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La Bottega delle Magie
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La Bottega delle Magie

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About this ebook

Marcus Fith è un ragazzo problematico. Quando i suoi nonni decidono che gli avrebbe fatto bene occuparsi dell'attività di famiglia, un negozio di magia, Marcus viene catapultato in un mondo che non sapeva esistesse. Non si tratta solo dell'attività di famiglia, ma Marcus scopre che è destinato ad essere un uomo morto da quando è nato. Marcus cerca di aumentare i suoi poteri prima che il Dun-Bhar lo trovi e assimili la magia con cui è nato. Sopravvivrà? Troverà i suoi genitori? Prima dovrà scoprire il segreto che i suoi nonni gli hanno tenuto nascosto per tutti quegli anni. Tutto inizia da ciò che è nascosto a LA BOTTEGA DELLE MAGIE. 

LanguageItaliano
PublisherBadPress
Release dateFeb 10, 2018
ISBN9781507167465
La Bottega delle Magie

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    La Bottega delle Magie - Justin Swapp

    LA BOTTEGA DELLE MAGIE

    PREMESSA

    "La bottega delle magie è avventuroso, rapido e pieno di eventi emozionanti ed elettrizzanti... Justin Swapp ha reso interessante qualsiasi posto e qualsiasi cosa: la fenice, il drago, la magia, il Nevada... per fino l’ospedale era accattivante. I personaggi sono pieni di segreti, cosa che ha reso sempre piacevolissima la loro conoscenza. Marcus è spensierato e si caccia sempre nei guai ed egli potrebbe sembrare sempre perso in un libro, ma quando c’è bisogno, entrambi si fanno valere. Il finale è in sospeso, per questo aspetto con ansia il prossimo libro.

    -Reader’s Favorite

    L’edizione del 2015 The Magic Shop della rivista  Shelf Unbound Magazine lo sceglie come migliore copertina e notevole romanzo per ragazzi.

    Siamo molto orgogliosi di avere La Bottega delle Magie di Justin Swapp come vincitore del Medaglione B.R.A.G.

    LA BOTTEGA DELLE MAGIE

    Copyright © 2015 by Justin Swapp.

    All rights reserved. No part of this publication may be reproduced, distributed or transmitted in any form or by any means, including photocopying, recording, or other electronic or mechanical methods, without the prior written permission of the publisher, except in the case of brief quotations embodied in critical reviews and certain other noncommercial uses permitted by copyright law. For permission requests, write to the publisher, addressed Attention: Permissions Coordinator, at the address below.

    www.justinswapp.com / swappster@gmail.com

    Cover art by Arthur Wang. For more information on Arthur’s work, please visit www.arthurwangart.com

    Publisher’s Note: This is a work of fiction. Names, characters, places, and incidents are a product of the author’s imagination. Locales and public names are sometimes used for atmospheric purposes. Any resemblance to actual people, living or dead, or to businesses, companies, events, institutions, or locales is completely coincidental.

    Ordering Information: Special discounts are available on quantity purchases by corporations, associations, and others. For details, contact the publisher at the address above.

    Justin Swapp — Second Edition ISBN 978-1-5229198-6-5

    Printed in the United States of America

    The Magic Shop © Justin Swapp. All Rights Reserved, except where otherwise noted.

    Per i miei bambini, che hanno dato inizio a tutto.

    Le famiglie sono un disastro. E le famiglie immortali sono un disastro eterno. A volte il meglio che possiamo fare è ricordarci l’un l’altro che siamo parenti, nel bene e nel male... e cercare di limitare al massimo le mutilazioni e le stragi.

    ― Rick Riordan, Il Mare dei Mostri

    INDICE

    The Shadow Magic Series

    Riconoscimenti

    Altro da Justin Swapp

    Lo stemma dell’autore

    Problemi

    Fuori di testa

    La stanza blu

    La scatola magica

    Una strana vendita

    Un cerchio completo

    Una strana visita

    Intrusi

    Conseguenze

    Il test di Elba

    Custode della Cripta

    Le catacombe

    Una gitana e una bottiglietta

    Il Grande Faustino

    Una promessa è una promessa

    Prenotazione

    Questione di tempo

    Il Custode

    Il Kabbahl

    La convocazione

    La foresta strillante

    Gli Gnarliguts

    Lo zio Caleb

    Nevada State

    Ritorno

    I brimlets

    La caduta del Kabbahl

    L’autore

    Ci sono centinaia di persone da ringraziare, ma questa pagina è riservata a mia moglie, che è sempre paziente con me.

