Come io vedo il mondo
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Albert Einstein
Albert Einstein was a German mathematician and physicist who developed the special and general theories of relativity. In 1921, he won the Nobel Prize for physics for his explanation of the photoelectric effect. His work also had a major impact on the development of atomic energy. In his later years, Einstein focused on unified field theory.
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Book preview
Come io vedo il mondo - Albert Einstein
INDICE
Prefazione, di R. Valori
Scienza eterna e scienza degli uomini.
SOCIETA' E PERSONALITA'
Libertà spirituale degli individui e unità sociale
Decadimento della dignità umana
Il sistema economico ostacola la libera evoluzione
Valore sociale della ricchezza
Perché viviamo
Limiti della nostra libertà
Il benessere e la felicità
Un cavallo che tira da solo
Ciascuno deve essere rispettato
La guerra
RELIGIONE E SCIENZA
Significato della vita
Religiosità cosmica
Le basi umane della morale
Iddii di forma umana
La religiosità cosmica non conosce dogmi
Democrito Francesco d'Assisi e Spinoza stanno vicini
Antagonismo tra religione del terrore e scienza
Mirabile accordo tra religiosità cosmica e scienza
Elevare gli uomini
Pace
L'internazionale della scienza
LA RICERCA SCIENTIFICA
Verità scientifica e no
I fondamenti della ricerca
I quanti di Planck
LA QUESTIONE DEL METODO
EVOLUZIONE DELLA FISICA: KEPLER E NEWTON
EVOLUZIONE DEL CONCETTO DI REALTA' FISICA
CARATTERI DELLA TEORIA DELLA RELATIVITA'
COS'E' LA TEORIA DELLA RELATIVITA'
LO SPAZIO, L'ETERE E IL CAMPO
ORIGINE DELLA TEORIA DELLA RELATIVITA' GENERALIZZATA
ALBERT EINSTEIN
COME IO VEDO
IL MONDO
GIACHINI EDITORE MILANO – Prima edizione digitale 2016 a cura di David De Angelis
PREFAZIONE
Sembra che io sia stato soltanto come un fanciullo sulla sponda del mare, divertendomi nel trovare di tanto in tanto un sassolino più liscio o una conchiglia più leggiadra del solito, mentre il grande oceano della verità mi stava ancora inesplorato dinanzi.
ISAAC NEWTON, Brewster's Memoirs
Scopo di questo libro è quello di dare, attraverso una selezione diligente degli scritti di Einstein, una rappresentazione concisa, ma chiara e unitaria, delle sue dottrine scientifiche e delle sue concezioni filosofiche. I suoi scritti non sono molti: brevi memorie, qualche saggio abbastanza succinto, conferenze e interviste, è tutto ciò a cui si può attingere per formarsi un'immagine concreta della sua filosofia e del suo atteggiamento verso la vita.
Per consentire al lettore non specializzato di comprendere l'essenza e il valore delle teorie della relatività abbiamo riportato nel loro testo originale alcuni scritti e discorsi di Einstein destinati a un pubblico di non matematici e che espongono brevemente la genesi e il carattere di quelle teorie. Scritti in un linguaggio conciso e limpido, senza riferimenti, salvo rare eccezioni, a simboli e formule dell'alta matematica, essi daranno ad ogni lettore di media preparazione una visione chiara delle teorie di Einstein e della logica evoluzione del pensiero che le ha concepite e condotte.
Poiché questo libro vuol avere un carattere eminentemente divulgativo, abbiamo omesso quei lavori che Einstein ha invece dedicato agli specialisti: l'analisi dei concetti che compongono questi scritti tocca le più alte vette della matematica e il lettore urterebbe contro difficoltà insuperabili.
Preoccupati di non alterare minimamente la genuina formulazione delle idee del grande fisico, abbiamo di proposito mantenuto certe asprezze del linguaggio e della forma, necessariamente arida e disadorna nella parte scientifica. Ne è risultata una traduzione fedele, ma forse ingrata alle musicali esigenze della mentalità latina. Tuttavia anche la forma della sua prosa, che è qui materiata di alto pensiero, contribuisce a mettere in luce uno dei tratti fondamentali di Einstein: la grande semplicità e l'assenza assoluta di formalismi esteriori. Tutta la sua vita è un esempio di semplicità e di modestia.
Albert Einstein nacque a Ulma (Wüttemberg) il 14 marzo 1879. Nella sua fanciullezza nessun indizio di facoltà straordinarie: invano si cercherebbero i segni premonitori di quella genialità che poi proruppe, possente e vigorosa, nella sua giovinezza. Fece i primi studi a Monaco di Baviera nel ginnasio di Liutpold ed ebbe la prima educazione matematica da uno zio ingegnere. Pur manifestando una spiccata attitudine per le scienze esatte, nelle quali superava di molto i suoi compagni di classe, non si distinse per meriti singolari. Sembra che abbia ottime qualità, non è però molto incline allo studio
, è il giudizio di uno dei suoi professori.
