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Ritorno a Shangri-La
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Ritorno a Shangri-La

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ROMANZO BREVE (67 pagine) - FANTASCIENZA - Ultimo capitolo della saga. Si ritorna dal punto in cui tutto era cominciato. Ma nulla è più come era, e nulla sarà più come prima...

Nome in codice: Shangri-La. Ma, a differenza della città leggendaria, questo posto esiste davvero. Ed è il punto in cui tutto inizia e tutto finisce, il santuario nel quale sono custoditi i segreti del viaggio fra le dimensioni. Chi se ne impossesserà, avrà un potere immenso, il più grande che nessun uomo abbia mai avuto. E Mac, giunto finalmente a un passo dalla meta della sua lunga ricerca, si trova di fronte a una terribile scelta...

Enrico Lotti (Milano, 1959). Sceneggiatore di fumetti ("Martin Mystère", "Zona X", "Diabolik" e "Intrepido"), giornalista (ha diretto il mensile di informatica "Macworld Italia"), scrittore e traduttore. Ha pubblicato racconti di fantascienza ("Robot", "Il Magazzino dei Mondi 3") e spionaggio ("Segretissimo").
LanguageItaliano
PublisherDelos Digital
Release dateJan 24, 2017
ISBN9788825400779
Ritorno a Shangri-La

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    Ritorno a Shangri-La - Enrico Lotti

    9788825400625

    Capitolo 1

    Daniele sgranò gli occhi, sconcertato. Il professor Blumberg e sua figlia Alana apparivano smarriti quanto lui.

    L'ampio seminterrato che da alcuni mesi fungeva da quartier generale per il piccolo team guidato dal professore pareva più vuoto e desolato che mai.

    Alana era ancora sotto shock, e ne aveva tutto il diritto. La ragazza era appena rientrata da una terribile esperienza in un mondo parallelo, una Terra selvaggia ricoperta di ghiacci. La sua assenza dal nostro mondo era durata solo poche ore. Ma laggiù era durata mesi. Ed erano stati mesi durissimi, nel corso dei quali ben poco le era stato risparmiato… Era stato Marco, al di là di ogni ragionevole speranza, a seguire le sue tracce, trovarla e riportarla in salvo.

    E ora, la beffa: non appena rientrati nel nostro mondo, Marco e Alana erano stati arrestati, con l’accusa di essere stati i responsabili delle uccisioni al centro commerciale. Una strage che, per ironia della sorte, era stata causata da pirati che avevano fatto irruzione nella nostra dimensione in maniera del tutto inconsapevole. Si erano ritrovati di colpo in un mondo per loro alieno e ricco di ogni ben di dio, e avevano reagito secondo la natura: uccidendo e razziando. Erano rientrati nella loro terra, non prima di aver rapito Alana…

    La ragazza si portò una mano all fronte. Rievocare quello che aveva passato era ancora sconvolgente… ma non c’era neppure il tempo per fermarsi e riflettere.

    – Quel poliziotto… – mormorò Alana.

    – L’ispettore Ingroia – disse Daniele.

    – Sì. Lui. Aveva messo Marco nel mirino, lo sta perseguitando da quando lo conosciamo. È convinto che abbia ucciso sua moglie Caterina e che ne abbia sfatto sparire il cadavere, e gli sta addosso da mesi.

    – Già – commentò amaro il ragazzo.

    – Ora non gli sarà sembrato vero di accusarlo di omicidio e farlo arrestare subito.

    – In effetti, se ci pensiamo, è stata una decisione quasi scontata.

    Alana gli lanciò uno sguardo fiammeggiante. Il ragazzo abbassò gli occhi, intimidito, e proseguì: – I testimoni avranno sicuramente raccontato che alcuni individui, vestiti con rozzi indumenti tipo vichinghi, sono apparsi dal nulla, e hanno iniziato a saccheggiare e uccidere. La polizia arriva a sirene spiegate e trova voi due, Alana e Marco, sulla scena del delitto, vestiti come i predoni…

    – Sì, è stato abbastanza ovvio – intervenne il professor Blumberg, che fino a quel momento era rimasto silenzioso.