    ALTRO DA JUSTIN SWAPP

    ROMANZI:

    The Magic Shop

    The Shadow’s Servant (coming soon)

    STORIE BREVI:

    Mayan Blood, Cigars for Sawyer, A Story to Die For, The Codex

    Descrizione del libro:

    Marcus Fith è un ragazzo problematico. Quando i suoi nonni decidono che gli avrebbe fatto bene occuparsi dell'attività di famiglia, un negozio di magia, Marcus viene catapultato in un mondo che non sapeva esistesse. Non si tratta solo dell'attività di famiglia, ma Marcus scopre che è destinato ad essere un uomo morto da quando è nato. Marcus cerca di aumentare i suoi poteri prima che il Dun-Bhar lo trovi e assimili la magia con cui è nato. Sopravvivrà? Troverà i suoi genitori? Prima dovrà scoprire il segreto che i suoi nonni gli hanno tenuto nascosto per tutti quegli anni. Tutto inizia da ciò che è nascosto a LA BOTTEGA DELLE MAGIE.

    1. PROBLEMI

    Marcus Fith era seduto al suo banco e fingeva di non notare i piccoli occhi che lo fissavano di nascosto attraverso la finestra della classe.

    Intorno a lui una calca di dodicenni con i genitori si mischiava nell'aula soffocante dell'ultimo giorno della scuola media Exodus prima delle vacanze estive, cercando un po' d'aria nel calore del Nevada. Sua sorella Ellie era seduta di fronte a lui, persa nell'ultimo libro di Helena Hex, cacciatrice di streghe, o qualche altro libro fantasy che era riuscita ad ottenere. I libri che sceglieva non avevano fatto che peggiorare le chiacchiere sulla loro famiglia.

    Le due sedie ai lati di Marcus ed Ellie erano, come sempre, vuote.

    Marcus si appoggiò sul banco, tirò fuori il cellulare e cominciò a scrivere un messaggio. Ellie non sembrava notare il fracasso nella stanza o lo strano tipo che li stava guardando. Tuttavia guardò accigliata da sopra il libro quando il suo cellulare vibrò due volte nella borsa appoggiata sulle gambe.

    Cosa? chiese al fratello. Lo sai sì, che sono seduta proprio di fronte a te?.

    Come fai a sapere che sono io?.

    Perché sei l'unico che mi manda messaggi.

    Marcus abbassò la voce: Leggilo.

    Ellie prese il cellulare e lo lesse. La sua testa scattò in direzione della finestra.

    Potresti farti notare un po' di più? sibilò Marcus.

    Simpatico. Mi hai fatto guardare un tipo strano che non esiste. Ellie gli diede un calcio sotto il tavolo prima di tornare al suo libro. Contento?.

    Marcus lanciò uno sguardo alla finestra e sospirò. Naturalmente il tipo strano era sparito. Avrebbe voluto spiegarsi, dire a Ellie che non era uno scherzo, ma appena cercò di ricordare cosa aveva visto esattamente, come descriverlo, la testa cominciò a fargli male e la sua mente diventò offuscata. Tutto ciò che riusciva a figurarsi erano i penetranti occhi color giada dello sconosciuto.

    Si sentiva un idiota. Aveva bisogno di più dettagli se voleva avvertire un adulto.

    Gli occhi color giada sono spariti... come per magia. Questo era tutto ciò che Marcus pensava di poter dire. Fece una risatina. Ovviamente non poteva dirlo in quel modo. Marcus ed Ellie non osavano prendersi gioco della magia, non ad alta voce almeno. Nonostante cercasse di distrarsi, Marcus si ritrovò a osservare gli altri ragazzi che accompagnavano i genitori al loro posto. Aveva sperato di poterlo evitare, adesso invece non poteva far altro che immaginare cosa stavano provando, cosa stavano pensando. Non voleva preoccuparsene.

    Il signor Diddley, l’insegnante di Marcus ed Ellie, si era appena avvicinato ai loro banchi. Un uomo grosso e tarchiato con capelli grigi e baffi spessi, sotto il cappotto sportivo di tweed, il suo girovita metteva alla prova le bretelle rosse e blu che tenevano su i consumati pantaloni color cachi. Guardò di sbieco i banchi vuoti vicino Marcus ed Ellie. Marcus, disse il signor Diddley e il piagnucolio prosciugava ogni forma di autorità dalla sua voce, tirò fuori una penna e un taccuino dalla tasca della camicia ed esaminò una lista mentre Marcus era impegnato a inviare un altro messaggio, Hai detto ai tuoi nonni della revisione di fine anno di stasera, vero?.

