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I Signori degli Elementi: VIII - 1
I Signori degli Elementi: VIII - 1
I Signori degli Elementi: VIII - 1
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I Signori degli Elementi: VIII - 1

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About this ebook

Otto Elementi. Otto creature diverse. Un’unica missione: ritrovare tre antichi manufatti per impedire al Vuoto di distruggere il mondo. Un mondo in cui i confini fra le razze che lo dominano, angeli, demoni, vampiri e umani, non sono più netti. Ognuno di loro dovrà mettere da parte le proprie priorità, calpestare i propri giuramenti e combattere a fianco di chi ha giurato di distruggere in una battaglia che non li porterà solo ad affrontare nemici crudeli e senza scrupoli, ma anche a confrontarsi con i fantasmi del loro passato. Un passato accomunato dalla morte e dal dolore.
"I Signori degli Elementi", primo romanzo della saga urban fantasy "VIII" di Barbara Artico, torna in questa nuova versione completamente rieditato.

Illustrazione di copertina a cura di Karen S. Darboe
LanguageItaliano
Release dateDec 12, 2016
ISBN9788822876416
I Signori degli Elementi: VIII - 1

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    I Signori degli Elementi - Barbara Artico

    Barbara Artico

    I Signori degli Elementi

    VIII - 1

    UUID: 9a6f8e78-9fdd-4570-9b30-31829a4ab543

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    https://writeapp.io

    Avrei voluto poterti leggere anche questo libro,

    ma sono sicura che lo leggerai comunque,

    perchè sei sempre con me...

    Prefazione

    Le strade deserte, i palazzi in rovina, il silenzio. Il silenzio più assoluto in quella che un tempo era una tra le più chiassose metropoli del mondo. Il sole stesso sembrava aver abbandonato per sempre la volta celeste che di celeste ormai non aveva più nulla e perfino il vento taceva.

    La ragazza chiuse i suoi occhi dorati più volte, inutilmente. Non era una visione e nemmeno un sogno. Quel paesaggio apocalittico era reale.

    Era stato tutto inutile.

    Avevano perso.

    1

    Tre strane ragazze

    Era una calda serata afosa di fine estate, la più calda che la città di New York ricordasse. O almeno così pensavano le persone ammassate attorno al ring di Williamsburg, nel distretto di Brooklyn.

    Il torneo della federazione indipendente di arti marziali era agli sgoccioli. Dopo aver animato le serate dei newyorchesi con incontri spettacolari, la cintura veniva messa in palio per l’ultima volta prima della pausa tra un campionato e l’altro.

    Un uomo armato di microfono salì finalmente sul quadrato e la folla scalmanata ammutolì.

    Signore e signori, un caloroso benvenuto da parte mia a tutti voi! esclamò con tono scherzoso mimando il gesto di farsi aria.

    Delle risatine serpeggiarono tra il pubblico, Kevin Slater era il presentatore più amato della federazione.

    Dopo tre mesi di sangue, sudore e lacrime su questo spietato ring, il grande giorno, o forse sarebbe meglio dire la grande notte è giunta! Abbiamo visto lottatori da tutta l’America combattere ferocemente tra loro, abbiamo ammirato stili di lotta diversi, abbiamo assistito a vere e proprie battaglie, abbiamo vissuto e sofferto insieme a loro mentre scalavano la vetta del torneo e abbiamo pianto lacrime amare ogni qualvolta uno dei nostri beniamini ha dovuto fare le valigie. Ma questo sport non prova pietà per nessuno. Solo i duri e i forti possono rimanere in piedi su questo ring e solo una macchina da guerra poteva arrivare fino allo scontro decisivo con il campione in carica e calcare questo campo di battaglia per l’ultima volta!

    Si voltò verso l’angolo rosso e sollevò con teatralità il braccio sinistro.

    All’angolo rosso lo sfidante! Colui che non è mai andato oltre la seconda ripresa, l’uomo che ha vinto venti incontri per ko su ventiquattro, il campione di Vale Tudo, e ripeto Vale Tudo, non MMA, il serpente nero Boiùna, da San Paolo, Brasile, Heitor Pereira!

    Un bestione salì al centro del ring sollevando le braccia. I lunghi dreads neri ricadevano sulla schiena color caramello celando parzialmente il tatuaggio a forma di testa di serpente. Il pubblico urlò a gran voce il suo nome di battaglia, Boiùna, il mitico serpente nero del folklore brasiliano, anche se non tutti sembravano dalla sua parte. Aveva eliminato molti beniamini dalla competizione e sembrava non gliel’avessero ancora perdonato.

    Il presentatore si schiarì la voce e il silenzio calò di nuovo.

    All’angolo nero.

    Un sorriso si fece largo sul suo volto.

    Il tornado lottatore, l’uragano infuriato, il pugno danzante, la regina del sinistro, il jab della leggenda…

    Mentre l’uomo continuava a elencare i vari soprannomi del campione in carica, la folla cominciò a dividersi fino a formare un corridoio.

    …la specialista del gancio, la furia scatenata, è con grande onore che vi presento la nostra campionessa imbattuta, l’unica, grande e sola Hells!

    Il pubblico esplose in un boato di grida mentre una sagoma avvolta in un mantello scuro percorreva a tutta velocità il passaggio tra la gente. Con un balzo saltò in cima all’angolo del ring, lanciando contemporaneamente in aria il drappo nero e svelando la sua identità: una ragazza dai lunghi capelli corvini legati in una coda di cavallo. Tolse la cintura da campione e la alzò sopra la testa, ricevendo le ovazioni della folla nella sua interezza. Si inchinò in segno di ringraziamento per poi scendere dall’angolo con un saltello. Affidò la cintura al presentatore, gli fece l’occhiolino e si posizionò al centro del ring, di fronte allo sfidante. Sembrava una bambina paragonata al gigantesco lottatore.

    Finalmente ci affrontiamo, tornado lottatore. esclamò l’uomo, ma più che un complimento il suo sembrava un tentativo di scherno. Sei arrivata fin qui con la tua bella cintura di Tiffany solo perché sei stata così fortunata da non incontrarmi sulla tua strada!

    Lo sai, Boiùna? Quando questo incontro sarà finito dovranno aggiungere un altro titolo alla mia presentazione: la mangusta nera!

    O-oh, l’atmosfera sul ring sta cominciando a scaldarsi! esclamò il presentatore con un sorriso.

    L’arbitro salì sul ring e si avvicinò ai due contendenti.

