Anna la ragazza dai colori ovvero "il bello della vita"
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Book preview
Anna la ragazza dai colori ovvero "il bello della vita" - Anna Luisa Faleschini
Indice
Indice
Prologo
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
SECONDO PROLOGO
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 6 bis
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 8 bis
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 10 bis
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 13 bis
Capitolo 14
Capitolo 14 bis
Capitolo 15
Capitolo 15 bis
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 17 bis
Capitolo 18
Capitolo 18 bis
Capitolo 19
Capitolo 19 bis
Capitolo 20
Capitolo 20 bis
Capitolo 21
Capitolo 21 bis
Capitolo 22
Capitolo 22 bis
Capitolo 23
Capitolo 23 bis
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 25 bis
Capitolo 26
Capitolo 26 bis
Capitolo 27
Capitolo 27 bis
Capitolo 28
Capitolo 28 bis
Capitolo 29
Capitolo 29 bis
Capitolo 30
Capitolo 30 bis
Capitolo 31
Capitolo 31 bis
Capitolo 32
Capitolo 32 bis
Capitolo 33
Capitolo 33 bis
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo non capitolo
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 40 e mezzo
Capitolo 41
Capitolo 42, ultimo
Capitolo 42 e mezzo, ultimo
FINALE
Anna Luisa Faleschini
Anna la ragazza dai colori ovvero il bello della vita
Youcanprint Self-Publishing
Titolo | Anna la ragazza dai colori ovvero il bello della vita
Autore | Anna Luisa Faleschini
Immagine di copertina a cura dell’autrice
ISBN | 9788892633117
© Tutti i diritti riservati all’Autore
Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta senza il preventivo assenso dell’Autore.
Tutti i personaggi e gli eventi in questo romanzo sono opera di fantasia. Ogni riferimento a persone esistenti o esistite è puramente casuale.
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Aveva deciso di fare un po’ d’ordine nella sua ricca
vita, piena di esperienze e di emozioni.
Si guardò in giro e si accorse che la casa era troppo piena.
Aveva letto di quelle meravigliose teorie del feng shui che sostengono che la "leggerezza" dell’essere deve coincidere con la "leggerezza" dell’ambiente e che un oggetto che non si usa da un anno non è indispensabile.
Purtroppo si sentiva ancora legata anche alle cose, anzi, ne accumulava continuamente. A volte si soffermava a fotografarne mentalmente alcuni particolari e li selezionava, abbinandoli a volti, odori, viaggi, paesaggi, persone, attimi, suoni e colori…e spesso si emozionava.
Godeva, però, tantissimo, quando si prendeva le lunghe pause per fare ordine e approfittava di quei rari momenti intensi, per concentrarsi sulla sensazione positiva che ne derivava.
Poi la polvere copriva i pori delle mani, le seccava la pelle; i peluzzi del naso raggiungevano lo stremo del lavoro e l’odore pepato, stantio e un po’ di intonaco e muffa, farina appena rancida della polvere, la annichiliva.
E qui si fermava il suo "gettare".
Non doveva guardarsi indietro.
Tutt’al più lavarsi le mani, il contorno labbra e soffiare il naso, se gli starnuti multipli non esplodevano prima, lasciandole le mucose solleticate per un po’.
Poi ritentare, anche se più stanca e distratta, di proseguire ancora un attimo.
Ed ecco che la mente, non più eccitata dalla serotonina e dalla adrenalina dell’inizio lavori, si perdeva di fronte ad ogni più piccolo oggetto e particolare, come una bimba a scuola, quando il compagno si distrae o la mosca entra dalla finestra appena aperta per il primo tepore primaverile con profumo di alberi in fiore e tagli di erba, o la maestra cambia voce o posizione, o un oggetto cade e la magia dell’attenzione perde il suo effetto.
È lì, che il cassetto poco poco aperto, forse non ben richiuso l’ultima volta, lascia apparire il diario di seta rosa, con i fiori ricamati al centro.
Sapeva già che l’ordine non era più la priorità della giornata.
"Cogli l’attimo" e lo colse, sentendosi una delicata deco peach
Prologo
30 GENNAIO 1960
Al nostro ramo di vita
la vita, per la
vita. Papà e Mamma
Un buon libro è come un pranzetto…
Già guardarlo ne anticipi i sapori…
Annusarlo, un pochino…profumo di carta e di stampa, il peso e le leggerezze anticipate dal packaging e dai suoi colori, la morbidezza e il calore della sua copertina.
