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Jukebox: Racconti a tempo di musica
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Ebook132 pages1 hour

Jukebox: Racconti a tempo di musica

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About this ebook

“Jukebox” è una raccolta di racconti, diversi per generi e ambientazioni, accomunati dall’essere legati alla musica, tanti piccoli mondi che ogni autore ha creato con il tocco che gli è proprio. In queste pagine, i protagonisti dei racconti mettono a nudo le loro emozioni, travolti dal potere di melodie pacificatrici, suoni diabolici e rapsodie incantate, perché le parole sono potere, scritte o cantate che siano. Possono portarci indietro, ai tempi delle ballate dei cavalieri, ai giorni spensierati dell’adolescenza, al momento della nostra nascita. Possono viaggiare tra i mondi e evocare spiriti inquieti, corrompere la nostra anima, rinfrancarci dalle fatiche quotidiane. Possono dare un senso all’esistenza, completandoci come uomini e ricordarci di non essere soli. Mai.
 
“Jukebox” comprende:
Il crociato, di Emanuele Marcheselli
Frederick, di Luciana Volante
Lo spartito del diavolo, di Daniela Tresconi
Si bemolle, di Maria Pia Michelini
Sunday, gloomy Sunday, di Alessio Del Debbio
I love you, baby…, di Leandra Cazzola
Lucia e le sue note, di Serenella Menichetti
New York City boy, di Francesco Balestri
La voce, di Chiara Rantini
Gli infami, di Mirko Tondi
 
L’associazione culturale “Nati per scrivere” nasce nel 2016, da un gruppo di appassionati lettori, decisi a promuovere la cultura del libro e a valorizzare gli scrittori emergenti, soprattutto locali. Organizza eventi e incontri letterari, reading e laboratori di scrittura.
LanguageItaliano
Release dateFeb 10, 2017
ISBN9788894210231
Jukebox: Racconti a tempo di musica

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    Book preview

    Jukebox - Autori vari

    casuale.

    PRESENTAZIONE

    La musica è vita. Ci accompagna fin dalla nascita, scandendo ogni momento della nostra esistenza. Ci fa ridere, sognare, emozionare, ci ricorda di essere vivi anche quando l’apatia del presente ce lo fa dimenticare. Amica fedele, ci resta accanto fino alla fine.

    Per questo abbiamo voluto omaggiarla, scegliendola come tema per il secondo volume edito dall’associazione Nati per scrivere. Una raccolta di racconti, diversi per generi e ambientazioni, diversi anche per le mani che li hanno scritti, accomunati dall’essere legati alla musica. Come noi, i protagonisti dei racconti mettono a nudo le loro emozioni, travolti dal potere di melodie pacificatrici, suoni diabolici, rapsodie incantate e ritornelli martellanti. In queste pagine vi immergerete in tanti piccoli mondi, che ogni autore ha creato con il tocco che gli è proprio. Scrittori coraggiosi, forse poco noti, che hanno affidato alle loro storie un messaggio pieno di passione, regalandolo alla nostra associazione e a voi, amici lettori.

    Perciò rilassatevi, spegnete il tasto della realtà e lasciatevi cullare dalle note di questi racconti. Chissà che poi, alla fine della lettura, non vi venga voglia di ascoltare proprio una delle tante canzoni citate, perché le parole sono potere, scritte o cantate che siano. Possono portarci indietro, ai tempi delle ballate dei cavalieri, ai giorni spensierati dell’adolescenza, al momento della nostra nascita. Possono viaggiare tra i mondi e evocare spiriti inquieti, corrompere la nostra anima, rinfrancarci dalle fatiche quotidiane. Possono dare un senso all’esistenza, completandoci come uomini e ricordarci di non essere soli. Mai.

    Buon viaggio, allora. Buon ascolto del nostro jukebox letterario. Che questo nuovo lavoro dell’associazione Nati per scrivere possa far vibrare le corde della vostra anima e strapparvi un sorriso o un’emozione.

