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Erik
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Ebook111 pages1 hour

Erik

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About this ebook

Ogni tragedia ha una causa, ogni mostro, le sue origini.

Tutti conoscono la storia del famigerato fantasma dell'opera, che uccide chiunque tenti d'ostacolare il suo amore per Christine. Nel 1909, la penna di Gaston Leroux sfornò uno dei maggiori romanzi del ventesimo secolo, ripreso più volte in film e sceneggiati e giunto all'apice della popolarità grazie all'omonimo musical di Andrew Lloyd Webber nel 1986.

Pochi però conoscono le origini di questo "mostro".

Erik è un giovane cresciuto in un freakshow itinerante, sfruttato per la grave menomazione che gli sfigura il volto. Il padrone del circo umano, Roland De La Mortre, esibisce il ragazzo al pari d'una bestia, definendo il suo aspetto 'diabolico' per via della pelle giallastra, dall'apparenza sciolta, che gli copre il viso quasi scheletrico. Un giorno, una donna assiste al triste spettacolo. Impietosita, s'avvicina al ragazzo e...

Una tragica storia d'amore, piena d'azione e avventura che commuoverà e risponderà ai tanti perché di questo epico romanzo.
LanguageItaliano
Release dateNov 30, 2016
ISBN9788822872210
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    Book preview

    Erik - Robert Steiner

    "La bellezza non è nel viso.

    La bellezza è nella luce del cuore."

    Khalil Gibran (poeta, pittore e filosofo libanese)

    1.

    Nel 1867, Napoleone III volle fortemente che l’Esposizione Universale si tenesse a Parigi per promuovere una migliore conoscenza tra le nazioni, grazie alle mostre nei padiglioni. Con l’apporto del giovane ingegnere, Gustave Eiffel, fece costruire il Padiglione Imperiale a Champ-de-Mars, attirando in sette mesi oltre 11 milioni di visitatori, che si riversarono in buona parte anche nei vari luna park allestiti negli spazi adiacenti alla manifestazione. Terminata e smantellata l’Esposizione Universale, molti di questi parchi rimasero aperti al pubblico, per il sommo piacere dei più piccoli. Giostre, giochi a premi, clown e tante caramelle: droga allo stato puro per i parigini della Belle Époque, che formavano interminabili file per entrare lì dove i più piccoli potevano realizzare i propri sogni e dove i più grandi li potevano rivivere.

    Ed è proprio qui che inizia la nostra storia.

    Nel 1870, il luna park del Champ-de-Mars ospita per la prima volta nella sua breve storia, il ‘Freakshow’ di Roland De La Mortre. All’epoca, i freakshow erano spettacoli dove si esibivano rarità biologiche come l’uomo in miniatura, la donna cammello, l’uomo a tre gambe, l’uomo leone e tanti tanti altri, che anziché vivere vite di stenti come emarginati, venivano spesso ben pagati per mettere in mostra le proprie menomazioni. Di origine americana, queste forme di spettacolo erano divenute molto popolari anche in Europa e Il Freakshow di Roland De La Mortre era il fiore all’occhiello del parco divertimenti.

    Mesdames e messieurs, prego avvicinatevi!, grida l’uomo col megafono in mano, mentre una piccola folla si forma davanti all’ingresso del tendone. Direttamente dalle sponde d’oriente, dalle foreste del Sud America e dalle montagne del Tibet, qui oggi solo per voi, gli abomini più spaventosi che Madre Natura ci ha dato e che a New York sono stati definiti come ‘i mostri del diciannovesimo secolo’! E oggi, per soli due Franchi potrete vedere i vostri peggiori incubi, incarnati di fronte a voi!

    La folla esulta e s’accalca intorno a una nanetta che vende i biglietti. Spaventati, i bambini cercano le braccia rassicuranti dei genitori, mentre questi a loro volta, pregustano l’orrido che di lì a poco potranno perversamente ammirare.

    Si forma una lunga fila davanti all’ingresso. Assicuratosi d’aver fatto il pienone, De La Mortre fa segno a un dipendente d’aprire l’accesso al tendone. Come indemoniati, i clienti s’affrettano ad entrare per potersi accaparrare i posti migliori. Ciò che li accoglie è una minuscola pista circense quasi totalmente accerchiata da ripidi spalti a mo’ d’anfiteatro. I quattrocento posti si riempiono velocemente e viene chiuso il tendone d’ingresso. Nell’aria, si respira il desiderio morboso di vedere e, se si è fortunati, toccare con mano quegli abomini della natura.

    Indossata la sua tradizionale casacca rossa dai ricami e bottoni dorati e bevuto un sorso del suo ‘elisir’ preferito, Roland fa il suo ingresso in pista, accolto da un applauso scrosciante. Anche i bimbi, curiosi e allo stesso tempo timorosi, l’accolgono con entusiasmo. L’uomo fa un lungo e solenne inchino, poi alza una mano per zittire il pubblico.

