No hay amores imposibles
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Book preview
No hay amores imposibles - Martina Napolano
Epilogo
Capitolo 1
ISABEL
Amare una persona vuol dire condividere tutto con essa. Tutto ciò che di bello ti accade, ma anche tutto ciò che può renderti infelice e triste. Così era capitato a me, mi succedeva da quando avevo conosciuto Jorge tre anni fa. Il nostro incontro allo stadio fu più che casuale. Da buona madridista quale sono, mi recai allo stadio per la prima partita di campionato in un caldo d’agosto mai sentito prima. Lui era lì, accanto a me e cominciammo a scambiare qualche parola, guardammo tutta la partita insieme e poi mi chiese di andare a prendere qualcosa in giro. Esitai prima di accettare, ma il suo viso e la sua calda voce mi avevano già colpito, così decisi di provare ad uscire con lui. Gli appuntamenti furono tantissimi, poi mi decisi a baciarlo. Le sue labbra erano così morbide e se adesso pensavo al nostro inizio, ricordavo che era stata la cosa più bella che mi fosse mai capitata.
Innamorati alla follia, eravamo in procinto di sposarci, me l’aveva anche chiesto, ma non avevamo ancora deciso la data. Me l’aveva chiesto di nascosto, sua mamma non voleva che stessimo insieme, per lei ero solo un’approfittatrice cerca denaro. Non era affatto così, amavo Jorge per il suo carattere e per tutto quello che mi faceva provare, non per il suo denaro, di quello non me ne era mai importato. Lei voleva che suo figlio, noto imprenditore portoghese, trovasse una moglie adatta alla sua classe e alla sua altezza, voleva una portoghese per lui, non un’italo-spagnola che volesse farsi bella agli occhi dei giornalisti. Queste erano le sue opinioni, ma in alcuni casi, Jorge la ignorava, anche se la storia del matrimonio mi rendeva troppo nervosa. Ormai avevo 25 anni e dovevo pur sempre mettere su famiglia, non volevo costringerlo a scegliere una data, ma non volevo nemmeno che desse ragione a sua madre e mi lasciasse lì, sola, a pensare a cosa ci fosse di sbagliato in me.
Isabel, ti passo a prendere tra mezz’ora. Cristiano ci aspetta a casa sua
lessi il messaggio che mi aveva appena mandato Jorge. Mi ero già iniziata a preparare, le cene a casa di Cristiano, il suo migliore amico, erano di consueta abitudine quasi una volta a settimana.
Cristiano, però, nonostante conoscesse Jorge sin da piccolo, entrambi erano portoghesi, faceva parlare molto sua madre. Era un calciatore, il famosissimo Cristiano Ronaldo, e, la mia futura suocera, molte volte, aveva cercato di far credere al mio fidanzato che avessi una storia segreta con Ronaldo, ma non era assolutamente così.
Prima di tutto era il migliore amico del mio futuro marito; poi era anche mio amico e non mi era mai passato per la mente di poter diventare la sua ragazza, nemmeno per scherzo. Amavo Jorge e volevo lui a qualsiasi costo. La mia futura suocera poteva pensare quello che voleva, le cose stavano diversamente. Cristiano era una persona fantastica, non come lo descrivevano sui giornali e in tv e, oltretutto, era anche un padre meraviglioso. Il suo bambino Cristiano junior era davvero il bambino che tutti avrebbero voluto avere. Da quando Jorge mi aveva presentato Cristiano, il piccolo Cris voleva passare del tempo con me, soprattutto quando il padre era agli allenamenti. Mi considerava la sua zia preferita, anche se in realtà non lo ero.
Capitolo 2
Buonasera amore
esclamò Jorge appena entrai in auto, stampandomi poi un tenero bacio sulle labbra.
Ciao amore mio! Scusa il ritardo, ma non sapevo cosa mettere
ammisi mentre lui metteva in moto l’auto per ripartire.
Vivevamo insieme da circa un anno, la ritardataria ero sempre io. Lui era a lavoro e aveva avuto modo di cambiarsi in albergo, dove aveva alloggiato fino a qualche ora fa. Viaggiava in continuazione, avevamo deciso di andare a vivere insieme per vederci più spesso, ma nonostante la continua lontananza non c’eravamo mai lasciati. Tutto questo aveva rafforzato il nostro rapporto. Sapevamo che nulla e nessuno avrebbe potuto dividerci.
Zia, come stai?
urlò Cris junior appena entrai dalla porta, mi corse incontro e mi saltò in braccio. Lo strinsi forte a me, meritava affetto, la situazione che viveva non era per nulla facile. Cristiano non aveva una ragazza, la mamma del piccolo era un’incognita, aveva preferito crescerlo da solo, con l’aiuto dei suoi familiari e dei suoi amici.
Ti devo fare vedere il nuovo gioco che mi ha regalato papà. Vieni nella mia camera
mi prese la mano e mi trascinò nella sua camera.
Quel bambino mi faceva stare bene. Lo avevo visto nascere, crescere e adesso ogni giorno che passava cresceva sempre più. Mi faceva desiderare un bambino, cosa che Jorge e io non avevamo ancora. Preferivamo aspettare il matrimonio, già sua madre non mi sopportava, se avesse saputo di una gravidanza, non mi avrebbe mai più guardata negli occhi, nemmeno per scherzo. A colmare quel vuoto, c’era il piccolo Cris, passava la maggior parte dei suoi giorni con me, suo padre si fidava e il piccolo stava bene con me.
Guardavo quel piccolo corpicino steso sul letto, rannicchiato sotto le coperte. Nonostante fosse marzo, il tempo non era dei migliori. Era così tenero quel bambino, non sarei mai stata disposta ad allontanarmi da lui, per nessuna ragione al mondo.
Si è addormentato. Era davvero stanco
ammisi rientrando nel salone dove Jorge e Cris giocavano alla play. Era un’ossessione, avevo