    Conoscete le regole, sono poche ma dovete rispettarle: niente armi, oggetti contundenti o quant’altro, potete fare affidamento unicamente sulla vostra forza fisica!

    Non ti preoccupare, mi basta un morso per eliminare questo topolino! sibilò lo sfidante con aria arrogante.

    Dateci dentro!

    Il suono del gong seguì le parole dell’arbitro, segnando l’inizio dell’incontro.

    Avanti orbettino, fammi vedere cosa sai fare! Mordimi, se ci riesci!

    Con un urlo di rabbia l’energumeno si avventò sulla ragazza che evitò facilmente la sua presa sgusciandogli di lato con un movimento aggraziato. La campionessa giocò con lui per una manciata di minuti, giusto per non deludere il pubblico che aveva atteso tre lunghi mesi per assistere alla finale, se l’incontro fosse finito in un batter d’occhio non ci sarebbe stato alcun gusto.

    Non sai fare altro che scappare, ragazzina?! sbraitò l’uomo infuriato, per quanto ci provasse nessuno dei suoi attacchi era andato a segno.

    Perdonami, ma i tuoi colpi soporiferi non hanno effetto su di me! ribatté lei sbadigliando con fare teatrale. Mi sto addormentando, posso schiacciare un pisolino?

    Boiùna tornò alla carica sibilando come un vero e proprio serpente, quella minuscola ragazzina si stava prendendo gioco di lui davanti a centinaia di persone. La lottatrice cominciò ad aumentare il ritmo, rispondendo ai suoi attacchi senza però sbilanciarsi troppo. Erano già alla terza ripresa quando con la coda dell’occhio notò il presentatore a bordo ring sbracciarsi per attirare la sua attenzione. Alla vista del cellulare nella sua mano che suonava incessantemente, le iridi d’ametista della ragazza si illuminarono improvvisamente.

    Ti chiedo scusa, ma sono richiesta altrove.

    Sferrò un calcio al ginocchio d'appoggio dell'uomo che cedette senza quasi rendersi conto del perché, tanto era stata veloce, e prima che potesse rialzarsi lo colpì al torace e infine al mento con una rovesciata all’indietro. Lo sfidante crollò sul ring a peso morto, il conteggio dell’arbitro fu totalmente superfluo. La folla esplose in un boato di sorpresa e giubilo e la campionessa salì nuovamente in cima all’angolo sollevando le braccia al cielo.

    Il Woodlawn Cemetery, uno dei più grandi cimiteri di New York, è un luogo allo stesso tempo suggestivo e lugubre di giorno, figurarsi di notte. Cosa ci facesse una giovane donna tutta sola, lo sapeva solo il cielo, sembrava quasi una visione, o uno scherzo di cattivo gusto. Il suo abbigliamento era elegante e raffinato mentre il volto contornato dai lunghi capelli rossi era abbellito da un velo di trucco, di certo non era una senzatetto con la passione per il grottesco.

    Camminava guardandosi intorno con fare indifferente, come se fosse alla ricerca di qualcosa ma non avesse alcuna fretta di trovarla. Oltrepassò la tomba di Miles Davis e quella di Herman Melville, superò mausolei e statue senza nemmeno degnarle di uno sguardo e finalmente si fermò sopra un’anonima lapide in mezzo a tante altre. Passarono diversi secondi senza che accadesse alcunché, il silenzio del camposanto disturbato solo dai rumori della città in sottofondo. Controllò l’orologio al polso e sbuffò impaziente.

    Quanto ancora hai intenzione di farmi aspettare?

    Si inginocchiò e bussò sopra la lastra di marmo.

    C’è nessuno? Non ho tutta la notte! esclamò con fare stizzoso, ma non ricevette risposta. Al diavolo!

    Girò i tacchi e tornò da dove era venuta. Una mano spuntò improvvisamente dal terriccio della tomba e in pochi istanti un vampiro redivivo scavò la sua via d’uscita. Si ripulì i vestiti sporchi di terra e fece per allontanarsi, ma un fischio in lontananza attirò la sua attenzione. Prima ancora che potesse capire cosa stava succedendo, un falco pellegrino piombò dall’alto e gli artigliò la faccia. La creatura urlò più di sorpresa che di dolore, portando una mano agli occhi insanguinati. La sua vista offuscata catturò l’immagine sfocata della ragazza di poco prima, ferma di fronte a lui, un sorriso sardonico sul volto grazioso e allo stesso tempo inquietante. Fu l’ultima cosa che vide prima di diventare un mucchietto di cenere.

    E anche questa è fatta! sospirò la ragazza infilando il paletto di frassino nella borsetta per poi tirarne fuori un guanto di cuoio.

    Sollevò il braccio e il falco che volava in cerchio sopra il camposanto vi si appollaiò.

    Bravo piccolino. lo vezzeggiò prima di fargli spiccare nuovamente il volo. Andiamo a riscattare la nostra ricompensa! annunciò sfregandosi le mani mentre un sorriso compiaciuto si faceva largo sul suo volto.

    Si diresse verso l’uscita del camposanto sfilando contemporaneamente il guanto, ma quando aprì la borsetta notò il suo cellulare vibrare per una chiamata in arrivo. Guardò il numero sul display e il sorriso svanì per lasciare il posto a una smorfia. Con un'alzata di spalle richiuse la cerniera ignorandolo volutamente e una volta uscita dal cimitero chiamò un taxi per l’AMC, il suo casinò preferito.

    Il West Forth Street Courts di Manhattan, meglio conosciuto come La Gabbia, era gremito di persone ammassate attorno al campo da basket. Due squadre amatoriali si stavano sfidando in quella che non era più una semplice partita, sembrava un vero e proprio incontro di NBA tanta era la bravura dei giocatori in campo. L'attenzione del pubblico era però rivolta a una ragazza dai corti capelli neri che spiccava sul campo da gioco non solo perché era l'unica donna, ma perché era l’unica a non essere afroamericana.

    Che ci fa quella ragazza con le Pantere? È una sostituta? domandò un ragazzo dopo essere finalmente riuscito a farsi strada fino alla rete.

    Stai scherzando? Davvero non sai chi è lei? ribatté l’uomo al suo fianco, sbigottito.

    Dovrei?

    Guarda coi tuoi occhi. rispose semplicemente mentre un sorriso enigmatico si faceva largo sul suo volto.

    Il punteggio era di perfetta parità, centouno a centouno. Mancava meno di un minuto allo scadere del tempo e la palla era in mano alla squadra avversaria. Il playmaker scattò improvvisamente in avanti, scartando con abilità due giocatori che si frapposero nella sua avanzata.

