. Il padre di Stefan era gallese ed era normale che il ragazzo conoscesse la sua linea di sangue.

    Sapevo della loro importanza, ma non sapevo collocare il nome di famiglia disse Gallus a Stefan Grazie per avermelo ricordato. Ora vai anche tu. Vi raggiungeremo tra poco.

    Stefan annuì e spronò il suo cavallo baio, precipitandosi fuori dalla doppia anta del portone di Isenhall, sulla strada. Il cielo, nonostante avesse ancora delle sfumature color peltro, stava cominciando a illuminarsi e delicati raggi di sole cominciavano a farsi scorgere tra le pieghe delle nuvole. Gallus riusciva a vedere Garran allontanarsi sulla strada, e Stefan lo seguiva. Con i due cavalieri lontani, fece cenno al resto del gruppo.

    Partiamo ruggì.

    Prese l’elmo da uno dei suoi scudieri e se lo mise in testa, spronò il cavallo in direzione dei cancelli di Isenhall, attraversando il passaggio, e arrivò alla strada fatta di sassi.

    Non poteva sapere che i momenti seguenti avrebbero cambiato la sua vita per sempre.

    CAPITOLO DUE

    ––––––––

    Erano in trappola.

    Che bastardi! Lei non avrebbe ceduto senza combattere e di certo non aveva l’intenzione di arrendersi facilmente a quella bolgia di Saesneg. Erano usciti dagli alberi, avvolti dall’oscurità prima dell’alba, si erano mescolati alle ombre fino a quando era stato troppo difficile sfuggire alla loro presa. Il gruppo di ap Gaerwen ci aveva provato, naturalmente, ma era stato fermato presto.

    Lei stava cavalcando una robusta giumenta con le zampe lunghe e il passo dolce, quando si erano avvicinati al fiume Avon e la foresta attorno a loro si era animata a causa di quegli uomini. Inizialmente non aveva capito cosa stesse succedendo, perché i rumori emessi dagli uomini sembravano versi di uccelli. Siccome era mattina presto, lei aveva semplicemente pensato che si trattasse del risveglio degli uccelli. Aveva scoperto presto la verità, quando gli uomini attorno a lei - la guardia personale di suo padre - si erano messi in posizione di difesa e una dozzina di uomini si erano riversati su di loro, uscendo dalle ombre sicure. C’era pochissima luce dato il momento del giorno ed era difficile vedere i loro aggressori: il caos era stato istantaneo.

    Il suo cavallo si era impennato e lei era rotolata via, riuscendo però ad atterrare in piedi mentre la giumenta correva via. Ma non aveva armi e non aveva protezione, riusciva solo a sentire suo padre che la chiamava. Lei gridò una risposta, mentre cercava di individuarlo nella massa di uomini che si trasformava in una confusione presa dalla lotta. La paura la consumava, ma non si fece sopraffare. Tutto ciò a cui riusciva a pensare era trovare suo padre e scappare verso la sicurezza, ovunque essa potesse trovarsi.

    Perciò si fece strada nella massa contorta, e cadde persino in ginocchio per evitare di essere colpita da un’ascia. Riuscì a vedere quell’arma splendere malvagia nella debole luce del mattino e non desiderava certo cadere vittima della sua distruzione. Strisciando tra le gambe degli uomini che combattevano per salvarsi la vita, si prese più di un calcio, e le cadde persino un uomo addosso, ma lei continuò a strisciare, nel tentativo di raggiungere suo padre, che la stava ancora chiamando.

    Jeniver! riusciva a sentirlo gridare "Jeni, vieni da me!"

    Lady Jeniver Tacey ferch Gaerwen ci stava provando. Buon Dio, ci stava provando, ma dozzine di gambe le impedivano di conquistare terreno. Qualcuno le pestò la mano e lei gemette per il dolore, rallentando i progressi. Dopo essersi presa il quarto calcio, stavolta sulla schiena, capì di dover uscire dalla zona di lotta. Doveva liberarsi e raggiungere suo padre.

    La paura che aveva temuto ammirevolmente a bada cominciò ad aumentare quando un uomo le afferrò una gamba mentre lei strisciava nella massa. Lui tirò forte e Jeniver, sorpresa, si ritrovò distesa sulla schiena, osservando

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