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Mine-La veggente
Mine-La veggente
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Mine-La veggente

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About this ebook

Poteva prevedere il futuro.
Un attimo prima che questo accadesse, nella sua testa, le immagini di ciò che stava per succedere le mostravano il destino di chi la circondava.
Per questo motivo era stata catturata dai vampiri.
Era un'arma e serviva per combattere la lotta tra le creature della notte e i licantropi.
Per oltre un anno rimase prigioniera finché una notte riuscì a fuggire correndo tra la neve e il gelo.
Sapeva che Alec e il suo clan stavano passando lì vicino, li aveva visti e aveva capito che era la sua unica via di fuga.
I lupi la presero con sé pur non fidandosi di quella donna che aveva condiviso troppo con i loro nemici.
Il loro alpha, Alec, sembrava duro e spietato tanto da incutere timore alla veggente.
Ma ben presto, i sentimenti che provavano l'uno per l'altro iniziarono a mutare.
La guerra tra lupi e vampiri stava per scoppiare e lei era l'unica che poteva cambiare le sorti del destino.
Per questo motivo i lupi la portarono con sé all'interno dei sei regni in cerca dei bambini che erano stati rapiti dai vampiri.
Sapevano che avevano stretto un patto con le tenebre e che stavano diventando sempre più forti, dovevano impedire loro di prendere il sopravvento.
Un libro che parla di creature magiche, amore, amicizia e una lotta che può sconvolgere il mondo e i suoi equilibri in un luogo completamente diverso da quello che conosciamo.
 
LanguageItaliano
Release dateFeb 7, 2017
ISBN9788826017877
Mine-La veggente

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    Mine-La veggente - Bonny Zero

    Fine

    1

    Era una sera normale di novembre.

    La neve era caduta leggera nei giorni precedenti e aveva ricoperto le montagne con un manto bianco e freddo.

    Tutto taceva e il silenzio era quasi assordante. Così forte come solo in quei luoghi sapeva essere. Si poteva udire solo il rumore di qualche ramo di albero che si spezzava per il troppo peso o di qualche animale che metteva la testa fuori dalla tana per controllare la radura.

    I lupi avevano finito il loro giro di ronda. Sembrava tutto apposto nella valle.

    I centri abitati erano sicuri e gli umani stavano tutti bene. Si erano premurati di passare in tutti e sei gli avamposti per accertarsene di persona.

    Alec ed il suo branco si preoccupavano per loro da tutta la vita e prima di essi, i loro padri ed i padri dei loro padri avevano fatto altrettanto.

    Così la natura aveva deciso. Aveva affiancato ad un essere debole come l'umano, esseri magici come i licantropi così che potessero proteggerli dalle creature della notte.

    Anni prima, quando questo lavoro non era stato adempito, ogni giorno si registravano massacri ai piedi della collina.

    Uomini barbaramente dissanguati, donne rapite, bambini dispersi, paesi rasi al suolo e bruciati..

    La natura non poteva permettere che questo rovinasse l'equilibrio dell'universo e per questo i lupi avevano preso posizione.

    Un branco intero dominava le montagne e scacciava i vampiri da quella che era ritenuta una zona magica.

    Non potevano perdere questa guerra, non potevano perdere la terra che i loro avi avevano difeso a costo della loro stessa vita.

    In mezzo a quelle montagne insignificanti ad occhio nudo, l'energia sprizzava da ogni singola foglia, da ogni angolo di terra e tutto intorno a loro.

    Donava vita eterna agli essere magici che riuscivano a trarne beneficio e a chi sapeva ripagare la natura degli immensi favori che donava, e proprio per questo era tanto contesa.

    I lupi se ne prendevano cura amorevolmente facendo in modo che l'energia continuasse a circolare in quell'angolo del mondo. Se i vampiri ne fossero entrati in possesso, avrebbero certamente distrutto tutto in breve tempo, come facevano con ogni cosa che toccavano.

    Sembrava proprio una serata normale mentre il sole scendeva e lasciava il posto alla notte.

    Alec fece segno ai suoi tre seguaci di proseguire verso casa, quando un urlo rimbobò tra le alte vette e spezzò la pace che regnava sovrana.

    2

    La neve bloccava i miei passi e mi faceva continuamente rallentare.

    Mi voltavo per scorgerlo, ma non riuscivo a vederlo nonostante ne percepivo la presenza.

    Arus non avrebbe mai permesso al suo giocattolo di fuggire così facilmente.

    Era da tempo che progettavo la mia fuga e quella sera si era presentato il momento perfetto.

    Arus era uscito. Era agitato ed eccitato, i suoi occhi brillavano e sembrava quasi meno pallido del solito.

