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Leggere Le Sibille Corti D'Amore
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Leggere Le Sibille Corti D'Amore

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Le Corti d'Amore, anche note come La Nuova Cartomanzia, sono carte da divinazione che appartengono alla categoria delle Sibille. La caratteristica che le differenzia da tutti gli altri mazzi, Tarocchi compresi, è la loro spiccata vocazione ai consulti sentimentali. Purtroppo, però, sebbene Le Corti d'Amore siano diffusissime fra gli appassionati di cartomanzia, la letteratura che le riguarda è carente e inadeguata, perché ricalca, non senza forzature, studi originariamente pensati per La Vera Sibilla. Lo scopo di questo libro è colmare tale lacuna, consentendo agli aspiranti cartomanti di avvicinarsi in modo semplice e divertente all'arte della divinazione con le Sibille Corti d'Amore.
LanguageItaliano
PublisherPaper & Ink
Release dateFeb 1, 2017
ISBN9788826012360
Leggere Le Sibille Corti D'Amore

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    Leggere Le Sibille Corti D'Amore - L. I.

    Tarocchi.

    MANTICA

    Mantica è una parola molto antica che deriva dal greco mantiké (μαντική) tékhne (τέχνη) e significa «arte divinatoria». La mantica o arte divinatoria che dir si voglia designa qualsiasi metodo che permetta una preveggenza del futuro o anche una visione retrocognitiva del passato.

    Secondo le testimonianze dell'antichità classica esistono due tipi di mantica ben distinti: una àtechnos (άτεχνος) cioè priva di artificio o naturale e una techniké (τεχνική), cioè artificiale. La mantica naturale può essere ispirata da entità sovrumane o manifestarsi attraverso facoltà extrasensoriali, (sensitività, preveggenza, ecc.), perciò è riconducibile a tutte le forme di divinazione che non necessitano di strumenti, quali carte, pendoli, ecc. La mantica artificiale, al contrario, non richiede facoltà extrasensoriali e si avvale di strumenti che agevolano il processo divinatorio. La cartomanzia appartiene alla famiglia della mantica artificiale.

    Nel mondo antico non esisteva l'odierno dualismo tra scienza ufficiale e parapsicologia, perciò l'arte divinatoria era oggetto di studio e speculazione per dotti e filosofi, che indagavano sulla natura e il destino dell'uomo in rapporto allo spazio e al tempo.

    L'espressione mantiké tékhne (μαντική τέχνη), già nel IV secolo a. C., è usata da Platone nel Simposio e soprattutto nel Fedro, dove il filosofo greco attribuisce all'anima capacità divinatorie che le consentono di oltrepassare le sue capacità razionali. Plutarco nel De Defectu Oraculorum afferma che il potere profetico è una caratteristica innata dell'anima e che la facoltà profetica assomiglia a una tabula rasa* sulla quale si scrivono, al posto delle parole, immagini fantastiche e presentimenti che danno forma al futuro, senza l'intervento della razionalità.

    In epoca moderna l'arte divinatoria è stata in parte rivalutata da Carl Gustav Jung, il quale afferma che qualsivoglia atto divinatorio, in specie se ispirato, è frutto di un sapere aprioristico presente e attivo nell'inconscio e pertanto s'inserisce in una sequenza di avvenimenti che non è originata o guidata da rigidi rapporti causali.


    * Tavoletta di cera cancellata in modo da poter essere usata per riscrivervi sopra.

    CENNI STORICI SULLA CARTOMANZIA

    Il termine cartomanzia designa un tipo di Arte Divinatoria esercitata mediante le carte, tenendo conto del significato attribuito al seme, al colore, alla figura e al numero di ogni carta. Il cartomante, cioè colui che pratica la cartomanzia, può avvalersi di normali carte da gioco, come le anglo-francesi o le napoletane, oppure di carte appositamente fabbricate per scopi divinatori, come i Tarocchi* o le Sibille.

    Nel XIV secolo, le comuni carte da gioco erano, sia pure molto sporadicamente, già usate per scopi divinatori, tuttavia la modalità di utilizzo era molto diversa da quella odierna. La funzione delle carte consisteva essenzialmente nel consentire una scelta casuale. Un esempio in tal senso è il libro Giardino dei pensieri, pubblicato nel 1540 dallo stampatore liviense Francesco Marcolini. Il libro del Marcolini era corredato di un mazzo da trentasei carte grazie al quale il lettore, dopo avere scelto una domanda, poteva pescare una coppia di carte, il cui valore lo reindirizzava a una pagina del libro dove era possibile leggere la risposta.

