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Pillole nr. 5
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Pillole nr. 5

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About this ebook

Una raccolta di svariati argomenti che trattano di grafologia, di psicologia, di azienda di benessere personale e dell'educazione infantile o dell'età evolutiva.
LanguageItaliano
Release dateMar 6, 2017
ISBN9788826035994
Pillole nr. 5

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    Pillole nr. 5 - Marilena Cremaschini

    aziendale

    A testa in giù

    Vedere le cose da un altro punto di vista

    A testa in giù ti fa vedere le cose da un altro punto di vista.

    Il mondo visto capovolto consente alla nostra mente di elaborare dei pensieri non concepibili seguendo l’ordinaria visione.

    Serve a non omologarsi con la massa e ad imparare a vedere le cose con i propri occhi.

    Questo presuppone una profonda conoscenza di noi stessi e la capacità di spostare il nostro modo di vedere su altri parametri, diversi, originali e nuovi.

    Serve empatia per poter andare oltre i personali limiti coltivati con l’abitudinarietà.

    Serve anche del coraggio perché non seguire la massa e la moltitudine richiede uno sforzo per non essere soggiogato dalla sudditanza psicologica.

    Mantenere il solito punto di vista è rassicurante, comodo e non pone rischi di giudizi e critiche esterne, mantiene un equilibrio rassicurante, stabile perché confermato, ed a suo modo rincuorante.

    Ma non aiuta a crescere, ad essere diversi e a diventare qualcosa di più elaborato dall’ordinario.

    Potrebbe sembrare che le falsità rassicuranti abbiano dei vantaggi derivanti dal compromesso, dalla consuetudine consolidata, dalla mancanza di criticità, eppure le verità migliori sono quelle verità scomode, quelle che permettono di andare contro il banale, il solito e l’ampiamente condiviso.

    Perché non è detto che sia migliore l’ampiamente condiviso da tutti rispetto al reale, intimo vostro punto di vista.

    Concedersi un diverso punto di vista vuol dire comprendere e percepire come farebbe un'altra persona.

    Il mondo così come lo vediamo è solo una nostra visione personale di esso, un altro soggetto, che ha una storia diversa ed un vissuto di esperienze che lo hanno formato in maniera opposta al nostro, il mondo apparirà in modo completamente difforme.

    Quando comunichiamo con gli altri non dobbiamo soltanto limitarci ad ascoltare ma dobbiamo fare un passo in più, metterci nei panni di chi ci sta di fronte.

    Questo ci consente di capire meglio le emozioni ed i sentimenti che l’altro sta esprimendo, e ci permette anche di capire quali sono le sue esigenze i suoi dubbi, le sue paure e cosa possiamo fare per aiutarlo.

    Un ascolto attivo è un ascolto costruttivo del rapporto, è comunicare veramente ed interagire con l’essere che ci sta davanti per comprenderlo realmente e profondamente.

    Comunicare vuol dire saper leggere il linguaggio del corpo ed entrare in contatto con esso anziché limitarsi a recepire le mere parole, dandoci la possibilità di andare oltre queste.

    L’arte del comunicare sta nella semplicità che significa eliminare quelle interferenze negative o devianti e fare il puro e vero ascolto dell’altro.

    Così il marito o la moglie che vuole ascoltare il compagno non deve soltanto porgere l’udito ma entrare in un collegamento emotivo con esso, mettersi sulla stessa linea d’onda, percepire i sentimenti che da esso promanano.

    Lo stesso vale quando si deve ascoltare un figlio, un amico, un collega.

    L’incomprensione, l’impossibilità di comunicare e le difficoltà nei rapporti interpersonali spesso nascono dalla incapacità di mettersi nei panni dell’altro per sentire nel suo stesso modo e comprendere il valore di ciò che ci sta comunicando.

    Non abbiate timore di perdere il vostro punto di vista o la vostra opinione perché anzi si rafforzerà con l’apporto e il contributo dell’altro verso una reale costruzione positiva della comunicazione.

    Il primo passo che fa un qualunque esperto della terapia di gruppo o di coppia è quello di costringere i singoli a non essere più dei singoli esseri separati e distaccati o disinteressati dell’altro ma interagire con esso, su un fronte intimo e profondo.

    Solo così si può avere una comunicazione costruttiva e una crescita di coppia, di famiglia o di gruppo.

    L’unione sta proprio in questo nella possibilità e nella volontà di andare oltre l’ego personale per costruire una nuova forma che è il risultato di più soggetti fusi insieme e collaboranti verso un'unica meta.

    Le amiche del cuore

    L'importanza degli amici per i bambini

    I bambini coetanei con cui giocare, condividere le esperienze e le fantasie sono un elemento di crescita imprescindibile.

