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Augmented: Building a hero (libro 2)
Augmented: Building a hero (libro 2)
Augmented: Building a hero (libro 2)
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Augmented: Building a hero (libro 2)

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About this ebook

Alcuni eroi non nascono… vengono costruiti.

Secondo libro della appassionante trilogia Building a Hero dell'autrice di bestseller Tasha Black. Il primo libro, Reconstructed, è gratuito in tutti gli store. 

Preso contro la sua volontà, Edward Dalton si risveglia e si ritrova prigioniero dell'organizzazione paramilitare che ha popolato i suoi incubi da quando, tanti anni prima, l'ha lasciato a pezzi. Dalton viene a sapere di essere l'unico soggetto dell'esperimento originale in grado di controllare i suoi nuovi terribili poteri, e di domare la bestia che gli hanno messo dentro. I suoi carcerieri pensano che lui nasconda il segreto per il successo, e vogliono prenderglielo, con qualsiasi mezzo.
Elizabeth Sterling è una visione d'amore di un tempo in cui tutto era più semplice, ma anche lei nasconde qualcosa. Se Dalton riuscisse a fidarsi di lei, potrebbe essere la persona che gli serve per salvarsi la pelle, ma forse è troppo tardi per salvare la sua anima.


Nel frattempo, Westley Worthington cerca con tutte le forze di usare le sue nuove abilità per salvare il suo amico e riconquistare l'amore della sua vita, Cordelia Cross. Le sue nuove parti del corpo gli permetteranno di fare entrambe le cose?


Scopritelo nel secondo romanzo della trilogia Building a Hero dell'autrice di bestseller Tasha Black. 


Nota dell'autore: 
Building a Hero è una trilogia di romanzi autoconclusivi di 200-300 pagine ciascuno, non è una serie con puntate brevi e finali in sospeso. Ciascun libro ha la sua storia completa ma, come per tutte le trilogie, i libri 1 e 2 lasciano alcune domande senza risposta, che vengono risolte nel libro finale. Grazie se mi leggerete!

LanguageItaliano
Release dateFeb 7, 2017
ISBN9781507172841
Augmented: Building a hero (libro 2)

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    Book preview

    Augmented - Tasha Black

    Capitolo 1

    Edward Dalton salì i due piani di scale che portavano al suo appartamento.

    Viveva a qualche isolato dall’edificio Worthington, in un locale, piccolo ma di gusto, che dava sul parco. L’affitto non era a buon mercato, ma era la Worthington Enterprises a pagare il conto, purché rimanesse lì vicino.

    West aveva cercato di convincerlo a occupare una delle abitazioni nel suo stesso palazzo, ma il pensiero di Westley Worthington che bussasse alla sua porta a qualsiasi ora della notte non era un gran buon punto di partenza.

    Era ancora a tre metri dalla porta quando se ne accorse.

    Aveva un buon senso dell’olfatto, nello stesso modo in cui alcuni sono bravi a riconoscere le facce. Quell’odore lo conosceva bene, non l’avrebbe dimenticato con tanta facilità.

    Che fai qui? chiese, a voce abbastanza alta da essere sicuro che lo sentissero.

    Gli rispose un tum-clac, tum-clac ritmato, dalla cucina. Si voltò e vide una sagoma familiare uscire dalla porta, alternando nei passi il tonfo dello scarpone con lo schiocco della protesi a forma di lama.

    Il caporale Gibson.

    Dalton l’aveva incontrato per la prima volta alcuni mesi addietro, quando West si era rifiutato di vendere la Med Pros alla Divisione Alfa. Non gli era importato molto di lui, allora, e di certo non gli piaceva l’idea che Gibson si presentasse a casa sua senza avvisare.

    Sergente Dalton disse l’uomo, senza trasmettere emozioni dagli occhi scuri.

    L’ho detto al suo capo rispose. Non sono più sergente. Sono... in pensione.

    È appena stato richiamato in servizio attivo disse Gibson con un ghigno sarcastico.

    È effettivo? chiese, voltando le spalle all’uomo per appendere la giacca all’attaccapanni accanto alla porta. In questo caso, credo si sia dimenticato di farmi il saluto, caporale.

    Gibson fece un basso suono gutturale, quasi un ringhio. Dalton non prese bene la sfida.