    Alla fine del XVII secolo lo stampatore inglese Dorman Newman pubblicò un mazzo di carte realizzato specificamente per la divinazione. Tuttavia i principi generali della moderna cartomanzia, i quali prevedono fra l'altro che a ogni carta sia assegnato un significato, furono fissati solo verso la fine del XVIII secolo da tre cartomanti francesi: Etteilla, Mademoiselle Lenormand e Moreau.


    * I Tarocchi in origine erano normali carte da gioco, oggigiorno però sono fabbricati esclusivamente per scopi divinatori.

    METODO INTUITIVO E METODO SACRALE

    La cartomanzia, a prescindere dal tipo di carte con cui viene praticata (carte da gioco, Tarocchi, Sibille, ecc.), può basarsi su due metodi: intuitivo o sacrale.

    Il metodo intuitivo si fonda sulla convinzione che, attraverso l'interpretazione dei simboli allegorici delle carte e le posizioni che queste assumono, sia possibile stabilire, sia pure in maniera approssimativa, le conseguenze derivanti dalle scelte che si compiono nel presente e conseguentemente avere il controllo, almeno parziale, del proprio futuro.

    Il metodo sacrale si basa sul principio che esista un destino scritto che può essere letto attraverso le carte, non allo scopo di cambiarlo, giacché questo sarebbe in contraddizione con l'assunto di base, ma per poterlo affrontare con consapevolezza.

    Entrambi i metodi hanno in comune forti implicazioni filosofiche, tuttavia, basandosi su principi diametralmente opposti, le loro finalità differiscono non poco. Il metodo intuitivo tende alla crescita personale e a una maggiore conoscenza di se stessi; il metodo sacrale invece mira alla serena accettazione del proprio destino, nella ferma convinzione che questo sia l'unico modo per non soffrire.

    Indipendentemente dai convincimenti del cartomante e dal metodo che egli faccia suo, l'interpretazione delle carte, rispetto al medesimo mazzo, è sempre la stessa.

    CONOSCERE IL FUTURO

    Gli uomini da sempre nutrono il desiderio di conoscere il proprio futuro. Nel corso dei secoli sono stati concepiti diversi metodi per riuscire in tale scopo. Eppure la domanda fondamentale, è possibile prevedere il futuro?, continua a non avere una risposta univoca. Come abbiamo visto nel capitolo precedente, non tutti i cartomanti ritengono che sia veramente possibile prevedere gli eventi futuri: i sostenitori del metodo intuitivo infatti ritengono che attraverso la cartomanzia non si legga il futuro, ma si legga il passato e il presente e si possano ottenere indicazioni di massima sul futuro, ovvero dei consigli più che delle vere e proprie previsioni.

    Indubbiamente questo è un argomento spinoso che non può essere liquidato in poche righe, anche per via delle implicazioni filosofiche che comporta: sarebbe necessario parlare di determinismo e di libero arbitrio, ma va da sé che ciò esulerebbe dall'obiettivo di questo testo. Per questa ragione mi limiterò a un paradosso, lasciando che sia il Lettore a trarre le conclusioni che riterrà più giuste.

    Un uomo ha fama di essere un veggente in grado di prevedere il futuro con estrema precisione, tuttavia uno scettico vuole dimostrare a qualunque costo che l'uomo è un impostore. Lo scettico, perciò, va dal veggente, gli punta una pistola alla testa e con grande determinazione dice:

    «Se sei veramente ciò che dici di essere prevedi quale sarà la mia prossima mossa: ti ucciderò oppure no?».

    Il veggente è consapevole che l'unico scopo dello scettico è dimostrare l'imprevedibilità del futuro e perciò sa bene che se vuole salvarsi la vita può dare un'unica risposta: mi ucciderai.

    Tuttavia, ammettendo che il veggente non sia un impostore, diviene fondamentale chiedersi cosa egli vede nel proprio futuro.

    Vede la propria morte? In questo caso per salvarsi la vita non dovrebbe fare altro che dire la verità, ma così facendo darà l'opportunità allo scettico di mutare il corso degli eventi futuri, dimostrando al contempo la loro imprevedibilità.

    Vede che vivrà? In questo caso per salvarsi la vita dovrà mentire, cosa che da una parte preserverà il futuro, ma dall'altra darà allo scettico l'opportunità di screditarlo.

    Come ho detto in precedenza non è mia intenzione giungere a conclusioni, preferendo che sia il Lettore a farsi delle domande e a darsi delle risposte. Tuttavia mi concedo una piccola osservazione alla luce di quanto detto fin qui: se si considera il futuro come un flusso mutabile, bisogna accettare che non è possibile rivelarlo apertamente senza rischiare di alterarlo.