    Excell! urlò uno dei due alla compagna di squadra.

    Ricevuto! rispose la ragazza con un sorriso.

    In un istante attraversò il campo da gioco e rubò con maestria la palla all'avversario. Fu così veloce che il giocatore fece altri due passi prima di rendersi conto di non avere più il possesso del pallone.

    Fermatela! sbraitò voltandosi verso i suoi compagni.

    Fu tutto inutile. Uno dopo l’altro cercarono di frapporsi tra la ragazza e il canestro, ma lei li scartò tutti con leggiadria e agilità al limite dell'umano, correndo poi a segnare i due punti della vittoria. Era stata così veloce che aveva impiegato solo una manciata di secondi a prendere palla e concludere l’azione.

    Ma chi è, la moglie di Flash?! esclamò sorpreso il ragazzo del pubblico e l’uomo al suo fianco scoppiò a ridere.

    Ora capisci perché è l’unica ragazza a cui è stato concesso di giocare con le Pantere? Quando si è presentata nessuno voleva farla giocare, ma dopo aver battuto ogni singolo avversario in una sfida uno contro uno, hanno letteralmente fatto a botte per aggiudicarsela in squadra!

    L’arbitro fischiò la fine della partita e i compagni di squadra corsero ad abbracciare la ragazza per poi sollevarla come un’eroina. L’allenatore si stava sbracciando da dietro la rete per attirare la sua attenzione e, quando finalmente intercettò le sue iridi dorate, sollevò un cellulare che suonava incessantemente da cinque minuti. La ragazza sgranò gli occhi, sorpresa.

    Scusate ragazzi, potreste mettermi giù?

    Corse ad afferrare il telefonino tra le maglie della rete.

    Pronto? Adesso? D’accordo, arrivo subito.

    Interruppe la chiamata e si voltò verso i compagni con un sorriso amaro.

    Scusate ragazzi, ma dovrete festeggiare senza di me.

    Come sarebbe a dire?! Sei tu la star, hai fatto novantuno punti da sola, senza contare tutti i canestri che hai impedito! protestò il capitano della squadra.

    Mi dispiace davvero tanto ma è un'emergenza, e poi lo sapete che sono astemia!

    Ma…

    Devo andare.

    Prima che potessero trattenerla oltre, sgattaiolò fuori dalla recinzione e si dileguò tra i palazzi. Si guardò intorno più volte per accertarsi che nessuno la stesse osservando, infine chiuse gli occhi e inspirò a fondo. Delle ali dalle piume nere spuntarono dalle sue scapole. Riaprì gli occhi e alzò con decisione la testa verso il cielo notturno sopra di lei. Un istante dopo era sparita.

    2

    Una nuova minaccia

    Excell riaprì lentamente gli occhi. Davanti a lei torreggiava un enorme cancello bianco.

    Kring Threp, la città degli angeli. Un regno magico a cavallo tra le dimensioni, una terra di pura luce e armonia spesso associata al regno dei cieli vero e proprio, un luogo proibito e inaccessibile per chiunque non fosse una creatura celeste.

    Si guardò intorno. Era arrivata per prima. Come sempre, aggiunse tra sé e sé mentre un sorriso si faceva largo sul suo volto. Si passò una mano sulla fronte imperlata di sudore, la partita era stata più faticosa del previsto nonostante avesse giocato solo due tempi su quattro. Un brivido le attraversò la schiena. Passare dal caldo afoso di New York alla temperatura mite di Kring Threp era uno sbalzo non da poco, non vedeva l’ora di andare a casa e farsi un bel bagno caldo.

    La campionessa di lotta si materializzò al suo fianco. Le stesse ali dalle piume color della pece adornavano le sue spalle.

    Ben arrivata Hells! la salutò cordialmente la ragazza dai corti capelli neri.

    Un sorriso a trentadue denti si allargò sul volto dell’amica.

    È da tanto che aspetti, Ex?

    No, sono appena arrivata anch’io.

    Com’è andata la partita?

    Abbiamo vinto, naturalmente! rispose Excell con un sorrisetto. Il tuo incontro?

    Occorre chiederlo? ribatté l’altra prima di guardarsi intorno con fare spazientito. Possibile che dobbiamo sempre aspettare i comodi della principessa?

    Quanta impazienza! sbuffò la cacciatrice di vampiri comparendo dal nulla di fronte alle due. Da quando ci tieni così tanto a parlare col grande capo?

    Non ci tengo a parlare col grande capo! ribatté Hells. Semplicemente non vedo l’ora di andare a casa a mangiare, sono a stomaco vuoto da esattamente cinque ore!

    Addirittura? la canzonò l’altra fingendosi dispiaciuta. Scusa tanto se stavo riscattando la mia ricompensa per aver eliminato qualche succhiasangue di troppo!

    A quelle parole le iridi viola della campionessa di lotta si ridussero a due fessure.

    Cerchi guai?

    Hells, Luna, vi prego, non ricominciate! sospirò con fare stanco la terza ragazza.

    L’aprirsi del cancello bianco interruppe le due contendenti prima che la discussione degenerasse. Una coppia di angeli in armatura si avvicinò al trio stringendo con forza le lunghe alabarde nelle loro mani, quasi come monito. Le loro ali dal piumaggio candido erano dispiegate dietro di loro, come a voler mettere in evidenza il colore opposto.

    Avete finito con i vostri stupidi battibecchi? domandò uno dei due con supponenza, senza preoccuparsi di nascondere il disgusto per il nero delle loro piume.

    Hells si voltò con un sorrisetto di sfida e sbattè le ali come se stesse sventolando un drappo colorato di fronte a un toro.

    Da questa parte. sibilò l’angelo precedendole oltre i cancelli.

    La ragazza sorrise soddisfatta mentre Excell scuoteva la testa con rassegnazione. Fortunatamente i due angeli erano meno irascibili degli ultimi dieci con cui Hells aveva fatto a botte e, se non altro, l’amica sembrava essersi scordata del diverbio con Luna.

    Attraversarono la silente città bianca, i suoi abitanti si rifiutavano di mostrarsi in pubblico quando venivano convocate, quasi avessero paura che la loro sola presenza potesse contagiarli e corromperli. Ogni cosa era costruita in un materiale simile al marmo e all’alabastro, dai palazzi alle vie lastricate alle alte mura, e sembrava irradiare una luce propria. Un silenzio di pace e calma aleggiava nell’aria, come se il tempo stesso si fosse fermato e la città fosse completamente disabitata. Sembrava quasi un paesaggio onirico, fragile e surreale, ma allo stesso tempo capace di togliere il fiato.