    Era venuto a controllarmi mentre ero nella mia camera e stavo leggendo un libro.

    Vedi qualcosa per me Aria? Chiese infilando la sua snella figura nel mio spazio.

    Osservai i suoi occhi cattivi e il naso adunco scuotendo la testa.

    No Arus. Sai bene che non funziona così.. scossi la testa negando di aver visto nulla.

    In realtà pochi istanti prima qualcosa era successo.

    Lupi. Questo avevo visto. Un branco si sarebbe spinto fino in fondo alla valle, a poche decine di minuti dalla villa.

    Era un occasione più unica che rara.

    Stai qui buona e non combinare disastri. Non obbligarmi a punirti quando sarò di ritorno, sai che verrò a saperlo se farai qualcosa. Mich resterà alla villa con te, per sorvegliarti. Concluse infilandosi i guanti e uscendo lanciandomi un occhiata truce.

    Chiusi gli occhi e contai fino a dieci e poi ancora fino a dieci.

    Trassi un respiro profondo e mi tolsi dal reggiseno la chiave che poche settimane prima ero riuscita a sfilare a Mich. Quel vampiro era sciocco. Beveva troppo e si addormentava al posto di controllarmi. Era stato facile, pensai mentre aprivo le catene che mi intrappolavano le caviglie, lasciandole però attaccate ai piedi.

    Ora dovevo solo aspettare che quello stupido si mettesse a bere come faceva ogni volta che il capo si allontanava.

    Attendevo quell' occasione da tempo immemore, non potevo sbagliare nulla, dovevo farcela.

    Se fossi fuggita in un altro momento, mi sarei con ogni probabilità persa e sarei morta di freddo o mi avrebbero ritrovata poco dopo. I lupi erano la mia unica salvezza, dovevo raggiungerli.

    Non appena il vampiro venne a controllarmi ormai alticcio e si sistemò sullo sgabello accanto al letto biascicando parole senza senso, capii che dovevo essere astuta se volevo farcela davvero.

    Saremmo una bella coppia io e te..ahh si! Disse scoppiando a ridere e trangugiando un sorso dalla bottiglia che si era portato appresso.

    Lo faceva sempre, ma questa volta non c'erano più le catene ad impedirmi di andarmene.

    Attesi in silenzio finché lo sentii russare e mi catapultai fuori dalla casa.

    Libera, finalmente. Non sapevo nemmeno più che cosa volesse dire correre in mezzo alla neve.

    Non sentivo il freddo nonostante non avessi una giacca.

    L'adrenalina mi spingeva avanti, mi faceva arrancare in mezzo a tutto quel bianco.

    Mi fermai chiudendo gli occhi e li vidi di nuovo.

    Tre lupi e il loro Alpha mentre tornavano verso casa.

    Non potevo vedere il mio futuro, non ci ero mai riuscita inspiegabilmente.

    Ma sapevo bene che dovevo continuare a correre, si sarebbero accorti della mia assenza. Arus sarebbe tornato presto.

    Salvati Aria, vattene! Mi dissi tremando dal freddo. Le labbra ormai viola e le dita delle mani insensibili.

    Non mollare.

    Caddi nella neve e lo vidi. Arus su tutte le furie stringeva il frustino con il quale mi aveva punita tante volte, ma questa volta era sul suo compagno che sfogava la sua frustrazione.

    E poi ancora un altra immagine balenò nella mia testa. Un licantropo dai capelli neri e lunghi che ringhiava contro la luna. Il suo urlo era disperato mentre attorno a sé tutto bruciava.

    Nooo urlai contro il cielo interrompendo il silenzio.

    Mi lasciai cadere sulle ginocchia ormai stremata e scoppiai a piangere.

    Avevo fallito, non sarei riuscita a raggiungerli. Sentivo che si stavano allontanando e non avevo alcuna possibilità di avanzare al loro passo.

    Arus mi avrebbe picchiata come non mai e avrei perso quei pochi privilegi che con il tempo avevo guadagnato, come le porzioni più abbondanti di cibo e le passeggiate all'aria aperta.

    Sarei stata sbattuta di nuovo nelle segrete, al freddo e al buio, sola con le visioni come unica compagnia.

    Sapevo quanto poteva essere crudele.

    Quando mi aveva catturata, un anno prima, aveva passato interi giorni senza darmi né cibo né acqua. Mi aveva spinto fino quasi alla morte e poi mi aveva picchiata selvaggiamente.

    Per farti capire chi è il padrone. mi aveva sussurrato dandomi il suo sangue.

    Era in grado di guarirmi con quello, poteva strapparmi alla morte un secondo prima che chiudessi gli occhi per sempre.

    Questo significava che poteva torturarmi a suo piacimento senza rischiare di perdermi mai.