    Eh? Marcus inclinò la testa, i suoi occhi non si spostarono dal cellulare. Ellie gli diede un colpetto brusco, attirando la sua attenzione sulla crescente impazienza del signor Diddley. Oh sì, signor Diddley, disse meccanicamente. Sono sicuro che arriveranno a breve. Probabilmente stanno chiudendo il negozio. L’ultima parola rimase sospesa in aria, lasciando la stanza un po’ più silenziosa.

    Bene. Ho un po’ di cose di cui vorrei discutere con loro. Gli occhi del signor Diddley caddero sul cellulare di Marcus che stava guardando l’ultima raccomandazione sulle applicazioni di Alec Slider e non si era reso conto dell’occhiataccia di disapprovazione dell’insegnante.

    Dovresti stare più attento, Marcus. Ellie poggiò il libro sul banco. Lo sai come diventa il signor Diddley quando lo ignori.

    Ma ho fatto attenzione, ribatté Marcus. E poi, non ha fatto ness...

    Prima che potesse finire, il signor Diddley gli strappò il cellulare dalle mani con velocità sorprendente, il suo braccio sembrava un serpente grasso in una manica di tweed.

    Ma che... Marcus balzò su dalla sedia e si voltò con i pugni stretti. Prima di poter realizzare chi aveva preso il suo cellulare, era sicuro si trattasse di John Rackham. Marcus non era il bambino più popolare della scuola e la situazione della sua famiglia era stata la causa di qualcosa di più dei semplici dispetti. Lo strano negozio dei suoi nonni non era stato d’aiuto per la sua reputazione. Atteggiamento tipico di un bullo, aveva pensato. Non era sicuro di cosa fosse successo, ma di sicuro nessuno gli avrebbe rubato il cellulare.

    La rabbia ribolliva prima che si rendesse conto di chi era il vero ladro. Era furioso, ma non poteva farci niente. Marcus guardò il signor Diddley allontanarsi mentre agitava il cellulare nella mano. Lo mise sulla sua scrivania con un solo, derisorio colpo prima di sedersi sulla sua sedia, una vecchia poltrona con schienale reclinabile che si era portato da casa.

    Ancora in piedi, con le nocche bianche, Marcus trasudava rancore. Diede un’occhiataccia al sorriso a denti gialli dell’insegnante e pensò che avrebbe tanto voluto infilargli uno spazzolino in bocca e insegnargli ad usarlo.

    Siediti, Ellie lo tirò per il braccio, sono sicura che te lo restituirà dopo l’incontro.

    Marcus sprofondò di nuovo nella sua sedia e diede uno schiaffo al banco. Se Diddley l’aveva notato, non ne aveva dato segno. Evidentemente, quando montava il proiettore della classe, ci metteva tutta la sua concentrazione.

    Psst, disse una ragazza bionda e piccola dietro di lui. Quando Marcus si girò, lei stava guardando le sedie vuote vicino a lui ed Ellie. A corto di famiglia? Marcus sentì una piccola risata provenire dagli altri e il calore gli riempì il viso.

    Chiudi la bocca, Elizabeth, sussurrò Marcus e poi guardò i familiari vicino a lei, Il vostro bell’aspetto deve aver spaventato la mia famiglia. Elizabeth Stratton era la ragazza più popolare della scuola e la più vanitosa e lui sapeva che fare battute sulla sua bellezza infallibile l’avrebbe mandata su tutte le furie, o almeno lo sperava.

    Immediatamente, Elizabeth si impuntò sui suoi piedi. Il movimento improvviso spaventò Marcus. Quando avrò finito con te, stupido, vorrai avere la bellezza della mia famiglia. Elizabeth alzò le braccia, i suoi artigli da gatto pronti all’uso.

    Il padre di Elizabeth le si avvicinò. Cosa c’è che non va Lizzy? Anche se l’uomo fosse stato seduto, Marcus avrebbe potuto dire che era alto e atletico, della serie che aveva più tempo da passare in palestra rispetto a un normale lavoratore.

    A Marcus non importava quanto fosse grande suo padre e si alzò lo stesso.

    Basta così, Marcus, disse una voce gentile e misurata. Un anziano gentiluomo era appena entrato. Indossava jeans scuri, una camicia con colletto e un cappotto sportivo intorno alla sua struttura robusta. I suoi occhi blu fissi in quelli del padre di Elizabeth. Marcus non discusse, non si girò nemmeno prima di sedersi al banco e borbottare delle scuse apatiche ad Elizabeth.