    Oltrepassarono la piazza dalle fontane bianche, il gorgoglio dell’acqua come unico rumore a spezzare il silenzio, e si fermarono ai piedi della scalinata antistante un enorme tempio dalle colonne doriche. I due angeli le scortarono all’interno dell’edificio fino alla sala principale. Non appena ebbe varcato l’enorme portone dorato, Hells sollevò il braccio destro in un tipico saluto romano.

    Ave Cesare, morituri te salutant!

    L’angelo seduto sul seggio in fondo al salone bianco portò una mano alla fronte con fare stanco.

    Hells, devi recitare questa commedia ogni volta? È proprio necessaria?

    Necessaria? Naah! Divertente! ci tenne a puntualizzare la ragazza con un sorrisetto.

    I due angeli che le avevano accompagnate fin lì le riservarono uno sguardo carico di disprezzo, ma il reggente alzò una mano come a indicare che andava tutto bene. Il suo aspetto austero e severo non lasciava intuire facilmente la sua età, le sottili rughe attorno agli occhi argentei e i capelli imbianchiti facevano presupporre che si avvicinasse alla cinquantina, ma in realtà poteva averne anche un milione dal momento che gli angeli, raggiunta la maggiore età, rimanevano immutati per secoli. Indossava una lunga tunica così bianca da essere quasi abbagliante mentre un medaglione dorato pendeva dal suo collo a indicare la sua posizione di governatore.

    Hells, Excell, Luna, vi ho convocate per un motivo ben preciso. cominciò raccogliendo le mani al petto.

    La sua voce era melodiosa e inflessibile allo stesso tempo.

    Lo spero proprio… sbuffò la ragazza dai capelli rossi facendo roteare gli occhi.

    Un male primordiale si sta per risvegliare. continuò l’angelo fingendo di non averla sentita.

    Oh no, non me lo dire! lo interruppe Hells lasciando ricadere le braccia lungo il corpo. "Adesso verrà fuori che, guarda a caso, noi tre siamo le prescelte, o magari le elette! La mia esperienza dice che essere le prescelte non porta mai bene, tutti cercano di ucciderti e nessuno saprà mai che ti sei fatta un culo così per salvare il mondo!"

    Cos’è questo male primordiale? E cosa dobbiamo fare affinché non si risvegli? chiese Excell cercando di riportare un minimo di serietà.

    È un’entità puramente malvagia che anela al nulla. spiegò l’angelo. Non è la prima volta che tenta di allungare i suoi artigli sul mondo, e non parlo solo del mondo degli umani: il suo obiettivo è annientare ogni forma di vita da qualsiasi piano di esistenza.

    Impressionante. commentò Luna guardandosi le unghie colorate. E come ha fatto il mondo a salvarsi le altre volte?

    La comparsa degli otto Elementi è un chiaro segno dell’approssimarsi di questo male. continuò l’angelo. Alcuni credono che siano proprio loro gli araldi di questa entità, ma dopo aver vissuto più volte questa situazione nei secoli passati, sono giunto alla conclusione che gli otto Elementi non sono la causa, bensì la conseguenza: una sorta di meccanismo di autodifesa del mondo.

    Gli otto elementi? ripeté Excell confusa.

    Terra, acqua, fuoco, aria, luce, tenebre, ghiaccio e fulmine. Gli Elementi che compongono il mondo in cui viviamo tutti. spiegò il reggente. Dovete radunarli e trovare i tre Arcana, solo in questo modo potremo impedire al Vuoto di divorare ogni cosa.

    E che ci vuole? Un sasso, un bicchiere d’acqua, un accendino, un ventilatore, una lampadina, una candela spenta, un cubetto di ghiaccio e una spina! esclamò Hells con un sorriso a trentadue denti.

    Una candela spenta? Una spina? obiettò Luna stranita.

    Le tenebre e il fulmine, no?

    Hells, puoi per una rara volta affrontare la situazione con serietà?! la rimproverò l’angelo con durezza.

    Chiedo scusa, volevo solo rendere il tuo discorso meno noioso! si difese la ragazza attirando altre occhiate di disprezzo dai due guardiani.

    Come stavo dicendo, dovete trovare i Signori degli Elementi, coloro che, come voi, padroneggiano fin dalla nascita questi poteri naturali.

    Hai parlato anche di un’altra cosa, gli Arcana se non sbaglio. continuò Excell e l’angelo sorrise compiaciuto.

    Vedo che almeno tu presti attenzione alle mie parole. Si tratta di tre manufatti di vitale importanza, se cadessero nelle mani sbagliate, unite agli Otto Elementi, sarebbe la fine.

    Scusa un attimo. lo interruppe Luna alzando una mano. Hai detto che non è la prima volta che accade, come mai non avete custodito questi fantomatici Arcana a Kring Threp dopo aver scacciato il male primordiale, così da essere pronti per la volta successiva?

    Ottima domanda, Luna. esclamò il reggente annuendo. Ma vedi, l’epilogo della battaglia precedente è stato un po’… complicato.

    Quando mai non lo è? sbuffò la rossa.

    L’angelo inspirò a lungo, come se stesse cercando le parole più adatte.

    Furono i demoni a salvare il mondo, paradossalmente. confessò quasi a fatica. Uccisero i Signori degli Elementi e scacciarono il Vuoto, ma non l’avevano sconfitto, avevano solo rimandato l’inevitabile. Si spartirono gli Arcana, quasi fossero un mero trofeo, e da allora i clan più potenti se li tramandano come simbolo di forza e valore.

    Oh, magnifico, quindi oltre alla ricerca dei nostri simili dovremo anche strappare tre manufatti dalle grinfie dei demoni! Almeno possiamo sapere cosa sono? chiese ancora Luna.

    Una spada, uno scudo e uno scettro. riferì l’angelo.

    Tutto qui? ribatté la ragazza sollevando un sopracciglio.

    Il loro aspetto potrà sembrarvi comune, ma vi assicuro che non è così.

    Tutto molto interessante, ma com’è che questa storia salta fuori solo adesso? Sono anni che lavoriamo per voi, perché di punto in bianco spunta questo male primordiale? Fino a ieri dov’era, in vacanza? domandò Hells portando le mani ai fianchi.

