Umidità domestica. Cause, effetti, soluzioni
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About this ebook
L’acqua è un bene prezioso, ma è anche responsabile dell’80% del degrado subito dalle costruzioni e, secondo un dato dell’Unione Europea, di oltre il 60% dei contenziosi nell’edilizia. Ecco quindi un libro completo ed esauriente sull’umidità domestica che, al di là di miti e preconcetti, spiega ogni fenomeno in termini di cause, effetti, e correttivi specifici, senza trascurare le modalità di prevenzione.
Le descrizioni sono corredate da dati tecnici e da una ricca documentazione fotografica a colori.
Marco Argiolas
Marco Argiolas è un tecnico specializzato in danni e difetti delle costruzioni. Ha maturato una solida esperienza in aziende di rilevanza internazionale e ha svolto interventi nei più svariati ambiti operativi dell’edilizia, comprese le opere infrastrutturali. Ha scritto altri libri e un e-book per l’editore Maggioli e pubblica regolarmente articoli riguardanti le patologie dell’edificio sul suo blog, ilmedicodellacasa.wordpress.com. Si occupa di ricerca scientifica e di sviluppo di nuove tecnologie, sulle quali ha depositato diversi brevetti di invenzione industriale. Svolge inoltre l’attività di relatore ai corsi di aggiornamento per professionisti sui temi di umidità, muffe e condense.
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Book preview
Umidità domestica. Cause, effetti, soluzioni - Marco Argiolas
Marco Argiolas
Umidità domestica
Cause, effetti, soluzioni
Proprietà letteraria riservata
© 2016 – Marco Argiolas
email: antiumido@tiscali.it
Tutti i diritti di riproduzione, adattamento, rielaborazione del testo in qualsiasi forma sono riservati per tutti i Paesi. Ogni violazione sarà perseguita penalmente ai sensi di legge.
ISBN: 9781370836918
Smashwords Edition
Cover art: Manuela Paric’
http://fiumegiallo.blogspot.it/
Di tutti i liquidi conosciuti, l’acqua è probabilmente il più studiato e il meno compreso.
Felix Franks, The Royal Society of Chemistry, London
Indice
Presentazione
L’acqua fra misticismo e realtà
Introduzione
Significato di umidità
Umidità fisiologica
Umidità patologica
Eccesso di umidità
Le manifestazioni dell’acqua
I diversi tipi di umidità
Acqua liquida
Vapore acqueo
Ghiaccio
Umidità di impregnazione
Origini dell’umidità
Effetti dell’umidità sul degrado delle costruzioni
Effetti diretti e indiretti dell’umidità
Le diverse tipologie di degrado correlate all’acqua
La presenza di umidità negli edifici
Struttura del libro
L’umidità meteorica e infiltrativa
Generalità
Effetti dell’acqua meteorica sul degrado
Le discontinuità di forma e dimensione
Le principali cause di apporto d’acqua meteorica
La pioggia
Protezione dell’edificio dall’umidità meteorica
Umidità proveniente dall’alto
Infiltrazioni dai passaggi degli impianti
Umidità dalle pareti
Umidità dal terreno
Correttivi
Interventi sul nuovo
Interventi sul costruito
L’umidità da impianti e da altri apporti accidentali
Generalità
I danni da impianti
Altri danni accidentali
Principali effetti
Prevenzione e correzione
Prevenzione dell’acqua da impianti
Prevenzione dell’acqua accidentale
Correzione dell’umidità da impianti e accidentale
L’umidità condensativa
Generalità
Edificio ermetico
Edificio non ermetico
L’equilibrio fra vapore immesso ed evacuato
Principali cause della condensa
Abbassamento della temperatura, riscaldamento ciclico
Condensa superficiale e interstiziale
Modalità di manifestazione della condensa
Ponti termici
Barriera al vapore
Condensa invernale e condensa estiva
Principali effetti
Effetti sulle pitture murali
Effetti sugli intonaci
Effetti sulla massa muraria
Effetti sul calcestruzzo
Effetti sui pavimenti
Effetti sui massetti
Effetti sui rivestimenti a cappotto
Effetti sugli isolanti
Effetti sul legno
Effetti sui metalli
Effetti sugli arredi
Prevenzione e correttivi
Fenomeni convettivi
Effetti correlati
Lettura del diagramma psicrometrico
Flussi convettivi sulle murature
La cappa della cucina
Fattore di forma dell’edificio
Panni stesi
Aerazione e ventilazione
L’umidità igroscopica
Generalità
Assorbimento e deassorbimento
Isteresi igroscopica
Adsorbimento e absorbimento
Descrizione del fenomeno