Poi sono le parole che ti accompagnano e già sul retro un preannuncio…ti lasci cullare nell’attesa…pregusti e vorresti morderne ogni virgola…
Un libro è così, dall’antipastino di un biglietto di benvenuta, sfizioso…passando dagli uomini spaghetto
…al dolce di una gatta Panscia
…e in mezzo la vita…il bello della vita
!
Ricordi e riflessioni, storie comuni e fantastiche, attimi di incontro…parole non dette…o dette per gratificarsi, per raccontarsi, per rileggersi ed accorgersi delle generosità e delle privazioni che fanno grande e ricca ogni persona, che si ritrova nelle emozioni che anche a me scatenano alcune letture, pure la mia, ogni volta che ne riapro certe pagine.
E Bruno entrerà con i suoi capitoli bis
ed "e mezzo.
Buona lettura!
Capitolo 1
30 GENNAIO 1975
Annalisa cara,
la tua vita sia tutta un canto
un gioire di cose liete, un fiorire di bello e di bontà.
Se il dolore pungerà il tuo cuore…guarda in alto.
Dal Cielo scenderà quella forza e pace che è data alle anime buone.
La mamma
…ed ecco il Bright Violet mi colorava il pensiero
E poi dove c’era la mamma
brillava sempre il sole,
indipendentemente dal tempo.
In qualche modo, era radiosa.
Audur Ava Olafsdottir
(da Rosa Candida)
Capitolo 2
10 MAGGIO 1975
Alla mamma.
Come di fiaba sono i tuoi occhi, mamma, amica degli anni più belli, con te, le mie gioie e i miei dolori passati, ormai sono, presenti e futuri saranno.
Ma io sono felice, perché so che con te, odi e rancori neanche mi toccano, ora vivo il mio tempo attaccata al tuo grembo come bambina che chiede perdono.
Non temo nessuno, aspetto qualcuno che mi prenda la mano, mi porti lontano dal mondo, per essere a te più vicina, per serbare il ricordo di te che scherzavi, piangevi, ridevi, gioivi; che ora ti senti felice perché sai che io, sono felice; che ora ti senti contenta, perché sai che io sono contenta, e vivi il tuo tempo accanto a me ora che sai che niente più ci divide.
…la mia tinta sfuma e mi sento Parma Violet
Capitolo 3
18 anni
Donarsi …donando, è vivere.
Al nostro raggio di sole…
Che tu possa sempre irradiare luce, calore, carità e amore.
Ti siano compagne, durante il cammino della vita, serenità e felicità.
La tua mamma ti augura tutto quello che il tuo cuore e il tuo spirito desiderano.
…i pensieri si sovraffollano…Bright Purple sfumati in Pink con punte di Blue Violet
Non era solo quel diario.
C’erano i raccoglitori verdi pieni delle sue poesie. Scritte con la macchina del nonno, una EVEREST nera, pesantissima, inchiodata a due assi di legno, a loro volta inchiodate in un supporto di ferro nero, come un treppiede.
La sedia di ferro, anche lei freddissima sotto alle gambe nude in inverno e fresca d’estate, ma scomoda e colpevole di lasciare le cosce tutte segnate da un intreccio arabescato di disegni geometrici, perciò, d’obbligo, il cuscino rosso fatto di plastica, apposta per quella forma a conca, così di moda negli anni 60, come una culla o una conchiglia, cuscino che si appiccicava ed incollava, facendole lo scrub quando si alzava, ma che prendeva la sua forma quando partoriva le sue ingenue ed infantili poesie.
E continuò ad entrare lì nello studio, in camicia da notte, quando la Mutti, la nonna paterna, la ospitava al piano di sopra a passare la notte insieme, raccontandosi le vicende della via e ricordando avvenimenti che riguardavano il suo papà che non c’era più e che le mancava tanto.
Le poesie, eccole, tante, ingiallite…dalle prime degli anni 60 quando aveva appena imparato a scrivere. E via via, fino all’adolescenza, dedicate alla mamma, al papà e ai suoi amori
mai nati.
Vari raccoglitori, con fogli di velina per ripararne la delicatezza, poi fogli sparsi.
E senza accorgersi, seduta per terra, l’ordine è finito e lei assorta nella lettura e nei flashback fino al lontano…
…non mi sento un colore ben definito, ma sfumatura che si delinerà…
SECONDO PROLOGO.
Anna: la ragazza che sorride.
Spesso ti sei risoffermata sull’idea di scrivere…qualcuno te l’ha pure proposto…ma senti che non è la sera giusta.
Un racconto…tante, tante parole, che insieme siano in grado di rapirti la mente mentre lo leggi…un mondo meraviglioso, lontano dal comune, dal solito, eppure insito in esso, perché tu, quando descrivi il comune, lo fai apparire sempre fantastico.