    Molto bene, l’uomo prese posto accanto a Marcus. Lo accompagnava una donna dall’aspetto piacevole, più o meno della stessa età. Indossava un lungo vestito color ruggine accentuato da grandi gioielli turchesi. I suoi bracciali e la collana fecero un po’ rumore quando si sedette sulla sedia vicino a Ellie.

    Non c’è alcun problema qui, disse l’anziano uomo al padre di Elizabeth. Qualcosa nelle sue parole, o forse i suoi freddi occhi blu, sembrarono avere un effetto calmante su di lui e così, piano, ritornò alla sua sedia, alquanto frastornato, senza dire una sola parola.

    Nonna, nonno. Ellie tolse lo sguardo dal suo libro. Sono felice che alla fine ce l’avete fatta, disse con un grande sorriso.

    Scusa cara, siamo in ritardo, ma abbiamo dovuto chiudere la cassa al negozio, sai... spiegò Charlotte Fith a sua nipote.

    Beh, allora non avrebbe dovuto volerci tanto, disse Marcus sottovoce. Gli occhi del nonno si assottigliarono quando Marcus puntò al signor Diddley. Nonno, il signor Diddley ha preso il mio cellulare.

    Lo stavi usando? chiese il nonno.

    Beh, sì, ma...

    Ti era permesso usarlo? chiese il nonno.

    Tecnicamente no, ma...

    Allora perche ti lamenti? Avresti dovuto aspettartelo, ammiccò.

    Proprio così, disse il signor Diddley, la sua voce lamentosa ancora irritante nonostante ci fosse un po’ di distanza tra di loro. Grazie per il supporto, aggiunse, evidentemente non si faceva scrupoli a origliare.

    Ora che siamo tutti qui, cominceremo con la revisione di fine anno, annunciò alla classe. Ma prima di cominciare, vorrei dare la parola a Elizabeth Stratton. Qualche tempo fa mi ha informato che c’era un pareggio nella classifica annuale dei punti guadagnati in classe, così ha avuto, penso siate d’accordo, una brillante idea per dei crediti extra utili allo spareggio. Insieme a pochi altri membri del comitato giornalistico della Exodus, ha rivisto l’archivio delle attività di quest’anno scolastico e ha messo insieme una collezione di foto e aneddoti come introduzione al nostro incontro di stasera e come saluto all’anno passato. Elizabeth fece un sorriso subdolo a Marcus. Ora, do la parola a Elizabeth, dopodiché avrà inizio la revisione genitori-insegnanti e infine comunicheremo i vostri voti a voi e ai vostri genitori, fece una pausa per guardare i nonni di Marcus ed Ellie, o tutori.

    Prego, signorina Stratton, il signor Diddley fece un battito di mani e si diresse verso l’interruttore della luce. Elizabeth si diresse davanti la classe, prendendo il telecomando del proiettore strada facendo e fece un cenno con la testa al signor Diddley. L’aula divenne buia, rivelando la proiezione della foto di un trofeo luccicante con la scritta Il Premio X in lettere decorate in rilievo.

    Elizabeth si schiarì la voce, il brusio della classe aumentò e alcuni ragazzi ridacchiarono in anticipo. Alcune settimane fa, ho inviato a tutti voi un piccolo sondaggio. Basandoci sui vostri voti, abbiamo messo insieme la presentazione seguente, schiacciò un tasto sul telecomando del proiettore.

    La schermata cambiò e la classe esplose in una risata per la foto di un ragazzo dal viso tondo e rosso con le guance macchiate di ketchup che erano gonfie di cibo. La fotocamera aveva immortalato la sorpresa nei suoi occhi. Marcus pensò che sembrava si stesse strozzando.

    "A Greg Giorgio va il premio Molto probabilmente abuserà di campioncini gratis," disse Elizabeth con voce tremolante, cercando di mantenere il controllo. Nel retro dell’aula, Greg seppellì il viso nelle braccia della mamma.

    Signor Diddley! esclamò sorpresa la signora Giorgio.

    Le mie scuse, signora. Non ci saranno più diapositive come quella, il signor Diddley lanciò uno sguardo inquieto ad Elizabeth, Non è vero signorina....

    Elizabeth cliccò velocemente il tasto e lo schermo cambiò ancora. Il proiettore rivelò la foto di una ragazza con gli occhiali spessi e due matite ben ficcate dietro le orecchie. Appena sotto la doppia fascia per il sudore, gli occhi della ragazza erano concentrati su un esame che stava per finire, la lingua di fuori.

    "A Bertie Braxton va il premio Matleta, per essere la studentessa più veloce a completare un test di matematica a tempo". Quando sentì il suo nome, Bertie sollevò per un momento una delle matite che teneva sempre dietro le orecchie e la rimise a posto velocemente.

