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The Chaos'Dance
The Chaos'Dance
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Ebook175 pages2 hours

The Chaos'Dance

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About this ebook

April e Jayla, a seguito di alcune selezioni, si ritrovano a frequentare la Nox Dance Academy, dove la loro vita sarà scossa da misteriosi eventi legati particolarmente ai due maestri di Hip Hop e Latino, Zack e Kyran. I segreti dei due Maestri accomunano loro ed alcuni degli allievi, frequentanti la scuola di ballo, che li lega strettamente all'esistenza dei Lost Angels. Un nemico di natura spirituale, nascosto nell'anima di Kyran, vedrà lo scontro sui due fronti di angeli e vampiri, dove le due ragazze svolgeranno un ruolo di vitale importanza, grazie anche ad Hotaru, la Falce del Destino...
LanguageItaliano
PublisherPubMe
Release dateFeb 8, 2017
ISBN9788894813883
The Chaos'Dance

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    The Chaos'Dance - Victoria Crystal

    Dance

    PROLOGO

    Narrava una leggenda secondo cui i sette angeli detentori del potere e l'andamento dell'esistenza del mondo, i Lost Angels, per natura erano stati forgiati con le loro armi leggendarie per agire sugli elementi, lottare contro nemici ma, allo stesso tempo, tenere a bada creature la cui anima era fuggita dalle grinfie del Guerriero della Morte e la Rinascita.

    Coloro a cui era accaduto questo, furono destinati ad una vita eterna ed un'esistenza che si poteva svolgere prevalentemente la notte o in luoghi chiusi. Non era più umani davvero, non avevano più gli stessi bisogni e le stesse necessità, non si nutrivano come normali persone, non avevano caratteristiche fisiche paragonabili a quelle dei normali uomini e donne: erano forti, veloci, astuti e nascondeva queste doti sotto false identità. Erano loro i veri nemici per natura dei Lost Angels ed era loro che da secoli combattevano per non farli mai attaccare ai normali esseri umani, i cui nomi ancora non erano segnati sull'oscuro libro del Fato.

    Esisteva un gruppo di questi esseri, però, che in qualche modo il Destino aveva scelto per farli essere alleati degli uomini. Erano addomesticati, così si potevano definire, ma anche loro a volte tendevano ad avere un equilibrio precario. Se questo controllo fosse ceduto sarebbe finito tutto in sventura. I nemici dei Lost Angels erano chiamati mostri umani. O più semplicemente, gli uomini li chiamavano vampiri...

    CAPITOLO UNO

    April sobbalzò svegliandosi di colpo. Si guardò attorno notando l’amica Jayla seduta nel sedile accanto a lei che dormiva, con il volto nascosto dai capelli mossi color prugna, ed i passeggeri dell’aereo che si stavano occupando degli affari loro.

    Sospirò e si mise seduta tranquillamente, ripensando a quel sogno che da alcuni notti la stava tormentando, non riuscendo a capirne il significato.

    Jayla aprì i due occhi castani e si stiracchiò, sbadigliando sfregandosi gli occhi, e rivolgendo ad April bofonchiò:

    «Che sogno che ho fatto. Ultimamente lo faccio sempre».

    April le rivolse uno sguardo preoccupato con i suoi occhi smeraldini:

    «Che cos’hai sognato? Angeli? Caos? Mostro umano?».

    Jayla la fissò con aria sbigottita: «Gli angeli ci sono sì, ma niente mostri o distruzione» L’amica restò a pensare «Si vedono sette angeli. Uno di loro ha una falce».

    «Una falce…».

    «E da quell’aggeggio esce un fascio di fumo viola che prende la forma di una mano, mi entra dentro nel petto e toglie una specie di stella».

    «Una stella…».

    Jayla si soffermò ad osservare l’amica che continuava a ripetere alcune parole. «Ma mi prendi in giro?».

    April scosse il capo e si scostò una ciocca di capelli bionda dal viso: «Vedo sempre un angelo con una falce e una specie di stelle…».

