Caro Gesù
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Book preview
Caro Gesù - Vittoria Bacher
VITTORIA BACHER
CARO GESù
Proprietà letteraria riservata
© by Pellegrini Editore - Cosenza - Italy
Edizione Ebook 2016
ISBN: 978-88-6822-535-3
Via Camposano, 41 (ex via De Rada) - 87100 Cosenza
Tel. (0984) 795065 - Fax (0984) 792672
Sito internet: www.pellegrinieditore.com - www.pellegrinilibri.it
E-mail: info@pellegrinieditore.it
I diritti di traduzione, memorizzazione elettronica, riproduzione e adattamento totale o parziale, con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie fotostatiche) sono riservati per tutti i Paesi.
Ai miei cari genitori.
Al mio adorato marito.
Sono certa che dall’Alto mi sostengono
nel mio impegno di volontaria
al servizio dei bisognosi.
Nota dell’autrice
Il mio rapporto con Gesù è stato sempre molto speciale. Non recito spesso le preghiere convenzionali; quando lo faccio, mi distraggo facilmente e quindi non mi soddisfano. Preferisco parlare con Lui, lo sento più vicino.
Anche ai miei piccoli alunni, durante la lunga militanza nella scuola, ho insegnato a parlare con Gesù.
Durante la giornata mi rivolgo spesso a Gesù, come si fa con un amico carissimo. Lo invoco, lo ringrazio, gli chiedo aiuto, gli chiedo consigli, gli chiedo il perché di tante brutte cose che non comprendo, a volte bisticcio con Lui perché non sento risposte alle mie domande. Mi piace tanto parlare con lui in ogni ora del giorno e della notte, per strada, quando sono a letto e non riesco a prendere sonno, mentre cucino, quando scrivo...
In particolari momenti bui e dolorosi della mia vita, davanti al crocifisso, mi perdo nei suoi occhi nella speranza di cogliere un segno di risposta alle mie domande, che non arriva.
Oso pensare, immeritatamente, che un giorno avvenga!
Poi chiudo gli occhi, immagino di alleviare le sue sofferenze togliendogli la corona di spine, di asciugare il sangue che gli bagna la fronte, di medicargli le ferite e baciare i suoi piedi.
Il momento che preferisco, e nel quale mi rifugio più di frequente, è quando lo vedo
, vestito di bianco, con le braccia tese e lo sguardo dolce e misericordioso, venire verso di me.
Gli vado incontro, lo abbraccio, gli sussurro all’orecchio ti voglio bene
.
Lui mi stringe e risponde: Anche io ti voglio bene
. Accanto a lui ora vedo il mio Angelo
.
Sono convinta che a Gesù piace molto questo mio modo di relazionarmi con lui.
L’idea di raccogliere lettere di persone comuni che, in particolari momenti della loro vita, sentono il bisogno di rivolgersi a Gesù, è nata per caso.
Erano trascorse solo tre settimane dalla scomparsa del mio adorato marito, ero disperata, non riuscivo ad immaginare una vita senza di lui. Non riuscivo e ancora non riesco a rassegnarmi.
Un giorno, come mia abitudine, ho incominciato a parlare con Gesù, ma questa volta, quasi meccanicamente, ho preso carta e penna e ho iniziato a scrivergli una lettera per raccontargli tutta la mia disperazione. Ancora oggi dopo più di quattro anni non so dire perché. Era la prima volta che lo facevo. Ma non è stata l’unica.
Questo gesto mi ha fatto pensare che forse altre persone sentono o hanno sentito la stessa mia esigenza.
Mi sono proposta di indagare ed eventualmente di raccogliere quante più lettere possibili e pubblicarle.
Mi sembrava una bella idea, ma prima ho voluto verificarla sottoponendola ai parroci di tante parrocchie della città. La risposta è stata unanime: l’idea piaceva e non esisteva una raccolta di lettere a Gesù di persone comuni.
E così ho iniziato il lungo e difficile lavoro di ricerca
.
Le lettere che ho raccolto e che riporto con i dovuti aggiustamenti stilistici in questo testo, rappresentano ognuna una conferma di quanto avevo intuito.
Il reperimento del materiale non è stato affatto agevole e mi è giunto nei modi più disparati: tramite racconto a voce, diretto o telefonico, per posta o via e-mail, da varie regioni d’Italia e alcune dal continente africano.
Mi sono resa conto che sono tante le persone, delle più svariate categorie, che sentono il bisogno di rivolgersi a Gesù, con una lettera.
L’idea di pubblicare le tante lettere raccolte, mi ha offerto un’occasione preziosa che non volevo lasciarmi sfuggire: richiamare l’attenzione di chi legge, su Gesù di Nazareth.
La raccolta è rivolta a tutti, credenti e non, poiché il personaggio
Gesù – seppur non volessimo considerarlo il Dio entrato nella storia per la redenzione, con la sua vita, l’attività pubblica e la morte in croce – ci ha lasciato in eredità una via di guarigione, per chi vuole sceglierla in libertà: perdono, amore e riconciliazione sociale.
Le lettere in inglese, provenienti dall’estero, sono state tradotte in Italiano.
I diritti di autore di questo, come di tutti gli altri miei libri, sono totalmente devoluti in beneficenza.
Presentazioni
Vittoria Bacher, un nome conosciuto e amato, nell’ambiente ecclesiale e oltre.
La profonda stima per la sua persona ed il suo apostolato motivano il mio vivo apprezzamento per la straordinaria e felice iniziativa dell’edizione che pubblica questo libro. In esso si offre al lettore la possibilità di gustare delle belle storie raccontate da diverse persone, che avvincono a Cristo, mediante il carisma di spiritualità concreta e profonda, della loro paternità feconda, ricchi di fede e dai tratti umani piacevoli.