    Vede, sospirò il signor Diddley, questa era molto meglio.

    Nella stanza cominciò ad esserci un ronzio e un energico nervosismo ed Elizabeth cliccò sul telecomando con più forza. Le diapositive seguenti si offuscarono per Marcus: Il cacciatore di saldi, Molto probabilmente finirà in galera, Molto probabilmente diventerà suora, Molto probabilmente vincerà alla lotteria e perderà il biglietto e così via. I ragazzi ridevano ognuno a spese dell’altro, ma i genitori cominciarono a lamentarsi.

    Finalmente, Elizabeth arrivò a una diapositiva vuota, una prendi - tempo, e gli studenti sembrarono sollevati.

    Ora, a mio avviso, quest’ultima diapositiva è la più importante, disse entusiasta. Marcus sollevò gli occhi al cielo, non aspettava altro che vederla. Ricordate che la classe ha votato per ciascuna categoria senza alcuna influenza da parte mia o dal comitato giornalistico.

    Al di fuori del rumore dei piedi che strisciavano, cadde il silenzio sugli studenti.

    E adesso vi mostro, fece una piccola pausa a effetto, "il premio Molto probabilmente sarà una supermodella". La foto alla sua sinistra non era per niente come le altre. Non era una foto spontanea. Non era stata scattata all’improvviso mentre uno studente ignaro faceva qualcosa di imbarazzante. No, quella foto era di un servizio fotografico di Elizabeth Stratton in posa per la fotocamera e la copia reale stava accanto allo schermo con lo stesso sorriso e la stessa, identica, posizione: una mano sul fianco e l’altra a fare un gesto principesco.

    Imbrogliona! Sputò fuori Marcus, scuotendo la testa.

    Elizabeth smise di sorridere appena gli studenti reagirono.

    Ellie gli diede un pugno sul braccio. Non metterti nei guai, bisbigliò.

    Questa cosa è truccata! Disse una ragazza in segno di sfida dal fondo dell’aula. Non sei una modella!.

    "Dovrebbe vincere il premio Molto probabilmente ha il trucco tatuato in faccia!" Disse un ragazzo vicino all’entrata. Marcus rise a voce alta.

    Il signor Diddley si scosse sulla sedia: Adesso basta!

    "Oppure Molto probabilmente lavorerà nella caffetteria!" Aggiunse Marcus.

    Almeno la mia famiglia può pagare i conti. Le lacrime negli occhi di Elizabeth brillavano alla luce del proiettore. "Forse pensi che la vostra Bottega delle Magie farà apparire i soldi dal nulla!" Corse via dall’aula. Suo padre, ancora disorientato, fece cenno di volerle andare dietro, ma poi tornò al suo posto come se avesse esaurito tutta l’energia.

    Ora smettetela. Tutti voi. Lo sguardo del signor Diddley era diretto a Marcus.

    Johnny, accendi la luce, per favore, disse il signor Diddley con un respiro profondo, rivolgendosi a un ragazzo gracile vicino al muro.

    Quando le luci si riaccesero, il signor Diddley continuò.

    Ora, prendiamoci tutti un minuto per prepararci alle valutazioni di fine anno mentre io cerco Elizabeth. Guardò il padre di Elizabeth che sembrava ancora disorientato. Per favore prestate attenzione agli assistenti che vi illustreranno il procedimento.

    Johnny spense il proiettore e si mise di fronte ai presenti. Stasera controllerete i vostri risultati insieme ai vostri genitori. Vi abbiamo divisi in gruppi per garantirvi la privacy e per rendere veloce lo scorrimento. Per essere puntuali, il signor Diddley ha chiesto ai suoi assistenti di aiutarlo con la revisione del modulo di valutazione che ha preparato per ciascuno di voi. Io sono Johnny, indicò pochi altri studenti più grandi nell’aula e questi sono Candice e Robert. Entrambi alzarono la mano al loro turno. Rivedremo le osservazioni del signor Diddley insieme a voi. Cominciamo.

    Candice e Robert presero una pila di fogli ciascuno dalla scrivania del signor Diddley.

    Fith? chiamò Candice, leggendo dalla sua pila di valutazioni. Marcus ed Ellie alzarono le mani. Marcus era agitato, ma sollevò un sopracciglio, sorpreso del fatto che Candice li avesse chiamati. Se si fossero sbrigati, forse avrebbero finito prima che il signor Diddley fosse tornato.