I flussi di calore nei fenomeni igroscopici
La condensazione capillare
Umidità fisiologica
Influenza dei sali
Riscaldamento discontinuo
Casi particolari
Principali effetti
Umidità igroscopica stazionaria
Umidità igroscopica discontinua
Prevenzione
Aumento della temperatura dell’aria
Aumento della temperatura del supporto
Riduzione dell’UR dell’aria
Eliminazione dei sali igroscopici
Umidità proveniente dal terreno
Generalità
Le interazioni fra edificio e terreno correlate all’acqua
La falda idrica
Effetti della falda sulle costruzioni
Le infiltrazioni nei locali interrati
Le cause più comuni di ingresso d’acqua dai locali interrati
Principali effetti
Effetti della pressione idrostatica sull’edificio
Effetti sui terreni
Prevenzione
Le impermeabilizzazioni in falda
Esecuzione delle opere in presenza di falda
Tecniche di prevenzione, esecuzione in spinta e in controspinta
Correttivi
Acqua percolante con impermeabilizzazione danneggiata o assente
Acqua di falda con impermeabilizzazione danneggiata o assente
La velatura
L’umidità da risalita
Generalità
Tensione superficiale
Approfondimenti
Rapporti fra l’acqua e il mezzo poroso
Effetti della risalita capillare sulle murature
Considerazioni generali
Modalità di manifestazione
La risalita capillare
La risalita non capillare
Principali differenze fra i due fenomeni
Risalita primaria e secondaria
Considerazioni
Altri aspetti significativi
Principali correttivi
La barriera fisica
Barriera chimica
Sistemi che agiscono per intasamento dei pori
Sistemi elettrici
Sistemi di barriera termica
Sistemi ausiliari
Sistemi alternativi
Prevenzione
L’umidità residua di costruzione
Generalità
Umidità residua primaria
Umidità residua secondaria
Tempi di asciugatura
Principali effetti
Prevenzione e correttivi
Prevenzione
Correttivi
Appendice. Diagnostica dell’umidità
Meteorica e infiltrativa
Prova di allagamento
Termografia
Tecnica del gas tracciante
Sistema elettromagnetico
Sistema elettrico a Bassa Tensione (circa 35 V)
Sistema elettrico ad Alta Tensione (da 2 a 40 kV)
Sistema TERP
Da impianti e da altri apporti accidentali
Termografia
Videoispezione
Prove di pressione
Condensativa
Termografia
Misurazione della temperatura superficiale
Misurazione della temperatura e dell’umidità relativa dell’aria
Igroscopica
Proveniente dal terreno
Da risalita
Valutazione dei parametri termoigrometrici
Misurazione dell’umidità superficiale con igrometro a contatto
Misurazione dell’umidità muraria con metodo al carburo di calcio
Misurazione dell’umidità muraria ponderale o con termobilancia
Indagine termografica
Misurazione del potenziale verticale di risalita
Umidità residuale da costruzione
Norme di riferimento
Un libro scritto per le donne
Bibliografia
Ringraziamenti
Presentazione
Questo libro affronta il problema dell’umidità domestica con l’intento di dare una risposta a quanti vogliono conoscere meglio questo particolare fenomeno, o insieme di fenomeni.
I proprietari di immobili, gli amministratori condominiali, i costruttori e i tecnici potranno trovarvi tutte le notizie utili alla comprensione dell’umidità e dei suoi comportamenti.
Il testo è stato concepito come una guida per facilitare la lettura dei sintomi e, attraverso questi, individuare le cause della presenza d’acqua e gli opportuni correttivi. Nonostante l’argomento sia vario e complesso, si è fatto il possibile per renderlo comprensibile e scorrevole anche per i non addetti ai lavori, evitando lunghe e noiose spiegazioni tecniche. Lo scopo di questo volume non è trattare in maniera approfondita ogni singolo tema, ma fornire al lettore una traccia utile e pratica per potersi districare nel misterioso e difficile mondo dell’umidità domestica.
Al momento non esiste in Italia un metodo approvato o universalmente accettato per la ricerca delle cause dell’umidità, quindi ogni tecnico può procedere autonomamente nell’indagine, adottando criteri propri sia nell’analisi delle cause sia nell’elaborazione delle soluzioni.
Per questo motivo non si potrà fornire un rigoroso metodo diagnostico, ma saranno invece esaminati gli indizi, quasi sempre sconosciuti e di difficile interpretazione, utilissimi per capire il problema dell’umidità domestica in tutte le sue manifestazioni più frequenti.
