Discover millions of ebooks, audiobooks, and so much more with a free trial

Only $11.99/month after trial. Cancel anytime.

Mister Hire: Tra Fiction e Formazione: strategie e azioni per la ricerca e selezione del personale
Mister Hire: Tra Fiction e Formazione: strategie e azioni per la ricerca e selezione del personale
Mister Hire: Tra Fiction e Formazione: strategie e azioni per la ricerca e selezione del personale
Ebook146 pages1 hour

Mister Hire: Tra Fiction e Formazione: strategie e azioni per la ricerca e selezione del personale

Rating: 0 out of 5 stars

()

Read preview

About this ebook

Cos'è un bad hire calculator? E' un cosiddetto tool, cioè uno strumento, per stimare il costo di un'assunzione sbagliata. Negli Stati Uniti se ne trovano a bizzeffe on line. Errare è umano ma è più facile incorrervi se non si utilizzano metodi e criteri corretti quando si tratta di effettuare una scelta. Negli ultimi anni sono stati pubblicati decine di manuali sulla ricerca e selezione del personale ma nessuno ha il taglio e, per così dire, la praticità di questo nuovo libro di Federica Broccoli e Flavio Cabrini, due specialisti nel campo delle risorse umane.
Il libro ha la caratteristica di un vademecum che tratta in forma estremamente didascalica e pratica l'intero iter di un processo di ricerca e selezione, con dovizia di schede ed esempi, La sua originalità deriva però anche da una parte narrativa, che precede e accompagna ogni capitolo ed è curata dal giornalista e scrittore Ugo Ravaioli. Ha come protagonista Mister Hire, un flemmatico e colto reclutatore inglese, che mostrerà tutta la sua abilità e la sua sagacia nello scandagliare una rosa di candidati e far affiorare le loro effettive competenze e potenzialità.
LanguageItaliano
PublisherOSM Network
Release dateMar 8, 2017
ISBN9788899127220
Mister Hire: Tra Fiction e Formazione: strategie e azioni per la ricerca e selezione del personale

Related to Mister Hire

Related ebooks

Human Resources & Personnel Management For You

View More

Related articles

Reviews for Mister Hire

Rating: 0 out of 5 stars
0 ratings

0 ratings0 reviews

What did you think?

Tap to rate

Review must be at least 10 words

    Book preview

    Mister Hire - Federica Broccoli

    casuale.

    Prefazione

    Il primo manuale con gli scorci di un romanzo che racconta i fondamenti delle attività di selezion e.

    Abbiamo volutamente creato qualcosa di diverso dal solito manuale sulla ricerca e selezione per raccontare le tecniche e i sistemi funzionali attraverso una storia che, densa di concetti e di stati d’animo, diventi anche uno specchio in cui possiate riconoscervi.

    I personaggi, frutto della nostra fantasia, sono riconducibili ai nomi del famoso romanzo di Stevenson. La loro assonanza con la storia che volevamo raccontare in questo libro è stata per noi fonte di ispirazione.

    Il dott. Jack Hill (alias Mister Hire) si troverà alle prese con Paride Longhi, un imprenditore con grande vitalità e iniziativa, pieno di progetti e sogni da realizzare, ma assolutamente privo dei principi più basilari su come scegliere le persone più giuste da inserire in azienda. Mister Hire dovrà gestire i suoi errori, le sue idee strampalate e le sue convinzioni sbagliate. Accompagnerà Longhi a scoprire come risolvere i suoi problemi in un susseguirsi di avvenimenti. Il sottile humor inglese, anch’esso ispirato da Stevenson, che pervade il racconto vi accompagnerà durante la lettura.

    Vi suggeriamo di avvicinare questo libro con curiosità. Qualità indispensabile per capire i limiti e i pregiudizi che accompagnano il mondo della ricerca e selezione del personale, un settore vitale per la crescita aziendale.