    Era tornato a casa con l’intenzione di mettere in valigia alcune cose e di scavare un po’ nella sua particolare situazione. Quella strada partiva dalla Divisione Alfa; aveva tutte le intenzioni di far loro visita, ma alle sue condizioni.

    Che avessero mandato un lacchè a intimidirlo non era accettabile. Sentì il familiare formicolio nel sangue e la rabbia cominciò a salire a un livello pericoloso.

    Di norma, Dalton avrebbe fatto tutto ciò che era in suo potere per placarla, per mantenere il controllo.

    Ma non quel giorno.

    Accolse con gioia la sensazione di potere che lo attraversava; come osava quell’uomo andare a casa sua a minacciarlo?

    I suoi muscoli si tesero e le narici si allargarono. La sua vista si concentrò e divenne più netta, tinta ai lati da un blu ghiaccio. Nella gola gli si formò un profondo ringhio, quando si voltò per scacciare l’intruso da casa sua.

    Gli occhi di Gibson lampeggiarono di un giallo intenso mentre si lanciava contro di lui.

    Capitolo 2

    L’odore della legna che bruciava permeava l’aria della notte. Cordelia si sedette di fronte a sua madre al tavolinetto di cristallo ed entrambe sorseggiarono lo champagne dalle tazze da caffè.

    West era rimasto sconvolto nel sapere che nella cucina della famiglia Cross non c’erano calici da champagne. Jess aveva trovato questa sorpresa fonte d’infinito divertimento, e i suoi risolini erano risultati contagiosi. Cordelia sorrise pensando al suono felice della profonda risata di West. Nemmeno due settimane prima non sarebbe riuscita a immaginarselo, ridere così di gusto di se stesso.

    La forma familiare della tazza di terracotta le dava una sensazione di conforto tra le mani. Non aveva dovuto nemmeno bere lo champagne e si sentiva leggera come l’aria.

    Di là del tavolo, i lineamenti consumati della madre erano meravigliosi alla luce delle candele. Lei le fece l’occhiolino e inclinò il mento verso il fuoco.

    Dall’altra parte del patio di ardesia, Westley Worthington porse un marshmallow a Jess e sorrise soddisfatto quando lei lo infilzò muovendo feroce un lungo bastoncino.

    Stai attenta o ti caverai un occhio le disse, battendo le dita sulla propria benda e alzando le sopracciglia. Impara dai miei errori.

    Cordelia sorrise alla battuta, ma Jess buttò indietro la testa e ululò dalle risa.

    Il cuore di Cordelia stava per scoppiare. Così tante cose stavano andando nel verso giusto, ma il modo in cui West aveva legato con Jess era la più inaspettata. Erano così in armonia. Il West di prima dell’incidente non avrebbe fatto così tanta attenzione a qualcuno da cui non gli serviva qualcosa.

    Le parole di avvertimento di Peter le riecheggiarono nella testa.

    West ha queste grandi esperienze di vita che lo cambiano e promette di voltare pagina. Ma vogliamo parlare delle promesse che non mantiene mai? Cosa pensi che accadrà quando avrà da te ciò che vuole?

    Cordelia rabbrividì.

    Hai freddo, tesoro? le chiese West.

    Sto bene gli rispose con un sorriso.

    Lui sostenne il suo sguardo per un momento, e Cordelia sperò di non sembrare tanto spiazzata quanto si sentiva.

    D’improvviso le candele, le luci da favola, lo champagne, tutte le cose che erano state così speciali fino a un attimo prima le sembrarono vuote. Perché non importava da che parte si guardasse, West aveva abbastanza denaro da ristrutturare i giardini di mille ragazze, ma ciò che le aveva promesso era una cena al ristorante, un vero appuntamento in pubblico, non marshmallow e biscotti a casa.

    Appena le venne in mente quel pensiero, Cordelia si rimproverò. West stava ancora tenendo un profilo basso dopo l’incidente e di certo avrebbe mantenuto la promessa quando sarebbe tornato sotto gli occhi di tutti.

    Si sforzò di tornare al presente.

    Okay, West, raccontalo di nuovo! stava insistendo Jess.

    Raccontare cosa? le chiese lui con un sorriso ironico.

    Lo sai, la parte in cui hai salvato Sean Cooper dal super cattivo!

    Vince Palma non era un super cattivo rise West.