Capita spesso che il proprietario di casa abbia una paura profonda della risalita capillare. Quando questa viene diagnosticata nella sua abitazione è convinto di dovere affrontare una patologia grave, dall’esito incerto. La diagnosi di umidità di risalita diventa perciò temuta quanto un referto medico infausto, la peggiore notizia che possa riguardare l’immobile, la sua vivibilità e il suo valore. Al proprietario si prospetta un lungo tunnel buio, del quale conosce l’entrata ma non intravede l’uscita.
Si butta su Internet, non per navigare ma per naufragare in un mare di proposte commerciali, tutte apparentemente uguali, ma tutte altrettanto dubbie e nebulose.
Accetta (erroneamente) il fatto che l’acqua non si possa fermare in alcuna maniera e che un errore di diagnosi sia quasi inevitabile. A quel punto cede e si affida al primo esperto, o presunto tale, che capita. Oppure al più economico.
Questo stato di sconforto è molto frequente in coloro che si trovano ad affrontare i problemi di umidità domestica, anche perché le cifre in gioco sono spesso considerevoli. Soprattutto se si sbaglia la diagnosi.
Non pretendiamo di risolvere l’intero argomento in queste poche pagine, ma dopo avere letto il libro sarete sicuramente più preparati e conoscerete l’umidità domestica meglio della maggior parte di coloro che si presentano a casa vostra proponendosi come esperti, per una diagnosi o un preventivo.
Scoprirete che il fenomeno della risalita muraria è molto raro e che in moltissimi casi i problemi si possono risolvere facilmente e con poca spesa.
Molti concetti saranno ripetuti e spiegati in modi diversi, proprio per far capire nella maniera più chiara possibile alcuni fenomeni non intuitivi, che riguardano l’umidità nei suoi rapporti con le costruzioni.
L’argomento è particolarmente complicato perché necessita della conoscenza contemporanea di numerosi aspetti tecnici e scientifici. Un vero esperto dell’umidità deve essere anche esperto di chimica, fisica, scienza e tecnica delle costruzioni, e deve conoscere abbastanza bene la geologia e gli aspetti meteorologici e climatici del sito in esame. Deve anche avere una conoscenza storica delle tecniche costruttive, capire come ragionavano e pensavano le persone che hanno costruito l’edificio e quindi intuire dove possano aver sbagliato. Occorre poi avere una vasta esperienza di materiali e sistemi correttivi, antichi e moderni, per poter proporre ogni volta il metodo più efficace e meno impegnativo, idoneo a riparare i danni ed eliminare i difetti riscontrati. In questo libro abbiamo cercato per quanto possibile di trasferire una parte di queste conoscenze rendendole fruibili al lettore. Vi troverete inoltre numerose fotografie di casi reali, per illustrare meglio le modalità di manifestazione delle patologie edilizie causate dall’acqua.
Segnale stradale con acqua e casaL’acqua fra misticismo e realtà
Fig. 1.1 La divina acqua mercuriale (Baro Urbigerus – 1705).
L’acqua costituisce il 70,8% della superficie terrestre ed è l’elemento che rende possibile la vita sul nostro pianeta. Il corpo umano è costituito per l’80% da acqua, la cui carenza anche per brevi periodi provoca seri danni a organi e apparati, fino a determinare esiti fatali per l’organismo.
Senza l’acqua non sarebbe possibile l’esistenza di alcun tipo di attività biologica, tant’è che gli scienziati la cercano su altri pianeti, essendo la sua presenza una condizione essenziale per lo sviluppo della vita. Il progresso di tutte le civiltà umane è avvenuto in insediamenti situati in prossimità di corsi d’acqua, attorno ai quali si sono create le condizioni favorevoli per l’agricoltura e l’allevamento.
Ma l’acqua non è solo benefica. Gli stessi agglomerati urbani la rendevano inquinata e quindi non potabile, al punto che in tutti i documenti antichi, compresa la Sacra Bibbia, non risulta che l’acqua dei fiumi fosse bevuta. Ci si dissetava solo con quella proveniente da fonti di alta montagna. In altre culture, come quelle orientali, l’acqua veniva sterilizzata tramite ebollizione per renderla adatta all’alimentazione umana e da questa usanza deriva la tradizione del tè. Nelle culture occidentali è stato invece l’alcool a consentire la disinfezione dell’acqua, tramite la birra per gli Egizi, il vino per le civiltà mediterranee, e i distillati da fermentati idroalcolici, come il whisky e l’acquavite per i popoli del Nord Europa.