    Il gioco da solo stimola la creatività personale del bambino, ma quando è in coppia con un amichetto o in gruppo la creatività aumenta proporzionalmente perché ogni bambino o ragazzino apporta un contributo costruttivo e da condividere con gli altri.

    Attraverso i coetanei i bambini imparano a conoscere meglio se stessi e le proprie esigenze ed ascoltare quelle degli altri, acquisendo empatia e sensibilità.

    L’amicizia ed il gioco tra maschietti e femminucce ha un ruolo ed un tipo di coinvolgimento un po’ diverso, dettato dalla diversità ormonale ed affettiva dei diversi sessi e dal ruolo sociale che rivestiranno da grandi una volta adulti, un ruolo che si apprende sin dall’infanzia, se non addirittura a cominciare dai primi mesi di vita.

    I maschi sono più portati per i giochi pratici, di costruzione, di avventure, di lotta come se fossero guerrieri ed eroi, essi giocano con le macchinine, coi trattori, con le costruzioni.

    Queste preferenze stabiliscono anche i bisogni dei maschi di sentirsi forti e capaci come il padre, idealizzato in tutto, come il genitore maschile il bambino penserà al lavoro, nell’ottica associativa del ruolo paterno di colui che sostiene economicamente la famiglia attraverso il lavoro e la dedizione ad esso, penserà a come costruire le case, idealizzando la propria abitazione, a costruire ponti e strade, assicurandosi mentalmente il ritorno a casa dei genitori.

    I suoi giochi sono dunque dominati dal desiderio di difendere la famiglia, assicurare la serenità e tranquillità di essa proprio come un padre dovrebbe fare.

    I giochi dei maschi sono quindi di attività fisica, ruolo di forza, ruoli di potere, di dominanza e di gestione delle situazioni, tali capacità vengono usate anche nelle situazioni drammatiche idealizzate, come la guerra, diventando guerrieri ed eroi coraggiosi che combattono per salvare la propria patria, gli indifesi, la propria gente.

    Il gruppo degli amici maschi renderà tale fantasia ancora più concreta ed in scala maggiore in quanto ognuno di loro giocherà a fare un personaggio ma avendo come riferimento sempre il ruolo ideale di forza e dominanza maschile.

    Per le femmine il discorso è diverso in quanto il ruolo femminile è più basato sull’affettività, sul sentimentalismo e sul costruire un rapporto di amore con un probabile principe azzurro ed una famiglia.

    Per le femminucce dunque è importante copiare il ruolo e la funzione della mamma, cucinando, accudendo le bambole ed imparando quei gesti femminili di cura del proprio corpo così come lo nota fare dalle femmine adulte della famiglia.

    I giochi preferiti dalle femmine saranno di particolare sensibilità e di generosità, legandosi alle bambole come se fossero delle sorelle o meglio delle figlie adottive.

    A parte la differenza del tipo di gioco, l’amicizia tra femmine è un legame molto più emotivo ed affettivo rispetto a quello dei maschi, anche questi possono condividere segreti ed emozioni, ma non avranno mai la portata di quelli delle ragazzine che creano con l’amichetta un legame profondo ed intimo.

    Mentre il maschio non ha, solitamente, nessuna difficoltà a familiarizzare anche con coetanei nuovi, facendoli entrare nel gruppo, l’identità del gruppo femminile è più chiusa e selettiva, le poche amiche dell’infanzia rimarranno tali sino all’inizio della scuola.

    La fase scolastica per le bambine può essere più traumatica a livello emotivo per il fatto che sarà costretta a separarsi dalle amiche dell’infanzia, sempre che non abbia la fortuna di seguire lo stesso corso scolastico.

    Questo costringerà la piccola a dover ricercare nuovamente una compagna speciale, un’amica del cuore.

    Con la fanciullezza e l’adolescenza l’amica del cuore diventa una condizione sempre più sentita e determinante, oltre che coinvolgente, in quanto sarà la persona con cui condividere ogni pensiero più profondo e più intimo.

    Le femmina maturano in senso ormonale molto prima dei maschi, quindi ancora prima della maturazione sessuale, che nelle femmine si avrà col menarca, la ragazzina condividerà con l’amica tutte le sue questioni affettive e sentimentali, che diventeranno una sorta di segreto intimo che lega le due in maniera profonda, come se la conoscenza dei pensieri, o delle opinioni sui maschietti, ed eventuali progetti amorosi, fosse di importanza vitale.

    Il sentimento di fiducia nelle amiche del cuore è totalitario e non ammette delusioni, un’amica che osa rivelare un pensiero segreto sarà bandita come una traditrice.

    Ma se il legame perdura senza intoppi è probabile che l’amicizia si consolidi per tutto il percorso di vita.

    E sta proprio in questo la differenza dei legami affettivi nell’adolescenza tra maschi e femmine, il maschietto considera gli amici soprattutto compagni di gioco o di sport e di condivisione pratica della quotidianità, mentre

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