    Ehm, ha rapito un bambino innocente e gli voleva tagliare via un braccio insistette Jess. Avrebbe anche potuto legarlo a un treno arricciandosi i baffi.

    West rise ancora con la sua risata profonda.

    E ci volevano i poteri di un supereroe per fermarlo concluse Jess con soddisfazione.

    Tecnicamente, la corresse West, è stata Cord a farlo.

    Lo so. Ma ti sei comportato bene, per essere la prima volta lo rassicurò lei.

    La prima e l’ultima ridacchiò lui.

    Che dici? chiese Jess. Riesci a immaginare cosa potresti fare per questa città con i tuoi nuovi talenti?

    Mallory ha detto che è stato pericoloso rimuovere le sicure in quel modo.

    A me sembra che tu stia bene commentò Jess scrollando le spalle.

    Una strana espressione attraversò i bei lineamenti di West, come se non stesse così bene come sembrava.

    Jess, stai suggerendo che West diventi una specie di... vigilante? si intromise Cordelia. Sembra pericoloso.

    Già... rispose Jess. Per gli altri.

    Dovrei indossare una maschera? chiese West con un sorriso sexy che fece dispiacere Cordelia del fatto che la sua famiglia fosse tornata in anticipo.

    Non aveva finito con lui.

    Posso mettermi una tuta di elastan con un fulmine sul petto? E espanse il largo torace in una tipica posa da supereroe.

    Cordelia prese un altro drink. Le gote le si erano arrossate, ma non per l’alcol.

    Mi piacerebbe vederla borbottò.

    Per prima cosa, Cord, che schifo disse Jess seria. Secondo, nessuno indossa più l’elastan; dovrebbe essere qualche tipo di armatura high-tech, o qualcosa del genere. E poi, un fulmine? Chi sei, Capitan Marvel?

    West la guardò confuso.

    Flash? provò di nuovo lei.

    Lui lo conosco annuì.

    Non sei abbastanza veloce. E non controlli i fulmini come Storm o Thor spiegò lei, come se dovesse essere ovvio.

    E allora che supereroe sarei? chiese. Per dargli i suoi meriti, West non era condiscendente, né la ignorava. Prendeva davvero in considerazione le sue opinioni. Non c’era da stupirsi che le piacesse così tanto.

    Beh, sei più come Cyborg, o Cable, se non consideri i poteri di mutante, ma non puoi essere nessuno di loro, sono personaggi inventati. Le cose che riesci a fare sono reali. Dovresti essere un eroe tutto tuo disse Jess con la voce piena di stupore.

    Vuoi fare domanda per il ruolo di Spalla Spiritosa? la prese in giro West.

    No, non mi piace fare l’assistente rispose lei caustica.

    Parlando di spalle, hai più sentito Peter dopo l’incidente? chiese Cordelia con il tono più leggero che poté usare.

    Lo sapeva che non era successo, ma con Dalton andato, West aveva bisogno di un amico. E Cordelia non poteva fare a meno di desiderare l’opinione di Peter sulla trasformazione che aveva subito. Se si fosse rimangiato quello che aveva detto, non si sarebbe forse sentita meglio?

    Vorrei che la gente smettesse di usare quella parola. La voce di West diventò dura. "Non c’è stato niente di incidentale in quello che mi è accaduto. E perché dovrei volergli parlare? Non sono stato io a scappare sbattendo la porta."

    Pensavo solo che, dato che è tuo amico... cominciò Cordelia.

    "Era" la corresse lui.

    Solo non capisco... provò di nuovo.

    No, infatti. Perché è così importante per te? domandò.

    Senza preavviso, un dolore insopportabile divampò nel braccio di Cordelia.

    Si irradiava dal segno del morso, ancora non del tutto guarito dalla notte in cui aveva salvato Dalton dal gancio del macellaio, in quella terribile cantina. Nel buio era successo qualcosa che non riusciva a spiegarsi del tutto, o forse non era pronta per affrontarlo. Al culmine della sua angoscia era cambiato, da un certo punto di vista, e nella sua furia accecante se l’era presa con lei, mordendole il braccio prima di fuggire nella notte.

    Fu attraversata da una scossa di paura e le venne la sensazione strisciante che stesse accadendo qualcosa di davvero brutto.