Quindi, fin dai primordi dell’esistenza umana la condizione contraddittoria dell’elemento acqua, indispensabile alla vita al punto quasi da sovrapporsi al suo significato ma in grado anche di provocare malattia e morte, ha sviluppato nell’inconscio umano la convinzione che avesse virtù magiche e sovrannaturali, dal significato duale e incerto.
Come dicevamo, nel corso dell’evoluzione la nostra specie si è costituita in comunità organizzate, che hanno dato luogo alle diverse civiltà, solo ed esclusivamente dove era disponibile abbondante acqua corrente per usi agricoli. Nella civiltà egizia è stato il Nilo a svolgere questo importante ruolo, per gli Indù è stato il Gange, per i Babilonesi il Tigri e l’Eufrate, per i Cinesi il Fiume Giallo, per gli antichi Romani il Tevere e via discorrendo. Si può affermare con certezza che, in assenza di grandi disponibilità d’acqua, non ci sarebbe stata la possibilità di sviluppare civiltà avanzate.
Questa condizione di assoluta dipendenza dell’uomo e delle sue attività dall’acqua ha portato ad attribuire a questo speciale elemento connotazioni di natura mistica, simbologica e religiosa, ancora profondamente radicate nell’inconscio collettivo.
Fig. 1.2 Il Battesimo di Cristo in un’icona della Chiesa Ortodossa. La pratica del battesimo, in cui la morte e la rinascita avvengono attraverso l’immersione nell’acqua, deriva da antichissime usanze religiose ebraiche. L’acqua è sempre stata legata ai più profondi rituali dell’esistenza umana e la sua simbologia è presente in tutte le religioni fin dai tempi più remoti.
Alcune di queste credenze sono quasi identiche in tutte le culture presenti fin dalle epoche più antiche, al punto da fare ipotizzare l’esistenza di un profondo legame psichico di tipo primordiale. Non solo di coesistenza, ma di appartenenza vera e propria, nella sfera di un più ampio rapporto ancestrale archetipico.
L’associazione dell’acqua alla vita è presente già dagli albori della civiltà e segue la visione ciclica dell’universo in cui vita e morte si alternano all’infinito, unite e opposte, scambiandosi continuamente di ruolo.
Basti pensare allo stesso fiume, che portava la vita donando fertilità ai terreni e abbondanza ai raccolti ma in occasione delle alluvioni creava danni e devastazione. Oppure al mare, che assicurava l’approvvigionamento del pesce di cui cibarsi ma era anche causa di naufragi e annegamenti e che rappresentava l’ignoto, la minaccia di una forza nefasta che si manifestava attraverso incidenti e maremoti.
Fig. 1.3 La grande Onda di Katsushika Hokusai (1830-1832), è forse l’opera d’arte giapponese più famosa al mondo.
L’acqua, compresa quella del mare, era un elemento di unione fra i popoli e di collegamento fra le culture. Il mare e il fiume diventavano la strada
da percorrere per raggiungere altri insediamenti umani. Ma era anche motivo di divisione e conflitto fra tribù, in caso di siccità o carestia. L’acqua è stata considerata la materia liquida (materia: dal latino mater = madre) fondamentale dell’universo in molte filosofie e religioni.
Nelle culture antiche, molti dei e divinità pagani sono strettamente collegati all’acqua nelle loro rappresentazioni e manifestazioni. A causa dei suoi caratteri fortemente identificativi, all’acqua è associato il concetto di femminile, di inconscio, di purificazione e di rinascita.
Molti rituali religiosi, come il Battesimo cristiano e le abluzioni nell’Ebraismo e nell’Islam, o l’immersione dei morti nell’acqua del Gange, rinnovano continuamente questo profondo concetto originario.
Nella filosofia cosmogonica greca, insieme a fuoco, terra e aria, era uno degli elementi essenziali dell’universo. Nello zodiaco l’acqua rappresenta un quarto dei quadranti con i segni dei pesci, del cancro, e dell’acquario.
Fig. 1.4 Viridarium Chymicum, Daniel Stolz von Stolzenberg, Francoforte 1624. Nella simbologia alchemica, l’acqua è uno dei quattro elementi fondamentali dell’universo e viene rappresentata da un triangolo rivolto verso il basso, che è la stessa raffigurazione del femminile mentre in altre filosofie rappresenta la perfezione.
Non mancano poi proiezioni immaginarie mostruose e negative, che sono da collegare alla percezione di potenza sovrana e incontrollabile attribuita a questo elemento.
