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I giorni della normalità
I giorni della normalità
I giorni della normalità
Ebook79 pages57 minutes

I giorni della normalità

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About this ebook

Sulla parete della Comunità in cui Elias vive c'è un cartello: "Preoccupiamoci di essere normali". In Lithueria da qualche decennio la società Normalista ha pacificato il paese ma oltre la facciata qualcosa non funziona. Dopo un incidente Elias scopre suo malgrado di essere forse il granello di sabbia che può fermare l'ingranaggio.
LanguageItaliano
PublisherAlberto Arato
Release dateFeb 21, 2017
ISBN9788826027470
I giorni della normalità

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    I giorni della normalità - Alberto Arato

    Credits

    Parte prima

    I giorni della Normalità

    Prologo

    Curioso.

    Mentre il rivolo di sangue scende dietro l'orecchio e forma una pozzanghera nerastra sull'asfalto bianco della strada, a Elias viene in mente solo una cosa. Che il Tasso di Normalità di quella situazione sta scendendo paurosamente.

    Il vecchio furgone che, uscendo improvvisamente dalla via, gli ha distrutto la bicicletta, è fermo poco più avanti.

    Fermo.

    Qualche passante si arresta, guarda il corpo di Elias steso in mezzo alla strada, rannicchiato come se fosse un feto appena sputato fuori da una incubatrice e si allontana senza fretta.

    Il ragazzo chiude gli occhi.

    Curioso.

    La prima parola che ha pensato non appena il suo cervello si è riavuto dall'impatto sulla superficie solida del suolo è stata: curioso.

    Una parola pericolosa.

    Il vecchio alla guida del furgone sta parlando nel suo cellulare. Poi si appoggia alla porta del veicolo e attende. La sequenza di soccorso è precisa e codificata, non ammette deroghe: non fare nulla e attendere con calma il personale di servizio. Che del resto sta arrivando perché si ode una sirena avvicinarsi rapidamente.

    La pozza di sangue si allarga. Elias chiude nuovamente gli occhi e cerca, come da regola, di annegare il dolore nella Forma di Concentrazione Neutra. Ma qualcosa va storto, perché invece di sentirsi galleggiare nel vuoto, come è scritto sul manuale, scopre di vedere il vuoto allontanarsi, mentre gli passano continuamente davanti agli occhi della mente le immagini dell'impatto con il furgone, la sua lenta parabola (divergente da quella della bicicletta tutta accartocciata) e lo schianto del cranio sulla ruvidezza della strada. Lo scricchiolio che ha sentito al momento del contatto con l'asfalto deve essere quello dell'osso temporale vicino al meato acustico interno. È stato un rumore come di ostia secca che si spezza, un crac aspro e appuntito.

    «Mi si è rotta la testa» conclude Elias, cercando di calmarsi.

    Intanto l'ambulanza è arrivata, un veicolo sferragliante vecchio di decenni. Gli incidenti sono così rari che la Confraternita del Pronto Soccorso non ha più avuto bisogno di rinnovare il suo parco macchine.

    Un medico si china su di lui e gli posa lo stetoscopio sulla ferita.

    «Rottura dell'osso temporale all'altezza del meato uditivo» dice una voce gentile senza inflessioni. Subito sente avvolgersi la testa da un liquido colloso che si addensa in pochi istanti. Il dolore è sempre acuto ma uno strano senso, mai provato prima, comincia a invaderlo.

    Non sa la parola esatta per definire quella sensazione.

    La prima che riesce ad associare si chiama sicurezza. Elias, inchiavardato in quella protezione cranica sanitaria, riapre gli occhi e, mentre viene caricato sull'ambulanza dal carrello automatico, sorride al medico che lo guarda inespressivo e cerca di dire:«Grazie».

    Il vecchio apre la bocca per dire qualcosa, poi si ricompone in fretta e se ne va.

    Sì, decisamente il Tasso di Normalità di quella situazione è sceso ai livelli minimi.

    Uno

    Sto male pensa Elias mentre guarda le minuscole piastrelline marroni che arrivano sino alla testiera del letto. Il globo entro il quale è racchiuso il cranio limita il suo orizzonte visivo mentre un ticchettio regolare scandisce il tempo. Elias è come sospeso dentro una bolla. Non è solo una bolla di protezione quella che separa il suo capo dall'esterno mentre le macchine lavorano per riparare il guasto della caduta. È una vera separazione mentale dalla realtà, sentita attraverso un filtro morbido, confortevole.

    «Fattore di avanzamento sessanta su cento» pronuncia direttamente nelle sue orecchie una voce femminile, neutra nell'inflessione ma calda nel timbro.

    Elias chiude gli occhi trasognato. Immagina i microscopici robot che stanno riparando la spaccatura della sua testa cercando di non friggergli il cervello. Si sente appena intontito: probabilmente è qualche anestesia che gli hanno sparato nelle vene per calmarlo.

    Strano.

    Di solito la gente non ha bisogno di essere intontita con qualche sostanza, perché la calma è il migliore e più comune anestetico esistente sul mercato. Ma lui deve ricordarsi che quella situazione ha alterato ogni tasso di normalità.

    Ne risponderò a qualcuno prima o poi pensa con un brivido, e cerca delle giustificazioni da portare al Comitato quando l'episodio verrà esaminato. Perché verrà esaminato, di questo Elias è assolutamente certo.

    «Fattore di avanzamento settanta su cento» scandisce la voce.

    Un giovane medico in camice azzurro si ferma al suo letto.

    «È quasi finita» gli dice sorridendo. Elias cerca di annuire.

    «Non muoverti» ribatte l'altro tranquillo «almeno ancora per qualche minuto».

    «Fattore di avanzamento 80 su cento» la voce è regolare, perfetta.

    Elias chiude gli occhi. Questo lo può fare facilmente. Un prurito insopportabile comincia a infastidirlo dietro l'orecchio. Ma per questo non può fare nulla, se anche riuscisse a muovere le braccia come volesse.

    Il medico si allontana scrivendo qualcosa su una cartella che tiene in mano. Improvvisamente nella stanza di Riparazione entra un uomo in camice verde, circondato da un gruppo di

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