    Ogni dieci domande stupide vedo che riesci a porne una di intelligente, Hells. esclamò l’angelo con una punta di ironia e Luna sogghignò tra sé e sé mentre la diretta interessata assottigliava gli occhi. In realtà eravamo a conoscenza del pericolo fin dal giorno della vostra nascita, ma solo qualche giorno fa abbiamo avuto la conferma che tutti e otto gli elementi sono comparsi nel mondo degli umani.

    Questo vuol dire che sapete dove si trovano? domandò Excell speranzosa, ma l’angelo scosse la testa con fare grave.

    Ahimè, non abbiamo idea di dove siano gli altri quattro o che aspetto abbiano.

    Luna sussultò a quelle parole. Quattro? Stava forse dicendo che c’era qualcun altro come loro a Kring Threp? E se era così, perché non l’avevano mai incontrato?

    Quando non usano il loro potere sembrano delle creature normali, proprio come voi, ma come per gli Arcana, dovreste percepire una sorta di connessione quando sarete vicini.

    E allora come fate a sapere della loro esistenza se non avete idea di chi siano? domandò Hells incrociando le braccia al petto.

    Nel corso degli anni abbiamo assistito al manifestarsi del loro potere in parti diverse del mondo e qualche giorno fa la Luce ha fatto la sua comparsa per la prima volta in una foresta del Venezuela.

    Non è proprio dietro casa ma è comunque un punto di partenza. mormorò Luna portando una mano al mento.

    La ricerca degli altri Elementi deve essere la vostra priorità, se i demoni dovessero venire a conoscenza della loro esistenza e trovarli prima di voi, non si farebbero alcuno scrupolo a eliminarli come l’ultima volta per scacciare il Vuoto. si raccomandò l’angelo prima di congiungere le mani al petto. Conto su di voi. Non serve ricordarvi che il futuro del mondo…

    Sì, sì, è nelle nostre mani! Io l’ho detto che è sempre la solita storia… borbottò Hells scuotendo la testa. Se non avete altre perle di saggezza da distribuire, col vostro permesso, toglierei il disturbo! aggiunse mimando una riverenza.

    Girò i tacchi e uscì a passo spedito dal tempio, imitata a breve da Luna. Excell sospirò con fare stanco, salutò con un cenno del capo l’angelo seduto sul suo alto scranno e corse a raggiungere le due compagne.

    La contea di Westchester, tra le dieci contee più ricche degli Stati Uniti, è conosciuta anche come la Beverly Hills di New York per la sua opulenza e per le numerose ville lussuose. E proprio di fronte ai cancelli di una di queste case da sogno ricomparvero le tre ragazze.

    Stento ancora a crederci! sbuffò Luna traendo dalla borsetta un telecomando e aprendo il cancello elettronico. Il male primordiale che si risveglia, i tre Manufatti sacri…

    Questa storia ha dell’incredibile, è vero, ma Alderion non è un tipo a cui piace scherzare e sembrava veramente preoccupato. le fece eco Excell percorrendo il vialetto che conduceva alla silenziosa villa immersa nell’oscurità.

    Ora capisco perché tollerano la nostra presenza, degli abomini mezzosangue come noi. sbuffò Hells sciogliendo i capelli per poi rifare la coda di cavallo.

    Beh, non siamo gli unici angeli neri al loro servizio. le ricordò la ragazza dai corti capelli neri.

    Sì, ma a differenza degli altri che alla fin fine sono dei semplici sicari, a noi non hanno mai affidato missioni troppo pericolose e hanno sempre chiuso un occhio anche di fronte alla nostra indisciplina. Ci stavano allevando come bestie da macello per scagliarci contro questa entità distruttiva.

    Non so voi ma io non ho nessuna intenzione di farmi uccidere per impedire al Vuoto di inghiottire ogni cosa, quindi sarà meglio darci da fare e risolvere la questione il prima possibile! sbottò Luna incrociando le braccia al petto.

    Per una volta sono d’accordo con te! esclamò l’altra con un sorrisetto.

    Excell sorrise e infilò le chiavi di casa nella serratura. Non appena aprì la porta, un’ombra oscura la travolse per poi avventarsi su Hells.

    Ciao piccolino mio, sì, mi sei mancato tantissimo! esclamò la ragazza mentre un lupo dal pelo nero la riempiva di leccate affettuose.

    Quando insegnerai le buone maniere a quel coso? la sgridò Luna aiutando Excell a rialzarsi.

    Ma tu sei bravissimo, non è vero King? ribatté Hells accarezzando il muso del lupo.

    La ragazza fece roteare gli occhi, dopodiché varcò la soglia di casa.

    Non vedo l’ora di andare a letto…

    Come a letto?! Io devo ancora cenare! protestò Hells scattando in piedi come una molla.

    Lo sai che è mezzanotte, vero? ribatté la rossa.

    E lo sai che sono per metà vampira, vero? le fece eco l’altra.

    Excell sospirò con fare stanco, ma il suo stomaco le ricordò che anche lei era a digiuno da prima della partita di basket.

    D’accordo, mangiamo qualcosa in velocità e poi andiamo a letto. sospirò.

    Evviva! urlò Hells raggiante alzando un braccio.

    Entrarono nella grande sala da pranzo della villa, composta dalla cucina ad angolo fornita dei più moderni elettrodomestici e un grande tavolo rotondo che non veniva quasi mai utilizzato. Hells si appollaiò su uno degli sgabelli del bancone mentre Excell prendeva dal frigorifero l’occorrente per tre sandwich, uno per sé e due per l’amica.

    Alderion ha parlato di quattro Elementi da trovare, come se conoscesse già qualcun altro oltre a noi tre, ci avete fatto caso? domandò Luna rubando una fetta di pane a Excell e spalmandoci sopra del burro di arachidi.

    Ma tu non eri quella che voleva andare a letto? obiettò Hells alzando un sopracciglio.

    Sì, ma mi avete fatto venire fame! ribatté la rossa scrollando le spalle con noncuranza.

    Credo si riferisse a mio cugino. rispose Excell passando i due sandwich giganti all’affamata Hells.

    Perché, hai un cugino? domandò quest’ultima con la bocca piena.

    Luna fece roteare gli occhi, la solita bambina.

    Ho due fratelli, non posso avere un cugino? rispose con naturalezza Excell prima di addentare la sua cena.

    Quindi tuo cugino è uno di questi Signori degli Elementi? domandò ancora Luna.