    «Anche tu? Mhm, strano! Mah, sarà una coincidenza».

    «Forse è lo stress di questi giorni. Sai, la partenza, il cambio...».

    «Dobbiamo starcene più tranquille: i preparativi per questo ritiro ci hanno un po' strapazzate e per il resto era solo un sogno, fantasie campate per aria, nulla di più».

    ***

    Jayla ed April erano due semplici e comuni ragazze ventenni, partite per studiare e approfondire la conoscenza sia fisica che teorica dello sport che più amavano: la danza.

    Jayla aveva iniziato danza qualche anno prima di April, era infatti arrivata al livello avanzato ed aiutava la sua amica, dotata della capacità di inciampare e cadere facilmente, combinando guai, a migliorare i passi.

    Ma spesso tutte e due, quando stavano insieme, combinavano disastri e finivano nei guai in coppia. Finite le regolari scuole superiori, dopo il diploma avevano fatto la scelta di dedicarsi al mondo del ballo.

    Jayla era a volte impulsiva e dolce, ma aveva il difetto di tenere le emozioni dentro di sé, mostrando spesso freddezza. April era sempre carica di energia e molto espansiva dall’allegria contagiosa.

    La tappa delle ragazze era la città di Darkness, dove le aspettava la scuola in cui avrebbero imparato molte più cose sulla danza e si sarebbero dedicate ad un approfondimento intensivo. Con rispettivi dormitori ed insegnanti, alla Nox Dance Accademy si facevano le lezioni teoriche in normalissime aule scolastiche, e la pratica nella palestre, divisa dall'immobile centrale con aule e dormitori, raggiungibile attraverso un lungo ed ampio sentiero sassoso ed alberato. In generale la scuola occupava un gran numero di ettari ed era circondata da inferriate e cancelli di una lunghezza indecifrabile.

    Giunte in aeroporto e dopo le operazioni di check out le ragazze salirono con un grande gruppo di ragazzi sul pullman privato che le avrebbe portate alla scuola.

    Da subito avevano notato quanto Darkness fosse umida e piovosa, le colline che la circondavano erano avvolte da nebbia ed umidità, una batosta per i capelli, aveva detto Jayla.

    La Nox Dance Accademy si trovava fuori dal centro dalla città, circondata da un bosco ai piedi della collina più alta della catena che la circondava.

    Jayla e April fissarono a lungo l’immensa costruzione che si trovava oltre il viale alberato dei dormitori, dove il pullman le aveva lasciate. Il gruppo si divise tra maschi e femmine ed a loro volta si separarono diretti alle loro stanze assegnate.

    All'esterno era un luogo piuttosto particolare, per essere una scuola di danza, caratterizzato dall'architettura gotica con alte finestre ogivali ed archi a tutto sesto, come le cattedrali. All'interno, però, non c'erano dubbi fosse una scuola.

    Salendo le scale un giovane urtò Jayla in modo alquanto brusco, al punto che se non fosse stato per April che la prese in tempo sarebbe caduta rovinosamente. Jayla lo fulminò:

    «Ma guarda dove cammini, cafone» ringhiò.

    Il ragazzo si fermò a metà scala, lanciando a Jayla un’occhiata superba di sfuggita e replicò:

    «Che c’entro io? Eri tu sulla mia traiettoria».

    «Cosa? Scostumato» Jayla fece per andargli contro ed affrontarlo ma April la trattenne e disse:

    «Calmati, siamo appena arrivate, evitiamo già il primo giorno di fare casino, lascialo perdere».

    «Tsk, che razza di un maleducato» Terminò Jayla.

    Dopo aver depositato i bagagli nelle stanze diedero un occhiata agli orari che erano stati loro consegnati: il primo giorno era basato sull’orientamento delle lezioni nella scuola e la prima che le aspettava era quella di Hip Hop.

    «Che fortuna, Hip Hop, la nostra materia preferita! Ci avviamo in palestra?» Esclamò April.

    «Abbiamo tempo per un caffè e un'esplorazione della scuola che mi servirà: con il mio orientamento so già che mi perderò» affermò Jayla girando il foglio dov'era disegnata la cartina della scuola.