    Cordelia strinse gli occhi, facendo l’inventario di se stessa e chiedendosi cosa le stesse succedendo. Il morso era diventato una specie di enigma. I segni dei denti erano la prima parte del mistero: la forma e la posizione proprio non corrispondevano. Cordelia aveva passato abbastanza tempo con gli animali per essere certa di una cosa: quel morso non era umano. Non si era soffermata sulle implicazioni della questione, immaginando che la prova sarebbe sparita dal suo braccio e dalla sua mente, a un certo punto. Perché non stava guarendo?

    Un momento più tardi sia il dolore che la strana sensazione erano svaniti.

    E West era in piedi.

    È stata una lunga giornata annunciò con voce di nuovo calma. Penso che dovrei rientrare.

    Diede uno sguardo a Cordelia; poi i suoi occhi lampeggiarono verso la casa e di nuovo verso di lei.

    Voleva che la seguisse.

    Un calore le fiorì tra le gambe, nel posto in cui le mani di lui erano state solo poche ore prima. Non vedeva l’ora di restituire il favore, di prendersi del tempo per dargli piacere come lui aveva fatto con lei.

    Lo sguardo nei suoi occhi le disse che West stava pensando la stessa cosa.

    sputò fuori, quasi rovesciando la tazza di champagne. Voglio dire, dovremmo rientrare tutti, domani dobbiamo svegliarci presto.

    Che succedeva? Come poteva avere quell’effetto su di lei?

    Ormai era buio completo, e le stelle scintillavano fredde nel cielo della notte sopra di loro.

    Cordelia guardò West trotterellare su per la rampa di ardesia fin dentro casa.

    Cosa le stava succedendo?

    Si stava innamorando, ma poi era sospettosa. Il suo braccio bruciava senza motivo, e prevedeva che sarebbero accadute cose negative. E l’attimo successivo, era incantata dal modo in cui il sedere di West gli riempiva i jeans, e non vedeva l’ora di saltargli nel letto.

    Stava davvero impazzendo, era l’unica spiegazione.

    Sospirò.

    Ha ragione, è tardi disse a Jess. Andiamo, ragazzina.

    Io sistemo il fuoco approvò sua madre.

    Fu un piacere vedere Jess salire con facilità su per la rampa fino in casa. Andare in giardino era stato un grosso problema, in passato. Il cuore le si gonfiò al pensiero della premura di West; il lavoro che aveva fatto sul cortile era meraviglioso, ma quella rampa per Jess, quella sola cosa, lo rendeva davvero speciale.

    Raccolse le tazze e la bottiglia di champagne e seguì la sorella dentro.

    Mentre lavava, Cordelia ripensò al modo in cui West le aveva dato piacere prima che tornassero tutti a casa. Il suo corpo rispose all’istante, con un forte calore sulle gote. Dopo che gli altri fossero andati a dormire, sarebbe andata dritta nella stanza di lui e l’avrebbe ripagato dieci volte tanto.

    Immaginò di arrampicarsi nel suo letto e la deliziosa sensazione della sua pelle calda e della protesi fresca contro la pelle. Desiderò perdersi nel suo forte abbraccio, dandogli tutta se stessa. Non c’era modo di poter entrare in quella stanza e uscire ancora come una donna indipendente. Sarebbe stata sua, tutta sua.

    E si era permessa di fantasticare che anche lui le sarebbe appartenuto.

    Ma lì, davanti al lavandino della cucina, al riparo dalla luce delle stelle e dagli occhi ipnotici di West, era più difficile evitare la verità.

    L’aveva osservato per troppo tempo come sua assistente. Conosceva i suoi schemi. Lui aveva dei cambi d’umore selvaggi e non restava mai per molto in una relazione.

    West aveva scacciato Peter dopo averlo conosciuto per la maggior parte della vita.

    Quali erano le probabilità che le cose andassero in modo diverso per lei?

    E poi, tirò fuori il righello immaginario che le serviva per misurare qualsiasi decisione della sua vita da adulta: cosa avrebbe significato per Jess?

    Per come stavano le cose, West avrebbe potuto offrire a sua sorella una vita normale.

    Cosa sarebbe accaduto a questa opportunità se West avesse bruciato in un tempo troppo breve il suo interesse per Cordelia, e lei si fosse ritrovata dal lato sbagliato in uno dei suoi scatti d’ira? Ne aveva

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