Misteriosi delitti a Maloja
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Anno 1983. Siamo a Maloja, nota località turistica in Svizzera. L'esclusivo albergo Lake Majestic di Maloja ospita la premiazione di un concorso letterario.
La pace nella tranquilla località alpina è compromessa dall'omicidio di una giornalista e dalla morte, avvenuta in circostanze sospette, di una dipendente dell'albergo. I due tragici eventi sono forse collegati tra loro?
Il buffo tenente Reto Gritsch di Bivio conduce le indagini. Mafalda Giovanoli, un'anziana e spumeggiante scrittrice di romanzi rosa, nonché tenace sostenitrice della salvaguardia della lingua italiana dalla contaminazione di parole straniere, con speciale avversione verso gli anglicismi, contribuirà in modo prezioso alla risoluzione del caso.
L'autrice vive in una piccola località Svizzera. "Misteriosi delitti a Maloja", pubblicato inizialmente in formato cartaceo nell'autunno 2016 dalle Edizioni Ulivo (Svizzera), è il suo primo romanzo.
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Misteriosi delitti a Maloja - Francesca Vivian Salatino
Salatino
I
ARRIVO ALL’ALBERGO LAKE MAJESTIC
Maloja è un paese idilliaco situato sull’omonimo passo alpino a 1815 metri di altitudine, immerso in un paesaggio d’incanto.
Dal fondovalle, in Val Bregaglia, Maloja è raggiungibile attraverso una strada che si inerpica con numerosi tornanti lungo un’alta parete rocciosa.
Lassù sul promontorio, dall’alto del precipizio che separa la soleggiata Engadina dalla boscosa Val Bregaglia, svetta una torre immersa nella natura: è la Torre Belvedere. Venne fatta erigere alla fine del XIX secolo da un conte belga che, in tutt’uno con un castello che non fu mai ultimato, voleva farne la propria residenza. Il Lago di Sils, dall’acqua cristallina, bagna la costa del paese.
È in questo scenario incantevole che nel 1983 avvennero alcuni misteriosi delitti. Tutto iniziò nell’albergo più esclusivo del paese, il Lake Majestic, che in quell’anno ospitava la premiazione del concorso Nuova Svizzera Letteraria, il riconoscimento più ambito dagli scrittori svizzeri. Erano ammessi al concorso diversi generi letterari, dal romanzo di costume al genere poliziesco, dalla biografia alla fantascienza alla poesia.
Gli scrittori candidati al premio soggiornavano tutti all’albergo Lake Majestic. Era presente anche Mafalda Giovanoli, una scrittrice che figurava nella rosa dei possibili vincitori. Abitava in Val Sursette, in quel di Bivio, unico Comune svizzero a nord delle Alpi ad avere l’italiano come lingua ufficiale, fuori della Regione geografica italiana.
Era un’anziana scrittrice di romanzi classici, molto amata dai grigionesi per la sua simpatia, nonché da tutte le donne svizzere che sognavano leggendo i suoi libri.
Mafalda amava l’eccentricità. Vestiva abiti che non passavano mai inosservati sia per lo stile che per i colori, sempre molto vivaci. Detestava il viola. Non sopportava l’uso di parole straniere, specialmente gli anglicismi. Evitava quindi termini come pullman, al quale preferiva torpedone.
Curava molto la propria acconciatura, sempre in perfetto stile anni 40. Proprio per il suo stile vistoso, era nota come la Wanda Osiris della Svizzera
.
Nonostante avesse avuto nell’arco della sua vita molti corteggiatori, non si era mai sposata. Abitava in una casetta graziosa con un giardino che curava lei stessa.
Mafalda Giovanoli era sempre in gran forma. Ma non solo. Era anche un’acuta osservatrice. Fu grazie a questa sua dote che poté contribuire in modo prezioso alla risoluzione di intricate indagini per degli omicidi, che a quell’epoca erano condotte dal tenente colonnello Reto Gritsch, capo della polizia giudiziaria del Canton Grigioni, nonché vicino di casa di Mafalda.
Già, Reto Gritsch: un personaggio buffo, sempre vestito con abiti tradizionali engadinesi e portava baffi spesso asimmetrici perché non sapeva tagliarli bene. Sembrava un po’ goffo al punto che tutti si chiedevano come potesse ricoprire un ruolo così importante. Per questo molti lo chiamavano di nascosto Ispettore Clouseau, qualcun altro invece Hercule Poirot, naturalmente in senso ironico. In realtà era sottovalutato: era solo un po’ buffo, ma sapeva condurre le proprie indagini al meglio.
Era invece apprezzato in tutto il Cantone quale cantante di jodler. Per questo veniva spesso invitato ad animare feste paesane. Ma non cantava solo ai concerti e alle feste: le sue giornate erano scandite dagli jodler fin dal mattino appena si alzava. Perfino al commissariato cantava, se non era impegnato in un interrogatorio.