    Appena sentì il nome Fith, Johnny sbirciò da sopra la spalla di Candice, poi la raggiunse e indicò un bigliettino attaccato al modulo. Conversarono sottovoce e Candice rimise il foglio sulla scrivania del signor Diddley prima di chiamare Christensen?

    Marcus alzò la mano. Johnny?

    Ha - ha Marcus, disse Johnny, Sappiamo tutti che non sei un Christensen.

    Non è quello che intendevo. Marcus si chiese se Johnny fosse un completo idiota. Perché avete rimesso a posto il nostro documento?

    Johnny fece un grande sorriso. "Perché il signor Diddley vuole condurre personalmente la vostra revisione.

    Marcus guardò Ellie. Fantastico.

    Il nonno di Marcus, Winston, gli mise una mano sulla spalla. Cosa c’è che non va, giovanotto?

    Niente, mentì Marcus. Sospirò, chiedendosi quanto imbarazzante il signor Diddley avrebbe reso il loro incontro.

    Il signor Diddley ritornò pochi minuti dopo, battendo goffamente una mano sulla spalla di Elizabeth per consolarla. Sembrava che non fosse successo nulla. Il suo trucco non era nemmeno sbavato e Marcus si chiese se fosse davvero tatuato.

    Oh, signor Fith, il signor Diddley fece un cenno verso la porta. C’è qualcuno all’ingresso per lei.

    Dall’espressione del nonno sembrava chiaro che non stava aspettando nessuno. Era più preoccupante, comunque, il fatto che anche Marcus notò un segnale d’allarme, una cosa che non accadeva quasi mai con suo nonno.

    Marcus sentì crescere un senso di nausea nello stomaco che lo rese irritabile. Lanciò uno sguardo alla porta dell’aula e credette di vedere di nuovo gli occhi a mandorla color giada attraverso l’apertura stretta. Solo che questa volta non sparirono, anzi si focalizzarono su Marcus. In un istante, l’aula sembrò stringersi intorno a lui e svanire intorno a quegli occhi misteriosi, come se fossero l’unica fonte di luce nella stanza: una luce verde offuscata. L’effetto era ipnotico e lasciò Marcus perso e bloccato, per qualche minuto, nello sguardo intenso.

    Ehi. La loro nonna schioccò le dita e agitò la mano davanti al viso di Marcus. Lui sbatté forte le palpebre.

    Stai bene? Quando Marcus non rispose, la nonna e il nonno si scambiarono uno sguardo preoccupato.

    Tutto ciò che Marcus riuscì a fare era annuire, mentre la nonna continuava a osservarlo. Se avesse trovato le parole, l’avrebbe ringraziata per aver richiamato la sua attenzione davanti all’intera classe.

    Mentre si dirigeva verso l’ingresso, il nonno passò davanti Elizabeth. Il padre della ragazza, che ancora sognava ad occhi aperti, aveva a mala pena notato che Elizabeth era tornata al suo posto.

    Ellie afferrò il suo libro, si sedette al posto del nonno e mise un braccio intorno a Marcus.

    Ce la fai, fratellino?

    Marcus deglutì piano. Vedi? Te l’avevo detto io, disse con voce stridula e puntò alla porta.

    Mi avevi detto cosa? Ellie fece una smorfia e si girò a guardare quale fosse il problema.

    Gli occhi. Fu tutto quello che Marcus riuscì a dire. Non riusciva a capire cosa gli stesse succedendo, né riusciva a descriverlo. Decise che l’avrebbe tenuto per sé, nonostante tutto. Si sentiva già un fenomeno da baraccone e non voleva renderlo di pubblico dominio.

    Che sta succedendo, nonna? Chiese Ellie. Chi è il visitatore?

    Charlotte era silenziosa e immobile. Guardò Winston marciare determinato verso la porta. La mano aperta lungo il fianco, come se dovesse tirar fuori una pistola da una fondina che non indossava. Poi sparì nell’ingresso.

    Il signor Diddley passò un bel po’ di tempo a mescolare i moduli sulla scrivania, come se stesse cercando qualcosa di specifico, qualcosa di importante.

    Non dovremmo controllare il nonno? Chiese Marcus. Tremò al pensiero di cosa ci fosse all’ingresso, cosa potesse farlo sentire così arrabbiato e disorientato.

    La nonna fece un sorrisetto. Tuo nonno è capace di badare a se stesso. Starà bene. Lo disse, ma guardò attentamente la porta in ogni caso.

    Finalmente il signor Diddley prese una delle valutazioni, la esaminò attentamente e alzò un folto sopracciglio guardando Marcus.

    Merda, sta arrivando. Disse Marcus.