    Medames e messieurs. Nella sua immensa varietà e generosità, Madre Natura ci regala un’infinità di razze e forme di vita. Talvolta, le rende sublimi e affascinanti., dice mentre guarda un’avvenente ragazza seduta in platea. La giovane arrossisce. "Altre volte invece, infierisce su alcune di loro, conferendo sembianze tutt’altro che belle. Per il vostro intrattenimento, io, Roland De La Mortre, ho girato il mondo intero alla ricerca di questi abomini e li ho strappati al loro triste destino per portarli qui dinanzi a voi."

    Il pubblico applaude con crescente entusiasmo.

    Ed è con sommo piacere che voglio presentarvi il primo di questi mostri, un uomo che da solo è riuscito a costruire un’intera casa a mani nude e senza l’uso di alcun attrezzo. Le sue mani sono così massicce da piantare i chiodi con la sola forza d’un pugno. I suoi denti sono così resistenti da poter spezzare una tavola di noce. Le sua braccia sono così possenti da poter sollevare oltre 400 chili. Signore e signori, accogliete con un grosso applauso, l’uomo d’acciaio!

    Accolto da un forte applauso, entra un omone alto quasi due metri, le cui braccia somigliano alle cosce d’un maiale. Sebbene il primo impatto sia quello d’un uomo dalla corporatura prevalentemente grassa e flaccida, ben presto gli astanti si devono ricredere e riconoscere che in effetti si tratta di muscoli, sebbene celati da un folto strato di grasso. Quattro assistenti portano dei pesi, che l’uomo carica su una piattaforma di legno i cui quattro angoli sono attaccati ad altrettante catene. Su ognuno dei pezzi di metallo e riportato il peso. Un assistente porge uno di questi a un signore in prima fila e l’invita a sollevarlo. A fatica, l’uomo riesce a spostarlo, destando le risate del pubblico. Finito di caricare la piattaforma, l’omone sale su due scatole e mette sulle spalle le massiccia catene ad essa collegate.

    E ora, medames e messieurs, vi chiedo il massimo silenzio mentre l’uomo d’acciaio solleverà ben 430 chili.

    Il pubblico si zittisce per pregustarsi l’evento. Un rullante scandisce il momento di suspense in cui l’uomo inizia a sollevarsi mettendo in tensione la catena. I nervi del collo gli si tendono e sembrano volere esplodere. Il viso diventa paonazzo e il busto inizia a tremare, ma miracolosamente, la piattaforma si stacca lentamente dal pavimento sabbioso. Finalmente, con un grido disumano, l’uomo d’acciaio riesce a raddrizzare le gambe e a tenere sospesa la piattaforma per ben tre secondi, prima di lasciarla precipitare nuovamente a terra. Esplode un tripudio da parte del pubblico. Sempre serio, l’uomo fa un inchino.

    L’uomo d’acciaio!!!, grida De La Mortre.

    Continua il tripudio per diversi secondi, durante i quali l’armadio umano chiama a sé alcune persone che gli si appendono alle braccia, destando l’ilarità dei più piccoli. Finalmente l’uomo esce e il pubblico s’acquieta nuovamente.

    In Bolivia veniva definita ‘mujer de primates’, ovvero, ‘la donna primate’, poiché Madre Natura le ha cosparso il corpo di così tanti peli, che anche Charles Darwin faticherebbe a spiegarne l’esistenza al giorno d’oggi.

    Il pubblico ride.

    È cresciuta nel piccolo villaggio di Perotò, dove la famiglia l’usava come cane da guardia. Ma io l’ho trovata e portata qui per il vostro intrattenimento. Mesdames e messieurs, ecco a voi, la donna scimmia!

    Altro tripudio della folla, mentre fa il suo ingresso una signora, totalmente nuda, il cui sesso si distingue solo grazie alla rotondità delle mammelle, anch’esse però ricoperte da un fitto manto peloso. La donna fa un giro su se stessa per mostrare la quasi totalità di copertura del pelo. S’avvicina poi al pubblico per farsi tirare le ciocche onde appurare che non si tratta d’una protesi o un costume. Poi, salutata come una vera star, la donna fa un lungo inchino ed esce dalla pista.

    Riprende la parola De La Mortre. Ognuno di noi conosce i propri limiti di sopportazione del dolore e questo perché, come ci dice la scienza moderna, i nostri corpi sono zeppi di terminazioni nervose. Ma c’è un uomo che queste ramificazioni non le ha, risultando totalmente impervio al dolore. Egli è inoltre affetto da una rara malformazione del tessuto adiposo che gli rende la pelle elastica, tanto da poter essere allontanata fino a venti centimetri dal suo corpo. Medames e messieurs, vogliate dare un caloroso benvenuto all’uomo di gomma!

    La gente esulta per l’ingresso dell’uomo a torso nudo, dall’apparenza magra e fragile. Questi si ferma a centro pista e due assistenti portano in scena un tavolino pieno di lunghi aghi metallici.

    Uno degli uomini ha in mano un bastoncino che consegna a De La Mortre. Questo bastone misura esattamente venti centimetri.

    Roland s’avvicina all’uomo che tiene un braccio alzato, gli pizzica la pelle e inizia tirare. Come per magia, questa s’allontana dal braccio e pare non

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