Quelle dell’amica Vittora Bacher sono esortazioni per l’oggi, in un tempo in cui come lei stessa confessa: parlare di Gesù e con Gesù è diventata una formula a cui non si bada. Ella ci fa sentire l’eco delle parole del Figlio di Dio, del suo costante invito alla festa eterna a cui ci chiama a diventare suoi familiari con la preghiera.
Ogni pagina, ciascun racconto di questo prezioso volume sono un piccolo passo nel viaggio verso Cristo. Sono pagine una più bella dell’altra, attraverso cui l’autrice continua ad essere, secondo una stupenda definizione proposta da don Primo Mazzolari: facitore di vita, facitore d’eternità.
Suo manifesto desiderio è quello di comunicare a tutti la felicità di credere e sperare.
I racconti che abbiamo tra le mani sono frutto di profonda convinzione e di fede vissuta, nel corredo delle virtù cristiane e umane che si avvertono sperimentate in chi parla e chi scrive.
Per tali ragioni, più che un augurio, la mia è una convinzione: da questo libro, soprattutto se ben meditato, quasi centellinato, non si potrà avere che del bene.
Orazio Coclite
Presentare il libro della Signora Vittoria Bacher dopo l’anno giubilare della misericordia conclusosi da poco, è una coincidenza singolare perché induce i lettori a fare sintesi di tutte quelle povertà materiali e spirituali che attentano alla dignità dell’uomo di oggi e a porle nel Cuore misericordioso di Cristo.
In questo Anno Santo siamo stati invitati a contemplare il volto di Gesù, il Misericordiae Vultus
che incrociando il nostro sguardo ci aiuta a ricomporre la nostra umanità, ci aiuta a ritrovare la nostra vita e a illuminarla con la Sua Parola.
Ma come è possibile incontrare Gesù? Vi sono tante vie e modi per farlo, l’Autrice ha scelto la strada della preghiera.
Non ha scelto però la preghiera "formula che è solo movimento esteriore delle labbra, preghiera rimproverata anche da Gesù nel Vangelo, ma la preghiera vera, quella senza finzioni che passa dalle labbra al cuore e che si realizza nell’intimo, dove Dio si offre all’uomo che lo cerca con cuore sincero. È la preghiera del cuore; è parlare a Dio con la fiducia del figlio che sa di essere amato dal Padre
ricco di misericordia", è l’atteggiamento del povero che bussa al cuore dell’Altissimo aspettando doni generosi e utili al proprio cammino di santità.
Le testimonianze offerte sono preghiera che diventa vita e vita che si fa preghiera.
Papà, mamma, figlio, educatori, missionari sono alcuni dei tanti personaggi che, raccontando la loro storia, entrano nel respiro di Dio
, per chiedere la Sua presenza nei vari momenti particolari della vita, come il lutto, la perdita del lavoro, la difficile arte di educare, la famiglia che vive una separazione, un missionario stanco ma felice di donarsi alla gente, e così via...
L’Autrice fa terminare ogni lettera-preghiera a Gesù con citazioni tratte dai Salmi che la Chiesa utilizza per santificare le ore delle giornata e formano come un sigillo alla preghiera del cuore che apre alla speranza e consola l’uomo nel momento di debolezza, di solitudine, di incertezza e di pianto, perché i Salmi sono stati anche la preghiera che Gesù ha utilizzato quando era con noi sulla terra.
L’augurio è che la lettura di questo libro aiuti il lettore a entrare nel misterioso mondo della preghiera, che nessuno può insegnare all’altro ma che tutti possiamo gustare, ponendoci davanti al Lui, Gesù, che spesso "si ritirava in disparte a trascorre tutta la notte in preghiera’’.
+ Francesco Nolè
Arcivescovo di Cosenza - Bisignano
Non ho mai pensato di scrivere una lettera a Gesù. Ho invece dedicato molta parte della mia vita a leggere, studiare e ascoltare quello che altri hanno scritto di lui.
Ho letto anche le diverse lettere che la signora Bacher ha raccolto in questo volume. Ne ho ricevuto una molteplicità di richiami, in cui ho ritrovato l’eco delle voci che negli scritti evangelici si rivolgono a Gesù invocando il suo nome. E questo non è un fenomeno frequente, dato che con diversi titoli a lui si rivolgono i suoi interlocutori maestro
, rabbi
, signore,
figlio,
guida"… Fatto sta che mi sembra di poter rileggere le testimonianze disseminate nelle pagine seguenti attraverso il ricordo di tre personaggi evangelici, che invocano il nome di Gesù.
Si tratta di tre figure, per così dire, paradigmatiche, che possono aiutarci a scoprire nei diversi linguaggi di quanti hanno scritto la loro lettera gli accordi di una sinfonia segreta – ben sintonizzata con la lingua ecumenica del cuore umano –, che si viene componendo lungo il corso della nostra storia.
La prima voce che intendo rievocare è quella di un mendicante cieco che, sulla strada di Gerico, sente dire che Gesù sta passando. Allora lo chiama con insistenza: Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me
(Mc 10, 47) - Nel Vangelo secondo Marco, dopo il caso di un indemoniato nella sinagoga di Cafarnao (cf. 1,24), è la prima persona che chiama il Signore per nome. In quel suo modo di gridare Gesù
, c’è tutta la brancolante incertezza del cieco, che non ha mai visto il Signore, ma ha sentito parlare di lui. Ora intuisce che il suo passaggio può essere l’eccezione perché la sua vita trovi «pietà», ossia comprensione personale e una vera