    Mi nascosi il viso tra le mani terrorizzata da ciò che mi aspettava.

    Avevo fallito, ne avrei pagato le conseguente. Pochi attimi di libertà e il resto della vita da prigioniera.

    Un rumore attirò la mia attenzione e alzai gli occhi pronta ad incrociare quelli del vampiro.

    Un grande lupo nero mi osservava a pochi passi da me. Gli occhi gialli e la bocca aperta.

    Allungai una mano verso di lui e persi i sensi.

    3

    Sentii qualcosa di umido sul volto.

    Qualcuno mi stava leccando la faccia.

    Arus, no ti prego.. Sussurrai cercando di levarmelo di dosso.

    Le mie mani però vennero a contatto con qualcosa di morbido, ben diverso dal corpo di Arus, obbligandomi ad aprire gli occhi.

    Degli occhi gialli mi stavano scrutando. Un grabde lupo bianco era lì al mio fianco e dopo alcuni istanti si avvicinò di nuovo al mio volto e riprese a leccarmi.

    Gli accarezzai la testa traendo sollievo al contatto con il pelo. Le mie mani erano gelide ed ero scossa dai brividi.

    C'è un vampiro nelle vicinanze. La stava seguendo. Pronunciò una voce maschile.

    Mi guardai intorno per capire da dove provenisse, ma non c'era nessun umano. Oltre al lupo bianco, in un angolo ce ne era uno nero e altri due color caramello, ma nessuno di loro poteva parlare.

    Cosa ne facciamo di lei ora? Chiese una seconda voce più bassa.

    La portiamo con noi. Dobbiamo capire perché fuggiva da quel mostro. Sentenziò una donna.

    Mi grattai la testa confusa.

    Chi sta parlando? Chiesi sull'orlo del panico.

    I lupi si avvicinarono a me.

    Può sentirci?

    Impossibile. Nessuno al di fuori del branco può ascoltare i nostri pensieri, figurarsi un umano.

    Siete voi che parlate? Mi ritrassi spaventata. Non avevo mai incontrato dei licantropi prima d'ora. Il vampiro ripeteva spesso che avessi dei poteri straordinari, ma non pensavo di essere anche telepatica oltre che veggente.

    Un forte dolore alla tempia mi ricordò che avevo avuto troppe visioni consecutive e che probabilmente essendo tanto scossa ne sarebbero arrivate altre.

    Non potevo comandarle.

    Davvero può sentirci? Alice, ne hai mai sentito parlare?

    Alice? Chiesi sottovoce e il lupo bianco che mi leccava la faccia si fece vicino accucciandosi.

    Ciao Alice.. Le dissi dandole una carezza sulla testa e facendola scodinzolare.

    Ora basta! Proferì il lupo nero, quello più grosso con voce perentoria. Potrebbero arrivare altri vampiri ed è calata la notte. Inoltre sta morendo di freddo, dobbiamo tornare all'avamposto più vicino e lì decidere il da farsi.

    Mi passò accanto ringhiando arrabbiato. Probabilmente era l'alpha del gruppo. Lo intuivo dal suo comportamento.

    Forza, sali sulla mia schiena. Sentii dire dal lupo bianco che si sdraiò per permettermi di salire su di esso.

    Mi aggrappai saldamente ad Alice e questa partì a grande velocità seguendo gli altri. Il vento mi sbatteva in faccia la neve e mi faceva entrare i capelli in bocca. Mi strinsi contro il corpo del lupo cercando di prenderne più calore possibile. Il pelo era umido e stavo congelando, non sentivo più i piedi né le mani e ora che l'adrenalina mi aveva abbandonata, le forze venivano a mancarmi.

    Arrivammo vicino ad una città, una di quelle che Arus voleva conquistare.

    Una volta in una visione, avevo visto tutti gli abitanti di quel posto morti.

    Non erano certe le cose che vedevo, potevano cambiare in base alle nostre azioni. Io potevo farle cambiare, era questo il mio fardello. Era questo che tutti volevano da me.

    Entrammo all'interno di una costruzione che ricordava una torre e venni presto scaricata a terra su delle coperte.

    Solitamente quando dormiamo qui lo facciamo da lupi, non ci sono letti mi dispiace. Mi informò un ragazzino che si era appena tramutato da licantropo ad umano.

    Abbassai gli occhi intimidita dalla sua nudità che lui non faceva nulla per nascondere.

    Cazzo Max, non dovevi mostrarti nella tua forma umana! Urlò il lupo nero tramutandosi a sua volta.

    Era grande e grosso anche da umano. I capelli erano neri come la pece e lunghi fino alle spalle. Anche gli occhi erano scuri e la carnagione olivastra. Abbassai velocemente lo sguardo quando si voltò per osservarmi con rabbia.