    Il fuoco. annuì Excell. Quando eravamo piccoli non ci siamo frequentati molto, io e i miei fratelli eravamo latitanti in quanto figli di un angelo e un demone; al contrario lui abitava a Kring Threp con i miei zii, ma la città celeste gli stava troppo stretta e ha cominciato a sgattaiolare nel mondo degli umani già quando aveva quattrodici anni per poi stabilirvisi definitamente una volta maggiorenne.

    Quindi sai dove abita? chiese Luna speranzosa.

    In realtà no. ammise Excell grattandosi la testa con imbarazzo. Ci siamo incontrati qualche volta di nascosto da adolescenti, temeva di mettere me e mio fratello in pericolo, ma da quando sono entrata al servizio di Alderion ci siamo frequentati per un periodo prima che partisse con un suo amico per lavoro. Da allora ci siamo sempre sentiti solo per telefono, viaggia continuamente per l’America con la sua band.

    Oh, un musicista! esclamò sorpresa la rossa.

    Finalmente non sarebbe stata l’unica a saper suonare uno strumento in casa.

    I tuoi fratelli invece? Anche loro padroneggiano degli Elementi? chiese Hells ripulendosi la bocca dopo aver divorato i due panini.

    Sfortunatamente no. rispose la mezzosangue.

    Peccato, potevamo seguire la pista del legame famigliare. mormorò tra sé e sé la vampira prima di rivolgersi a Luna: E tu? Hai qualche parente di cui ignoriamo l’esistenza? Fratelli, cugini, serpenti velenosi?

    Per tutta risposta Luna le soffiò contro indispettita, proprio come un serpente, e Excell sollevò gli occhi al cielo.

    Se non altro hai fatto bene a comprare una casa così grande. aggiunse Hells guardandosi intorno. Finalmente useremo quel tavolo, oltre alle dieci stanze vuote!

    Dici che dovremo vivere tutti e otto sotto lo stesso tetto? chiese la rossa.

    Perché no? ribatté Hells sollevando le spalle. Meglio restare tutti uniti fino alla fine della missione, sarà più facile difendersi dagli attacchi dei demoni.

    In effetti non hai tutti i torti…

    A interrompere il discorso tra le due fu il trillo improvviso del cellulare di Excell.

    Chi è che ti telefona a quest’ora? domandò Hells confusa.

    Un amante di cui non ci hai mai detto niente, così come per i tuoi parenti? aggiunse Luna maliziosa.

    Stupida. borbottò la mezzosangue arrossendo.

    Quando si toccavano certi argomenti, Excell reagiva ancora come una ragazzina.

    Pronto? chiese non riconoscendo il numero sul display.

    Excell? Sei tu? domandò una voce maschile.

    Le iridi dorate della mezzosangue si spalancarono di colpo.

    Matt! esclamò raggiante. Non ci posso credere, sei davvero tu?!

    Sì, scusami se non mi sono fatto sentire ma ho perso il mio vecchio telefono e se non avessi incontrato provvidenzialmente Ryu non avrei mai recuperato il tuo numero!

    Hai incontrato Ryu? Come sta? È tanto che non lo sento! E tu?

    Ma con chi sta parlando? bisbigliò Hells confusa e Luna sollevò le spalle.

    Io e i ragazzi stiamo rientrando a New York, se ti va possiamo vederci! Abiti ancora da quelle parti, giusto?

    Assolutamente sì! Ti dò l’indirizzo, vieni anche domattina se vuoi!

    Chi è che dovrebbe venire a casa nostra? continuò la vampira ma Luna scosse la testa, ora più preoccupata che confusa.

    Sono così felice, a domani allora! concluse Excell raggiante prima di interrompere la chiamata.

    Si voltò verso le due amiche che la osservavano silenziose, le mani ai fianchi.

    Devi forse dirci qualcosa? cominciò Luna sarcastica.

    Da domani Matthew verrà a stare da noi! annunciò Excell con un sorriso smagliante.

    E chi sarebbe questo Matthew? domandò ancora la rossa.

    Mio cugino!

    A quelle parole le due mezzosangue sgranarono gli occhi sorprese prima di darsi il cinque.

    Primo Signore degli Elementi: trovato!

    3

    Il Signore del Fuoco

    La Triumph Bonneville sfrecciava sull’asfalto rovente. Nonostante fossero appena le nove del mattino, si preannunciava un’altra giornata di fuoco. Le sue preferite, pensò con un sorriso il ragazzo in sella alla moto. Si fermò di fronte ai cancelli della villa e trasse di tasca il cellulare senza spegnere il motore. Sì, non c’era alcun dubbio, l’indirizzo era proprio quello.

    Tornò a guardare la casa in fondo al vialetto, pensieroso. O Alderion pagava veramente bene, o sua cugina aveva sposato un miliardario senza dirgli nulla!

    Stava per suonare il campanello quando notò tre cognomi sulla cassetta della posta: Douglas, Vandom e Valentine. Diamine, non aveva la minima idea che Excell abitasse insieme a qualcun altro, aveva pensato di portarle la colazione ma aveva preso solo due porzioni. Fece un’inversione a U con la motocicletta e si rimise in carreggiata, di certo non voleva cominciare con il piede sbagliato con chiunque abitasse insieme a sua cugina!

    Luna riaprì gli occhi e si stiracchiò a lungo nel letto matrimoniale. Era passato più di un mese dall’ultima missione e sinceramente non ne aveva sentita la mancanza, anzi: la ricerca degli Elementi e soprattutto dei fantomatici Arcana si prospettava tutt’altro che una passeggiata. Tralasciando il cugino di Excell, ne restavano altri quattro all’appello e l’unico indizio portava in Venezuela.

    Uno sbuffo annoiato sfuggì alle sue labbra rosse. C’era da sperare che gli altri fossero più vicini e non addirittura oltre oceano!

    Con un altro sospiro si decise finalmente ad alzarsi. Scelse dall’armadio un vestito in stile rockabilly con una cintura in vita e ravvivò i folti capelli rossi. L’immagine che le rimandava lo specchio era quella di una pin-up anni cinquanta. Sorrise soddisfatta, infine uscì dalla stanza e si diresse in cucina. Excell era intenta a preparare la colazione mentre Hells si dondolava sullo sgabello in trepidante attesa.

    Buongiorno! la salutò la mezzo demone con un sorriso raggiante.