    Arrivate in palestra, Jayla rimase ad osservare il tabellone degli orari ed i nomi degli insegnati. Per ogni materia vi erano più insegnanti, e gli studenti erano assegnati in gruppi in modo da smistarli e creare vari orari per gestire al meglio le giornate ed evitare troppa confusione. Jayla posò lo sguardo sui nomi dei maestri di latino e di Hip Hop, notando che i gruppi assegnati erano composti dalle stesse persone, lei e April comprese. Si soffermò sul nome del maestro di Hip Hop, la lezione che le aspettava.

    «Mhm… nome carino il nostro maestro».

    «Quale nome?» Chiese April arrivando dietro all’amica.

    «Questo» indicò Jayla.

    «Zack Knight, sono curiosa di vedere chi sia questo tizio» commentò April grattandosi il capo.

    «La lezione si svolge nella sala uno».

    Raggiunsero la palestra e lì trovarono un’inaspettata sorpresa, soprattutto per Jayla che come entrò e vide chi sarebbe stato il loro insegnante di ballo Hip Hop, ringhiò:

    «QUELL’ANIMALE SAREBBE IL NOSTRO INSEGNANTE?».

    Un ragazzo dai capelli argentei, carnagione molto chiara ed occhi cerulei si voltò verso le due giovani.

    «Siete voi le nuove allieve?» Si soffermò su Jayla: «Io e te ci siamo già visti da qualche parte?».

    «Sì, poco fa per la sua cafonaggine mi stavi scaraventando giù dalle scale, ti basta per rinfrescarti la memoria?» Sbottò la ragazza.

    «Ehm, Jayla, devi portare rispetto al nuovo maestro».

    «NO!» Rispose secca.

    Il ragazzo si avvicinò alle due. «Scusatemi per prima, ma ero alquanto di fretta».

    «Non si preoccupi. Io sono April, lei è Jayla» annunciò April sorridendo al maestro e dando uno sbottone a Jayla.

    «Il mio nome è Zack e datemi pure del tu, a che livello siete?».

    «Ballo da solo un anno, Jayla è arrivata invece, quest’anno, al livello avanzato di hip hop» rispose April dando di nuovo un altro sbottone a Jayla.

    «Ahia! Smettila!».

    «Mhm avanzato eh? Immagino sappia fare anche i freestyle» il giovane studiò Jayla per qualche istante. Lei annuì. «Preparatevi, vi farò sgobbare, e soprattutto mi divertirò con te» dichiarò ridacchiando ironicamente, senza smettere di fissare Jayla insistentemente, dirigendosi verso lo specchio per iniziare la lezione.

    Jayla alzò un sopracciglio. «Sbruffone» Mormorò.

    «Jayla!» La riprese April.

    Le due, insieme ad altri giovani arrivati lì nella palestra, seguirono tutto il discorso di Zack, riguardo l'orientamento del perfezionamento dell'Hip Hop. Quando il giovane insegnante iniziò a ballare per dare alcune dimostrazioni pratiche, sia Jayla che April si resero conto della sua bravura. April restò a bocca aperta.

    «Miseriaccia, è tosto».

    Quando la lezione finì, le due ne approfittarono per prendersi un caffè al distributore automatico della palestra, ignorando uno strano suono metallico che proveniva in un'altra saletta, posta nell’altro lato del corridoio.

    «Allora, come ti sembra questo nuovo maestro?» Chiese April mettendo la moneta nel distributore.

    «A parte l’essere sbruffone, cafone, burino e maleducato?» Sbottò Jayla giocherellando con una ciocca di capelli.

    «A parte quello» ribadì l’amica passandole il caffè.

    «Non posso negare sia bravo» mormorò mescolando il caffè.

    «Solo?» Ridacchio April mettendo un'altra moneta nel distributore.

    «Che vuoi dire?».

    «A me pare anche molto carino, e per me ti ha già puntata» cinguettò April appoggiandosi alla macchinetta.