Lo stesso diluvio universale citato nella Bibbia è motivo di distruzione ma allo stesso tempo di rinascita e purificazione, secondo la visione ciclica precedentemente accennata. Numerose religioni e tradizioni di tutto il mondo credono le acque popolate da mostri, draghi e sirene, ad accrescere la visione negativa dell’elemento. Un esempio moderno ed emblematico è il mostro cinematografico Godzilla, creato in Giappone negli anni ’50 e ’60 sulla scia dell’americano King Kong. In questa vecchia pellicola, un essere che viene dal mare minaccia la sopravvivenza dell’uomo, incarnando e rinnovando l’importante elemento simbolico presente nella millenaria cultura nipponica della distruzione proveniente dal mare.
Una cosa certa è che l’acqua alterna e rinnova continuamente il suo segno positivo e negativo, rassicurante e pericoloso, benefico e dannoso. Lo stesso concetto si ritrova in tutte le culture del mondo, fin dalla comparsa dell’uomo sulla terra.
Fig. 1.5 Mosè divide le acque del Mar Rosso.
Questa breve introduzione, apparentemente inutile, renderà invece più comprensibile l’atteggiamento che molte persone hanno nei confronti dell’acqua nelle costruzioni. Alcuni le attribuiranno facoltà mistiche, altri si convincono che contro l’acqua non sia possibile combattere, altri ancora, non conoscendo le leggi fisiche e chimiche alle quali deve sottostare, la riterranno capace di violarle a piacimento. Con la sua inafferrabile fuggevolezza liquida, la facoltà di mutare continuamente forma, di sparire evaporando per poi riapparire magicamente nel silenzio della notte sotto forma di rugiada, l’acqua ha sicuramente rappresentato uno dei misteri più inestricabili della cultura umana.
Un antico proverbio sardo recita: Noi non sappiamo dove passa l’acqua, ma l’acqua sa dove deve passare
.
Il significato era riferito in origine ai fiumi, che in occasione di intense precipitazioni meteoriche si riappropriavano improvvisamente e con prepotenza dei loro corsi naturali, che erano spesso territori coltivati o edificati.
Si attribuivano quindi all’acqua forza, potenza e conoscenza sovrannaturali tali da renderla ingovernabile. Contro di essa l’uomo non avrebbe mai potuto opporsi né difendersi. L’acqua che dà la vita ha la facoltà di riprendersela quando vuole.
Purtroppo questa convinzione non perde di attualità neppure al giorno d’oggi.
Le alluvioni in Thailandia nel 2006 e in Giappone nel 2011 a seguito di tsunami o il disastro già dimenticato di New Orleans (USA) del 2005 causato dall’uragano Katrina ripropongono con forza l’antica visione del nostro rapporto conflittuale e bivalente con questo prezioso e pericoloso elemento. Le sempre più frequenti inondazione che colpiscono le città italiane, e si cita solo a titolo di esempio Genova, mostrano quanto l’argomento sia purtroppo attuale.
Nello studio che segue applicheremo l’insegnamento dell’antico proverbio alle costruzioni. Cercheremo cioè di comprendere a fondo quale magica conoscenza possa avere l’acqua per passare dove noi non sappiamo, e proveremo a raggiungere lo stesso livello di sapienza per poterla fermare.
Possiamo proiettare la visione ciclica più volte espressa anche sulle costruzioni. L’acqua è fondamentale durante la fase di edificazione dell’opera: serve infatti per attivare le reazioni chimiche di presa delle malte, per impastare il calcestruzzo e gli intonaci. Nelle costruzioni di legno è servita per l’accrescimento del fusto. E tutto ciò rappresenta la vita.
Nel successivo periodo di esercizio dell’edificio, l’acqua avrà invece solo effetti negativi sull’opera, tali da innescare e accrescere i processi di degrado e da avviarla verso la distruzione. Tutti i sistemi termodinamici tendono al livello di energia minimo, come afferma il secondo principio della termodinamica. Le costruzioni dell’uomo non fanno eccezione: sul lungo termine anch’esse si disperderanno in materia indefinita e disordinata, che corrisponde al livello energetico più basso.
Vedremo nei capitoli seguenti come, attraverso piccoli e spesso banali accorgimenti, si possa prolungare in maniera consistente la vita utile degli edifici, salvaguardando la loro funzionalità e risparmiando nel contempo rilevanti somme di denaro.
Da questo momento in poi, le nostre considerazioni e analisi abbandoneranno definitivamente le concezioni mistiche, esoteriche e simboliche dell’elemento acqua per passare ad affrontare esclusivamente i suoi aspetti di natura tecnica e pratica nel rapporto funzionale con gli edifici.