    Buona lettura

    Mister Hire

    Spaghetti alle vongole e bottarga, linguine all’astic e, riso mantecato allo zafferano, gnocchetti verdi al gorgonzola, osso buco alla milanese. Con i gomiti piantati sul tavolo di una trattoria sui Navigli, con tovaglie a quadri e soffitto a cassettoni che le conferivano un’aria un tantino retrò, Jack prese atto che delle fettuccine Alfredo continuava a non esserci traccia. Benché ovunque a Londra le spacciassero come il piatto italiano per eccellenza, misteriosamente a Milano non gli era ancora capitato di vederle comparire in un menù. Distolse lo sguardo dalla lista dei primi e ordinò una cotoletta.

    P er Jack l’ora di cena scoccava di regola alle 19 in punto e non era affatto propenso a posticiparla. Poco gli importava che i colleghi lo considerassero uno che va a letto con le galline, insinuazione c he, come gli fu riferita, prese malissimo finché non lo rassicurarono sotto giuramento che non conteneva la minima allusione a indicibili depravazioni.

    Essere fra i primi avventori a mettere piede in un locale gli garantiva già di per sé un privilegio: la brevità delle attese. La cotoletta, difatti, arrivò a strettissimo giro, ancora sfrigolante. Esibiva una doratura perfetta e uniforme. Jack la punzecchiò con la punta della forchetta. Come consistenza somigliava a quelle che a La P appardella, il ristorante di Old Brompton Road in cui era solito fare un salto dopo le partite del Chelsea, venivano servite assieme ad una matassa di spaghetti al pomodoro. Cambiavano la taglia, extra large anziché small, e il contorno, costituito da patatine fritte tagliate a rondelle. Era intento a cospargerle di aceto, altra abitudine che suscitava la disapprovazione dei nuovi colleghi italiani, quando lo smartphone prese a ronzare. Lo sfilò dal taschino. Sul display lesse numero sconosciuto.

    «Hello» sussurrò Jack, sforzandosi di tenere il più bassa possibile la voce, nonostante nei paraggi non vi fosse anima viva.

    «Dottor Hill, sono Paride Longhi, ricorda?».

    «Francamente no, my God. Mi aiuti...».

    «Ci ha presentato il Mandelli, la settimana scorsa...».

    «Ah, Longhi! Longhi, of course!».

    F ra stabilimento e showroom, la Longhi Serramenti & Infissi ingombrava quasi un intero isolato in una delle storiche z one artigianali dell’hinterland di Milano. Esibiva un’imponenza al cospetto della quale sfiguravano tutti gli insediamenti produttivi circostanti, compresa la palazzina della Mandelli Cav. Ernesto & Figli, una camiceria industriale, che si ergeva sul lato opposto della strada. Un peso mosca che ossequiava un peso massimo.

    «Parcheggi sul retro, dutùr» suggerì l’uomo di servizio alla guardiola. Poiché Jack restava comunque incerto sulla direzione da prendere, il sorvegliante uscì dal gabbiotto e indicando un cartello aggiunse: «Segua quella freccia, dottore».

    Dutùr, dottore. In Italia potevano bastare giacca e cravatta per sentirsi attribuire, con immotivata deferenza, quella qualifica accademica. Ma era pur vero, si trovò ad osservare Jack, che dalle sue parti si elargivano con altrettanta facilità i sir o i ser, come se il Regno Unito straripasse di aristocratici.

    Nel caso di Jack il titolo di dottore godeva di piena legittimazione. Dopo il degree, cioè la laurea, aveva conseguito a Leicester il dottorato in Human Resources, il che lo autorizzò a far stampare in bella vista sui biglietti da visita Jack Hill, PhD. Dove Ph sta per Philosophy e D per Doctor.

    Non si immaginava che, qui in Italia, la sigla PhD sarebbe stata fonte di curiosità e di equivoci. «Cos’è, una formula chimica?» gli aveva chiesto più d’uno. Non solo. Una volta decifrata la sigla, a chiunque veniva spontaneo domandare: «Ma, allora, lei è un filosofo?».