    Al termine del volume potrete conoscerci meglio, scoprire chi sono gli scrittori che hanno messo a disposizione il loro talento per regalarvi questa sinfonia di storie e, se lo vorrete, unirvi a noi in quest’avventura che è appena all’inizio, e che proseguirà…

    Seconda stella a destra, e poi dritto fino al mattino.

    Alessio Del Debbio

    Presidente Associazione Culturale

    Nati per scrivere

    JUKEBOX

    Racconti a tempo di musica

    Antologia di racconti

    IL CROCIATO

    Emanuele Marcheselli

    «Più profonda è l’angoscia, più grande è l’uomo».

    Søren Kierkegaard

    I

    Frùscia d’acqua chiara una cascata

    nel verde del bosco frondoso;

    cinguetta l’usignolo felice

    un canto gioioso.

    II

    Un raggio obliquo illumina l’usbergo

    del cavaliere sul bianco destriero

    ch’a passo lento e grave

    s’avanza pel sentiero.

    III

    L’elmo alzato, lo scudo crociato,

    uno stendardo in vetta alla lancia:

    sventola fier nella brezza

    il giglio di Francia.

    IV

    Cavalca nobil, bello e impettito,

    pensando alle imprese compiute;

    ma in cuor sente in vero

    pruni di spine acute.

    V

    Mai punta di barbara spada

    passò l’armatura argentata,

    ma lama d’amor più crudele

    ha il cuor conficcata.

    VI

    La donna al mondo più bella

    avean i suoi occhi osservato

    e subito era quel valoroso

    caduto innamorato.

    VII

    Perdeva nei guardi suoi il senno,

    annegava nei pianti la sera,

    sognava poter possedere

    la bella chimera.

    VIII

    Gioielli d’Achei, diamanti e cammei,

    lo sciocco recavale in dono,

    ignaro che solo dell’aureo metallo

    importavale il suono.

    IX

    In suo nome pugnava, per ella pregava

    e con modi preziosi e retrivi

    serviva e, ormai matto, cercava

    gli occhi suoi schivi.

    X

    Credea di dover venerare

    la pulzella più casta e più pura

    senza poter come un mago sapere

    la trama sua oscura.

    XI

    Quand’ecco si trova a passare

    pel bosco incantato

    e ora noi siamo tornati

    a dove avevamo iniziato.

    XII

    Cavalca nobil, bello e impettito,

    com presso la chiara cascata

    troppo bella figura egli osserva:

    non donna, ma fata.

    XIII

    «Tu che pel calle viaggi infelice

    e nel cui cuore s’alligna

    l’amore tremendo e perverso

    di strega maligna,

    XIV

    a me che son pura e fatata

    dai ascolto se vuoi preservare

    intatto l’onor e il valore

    e a viver poter continuare».

    XV

    Ma quando la fata si tacque,

    sguainò la spada il crociato

    e le si rivolse repente

    con fare adirato:

    XVI

    «La strega tu sei che in sembianti di fata

    porti ignobili bugie al mio cospetto.

    Ti consiglio svanire se non vuoi sentire

    la mia lama nel petto».

    XVII

    «O sciocco crociato, non vedi»,

    la fata con calma rispose,

    «a quali insensate parole

    conducon passion lussuriose?

    XVIII

    Vorresti tu uccider la fata

    e macchiarti di grande peccato,

    lei creatura perfetta che vive

    regina nel bosco incantato?

    XIX

    Ritrova ora il senno ed ascolta:

    tua dama non è quel che sembra.

    Osserva se aver vuoi la prova

    nello specchio sue membra.

    XX

    Brutta d’aspetto ed in animo orrenda,

    la strega ha già un pian cogitato:

    essa vuole, malvagia e crudele,

    vederti per terra sdraiato».