    TAROCCHI E SIBILLE

    I Tarocchi e le Sibille sono le carte da divinazione più utilizzate in cartomanzia. La differenza principale fra queste due tipologie di mazzi consiste nel fatto che le Sibille sono maggiormente orientate alla concretezza, forniscono cioè risposte molto pragmatiche, mentre i Tarocchi hanno, per così dire, una dimensione più misterica, fungono meglio da strumento di ricerca e crescita interiore.

    Le Sibille sono molto più recenti dei Tarocchi, risalgono infatti all'ottocento, e sono tradizionalmente impiegate per i consulti d'amore, quantunque si prestino ottimamente per ogni tipo di quesito.

    Secondo un luogo comune piuttosto diffuso le Sibille, a differenza dei Tarocchi, sarebbero carte facili da leggere, ciò però non corrisponde affatto al vero: leggere bene le Sibille può essere arduo proprio come leggere i Tarocchi. Indubbiamente le maggiori o minori difficoltà che si possono incontrare nello studio della cartomanzia dipendono, come per ogni cosa, dalla predisposizione personale, tuttavia in linea generale si può tranquillamente affermare che non esistono mazzi semplici da leggere e soprattutto che si possano leggere senza dedicarvi studio e pratica.

    La scelta di un determinato mazzo di carte è perciò molto soggettiva e ognuno è libero di leggere il tipo di carte che maggiormente gli aggrada, poiché le domande che si possono fare alle Sibille si possono senz'altro fare anche ai Tarocchi, cosi come a qualunque altro mazzo, perfino a quelli creati per scopi ludici.

    LA VERA SIBILLA E LE CORTI D'AMORE

    I mazzi di carte appartenenti alla categoria delle Sibille sono numerosi e tra questi quello che sicuramente gode di maggiore diffusione in Italia è La Vera Sibilla, in ragione di ciò molti di coloro che si avvicinano alla lettura delle Corti d'Amore si lasciano ingannare dalle somiglianze che vi sono tra questi due mazzi e finiscono per ritenere erroneamente che le Corti d'Amore siano una mera variante de La Vera Sibilla, attribuendo di fatto alle carte di entrambi i mazzi il medesimo significato. Questa prassi è approssimativa e può causare grossolani errori d'interpretazione, poiché esistono differenze importanti fra i due mazzi, per esempio: il fante di fiori ne La Vera Sibilla personifica un uomo giovane, nelle Corti d'Amore invece un uomo maturo.

    Indubbiamente, le carte delle Corti d'Amore e de La Vera Sibilla condividono diversi significati, in specie quando sortiscono dritte, tuttavia questi non sono tanti da consentire il passaggio immediato da un mazzo all'altro. In aggiunta a ciò, non tutte le carte delle Corti d'Amore trovano piena corrispondenza ne La Vera Sibilla: alcune carte del seme di fiori, pur mantenendo una sostanziale equivalenza di significato, assumono un differente valore numerico; per alcune carte del seme di quadri invece manca completamente la loro omologa.*


    * Vedi Appendice A.

    CORTI D'AMORE

    Le Corti d'Amore graficamente si presentano come un mazzo di carte anglo-francesi cui sono state aggiunte delle illustrazioni, delle didascalie e dei numeri.

    Descrizione delle Corti D'amore

    Le illustrazioni non nascono dal mero estro creativo di un artista e il loro scopo non è semplicemente quello di rendere il mazzo più accattivante. Esse hanno una funzione esplicativa, ovvero riassumono attraverso un immagine il senso di ogni carta. Per questa ragione è sempre consigliabile cercare di imparare i significati delle carte anche attraverso l'attenta osservazione delle illustrazioni.

    Ogni carta che compone il mazzo delle Corti d'Amore, con la sola eccezione delle carte dei consultanti, ha una specifica carta anglo-francese di riferimento, la quale è sempre raffigurata in alto a sinistra.

    Su ogni carta, inoltre, vi sono tre didascalie: le prime due, scritte in italiano, riassumono i significati principali della carta, uno per il verso dritto, l'altro per quello capovolto; la terza didascalia, quella sul lato sinistro, invece, riporta i principali significati della sola carta dritta, scritti in tedesco, inglese e francese.

    Infine su ognuna delle prime cinquantadue carte del mazzo vi sono due insiemi di numeri: il primo formato da tre numeri e il secondo da un solo numero cerchiato. I tre numeri non sono altro che un terno da giocare al Lotto, perciò non hanno alcuna importanza per quanto concerne la lettura delle carte: si tratta semplicemente di un'indicazione a uso e consumo di chi voglia tentare la fortuna al gioco. Il numero cerchiato indica la progressione numerica delle carte e può assumere un ruolo tutt'altro che marginale, perché, come vedremo più avanti, può essere usato per dare riferimenti temporali alle predizioni.

    CHIOSA ALLE ISTRUZIONI

    Le Corti d'Amore sono corredate da

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