    Non mi sorprende. Ellie girò un’altra pagina del libro. Lo sai com’è fatto.

    Il signor Diddley prese una sedia vuota accanto alla famiglia Fith e si sedette precipitosamente, per quanto possibile data la sua corporatura. Dopo un respiro profondo, chiese alla nonna: "Dovremmo aspettare il signor Fith o possiamo procedere senza di lui?

    Sta arrivando. Non appena lo disse, il nonno rientrò nell’aula, con un passo leggero e leggermente saltellante.

    Il ritorno del nonno confuse Marcus, ma era felice di vedere che stava bene. Per di più, sembrava fosse più contento di prima.

    Nonno, chi era... cominciò Marcus.

    Non adesso.

    Va bene. Allora, il signor Diddley sospirò e si rivolse verso Ellie, Cominciamo con il caso più semplice. Ellie mise un logoro segnalibro dove era arrivata e chiuse il suo romanzo.

    La nonna ignorò il signor Diddley e si girò con uno sguardo disperato verso il nonno, come per chiedergli cosa riguardasse l’intera faccenda del visitatore. Lui, semplicemente, fece un ampio sorriso e scrollò la mano come per dire che ne avrebbero discusso in seguito.

    Sono sicuro che sappiate che Ellie è una dei migliori stupendi alla scuola media Exodus. Il signor Diddley guardò in basso verso il suo riassunto e osservò le note, poi sogghignò. Ama leggere, suppongo lo sappiate, fece una pausa, e leggere e... leggere. La mia unica, vera preoccupazione nei suoi confronti è che sia una specie di bruco sociale.

    I nonni Fith si guardarono confusi. Mi scusi, disse Charlotte. Ha detto bruco sociale?

    Si, mi scusi, sta a dire che non è ancora una farfalla sociale. Rise alla sua stessa battuta come se fosse sufficientemente chiara, ma incontrò solo sguardi vuoti.

    Signori Fith, vostra nipote deve relazionarsi di più con le persone. Deve variare le sue attività e farsi degli amici. Naturalmente ci sono cose ben peggiori con cui avere a che fare. È un’ottima studentessa, però aiutatela a venir fuori dal suo guscio almeno un po’.

    Grazie, disse il nonno, ancora raggiante. Ci penseremo su.

    Dal modo in cui aveva parlato il nonno, a Marcus sembrava come se qualcuno gli avesse detto che il negozio era esploso e lui avesse suggerito di sistemare una coperta per godersi i fuochi d’artificio.

    Ora, disse il signor Diddley girandosi verso Marcus. Occupiamoci di questo qui.

    Il suo nome è Marcus, disse Charlotte. Sono sicura che sia da qualche parte lì sul foglio.

    Il signor Diddley fece una risata fragorosa e fece l’occhiolino alla nonna. Questo piccolo petardo ha il senso dell’umore.

    Marcus trattenne un sorriso all’ultimo commento.

    Marcus, disse il signor Diddley tamponandosi la fronte piena di sudore con un fazzoletto, se ricordo bene, al nostro ultimo incontro, tu avevi promesso di lavorare sui tuoi problemi di comportamento. Sono preoccupato riguardo la mancanza di miglioramenti. Si rivolse ai nonni di Marcus. Fa ancora fatica a concentrarsi in classe e nel dimostrare disciplina in generale. I suoi voti, invece, raggiungono lo standard minimo, ma è solo per un margine strettissimo. Se consegnasse i suoi compiti in tempo e li completasse tutti avrebbe risultati molto più alti. Quando decide di farsi vedere in classe sembra più interessato al suo cellulare che alla scuola.

    A proposito, si intromise Marcus, posso riaverlo, per favore?

    Questo sta ai tuoi gen... il signor Diddley si corresse, nonni.

    Lo prendo io, disse Winston allungando la mano, e discuteremo delle conseguenze del suo comportamento durante le vacanze estive.

    Ma nonno! cominciò Marcus.

    Dopo, Marcus, rispose il nonno.

    Bene. Il signor Diddley gli diede il cellulare. Ellie è una brava bambina e una studentessa meravigliosa. Non dovrebbe essere difficile sistemare le cose con lei. Ha solo bisogno di far pratica nelle relazioni sociali. Marcus, d’altro canto, ha bisogno di più attenzione e disciplina per essere produttivo e completare i suoi compiti.

    Apprezziamo la sua onestà, signor Diddley, disse Charlotte. Ne discuteremo in famiglia e troveremo un rimedio alla situazione.