Buona lettura.
Introduzione
Fig. 2.1 La convivenza della civiltà umana con l’acqua ha origini molto lontane.
Il rapporto fra l’acqua e gli edifici è sempre stato difficile e conflittuale. La presenza o, meglio, l’eccesso di umidità nelle costruzioni ha rappresentato fin dai tempi più antichi un serio problema per le opere, per quanto viene custodito al loro interno e per la salute delle persone.
L’acqua è responsabile dell’80% del degrado subito dalle costruzioni e, secondo un dato dell’Unione Europea, di oltre il 60% dei contenziosi nell’edilizia. Possiamo quindi immaginare quale sia l’impatto sociale, sanitario ed economico di questo importante problema. Pensiamo inoltre a quale impegno viene profuso in termini di indagine sui danni, di perizie, di valutazione dei lavori da realizzare, di individuazione delle responsabilità e purtroppo, come sempre più spesso accade, di gestione dei contenziosi legali. Vi sono inoltre importanti implicazioni ecologiche e ambientali legate all’aumentata produzione dei rifiuti causati dai lavori necessari per sanare danni o difetti riconducibili all’acqua nelle opere civili.
L’eccessiva umidità in casa è un problema rilevante anche dal punto di vista igienico e sanitario e le nostre attenzioni dovranno quindi essere rivolte al controllo della sua presenza affinché non diventi dannosa o pericolosa per le persone.
L’eliminazione totale dell’umidità non è possibile, poiché qualsiasi materiale edile a esclusione di vetro, porcellana, metalli e alcune plastiche è in grado di assorbirla. E lo farà secondo le modalità che andremo a descrivere nel testo. Il nostro obiettivo sarà dunque quello di eliminare l’umidità in eccesso dove è presente e di impedire che questa possa creare danni agli edifici.
Significato di umidità
Formalmente, il termine indica la presenza di acqua in generale, ma nel nostro caso si riferirà al suo rapporto con l’abitazione e i suoi componenti costruttivi, con quanto vi è contenuto compresi l’aria interna, gli arredi e i corredi, e con tutto ciò che si trova nell’ambiente circostante, ovvero l’aria esterna e il terreno.
Viene definita fisiologica o naturale, la quantità di umidità presente sui supporti quando questa è in equilibrio con l’aria ambiente e non crea problemi di degrado o di formazioni biologiche né alcun altro tipo di conseguenza negativa sul breve termine. L’umidità in eccesso è invece definita come patologica, in quanto capace di causare danni diretti e indiretti anche molto seri all’edificio e ai suoi occupanti.
Umidità fisiologica
I valori ottimali riferiti all’aria ambiente sono pari a 20/21° C di temperatura con umidità relativa del 50% nel regime invernale e di 24/25° C sempre con umidità relativa del 50% nei mesi estivi.
Più avanti sarà spiegato nel dettaglio il significato di umidità relativa.
In queste condizioni, i fenomeni di degrado dei materiali che costituiscono l’edificio e di quanto vi è contenuto sono molto limitati.
I valori indicati sono quelli più confortevoli per le persone e i meno adatti per la proliferazione delle attività biologiche dannose, come per esempio muffe, batteri e virus. I materiali edili porosi che compongono la costruzione tendono a portarsi in equilibrio con l’aria ambiente, fino ad assumere valori massimi variabili fra il 2 e il 4% in peso. Ciò significa che in ogni chilogrammo di mattone, intonaco o calcestruzzo saranno contenuti fra i 20 e i 40 grammi di umidità.
Attenzione: la percentuale in peso è cosa ben diversa dalla percentuale in volume. Mediamente una muratura di mattoni pieni pesa circa 1.600 kg al m³, quindi il 4% in peso è pari a 64 kg, mentre il 4% in volume d’acqua corrisponde a 40 litri, cioè a 40 kg.
Se esaminiamo materiali leggeri come gli isolanti termici, le differenze sono ancora più marcate. Il polistirolo espanso, noto con il simbolo EPS, è molto usato in varie versioni con diverse densità per la realizzazione dei cappotti e per l’isolamento in intercapedine.
Il suo assorbimento di acqua è pari a circa il 3% in volume, quindi un m³ di EPS può assorbire 30 dm³ cioè 30 kg di acqua. Considerando che un materiale simile può pesare circa 20 kg al m³, gli stessi 30 kg d’acqua assorbiti sono il 3% in volume e il 150% in peso.
Quanto più l’umidità dell’aria è alta, tanto più tende a essere alta anche sui supporti porosi, e viceversa. Fra l’aria e i materiali presenti nella costruzione avvengono continui interscambi che tendono sempre all’equilibrio.