    Jayla sgranò gli occhi: «April! È un insegnante! E poi non voglio avere a che fare con un cafone del genere» si accigliò.

    «Stavo solo scherzando» squittì April aprendo il distributore per prendere il caffè, ma proprio in quel momento saltò la corrente. Si sentirono le urla delle ragazze della lezione appena cominciata all’interno della sala da cui loro due erano uscite e la voce di Zack che intimava:

    «STATE CALME! STATE CALME! ODDIO LE HO PERSE TUTTE! LE HO PERSE TUTTE!».

    April si aggrappò alla macchinetta del caffè mentre Jayla si avvinghiò all’amica.

    «AAAAAAAAAH MAESTRO! MAESTRO! LA LUCE!»

    «Chiamate Kyran» Ordinò Zack dalla sala.

    «KYRAN! KYRAN!» Urlarono le due ragazze in coro.

    In quel momento si sentirono dei passi provenire dal corridoio, e una voce bofonchiare in modo scocciato: «Arrivo...».

    Un'ombra passò accanto a loro e si diresse fuori dalla porta dove c’era l’impianto elettrico. Pochi istanti dopo la luce tornò e le due ragazze trassero un respiro di sollievo.

    «KYRAN SEI STATO TU A FAR SALTARE LA CORRENTE?» Sbraitò Zack uscendo dalla sala.

    Un altro ragazzo rientrò dalla porta con in mano le chiavi dell’impianto, un giovane alto e moro con due tenebrosi occhi castani, e come Zack aveva una carnagione molto chiara. Entrambi avevano qualcosa di strano che li accomunava. Kyran con malavoglia guardò Zack serio, replicando:

    «Io? A far cosa?» E si diresse ancora dietro al corridoio.

    «Brutto animale» bofonchiò.

    Jayla guardò Zack sospettosa: «Non andate molto d’accordo, vero?».

    «No» sibilò accorgendosi poi di April che era restata ad occhi spalancati e zitta fino a quel momento. Jayla la scosse ed allora lei mormorò trasognante:

    «Ma chi era quel tipo?» Chiese.

    «Kyran Kurt, insegnante di latino-americano» Spiegò Zack.

    «Mhm, un simpaticone» Apostrofò Jayla.

    April con gli occhi ancora fissi alla porta dove Kyran era entrato bofonchiò: «Quel figliuolo insegna latino» Pensò. Rifletté. Realizzò: «ODDIO, MI RIFIUTO DI FARE LATINO».

    «Ma come no? È un valido insegnante, anche se rompe le scatole» obbiettò Zack.

    «Non credo c’entri il valore» puntualizzò Jayla.

    Capendo quel che la ragazza intendeva Zack annuì. All'improvviso la luce saltò di nuovo, seguì un istante di silenzio, dopo di che le ragazze che erano in palestra gridarono di nuovo e Zack, trasse prima un sospiro ruggente per poi gridare: «KYRAN!!!».

    ***

    Sulla cima di uno dei palazzi più alti di Darkness, sette presenze osservavano i movimenti di ogni singolo abitante di, ignari di tutto ciò che sarebbe potuto accadere. Presenze rese leggenda da molti, la loro identità oscura era un mistero per tutti. Provenivano da un assolata città dell'oceano Pacifico, il cui nome era in relazione con loro.

    Sfoggiavano le enormi ali piumate e le armi da cui traevano un enorme potere. In modo freddo osservavano la città percependo una forza negativa aumentare nell’aria di giorno in giorno. Il primo davanti a tutti sulla torre fece fremere le sue ali nere sfumate al viola, strinse la sua Falce poi un secondo individuo gli si avvicinò, recando con sè un grande scettro somigliante ad una chiave, con una sfera rossa granata in cima. Restarono in silenzio.

    «Non abbiamo ancora molto tempo» Interruppe quel silenzio rotto solo dal vento.

    «Il tempo scorre veloce..».

    CAPITOLO DUE

    Jayla arrivò in anticipo alla palestra. Era pomeriggio del secondo giorno

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