    L’idea di incontrare finalmente il cugino dopo tanti anni la riempiva di eccitazione. Hells si limitò ad alzare un braccio in segno di saluto, concentrata unicamente sui movimenti esperti dell'amica. Luna assottigliò gli occhi. Lei e la vampira erano l’esatto opposto in tutto e per tutto, a cominciare dall’abbigliamento: indossava degli shorts neri e una canottiera da fitness, mentre i lunghi capelli erano raccolti come sempre nell’alta coda di cavallo. Aveva mai indossato una gonna in tutta la sua vita?

    Cosa stai preparando di buono? chiese avvicinandosi a Excell.

    Pancake con sciroppo d’acero e frutti di bosco! Et-voilà! annunciò la ragazza appoggiando sul bancone un vassoio con una piramide di dolci.

    Le iridi oltremare della rossa brillarono alla vista radiosa che le si presentava dinanzi, ma Hells spezzò l’idillio avventandosi sul piatto come un animale affamato.

    A me questa! urlò prendendo la torre più alta.

    Hey! Quella è più grande, spetta a me! urlò Luna indignata.

    No, spetta a me che sono la più piccola, ho bisogno di mangiare tanto per diventare grande! ribatté la vampira prima di morderla famelica.

    Maledetta, dammela subito!

    Luna la fece cadere dallo sgabello e le si sedette cavalcioni sopra, ma Hells allontanò il piatto da lei.

    È mia!

    Ormai l’ho già addentata!

    Dammela! Dammela! Dammela!

    Excell si spiaccicò una mano sulla fronte.

    Perché ogni mattina deve essere sempre la stessa storia? piagnucolò tra sé e sé.

    Il suono del campanello interruppe il litigio delle due che si voltarono all’unisono verso il corridoio.

    Apri tu? chiese la rossa alla vampira.

    Apri tu? le ripose l’altra prima di porre la stessa domanda al lupo accovacciato in un angolo della cucina.

    L’animale voltò il muso dall’altra parte e riprese a sonnecchiare come se non l’avesse neanche sentita.

    Apro io! sbottò Excell esasperata ripulendosi le mani. E voi due smettetela! E non provate a dire ha cominciato lei!

    Ha cominciato lei! urlarono all’unisono le due ragazze.

    Ma io che parlo a fare… sospirò avviandosi verso il citofono.

    Sul monitor comparve il volto sorridente di un ragazzo dai corti capelli neri sparati in aria e un paio di occhiali da sole in stile aviatore.

    È arrivato! È arrivato! urlò Excell eccitata rientrando in cucina. Hells, rifatti la coda! Luna, pettinati! King, non saltargli addosso!

    Date tutte le disposizioni, indossò in fretta e furia un paio di ciabatte e corse fuori dalla porta d’ingresso.

    Però, che euforia! constatò Hells mentre scioglieva i capelli e li legava nuovamente

    Dev’essere tanto tempo che non si vedono… confermò Luna riassettando il suo vestito.

    Excell percorse il vialetto d’ingresso in un batter d’occhio sfruttando il potere dell'aria e, prima ancora che il cugino potesse muovere un muscolo, gli saltò letteralmente in braccio.

    Matt!

    Ma guardatela, la mia cuginetta! Quanto sei cambiata, non ti avrei nemmeno riconosciuta! Siamo sicuri che sei davvero Excell e non una mia ammiratrice? scherzò il ragazzo abbracciandola e scrutandola attentamente in volto con finto sguardo indagatore.

    Lei sorrise prima di lasciarlo finalmente andare.

    Sono così felice di vederti, ho un sacco di cose da raccontarti!

    A chi lo dici! Ma prima di tutto, toglimi una curiosità: è davvero casa tua questa? domandò incredulo guardandosi attorno.

    In realtà la proprietaria è Luna, ma abbiamo contribuito tutte con le spese! spiegò la ragazza con un sorriso.

    Tutte? domandò ancora il ragazzo, confuso.

    Io e le mie amiche! Vieni, te le presento!

    Dove parcheggio la mia bambina? chiese indicando la Triumph fuori dal cancello.

    Alla vista della moto le iridi dorate di Excell sfavillarono di meraviglia.

    Ma è stupenda! Hells apprezzerà sicuramente! Ti faccio aprire il garage, dammi pure le tue cose.

    Prese la sacca e la custodia della chitarra dalle mani del cugino e lo precedette alla porta d’ingresso mentre lui sistemava la moto nell’ampio garage della villa. Sembrava più un'officina che un semplice box auto, le pareti erano tappezzate di attrezzi e scaffalature, c'era addirittura un ponte sollevatore. Ammirò velocemente il Kawasaki Ninja e la Harley Davidson posteggiate vicino al furgone nero, infine raggiunse la mezzo demone che scalpitava sui gradini.

    Loro sono Hells e Luna! Ragazze, mio cugino Matthew!

    Chiamatemi pure Maverick! esclamò il ragazzo sistemandosi gli occhiali da sole sul naso.

    Maverick? Mi stai già simpatico! annunciò Hells annuendo compiaciuta prima di stringergli calorosamente la mano.

    Piacere! esclamò invece Luna con un sorriso cordiale.

    Il ragazzo la scrutò a lungo pensieroso, come se la stesse analizzando nei minimi dettagli.

    Ho deciso che sarai tu! sentenziò infine annuendo deciso.

    La ragazza si guardò intorno, come per accertarsi che si stesse riferendo proprio a lei, prima di tornare a osservare il giovane che le sorrise, ma prima di poter chiedere spiegazioni fu anticipata da Excell che invitò il cugino ad accomodarsi in cucina. Maverick notò il vassoio con la colazione lasciata a metà sopra il bancone e il suo sguardo mascherato dagli occhiai da sole si rabbuiò.

    Avevo preso la colazione, ma vedo che sono arrivato tardi.

    Assolutamente no! lo smentì Hells felice. Non lo sai che noi facciamo sempre due colazioni?

    Da quando? domandò Luna confusa entrando a sua volta in cucina.

    Da adesso! sentenziò la vampira con un sorriso smagliante. E lo ribadisco, mi stai sempre più simpatico! aggiunse rivolta a Maverick che rise divertito.

    Non mi avevi detto che abitavi con due bellissime e simpaticissime ragazze! esclamò rivolto a Excell.

    Adulatore! ribatté Hells con finto tono civettuolo continuando a ronzargli attorno in attesa della seconda colazione.

    Maverick trasse dalla sacca che Excell aveva posato su una sedia un sacchetto pieno di brioche fumanti e le iridi d’ametista della mezzosangue brillarono fameliche.

    Sono due angeli neri come me. spiegò Excell preparando un secondo caffè per tutti e portando i pochi pancake che si erano salvati dall’ingordigia della vampira sul tavolo.