    Devi spiegarci molte cose. sbraitò contro di me.

    Ma non prima di essersi riscaldata.. Esordì Alice trasformandosi in una bellissima ragazza bionda e minuta. Mi sorrise teneramente e non potei non ri cambiare l'unico gesto amico che mi veniva fatto da tempo.

    Alice, Max, uscite di qui e andate a fare da vedetta. Ordinò l'alpha con un gesto della mano.

    Ti prego Alec non essere troppo duro con lei. Sembra così impaurita e buona. Sai che ho fiuto per queste cose. Alice lo implorò probabilmente conoscendo la ferocia del suo alpha. Ferocia alla quale ero abituata da tempo.

    Andate,ora! Tuonò perentorio afferrando un paio di pantaloni da un armadio e infilandoseli. Anche l'ultimo lupo si trasformò e si vestì velocemente.

    Quando restammo soli Alec si avvicinò a me con uno scatto felino e mi sollevò per il collo del maglione mandandomi a sbattere contro il muro. Per il colpo mi morsi la lingua che iniziò a sanguinare leggermente. Non faceva male, ero abituata a peggio. Fissai le sue braccia muscolose e i denti bianchi che spiccavano in mezzo al nero della barba di alcuni giorni.

    Non sono solito fare del male a delle donne, ma puoi credermi, se stai minacciando il mio branco in qualche modo o la mia terra, ti farò soffrire le pene dell'inferno.

    Scossi la testa e lo guardai diritto negli occhi.

    Non hai paura vedo. Bene. Ma fidati di me, dovresti averne. Concluse mollandomi di colpo. Il mio corpo ormai stremato si lasciò cadere a terra e le mie ginocchia sbatterono contro il pavimento duro provocandomi un forte dolore.

    Bor, passale una coperta prima che congeli.

    Sentii una folta coperta di lana che veniva depositata sulle mie spalle e chiusi gli occhi tranquillizzata da quel tepore troppo stanca per stare sveglia ancora. Ero riuscita a fuggire. Era l'unica cosa che contava.

    Alec

    La guardavo dormire da un'ora o poco più.

    Non era possibile che un essere del genere ci stesse minacciando.

    Troppo magra, sotto peso sicuramente. Forse il vampiro la teneva prigioniera. Sembrava spaventata ma non da noi ed era incredibile che fosse riuscita a sentire i nostri pensieri.

    Mai nessuno nel corso della nostra esistenza era riuscito a farlo.

    A che pensi Alec?

    A tenervi al sicuro. risposi al mio braccio destro mentre questo si avvicinava a me.

    Guardai di nuovo verso di lei. Era stranamente bella per un umana. I capelli neri incorniciavano un pallido volto e aveva due occhi azzurri e grandi che in quel momento erano nascosti sotto delle lunghe ciglia. I suoi lineamenti erano quasi angelici.

    La vidi tremare e le toccai una mano. Era ancora congelata. Non potevo lasciarla morire, doveva darmi ancora tante risposte.

    Non succedeva da tanto tempo che un vampiro entrasse nei nostri territori.

    Mi tolsi i pantaloni e nudo come un verme mi avvicinai a lei. Mi trasformai con facilità in lupo e mi stesi al suo fianco per poterla riscaldare.

    Non sembrò nemmeno accorgersi di quel contatto e allora mi feci più vicino.

    4

    No, vi prego non lo fate! Urlò Alec mettendosi in ginocchio e strisciando verso ai vampiri. Uno di loro prese Alice per i capelli e le staccò la testa lanciandola lontana.

    Noo! Urlò in lacrime lanciando la testa all'indietro. Il suono della sua voce mi spezzò il cuore.

    Aprii gli occhi di scatto ritrovandomi a fissare il soffitto. Ero sola e sentivo male in tutto il corpo. Provai a muovermi e mi accorsi con felicità che tutti i miei arti funzionavano.

    Ti ho portato un thè. Tra poco dovremo ripartire. Sussultai quando la voce di Alice mi colse alla sprovvista. Si mise a sedere accanto accanto a me e per un istante rimasi a fissare le sue gambe nude chiedendomi come non sentisse freddo.

    Grazie. Sussurrai trattenendo le lacrime. Nessuno si era mai preoccupato per me e in quel momento ero emotivamente debole. Non riuscivo a nascondere le mie emozioni.

    Anche prima di essere catturata dal vampiro nessuno mi voleva. Dove ero nata, quelli come me erano visti di cattivo occhio. Portavamo sfortuna e venivamo isolati. Probabilmente i miei genitori mi abbandonarono alla nascita oppure morirono, questo io non lo sapevo. Una anziana signora mi prese

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