Se il supporto poroso, sia esso un muro o un pavimento, è più umido dell’aria, si avrà un trasferimento di acqua sotto forma di vapore, detto evaporazione, dal mezzo poroso all’aria. Se invece quest’ultima è più umida del supporto, si avrà il processo inverso, che prende il nome di condensazione. In questo caso, l’umidità presente nell’aria si trasferisce sui materiali edili e su quelli contenuti all’interno dell’edificio fino a trovare il suo punto di equilibrio, non necessariamente sotto forma di liquido ma molto più spesso come umidità contenuta nei pori, che generalmente è di natura igroscopica.
Le percentuali di umidità contenute nella casa, sia nell’aria sia nei supporti porosi, oscillano nel tempo e quasi sempre si mantengono sufficientemente basse da non costituire un problema né per i materiali né per gli occupanti. Quando queste percentuali superano determinati limiti, bisogna però intervenire in maniera adeguata e in tempi piuttosto rapidi, per evitare il progressivo degrado dell’edificio e del suo contenuto.
Umidità patologica
È assodato che tutti i materiali usati nelle costruzioni, oltre a quelli che si trovano all’interno degli edifici, sono più o meno sensibili all’umidità. Quando questa aumenta, si realizzano le condizioni che inducono, direttamente o indirettamente, fenomeni di degrado molto spesso a carattere degenerativo, capaci di causare in ultima analisi la distruzione delle opere e dei manufatti. Il comportamento dei vari materiali a contatto con l’umidità varia enormemente e dipende da molti fattori. Anche le reazioni secondarie conseguenti possono essere molto diverse fra loro.
L’umidità patologica è sempre dovuta a quantità di umidità in eccesso rispetto a quella fisiologica.
Eccesso di umidità
Una situazione frequentemente riscontrabile nelle strutture edili a uso abitativo è l'umidità in eccesso. Questa può provocare danni seri alla costruzione e a tutto ciò che vi è contenuto compresi gli arredi, coinvolgendo anche la salute degli occupanti.
Si definisce eccesso quella quantità d’acqua che va oltre le funzioni specifiche dell’elemento considerato e che deriva da difetti costruttivi, danni o cause comunque indesiderate che ne pregiudicano la funzionalità e l’integrità estetica o strutturale.
Per esempio, una vasca di accumulo idrico o una piscina saranno normalmente piene d’acqua, ma questa non può essere considerata in eccesso, mentre una percentuale di umidità superiore al 4 % contenuta nelle murature domestiche sarà definita come eccedente. Bisogna inoltre considerare che la quantità d’acqua presente in una costruzione tende a variare con andamento stagionale ciclico dovuto alle diverse modalità di gestione dell’immobile. Dipende quindi dall’uso più o meno intensivo degli impianti di riscaldamento e condizionamento e dalle attività che si svolgono all’interno della struttura.
Fig. 2.2 Molecole d’acqua libere.
Le manifestazioni dell’acqua
Per poter comprendere meglio il testo che segue bisogna innanzi tutto fare una distinzione fondamentale fra le diverse forme attraverso le quali l’acqua può essere presente nell’edificio e sui materiali. Come vedremo meglio in seguito, l’acqua si comporta in maniera completamente diversa a seconda del suo stato fisico, che può essere liquido, gassoso o solido, e delle sostanze alle quali può essere unita sotto forma di miscela, di soluzione e di composto idrato.
Si raccomanda vivamente di leggere con cura questa sezione per poter correttamente interpretare i fenomeni che saranno poi approfonditi nel testo.
Le spiegazioni che seguono non hanno la pretesa di essere un trattato di fisica o di chimica. Sono soltanto dei richiami ad alcuni argomenti già conosciuti dal lettore, arricchiti da approfondimenti utili alla comprensione dei fenomeni riguardanti il rapporto fra l’acqua e gli edifici. Perciò saranno descritti solo per quanto riguarda l’umidità domestica, evitando ulteriori considerazioni di carattere generale o non pertinente.
L’acqua, almeno ai fini dell’argomento trattato, può esistere in tre diversi stati fisici, dette fasi.
La fase liquida, che chiameremo acqua liquida, quella aeriforme o di vapore e quella solida chiamata ghiaccio. Esiste un’altra forma di esistenza dell’acqua, che non è propriamente una fase, ma è presente in maniera diffusa nelle costruzioni, e riguarda l’impregnazione parziale o totale di un mezzo poroso.
