La cella dell'inquisitore
By Dino De Maio
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Book preview
La cella dell'inquisitore - Dino De Maio
Roccasperta."
PRIMO CAPITOLO
Sei entrato nel mio mondo e non uscirai più
(ESP - Fenomeni paranormali - 2010)
1
Roccasperta, sabato 15 dicembre 2012
La troupe della trasmissione di Tele 8 Misteri svelati era arrivata a Roccasperta nel tardo pomeriggio del giorno precedente. Dopo molte insistenze Pietro Rocca, il carismatico conduttore del programma, era riuscito a convincere don Vincenzo ad aprire per la prima volta alle telecamere gli ambienti della chiesa sotterranea. Sulle prime Rocca non aveva compreso il motivo di tanta esitazione da parte di chi si era battuto per lunghi anni per il restauro dei sotterranei e per l’apertura del museo. Questo parroco proprio non lo capisco
, aveva riflettuto più volte tra sé. Tante storie per permettere l’accesso alla chiesa e, soprattutto, alla ormai famosa cella dei graffiti
o cella dell’inquisitore
come lui l’aveva già battezzata, non si spiegavano. Il passaggio su Misteri svelati, che vantava una considerevole audience, avrebbe portato lustro al borgo e, in definitiva, allo stesso prelato, attirando turisti e amanti del paranormale curiosi di vedere dal vivo i ritrovamenti e soprattutto disposti a pagare il biglietto. Da quanto risultava a Rocca, infatti, per completare i lavori di restauro mancavano ancora molti fondi e i rubinetti degli sponsor sembravano essersi chiusi all’improvviso.
Roccasperta era però assurta agli onori della cronaca anche per motivi ben più drammatici. Circa tre anni dopo la scoperta della chiesa sotterranea e della cella era scomparsa Nora Alberti. Poi nel 2003 e nel 2007 erano scomparse Paola Bertelli e Isabel Neumann. Il fatto che le sparizioni fossero avvenute a distanza di cinque anni una dall’altra aveva alimentato una serie di ipotesi stravaganti. Si era pensato da subito a un serial killer, poi a un maniaco. Immancabilmente erano stati sospettati alcuni dei pochi extracomunitari presenti nel borgo. Poi si era seguita la pista delle sette sataniche e infine quella del mercato clandestino degli organi. Sta di fatto che a quindici anni di distanza dalla prima scomparsa le autorità brancolavano ancora nel buio e alla fine, per almeno due dei casi, aveva preso sempre più corpo l’ipotesi dell’allontanamento volontario.
Nora Alberti, l’unica minorenne delle tre scomparse, aveva quattordici anni quando fu vista per l’ultima volta dal panettiere di Roccasperta il 23 giugno 1998; poi sembrava che si fosse volatilizzata. Erano state effettuate vaste battute di ricerca in tutto il territorio circostante con l’ausilio delle unità cinofile dei Carabinieri, della Guardia Forestale, della Protezione Civile e di molti compaesani volontari. Erano stati ascoltati i parenti, gli insegnanti, gli amici e le amiche della ragazzina senza arrivare ad alcuna conclusione.
Paola Bertelli, diciotto anni appena compiuti, era uscita di casa nel primo pomeriggio del 20 dicembre 2003 per andare a studiare da un’amica, ma era sparita nel nulla senza aver mai raggiunto la sua meta. La sua presenza venne poi segnalata in svariate località della penisola alla trasmissione Chi l’ha visto? che aveva dedicato molta attenzione al fatto collegandolo a quello di Nora Alberti. Dopo un anno di angoscioso silenzio una cartolina proveniente dall’Argentina invitava i genitori a non preoccuparsi: Paola stava bene e aveva scelto di cambiare per sempre la sua vita. La perizia calligrafica era risultata compatibile con quella della scomparsa e il caso era stato chiuso, anche se la madre Celestina è tuttora convinta che la figlia sia stata rapita.
L’ultima sparizione era avvenuta il 23 giugno del 2007 quando Isabel Neumann, di trentacinque anni, aveva lasciato di buon’ora Roccasperta diretta a Mezzana per effettuare alcuni acquisti. La sua macchina era stata ritrovata parcheggiata sul ciglio della strada comunale per Mezzana senza nessuna traccia che lasciasse pensare a un rapimento. Isabel si era trasferita dalla Germania a Roccasperta una decina d’anni prima, aveva acquistato un vecchio casale, lo aveva restaurato e lì viveva producendo marmellate e formaggi di capra che rivendeva in paese e nei dintorni. Da sempre considerata una mezza matta, era tuttavia benvoluta da tutti e il suo italiano dal forte accento tedesco suscitava simpatia. Vegetariana convinta, conduceva una vita ritirata e sembrava l’incarnazione tardiva del mito dei figli dei fiori
con le sue lunghe gonne e le altrettanto lunghe trecce bionde. Da ricerche effettuate nella sua madrepatria si era venuti a sapere che era orfana di entrambi i genitori e che non risultava avere altri parenti.
Le tre sparizioni avevano provocato grande clamore nella tranquilla quotidianità di Roccasperta e i suoi abitanti non apprezzavano le attenzioni mediatiche da esse suscitate. L’apertura del museo era stata l’occasione per portare alla ribalta il borgo una volta tanto non per un fatto di cronaca nera, ma per un’importante scoperta archeologica. Proprio per questo Rocca continuava a non capire le titubanze di don Vincenzo e aveva ormai rinunciato al suo servizio televisivo quando una telefonata dello stesso parroco, che si dichiarava finalmente disponibile ad autorizzare le riprese, lo aveva colto come un fulmine a ciel sereno. Non se l’era fatto ripetere due volte e aveva subito organizzato una trasferta di due giornate con la troupe e i suoi due amici sensitivi, Luca Morotti e Arianna Luci, che da tempo collaboravano alla