    XXI

    Da fiero e costante, a insicuro e aberrante

    era l’animo del cavaliere

    mutato ad un tratto pel suono

    delle parole sincere.

    XXII

    «O sposa del vero, del male nemica,

    del bosco e dei cuori signora,

    col tuo gran potere, ti prego,

    predicimi ancora».

    XXIII

    La fata con grazia leggiadra

    iniziò allor a dire il futuro

    e il crociato con grande attenzione

    ascoltava del vero sicuro.

    XXIV

    «Uccidi la strega, ed in cambio tu avrai

    il bene trai ben più prezioso:

    l’amore tuo vero, sensuale e sereno

    troverai, cavalier valoroso.

    XXV

    Ma attento, crociato, che anche in amore

    il male sen vien con gran fretta,

    rendendo le or liete caduche

    e portando disdetta».

    XXVI

    Con queste parole la sua profezia

    detta avea la divina creatura

    per poi scomparire di colpo

    nella lieta radura.

    XXVII

    Virtuoso e turbato, furente ed irato,

    si affretta il valente al castello,

    deciso ad uccidere infine

    del male il gioiello.

    XXVIII

    Arriva stremato del gran cavalcato,

    spalanca con forza una porta

    e dentro allo specchio egli osserva

    della strega l’immagin distorta.

    XXIX

    La strega scoperta s’infuria ed accerta,

    graffiando con l’unghie il cortese,

    delle sue gran perfide colpe

    e a niente le servon difese.

    XXX

    Scintilla e risona la spada

    nel Sol della stanza funesta,

    quand’ecco se n’esce il crociato:

    in mano ha una testa.

    XXXI

    In strada discende, l’eretica uccisa,

    e mentre trionfante cammina

    egli osserva stupito ed assorto

    beltà contadina.

    XXXII

    Una rosa sbocciata, la pelle perlata.

    Così semplice, eppur così bella:

    ella abbaglia incedendo il valente

    come un astro, una stella.

    XXXIII

    «Se io fossi poeta vi vorrei come Musa»,

    si rivolge il cortese alla dama.

    «Poiché certo la vostra bellezza darebbe

    ai miei versi gran fama».

    XXXIV

    «Ah, se solo potesser, signore»,

    sospirando la dama risponde,

    «essere vere le vostre parole

    amorose e profonde…»

    XXXV

    «Per l’onor che possiedo e l’amor che richiedo»,

    egli afferma nel mentre si prostra,

    «vostra candida mano pretendo

    se sarò vincitor nella giostra».

    XXXVI

    L’indoman nella gara il possente crociato

    mette in fuga i nemici derisi,

    della dama sua bella ottenendo

    i dolci sorrisi.

    XXXVII

    L’amore ha trovato, il giusto crociato,

    e si pasce nei sen dell’amata.

    Né virtù, né ricchezza o altra cosa

    è da lui disiata.

    XXXVIII

    Ma un giorno è obbligato, il pover crociato,

    a lasciare gli abbracci che ama

    per andare a combattere ancora

    una guerra lontana.

    XXXIX

    E mentre violento egli pugna

    riceve una freccia nel petto,

    compiendo il presagio funesto

    che la fata gli aveva predetto.

    XL

    Ha termine infine del buon cavaliere

    la storia che insegna a chi piace

    che il male pur sempre trionfa

    e amore felice è fugace.

    FREDERICK

    Luciana Volante

    «Benvenuti, signori e signore! Grazie di essere qui a questa serata per la Fondazione La musica è Vita. Il vostro sostegno è importante per portare avanti il nostro impegno nella creazione di reparti neonatali dotati di impianti musicali. Molti di voi, ormai sostenitori di vecchia data, conoscono il percorso che mi ha portato a essere il Presidente della Fondazione. Permettetemi, prima di lasciarvi a questa serata di gala, di ricordare colei che è stata l’anima di questa Fondazione e che ci ha lasciato pochi giorni fa».

    Dal salone salì un

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