Ma cos’hai in quegli occhi, per vedere così dentro, così strano, così insolito?!
Rileggi queste righe e la tentazione è di stracciare il foglio, ma poi rileggi anche una tua storia e così…
Anna viene fuori con prepotenza, probabilmente è la tua interprete!
E troppo bella
per non tentare di giocare
con lei…anche se ha paura dei giochi…non tanto di perdere, quanto di essere presa in giro!
Anna in fondo è triste, lei cerca sempre…è raminga, eppure ha dovuto accettare più volte la sorte, che decisamente le voltava le spalle.
Sa godere delle piccole cose.
Anche se la vita non gliele propone, se le cerca, setacciando i più banali incontri ed avvenimenti.
È un personaggio strano, che vive l’amore, perché questo è il sentimento che prova più forte degli altri! Anna è sfortunata in amore, perché ne ha persi tanti e forse perché ha giocato male le sue carte.
Non è brava nei solitari, ma neanche nei giochi con scommesse.
Forse la fortuna non la tiene per mano troppo spesso, eppure lei si impegna in ogni piccola cosa che fa! Anna aveva conosciuto l’amore, quello vero, più volte, ma il destino glielo aveva sempre rapito.
Povera Anna, quante lacrime…e poi la vedi sorridere subito…e pensi quasi prima scherzasse, perché sai che spesso lei lo fa.
Quando piange è triste essere con lei e vederla, perché sai che dentro è un vulcano in eruzione, ma tante situazioni le hanno smorzato gli entusiasmi, magari per un attimo soltanto, perché sa riprendersi quasi subito.
Anna quando racconta e parla di sé ricorda le fiabe, dove fate ed elfi, streghe, orchi e piccoli gnomi del bosco si succedono in mille peripezie.
La sua vita è tutta intessuta di storie, vicende strane, fatti luttuosi, grandi e piccole gioie…ma tutto pervaso ed allietato da fragorose risate che riecheggiano nell’aria, cristalline.
Anche lei è stata bambina, non giocava con le bambole se non per pettinarle, giocava con i soldatini, le armi…eppure adorava la vita.
Ricorda spesso di quando era piccola…ed i suoi racconti sono pervasi da una latente malinconia.
Strano per una come lei, che sembra l’ottimismo in persona. Adorava i boschi, la natura, i fiori dei prati, gli animali…tutto ciò che era semplice e bello.
E da allora, Anna vorrebbe viaggiare, conoscere tanta gente, vedere posti nuovi, dove trovare continue ispirazioni, sentirsi talmente vicina alla natura da fondersi con essa ed avvicinarsi a Dio…perché nonostante la sua vita, sia spesso confusa, è convinta cha da Lui deriva e che a Lui dovrà tornare, con le mani piene di doni e di grazie!
Anna prega spesso, a modo suo, vivendo meglio che può le sue giornate!
Anna vorrebbe passare più momenti in riva ai fiumi, ai mari, in mezzo ai boschi, distesa su verdi pascoli, perché lì è sola e può guardarsi dentro, cercare di scoprire cosa fare perché gli altri con lei si trovino bene, per riuscire ad aiutare coloro che hanno bisogno…
Ha sempre amato i suoi genitori che le hanno insegnato ad apprezzare la vita, in tutte le sue manifestazioni.
Amava il suo papà che le aveva fatto provare l’ebbrezza di assistere alla crescita di un fungo in diretta notturna, appoggiata sul tavolo della cucina e svegliata durante i momenti cruciali…che le aveva comperato la tv per veder il primo sbarco sulla luna….e finalmente poteva vedere il sabato all’ora di pranzo anche Oggi le comiche
con Stanlio ed Olio…che la stimava, le dava importanza, la rivestiva di piccole responsabilità quotidiane, verso la mamma, il fratellino…verso sé stessa, piccola matematica…
Suo padre, uno scienziato…e quando lei, piccolina, pronunciava questo nome davanti agli amici…le si riempiva la bocca di orgoglio…
Eppure lui era semplice, non si gonfiava per questo, ed ha cercato di insegnarle ad essere modesta, riguardo le cose importanti della vita.
Suo padre invalido, sofferente…ma sempre con tanta voglia e gioia di vivere, fino all’ultimo, quando…purificato…ha raggiunto la pace nella dimora eterna!
Adorava la sua mamma che amava Dio e gli uomini, la natura e il mare, gli uccelli…e tutto ciò che esisteva al mondo…che amava la vita come l’amore, le gioie e le sofferenze…che le ha insegnato ad essere donna…femmina…amante… Sua madre era tutto ciò…ancora di più…era una linfa vitale, dalla quale Anna traeva nutrimento…