Spesso la si descrive con il termine indefinito di umidità ma, come vedremo, si tratta di una condizione particolare, ricca di comportamenti inusuali, che necessita di essere conosciuta un po’ meglio.
I diversi tipi di umidità
Quindi, in ambito domestico, possiamo trovare l’acqua in quattro diverse forme:
Acqua liquida
Vapore acqueo
Ghiaccio
Acqua che impregna un mezzo poroso
Fig. 2.3 Le tre fasi dell’acqua.
Acqua liquida
In termini scientifici, si parla di liquido quando la materia ha massa e volume proprio ma non forma propria e assume quella del recipiente che la contiene.
Perciò l’acqua liquida ha bisogno di essere contenuta in uno spazio definito. L’intervallo di temperatura entro il quale l’acqua liquida può esistere alla pressione ambiente è compreso fra 0°C e 100°C.
L’acqua liquida è soggetta a diverse leggi fondamentali della fisica, alcune delle quali poco note, che incidono in maniera significativa sul suo comportamento in relazione al rapporto con l’edificio.
Per brevità non verranno elencate tutte, ma saranno riportate nelle varie sezioni successive solo quelle utili a spiegare i fenomeni correlati. L’acqua allo stato liquido ha inoltre alcune particolari proprietà fisiche e chimiche, assolutamente uniche in natura, che vedremo man mano nel seguito del libro.
Vapore acqueo
Il vapore è lo stato fisico aeriforme dell’acqua, che si sviluppa per evaporazione della sua fase liquida. Questo processo avviene a tutte le temperature e necessita di una certa quantità di calore, detta appunto calore di evaporazione per potersi realizzare. Il vapore acqueo può miscelarsi con l’aria in diverse proporzioni e può essere saturo o insaturo. Si dice saturo se a una determinata temperatura viene raggiunta la quantità massima di vapore che l’aria può contenere, mentre è insaturo se questa è più bassa. La percentuale di umidità presente nell’aria, riferita a quella di saturazione, è detta umidità relativa. La temperatura incide sensibilmente su questi equilibri. Se aumenta, tenderà a crescere la quantità di vapore che può essere contenuta nello stesso volume d’aria. Viceversa se diminuisce avverrà l’esatto contrario, ma è importante precisare che tutto ciò non segue la legge di proporzionalità.
Il vapore acqueo contenuto nell’aria esercita inoltre una pressione, chiamata più frequentemente tensione di vapore, che ha effetti molto particolari e per nulla intuitivi sul movimento di umidità nei mezzi porosi, e in particolar modo sugli isolanti termici.
Ghiaccio
Il ghiaccio è acqua allo stato solido che si forma normalmente per solidificazione dell’acqua liquida a temperature di 0° C o inferiori. Più raramente, può formarsi per trasformazione diretta del vapore acqueo in brina, fenomeno che prende appunto il nome di brinamento.
Se l’acqua non è pura ma contiene delle sostanze disciolte, la temperatura di congelamento si abbassa; l’acqua cioè resta liquida anche al di sotto di 0° C. Questo fenomeno si chiama abbassamento crioscopico e si osserva spesso anche nell’acqua che interagisce con gli edifici.
L’altra caratteristica interessante del ghiaccio è quella di avere un volume maggiore rispetto all’acqua di circa il 9%.
È noto a tutti che se mettiamo una bottiglia di vetro piena d’acqua nel freezer questa si rompe appena si forma il ghiaccio al suo interno.
Anche le costruzioni subiscono effetti dannosi da questo anomalo fenomeno di espansione volumetrica, che causa diverse forme di disgregazione superficiale dei materiali e in taluni casi anche problemi più seri, come la rottura di tubazioni o di impianti idrici.
La neve è una formazione meteorica di minuscoli cristalli di ghiaccio di forma esagonale, che prendono il nome di fiocchi. Mentre la grandine è una precipitazione formata da chicchi di ghiaccio di maggiori dimensioni, generalmente di forma sferica o similare.
Umidità di impregnazione
Non si tratta di un diverso stato fisico, ma l’umidità di impregnazione si comporta in maniera completamente diversa rispetto alle fasi conosciute dell’acqua. Riteniamo perciò di dover esporre i concetti che seguono per favorire una completa comprensione del tema.
Quando l’acqua impregna un mezzo poroso, per esempio un mattone, un intonaco o il sottofondo di un pavimento, segue leggi fisiche diverse rispetto all’acqua liquida che siamo abituati a conoscere.
I supporti sui quali questa è presente possono essere saturi o insaturi.
Nel primo caso, tutte le porosità sono completamente riempite d’acqua e