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Delos Science Fiction 186
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Delos Science Fiction 186

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RACCONTO LUNGO (54 pagine) - FANTASCIENZA - Black Mirror - Rogue One - Lukha B. Kremo - Fredric Brown – Superman Red Son

"Black Mirror", la serie tv creata da Charlie Brooker, ha suscitato profonde riflessioni sul rapporto che ognuno di noi ha con la tecnologia, rivelandosi come una delle novità televisive più originali degli ultimi anni. La serie fu trasmessa per la prima volta nel 2011, sul canale britannico Channel 4, con una prima stagione di soli tre episodi. Stessa cosa per la seconda: tre episodi andati in onda un anno dopo. Ogni episodio di "Black Mirror" racconta una storia autoconclusiva, totalmente diversa e scollegata da quella precedente e da quella successiva, con un cast sempre diverso. Il telefilm è una miscela di vari generi, tra cui la fantascienza ha un ruolo predominante, e a questa innovativa realtà televisiva abbiamo dedicato lo speciale del numero 186 di Delos. Non poteva mancare un servizio su "Rogue One: A Star Wars Story", il primo spin-off (se non si tengono in considerazione i due dimenticabili film con gli Ewoks) della saga di George Lucas. L'intervista di questo numero è dedicata a Lukha B. Kremo, vincitore del Premio Urania 2016 con il romanzo "Pulphagus – Fango dei cieli" e della trilogia degli Inframondi, di cui sono usciti i primi due romanzi per Delos Digital: "I nerogatti di Sodw" e "Morgànt dei Nerogatti". Il racconto di questo numero è di Carmine Treanni.

Rivista fondata da Silvio Sosio e diretta da Carmine Treanni.
LanguageItaliano
PublisherDelos Digital
Release dateDec 20, 2016
ISBN9788825400540
Delos Science Fiction 186

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    Delos Science Fiction 186 - Carmine Treanni

    Treanni

    Thread

    I robot ci domineranno?

    Da qualche anno il noto astrofisico Stephen Hawking ci avverte sui rischi di uno sviluppo eccessivo dell'intelligenza artificiale e della robotica. Sarà vero? L'unica cosa certa è che siamo alle soglie di una nuova rivoluzione industriale.

    Articolo di Carmine Treanni

    in fondo in fondo, sono solo umano.

    I Robot stanno prepotentemente entrando nella nostra vita. Sono oramai presenti in molti contesti del quotidiano, e non solo nelle attività lavorative. Robot sono quelli che ci puliscono la casa, mentre noi guardiamo comodamente la televisione; l'automobile che si guida da solo non è più un sogno, ma una tecnologia già in fase avanzata; tra non molto i frigoriferi faranno la spesa per noi e i semafori intelligenti elimineranno il problema del traffico, o quasi.

    La velocità con cui la tecnologia si sta sviluppando nei settori della robotica e dell'intelligenza artificiale aumenta esponenzialmente di anno in anno e sta cambiando il nostro modo di essere e di vivere in molti settori: dall’istruzione all’agricoltura, dalle banche alla salute e perfino nella moda.

    Una delle ultime attività umane che è stata robotizzata è quella della consegna di cibo a domicilio. Avete presente il ragazzo che oggi vi porta la pizza direttamente a casa? Bene, a Londra è roba superata. Just Eat, società specializzata in consegne di pasti a domicilio da ristoranti, e Starship Technologies, società di robotica creata dai fondatori di Skype, hanno creato un servizio di consegna a domicilio realizzata attraverso dei robot denominati meccanoidi.

    Questi novelli fattorini hanno l'aspetto di un piccolo bidone bianco con sei ruote e un capiente bagagliaio per portare il cibo ancora caldo. I robot sono stati ampiamente testati, percorrendo in cinque mesi 8mila chilometri e fatto 400mila consegne fittizie. Fino a quando, ad un ignaro cliente è stata fatta la prima consegna.

    Le parole d'ordine di questa rivoluzione in atto sono: Industria 4.0, Internet delle cose, Stampanti 3D, Cloud computing, Big Data, Droni. Sono solo alcune delle nuove tecnologie (hard, nel senso di macchine, o soft, nel senso di programmi) che hanno invaso la nostra vita.

    Di fronte a questo scenario si formano sempre due schieramenti: gli apocalittici e gli integralisti, per usare la ben nota formula di Umberto Eco.

    Una sintesi fra le due opposte fronde l'ha fornisce da qualche tempo uno dei più importanti scienziati del mondo: Stephen Hawking. Il noto astrofisico britannico ha più volte lanciato l'allarme di una possibile supremazia dell'intelligenza artificiale, spesso ripresa con enfasi dalla stampa mondiale.

    Hawking ha lanciato l'allarme con concetti come questo: L'intelligenza artificiale finirà per svilupparsi da sola e crescere a un ritmo sempre maggiore. Gli esseri umani, limitati dalla lentezza dell'evoluzione biologica, non potranno competere con le macchine e un giorno verranno soppiantati. I computer raddoppiano velocità e memoria ogni 18 mesi. Il rischio è che prendano il potere (La Repubblica, 3 dicembre 2014).

    In altri casi ha lodato l'opportunità offerta dalle macchine e dai software intelligenti, di cui lo stesso astrofisico beneficia a causa della grave patologia che lo affligge dagli anni sessanta e che negli anni ottanta gli ha causato la totale immobilità.

    La via di mezzo, quella del buon senso, sembra la risposta più giusta tra chi vede nelle nuove tecnologie un futuro catastrofico e chi un futuro positivo. La parola d'ordine, in questo caso, è human-friendly. In pratica indirizzare lo sviluppo delle tecnologie e soprattutto dell'intelligenza artificiale per obiettivi posti dall'uomo, per migliorare l'uomo e l'ambiente in cui vive e secondo i valori dell'uomo.

    Ci riusciremo? Alle nuove generazioni l'ardua sentenza, ma intanto leggere un po' di fantascienza sul tema non fa male…  

    18 dicembre 2016 http://www.fantascienza.com/22022/i-robot-ci-domineranno

    Ciak si legge!

    La controcultura nel Monolito di Kubrick

    Una riflessione sul mitico 1968 visto con gli occhi del visionario film di Stanley Kubrick  2001: Odissea nello spazio.

    Articolo di Carmine Treanni

    Il 1968 è stato un anno cruciale e di frattura del Novecento. Un anno – ricco di fermenti politici, sociali e culturali – che ha segnato l’Immaginario Collettivo. Di più. Grazie al potere dei media, quell’anno è passato dalle cronache e dalla Storia direttamente al Mito.

    Le contestazioni studentesche – che prendono forma nei vari paesi occidentali – trovano un punto di sintesi globale nella contestazione della Guerra del Vietnam e il punto di origine proprio negli Stati Uniti, in particolare nel campus dell’università di Berkeley, già centro di proteste studentesche fin

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