    Sul serio? esclamò sorpreso il ragazzo voltandosi verso le due ragazze che annuirono.

    Io sono per metà vampira mentre lei è per metà umana. rispose Hells indicando Luna che continuava a osservare il loro ospite con fare enigmatico.

    A cosa si riferiva quando aveva detto di averla scelta?

    Siamo tutte al servizio di Alderion. continuò la cugina posando la caffettiera sopra il tavolo insieme a quattro tazze.

    Come sta il vecchio? È da un pezzo che non mi faccio vedere lassù. domandò Maverick ringraziandola con un sorriso.

    Come sempre. sbuffò Hells addentando finalmente la brioche che ritenne più grande dopo una lunga e attenta valutazione. Finché fa fare il lavoro sporco agli altri…

    Già. ammise Excell prima di voltarsi verso il cugino. Ci ha affidato una nuova missione proprio ieri, ma questa volta abbiamo bisogno del tuo aiuto.

    Del mio aiuto? chiese Maverick confuso addentando una ciambella.

    Dobbiamo radunare gli otto Elementi. spiegò Excell sollevando la mano destra e generando un piccolo tornado sopra il palmo.

    Volete dire che, oltre a essere angerli neri, possedete tutte e tre un potere elementale? chiese sempre più sbalordito.

    In risposta alla sua domanda, Luna sollevò il braccio che fu avvolto immediatamente da una scarica elettrica mentre Hells fischiò. Il lupo nero si materializzò al suo fianco, le leccò affettuoso la mano e svanì nel nulla.

    Wow! esclamò esaltato il ragazzo. Non avevo mai visto nulla del genere!

    Si schiarì la voce, infine, giusto per non sfigurare con le tre ragazze, generò delle palle di fuoco che lanciò in aria a mo’ di giocoliere prima di farle sparire.

    Quindi ci sono altre quattro persone come noi? chiese sistemandosi gli occhiali da sole.

    Già, ma non abbiamo la minima idea di dove siano. sbuffò Luna sorseggiando il suo caffè.

    Comincio a pensare che non sia un caso che siamo finite a lavorare insieme. mormorò Excell rivolgendosi alle due compagne.

    Il resto dei dettagli te li spiegherà Excell, immagino abbiate molte cose da raccontarvi. sentenziò Hells alzandosi in piedi dopo aver mangiato la terza brioche. Io vi chiedo scusa ma devo andare a finire di sistemare il furgone, ieri sono arrivati i pezzi che avevo ordinato!

    A proposito, di chi sono le due moto in garage? chiese Maverick, ricordandosene solo in quel momento.

    Il Ninja è mio! rispose la vampira con un sorriso smagliante.

    La Harley sarebbe mia… disse Excell imbarazzata.

    Ma per il bene dell’umanità le è impedito usarla! aggiunse Luna con un sorrisetto maligno.

    Il ragazzo guardò la cugina confuso.

    Non sei ancora riuscita a prendere la patente?!

    È più forte di me… mormorò la mezzosangue.

    E allora cosa te ne fai di una moto?

    È un regalo di Ryu, mi sembrava brutto rifiutarla…

    Signori, a più tardi!

    Hells salutò con un sorriso smagliante prima di uscire dalla cucina e Luna la imitò.

    Io… credo che andrò a fare un giro in città.

    Come aveva detto Hells, i due cugini avevano sicuramente molte cose da raccontarsi, dal momento che non si incontravano da anni, e non voleva essere il terzo incomodo. Senza contare che le parole enigmatiche del ragazzo continuavano a impensierirla.

    Come stanno gli zii? chiese Excell sparecchiando per la prima volta la grande tavola rotonda.

    Oh, loro stanno bene, come sempre! rispose Maverick con un sorriso aiutandola a portare le tazze al lavello. Si tengono lontani dalla politica e dagli intrighi di Kring Threp e si fanno la loro vita.

    Beati loro. sospirò la mezzosangue. E il mio fratellone? Per telefono hai detto di averlo incontrato.

    Se è per quello li ho incontrati entrambi! ribatté il cugino e a quelle parole Excell si rabbuiò.

    Incredibile, li vedi più spesso di me! sbottò imbronciata.

    Il vantaggio di girare l’America con la propria band! rise Maverick appoggiandosi al bancone. Ryu bazzica ancora nei dintorni di Raleigh, abbiamo passato tutta la notte a bere coi ragazzi dopo il concerto, volevano addirittura farlo entrare nella band come mascotte e animatore!

    Excell scoppiò a ridere.

    Sì, Ryu è sempre stato un festaiolo e stringe subito amicizia con chiunque. Un po’ come la nostra Hells! aggiunse con un sorriso.

    Ren l’ho incontrato per caso, lui di certo non è tipo da concerto rock! continuò il ragazzo. Eravamo in Arizona e c’era una sorta di fiera dell’artigianato locale. I ragazzi cercavano qualche souvenir da portarsi a casa e hanno puntato alla bancarella dei Navajo.

    E Ren era con loro. concluse Excell con un sorriso.

    Non aveva ancora abbandonato la grande famiglia che si era presa cura di loro e li aveva cresciuti come parte del clan.

    Credo facesse da tutore ai ragazzi della bancarella, il più grande forse arrivava a vent’anni! spiegò Maverick. Anche lui è rimasto come me lo ricordavo, gentile, posato, parla piano e con garbo. L’unica cosa a essere cambiata in tutti questi anni è il suo aspetto, ora è addirittura più alto di me e la vita all’aria aperta gli ha regalato un colorito invidiabile e un fisico atletico.

    Excell sorrise malinconicamente. Quanto le sarebbe piaciuto andare a trovarli entrambi, tuttavia il timore di metterli nei guai la frenava sempre dal comporre il loro numero di telefono. Si era messa al servizio di Alderion proprio per proteggerli, ma preferiva non far sapere agli altri angeli dove abitavano, non voleva che ai suoi fratelli potesse accadere qualche incidente.

    Quando la situazione si sarà sistemata potremmo fare una bella rimpatriata tutti insieme! propose Maverick.

    Magari… rispose la cugina con un sospiro prima di cambiare argomento. Vieni, ti mostro la casa!

    La prima tappa del giro turistico fu il gigantesco salotto.

    Un pianoforte! esclamò Maverick sorpreso ammirando il pianoforte a coda che occupava parte del salone.

    È di Luna! spiegò Excell con un sorriso.

    "Sapevo

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