    Un filosofo? Eccome, se lo era. Ma un filosofo come lo intendeva Pitagora, l’inventore di quel termine, che letteralmente null’altro significava che sapiente, quale che fosse la disciplina.

    Pitagora in particolare si intendeva di teoremi e tabelline. Jack dell’umanità e dei suoi comportamenti. Quella era la scienza di cui era un profondo conoscitore.

    Benedetti italiani. Loro al filosofo associavano l’idea di un tipo che vive con la testa fra le nuvole, perso in un turbine di pensieri in cui si arrovella cercando di dare un senso a ciò che un senso non ce l’ha. Alla fine, Jack trovò un modo per dribblare quello che stava diventando un problema: una nuova serie di biglietti da visita in cui Dr. Jack Hill sostituì e seppellì Jack Hill, PhD.

    Il neo Dottor Jack Hill era fermamente convinto che l’humour inglese fosse imbattibile, ma non aveva fatto i conti con quello italiano. Una bella mattina, sulla porta del suo ufficio trovò affissa una targa in alluminio, con una scritta incisa su due righe. Sopra, in grassetto: Dottor Jack Hill. Sotto, in corsivo, Mister Hire.

    A Jack non era mai capitato di leggere Lo strano caso del Dr. Jekyll e di Mr. Hyde, un classico del romanzo fantastico, il cui titolo aveva ispirato il buontempone cui era saltato in mente di commissionare quella targa. Grazie alle trasposizioni cinematografiche, conosceva però benissimo la storia. Ricordava in particolare una magistrale interpretazione di Spencer Tracy.

    Hire, assumere. Non era mai lui personalmente a farlo. Formalmente spettava alle aziende che si affidavano alle sue scelte. Insomma, sentirsi definire Mister Hire non gli spiacque affatto. La targa era ancora al suo posto e adesso, per quanto lo dissimulasse, si compiaceva che i colleghi lo chiamassero alternativamente Dottor Jack Hill o Mister Hire.

    P er parcheggiare Jack fu costretto ad un paio di manovre e nell’ingranare la retromarcia non riuscì ad evitare una grattata. Non si era ancora del tutto abituato alla guida a destra e per lui era disagevole dover azionare la leva del cambio con la mano che si ostinava a considerare sbagliata. Si rassegnò a lasciare l’auto un po’ sghemba e si diresse verso l’entrata.

    P aride Longhi se ne stava appoggiato allo schienale di una poltroncina girevole, le mani intrecciate dietro la nuca, ed ebbe un balzo quando Jack si affacciò alla porta del suo ufficio. Si rivelò insolitamente cerimonioso e affettato. Jack ne dedusse che stava passando qualche guaio. Nella breve conversazione telefonica della sera precedente, i due si erano limitati a fissare un appuntamento senza aggiungere altro.

    «Longhi, colpiamo il chiodo sulla testa – ruppe gli indugi J ack, con una tipica espressione inglese –. Intendo dire, mi spieghi bene qual è il problema».

    «Carminati, il direttore vendite. Guardi, è uno che sta sul pezzo, di quello non posso proprio lamentarmi: il primo ad arrivare, l’ultimo ad uscire...».

    J ack ormai non si sorprendeva più nel constatare che gli italiani sembravano misurare la produttività prendendo come metro il tempo che si trascorreva sul posto di lavoro. Lasciò che Longhi proseguisse.

    «Beh, Carminati è un soggetto sanguigno, uno che prende le cose di petto. Ho reso l’idea?».

    «Perfettamente, noi diciamo uno che afferra l’ortica. La giudico una qualità, purché si usi qualche cautela» intervenne Jack.

    «Nel giro di un anno abbiamo perso due dei nostri principali clienti, ci siamo giocati una grossa commessa per una sua impuntatura e tre dei nostri migliori venditori ci stanno mollando» sbottò Longhi tutto d’un fiato.

    «Una Waterloo, direi se non

    Enjoying the preview?
    Page 1 of 1