    Lo spero, disse il signor Diddley battendo le mani sulle ginocchia e andandosene. Devo incontrare altre famiglie ora. Se tutto andrà per il verso giusto, vedremo i risultati il prossimo anno.

    I Fith si alzarono e strinsero la mano al signor Diddley prima che se ne andasse.

    Ora, ragazzi, il nonno esordì eccitato, "so che questa è stata una lunga giornata, ma dobbiamo andare a fare una visita all’ospedale Nevada State stasera. Abbiamo appena ricevuto delle ottime notizie, e..."

    Non ci siamo andati appena qualche settimana fa? chiese Ellie.

    Charlotte mise un braccio intorno a suo marito. Ottime notizie?

    Winston guardò Charlotte negli occhi. Le migliori. Lei lo strinse ancora di più.

    Marcus si mise lo zaino in spalla. Cosa, abbiamo vinto alla lotteria?

    Ellie lo guardò storto, ma non ebbero un contatto visivo. Marcus guardava a terra, imprecando sottovoce.

    Forza, ragazzi, disse il nonno puntando all’uscita. Potete darvi una calmata lungo la strada. Con la sua mano libera diede una pacca sulle spalle dei nipoti al loro passaggio.

    La loro station wagon color verde menta li aspettava nel parcheggio. Da alcuni considerabile come pezzo da collezione, il nonno l’aveva presa a un’asta in condizione come nuovo. Aveva anche i pannelli laterali in legno, che erano il motivo per cui quel modello era famoso. Marcus era felice di non dover rivedere la scuola o i suoi compagni prima di qualche mese. Aveva bisogno di tempo lontano da lì e quella vecchia automobile lo stava portando in quella direzione.

    Marcus si sedette al sedile posteriore e sbatté forte la porta. Nessuno disse una parola, ma Marcus colse lo sguardo di disapprovazione che il nonno gli lanciò dallo specchietto retrovisore non appena accese il motore. Non era una novità per lui o per Ellie comportarsi un po’ male quando dovevano andare all’ospedale. Di solito, però, era Marcus a fare qualcosa. Lo sguardo del nonno lo bloccò ancora prima che cominciasse.

    L’unica cosa che Marcus odiava ancora di più degli incontri scuola-famiglia erano le visite al Nevada State Hospital. Non c’era cosa che potessero dire per distogliere i nonni dal pensiero di andarci. I nonni erano sempre abbastanza buoni e di solito potevano negoziare una soluzione. Si poteva contrattare sulle faccende domestiche come i piatti, la spazzatura e perfino i compiti scolastici, ma, per qualche strana ragione, su quello non si discuteva. Potevano anche fingersi malati e i nonni non li avrebbero comunque lasciati a casa, perciò, questa volta, Marcus non ci provò nemmeno.

    Non ti irritare Marcus, sussurrò Ellie, non fa che peggiorare le cose. Magari schiaccia un pisolino lungo il tragitto.

    Niente sonnellini per te, disse la nonna schioccando la lingua. Dobbiamo discutere di come cambierai il tuo comportamento. A questo punto è un po’ troppo.

    Marcus alzò le spalle, non lo so.

    Allora ti suggerisco di prendere il tragitto in auto come possibilità di pensarci su, disse il nonno, i problemi non andranno via finché non farai qualcosa per sistemarli.

    Ellie fece l’occhiolino. Forse Caleb e Anabell possono darti dei suggerimenti.

    Molto divertente. Marcus guardò fuori dal finestrino. Stando a quello che ho visto Caleb e Anabell non possono fare molto riguardo a niente. Posso riavere il mio cellulare, per favore?

    Il nonno esitò un istante, poi tirò fuori il cellulare dalla tasca della camicia. Pensaci,disse e poi gli consegnò il cellulare. "Questa conversazione non è finita.

    Marcus mise una mano nella tasca dei pantaloni, tirò fuori le sue cuffie e le inserì nel cellulare. Diede un paio di colpetti con le dita e ascoltò la sua playlist preferita. Voleva pensare a tutto tranne che all’inquietante ospedale e a cosa li aspettasse una volta arrivati lì. Incrociò le braccia e si sistemò accanto al finestrino. Era stata una lunga, strana, giornata. Nell’oscurità, Marcus seguì facilmente le luci della città. Avevano un effetto incantevole su di lui mentre schizzavano via, specialmente le bianche, gialle e verdi che si riflettevano sul suo finestrino. Le sue palpebre si fecero pesanti. Pensò agli occhi color giada e a come brillassero fin troppo nell’oscurità. Un brivido gli percorse la schiena. Era snervante osservare il potere che quegli occhi sembravano avere su di lui, ma questo non fermò il

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