Nel 1894, in seguito a un rovescio di fortuna, la famiglia Einstein lasciò la Germania e si trasferì in Italia dove il padre lavorò come Elettrotecnico a Milano, a Pavia, a Isola della Scala e in altre località del Veneto. Il giovane Albert peregrinò fino a Genova donde emigrò in Svizzera e, fra non lievi difficoltà economiche, si iscrisse alla scuola cantonale di Aarau dove conseguì il certificato di ammissione alla celebre scuola politecnica di Zurigo. Qui ebbe fra i suoi maestri Herman Minkowski che fu poi uno dei più tenaci e autorevoli sostenitori di quelle teorie della relatività di cui il potente pensiero di Einstein aveva gettato le basi. Nel 1910 conseguì la laurea e l'abilitazione all'insegnamento della matematica e fisica. Nel 1911 ottenne la cittadinanza svizzera e si occupò come perito tecnico nell'ufficio federale dei brevetti a Berna.
Gli anni dal 1902 al 1909 rappresentano il periodo della sua più intensa produzione scientifica. La scoperta dei fondamenti della teoria speciale della relatività (relatività in senso stretto o dei moti uniformi e rettilinei) gli valse nel 1912 la nomina a professore ordinario di matematiche superiori nel Politecnico di Zurigo. Nel novembre 1913 ebbe una cattedra di fisica nell'accademia prussiana delle scienze in Berlino e nella primavera del 1914, succedendo a Enrico Van't Hoff, fu chiamato a dirigere il Kaiser-Wilhelm-Institut per la fisica.
Nel 1933 le persecuzioni politiche e razziali del nazismo indussero Einstein a lasciare l'Europa. Emigrò negli Stati Uniti d'America ed entrò a far parte dell'Institute for Advanced Studes di Princeton, ove è tutt'ora.
Albert Einstein ha dato alla fisica moderna il contributo di una creazione geniale che rimarrà nei secoli futuri come una delle pietre miliari nella storia del pensiero umano. Nel 1905 con la memoria Zur Elektrodynamik bewegter Körfer gettò le basi della teoria speciale della relatività fondata sulla costanza della velocità della luce nel vuoto. Riesaminando i concetti di spazio e di tempo e quello di simultaneità di due avvenimenti che si producono in punti lontani l'uno dall'altro, riusciva a stabilire, attraverso una logica estremamente sottile, l'inerzia dell'energia e l'interpretazione geometrica delle forze di gravitazione.
Uno dei risultati che Einstein aveva dedotto da questa teoria, e cioè che massa ed energia sono equivalenti, doveva avere quarant'anni dopo una terrificante conferma, con una forza di distruzione mai conosciuta: lo scoppio della prima bomba atomica. Pochi sanno che in quest'avvenimento Einstein ebbe una parte fondamentale. Si deve al suo diretto intervento se il Presidente Roosevelt mise a disposizione i colossali capitali necessari per quelle ricerche che dovevano portare alla bomba di Hiroshima e, implicitamente, alla fine della guerra. Nel 1939 i fisici Fermi e Szilard erano pervenuti a importanti risultati nel campo della fisica atomica, in particolare nella disintegrazione dell'uranio, e ne avevano intuite le tremende possibilità derivanti dall'impiego dell'energia atomica per scopi bellici. Tuttavia essi sapevano che non sarebbero stati ascoltati a meno che la questione non venisse direttamente presentata ad un'alta personalità mondiale, Fermi e Szilard conferirono con Einstein. Einstein non desiderava immischiarsi in questioni militari, né tantomeno desiderava incoraggiare la costruzione dell'arma più terribile che fosse mai stata costruita dall'uomo. Tuttavia egli sapeva bene che se la Germania fosse giunta per prima in possesso dell'energia atomica, non avrebbe esitato ad usarla come strumento di dominazione del mondo. Pochi giorni dopo Einstein scriveva al Presidente Roosevelt: Alcuni recenti lavori di E. Fermi e di L. Szilard, che mi furono presentati manoscritti, mi convincono che l'elemento uranio possa essere usato come nuova ed importante fonte di energia nel prossimo avvenire... Una sola bomba di questo tipo... che esplodesse in un porto... potrebbe assai facilmente distruggere l'intero porto insieme al territorio circostante
. Quali conseguenze abbia avuto questa lettera lo sanno tutti.
Tralasciando i lavori, del resto notevoli, che Egli ha compiuto sulla teoria dei moti browniani, sulla teoria statistica dei campi gravitazionali, e il poderoso contributo