Benché Mafalda abitasse ad appena mezz’ora dal paese di Maloja, fu immensamente felice di essere stata invitata come ospite per due notti, presso il Lake Majestic, servita e riverita in una struttura tanto lussuosa.
Era un giorno soleggiato di primavera quando giunse in albergo. Ad accoglierla all’ingresso c’era per l’occasione Emerenziana Clalüna, governante e responsabile del Centro Benessere e del Centro Termale annessi all’albergo. La famiglia Clalüna era proprietaria del Lake Majestic da diverse generazioni.
È un onore per noi ospitare una celebrità come lei questo week end, signora Giovanoli. Permetta che l’accompagni nella sua camera. Al suo bagaglio ci pensa il facchino.
"Per prima cosa io soggiornerò da voi questo fine settimana, non questo week end. Cerchiamo di non usare l’inglese dove non serve, signora Clalüna!"
Certo, certo, signora. Ho saputo che è appena rientrata dalla Val di Zoldo. Sta forse scrivendo un nuovo romanzo?
Sì, e quando scrivo vado quasi sempre lì, dove ho trascorso l’infanzia. In quei luoghi trovo sempre l’ispirazione per scrivere.
Poi aggiunse: Potrei esporre una mia richiesta, se non sono troppo sfacciata? Vorrei la camera numero 7. Sa, è per via della numerologia: il 7 è il numero spirituale per eccellenza.
La numero 7, dice?
Rispose Emerenziana Clalüna. Oh, no, non è proprio possibile. Quella stanza non è a disposizione dei nostri ospiti. Ci abitava mia nonna Amelia. È morta pochi mesi fa. Da allora, per volontà di mio padre, nessuno ha più messo piede in quella stanza. Per lei, signora Giovanoli, abbiamo riservato la stanza numero 6, una suite molto confortevole e con la stessa vista della quale gode la numero 7. Sono certa che la troverà di suo gradimento.
La suite numero 6 era incantevole, arredata con raffinatezza, luminosa e con vista sul lago di Sils.
Mafalda notò subito un grammofono su un mobiletto.
Oh, un grammofono. Che meraviglia! Tutte le camere del vostro albergo ne hanno uno, signora Clalüna?
No, signora, solo la sua. Sapevamo dal suo editore, che lei adora i grammofoni, così abbiamo voluto farle una sorpresa e abbiamo spostato quello del salone, nella sua camera. Ci sono anche alcuni 78 giri dei suoi cantanti preferiti. Ogni stanza, compresa la sua, ha comunque un giradischi e una buona scelta di 33 giri a disposizione.
Lei conosce i miei gusti musicali? Vuole dire che qui ci sono i dischi di …?
Guardi lei stessa. Ci sono i suoi artisti prediletti degli anni Quaranta e degli anni Cinquanta. Ora lascio che lei si accomodi. Immagino di vederla stasera alla festa nel salone, vero?
Non potrei mai mancare,
rispose Mafalda. Io non manco mai alle feste. Inoltre stasera suona il gruppo musicale dei miei nipoti.
Mafalda infatti aveva due nipoti artisti, Ernesto ed Erminia, fratello e sorella. Facevano parte degli Engiadina Folk, un gruppo musicale folcloristico di genere jodler, ed erano piuttosto popolari a quel tempo.
Appena Emerenziana si congedò, Mafalda poté ammirare con calma la suite formata da due stanze tra loro contigue. Una fungeva da atrio e camera da letto, l’altra da salottino ed erano collegate da un’elegante apertura ad arco ricavata sulla parete. Nel salottino un piccolo tavolo, qualche sedia, una poltroncina, uno scrittoio e una cornice con una gigantografia di Maloja.
Scostò la tenda, spalancò la finestra e infine uscì sul terrazzo per ammirare lo splendido panorama che le si presentava di fronte: la valle Engadina con il lago di Sils e una coltre di fiori coloratissimi.
II
UN LIBRO CHE SCOTTA
Q uella sera al Lake Majestic fu preparato per l’occasione un ricco rinfresco nel salone delle feste, al quale presero parte i candidati al premio letterario, i giornalisti e infine i musicisti ingaggiati per intrattenere gli ospiti. Tra questi ultimi c’erano il buffo capo della polizia giudiziaria Reto Gritsch e gli Engiadina Folk.
Mafalda Giovanoli era molto attesa. I giornalisti in particolare si domandavano quanto vistoso sarebbe stato il suo abito e quanto elaborata la sua acconciatura. Si era fatta pettinare, nella sua camera, da una parrucchiera del Centro benessere dell’albergo. Il risultato, forse un po’ eccentrico, era perfetto: una elegantissima treccia raccolta sulla testa e decorazioni floreali tra i capelli.
Quando iniziò a scendere la scalinata verso il salone delle feste al piano terreno, lo fece lentamente per permettere ai fotografi di immortalarla.
Indossava un abito molto sgargiante. Lei era fatta così e tutti la conoscevano per le sue abitudini stravaganti che suscitavano interesse e ammirazione.
La sala delle feste aveva il pavimento in parquet, la arredavano divani rossi