    – Anche se – intervenne Daniele – sarebbe bastato guardare i filmati delle videocamere di sorveglianza.

    – È quello che hanno fatto. Mi hanno portata in centrale, mi hanno identificata e mi hanno rilasciata subito, perché era evidente che io non c’entravo niente. Ho saputo che avevano anche un video nel quale si vedeva che mi stavano portando via contro la mia volontà.

    – E adesso non sarà facile spiegare a un tipo come Ingroia la verità. Mi immagino la scena: Vede, ispettore, deve sapere che si è spalancato un varco interdimensionale nel parcheggio del Brico Center, dal quale sono apparsi dei pirati cacciatori di frodo che…

    – Non è per nulla divertente – lo interruppe Alana.

    – Già, anche perché nonostante i video di sorveglianza, che a quanto pare hanno registrato la scena, Marco è stato mondato in prigione – disse Blumberg.

    – Al carcere di Opera – puntualizzò Daniele.

    – Per cominciare, occorre che Marco abbia un avvocato – disse il professore.

    – Già – lo appoggiò Daniele – e non certo quel suo difensore d’ufficio, l’avvocata delle cause perse, come si chiamava… Cavenaghi…

    – Dobbiamo fare qualcosa per Marco, papà – disse Alana, portandosi vicino al professore – qualsiasi cosa.

    Blumberg annuì.

    – Troviamo un avvocato, un avvocato vero.

    – Certamente. E poi, c’è un altro problema…

    Alana e Daniele osservarono il professore, che fece una lunga pausa. Non era un artificio retorico per attirare la loro attenzione. Blumberg appariva di fronte a un bivio, costretto a una scelta tra due opzioni che lo sconcertavano.

    – Quanto possiamo dire di tutto ciò che sappiamo?

    Da un lato, la cosa migliore per scagionare Marco sarebbe stato raccontare, spiegare dettagliatamente tutto. Daniele iniziò a dirlo, ma la frase gli si spense sulle labbra. Si sentì stupido per averlo detto.

    – Sì, certo, come no – lo interruppe Alana, aggressiva – ci vai tu da quel poliziotto a raccontargli la teoria dei varchi tra le dimensioni? Che, guarda caso, spiegherebbe anche la scomparsa della moglie di Marco? Secondo te, perché non lo abbiamo, fatto, finora? E provi a immaginare che faccia farebbe se io gli raccontassi che sono stata rapita da una banda di pirati, venduta a un nobile depravato amante della caccia, e che sono rimasta laggiù per mesi interi prima che mi venisse a salvare Marco, mentre qui passavano solo poche ore?

    Alana era un fiume in piena. Suo padre le fece cenno di fermarsi, ma lei aveva bisogno di parlare, per sfogarsi. Daniele abbassò lo sguardo. Poi Alana tacque. Calò un silenzio di piombo sulla stanza, rotto soltanto dal debole sfrigolio di una lampada al neon che mandava una luce incerta. Istintivamente, tutti e tre alzarono lo sguardo verso il soffitto.

    – Sì, devo cambiare quel neon – disse il professore, dopo alcuni istanti che erano durati un'eternità.

    Poi, Blumberg spinse la carrozzina verso la scrivania e osservò il grande monitor collegato al suo computer.

    Annuì, si mordicchiò un labbro.

    – Faremo tutto ciò che possiamo per aiutare Marco.

    Alana e Daniele annuirono.

    – Nel frattempo, però – proseguì il professore – la vita continua. Deve continuare.

    Alana gli lanciò un'occhiata carica di sorpresa e sconcerto.

    – Si è aperto un altro Varco, non lontano da qui.

    Daniele scosse il capo. No, non riusciva proprio a interessarsene. C'era altro di cui occuparsi, in quel momento, e gli pareva quasi scandaloso che Blumberg pensasse a condurre una nuova missione. Il professore parve leggere quei suoi pensieri.

    – Capisco cosa stai pensando, Daniele. E forse anche tu, Alana. No, non intendo chiedervi di partire all'esplorazione di questo nuovo varco. Ma sono uno scienziato, prima di

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