Discover millions of ebooks, audiobooks, and so much more with a free trial

Only $11.99/month after trial. Cancel anytime.

Lenin - breve saggio biografico
Lenin - breve saggio biografico
Lenin - breve saggio biografico
Ebook233 pages3 hours

Lenin - breve saggio biografico

Rating: 0 out of 5 stars

()

Read preview

About this ebook

Indice dei Contenuti

L'infanzia, l'adolescenza e l'inizio dell'attività rivoluzionaria

Alla testa del proletariato rivoluzionario della Russia

Al confino in Siberia

Per un partito marxista di tipo nuovo

Il primo assalto allo zarismo

La lotta per l'esistenza del partito negli anni della reazione

Nel periodo di una nuova ascesa rivoluzionaria

Fedeltà all'internazionalismo proletario

Il capo della Rivoluzione d'Ottobre

Fondatore del primo stato socialista nel mondo

Alla testa della difesa del paese dei Soviet

Ispiratore e organizzatore dell'edificazione del socialismo

Il trionfo delle grandi idee del leninismo

Illustrazioni
LanguageItaliano
PublisherYoucanprint
Release dateMar 9, 2017
ISBN9788892653047
Lenin - breve saggio biografico

Read more from Autori Vari

Related to Lenin - breve saggio biografico

Related ebooks

Political Biographies For You

View More

Related articles

Related categories

Reviews for Lenin - breve saggio biografico

Rating: 0 out of 5 stars
0 ratings

0 ratings0 reviews

What did you think?

Tap to rate

Review must be at least 10 words

    Book preview

    Lenin - breve saggio biografico - Autori Vari

    INDICE

    L'infanzia, l'adolescenza e l'inizio dell'attività rivoluzionaria

    Alla testa del proletariato rivoluzionario della Russia

    Al confino in Siberia

    Per un partito marxista di tipo nuovo

    Il primo assalto allo zarismo

    La lotta per l'esistenza del partito negli anni della reazione

    Nel periodo di una nuova ascesa rivoluzionaria

    Fedeltà all'internazionalismo proletario

    Il capo della Rivoluzione d'Ottobre

    Fondatore del primo stato socialista nel mondo

    Alla testa della difesa del paese dei Soviet

    Ispiratore e organizzatore dell'edificazione del socialismo

    Il trionfo delle grandi idee del leninismo

    Illustrazioni

    Lenin - breve saggio biografico

    Autori Vari

    Agenzia di Stampa Novosti – Prima edizione digitale 2017 a cura di David De Angelis

    L'infanzia, l'adolescenza e l'inizio dell'attività rivoluzionaria

    Vladimir Ilic Uljanov (Lenin) nacque il 10 (22) aprile del 1870 nella città di Simbirsk, che porta ora il nome di Uljanovsk, sulla riva del Volga. Nel bacino di questo grande fiume russo, nelle città di Simbirsk, Kazan e Samara (ora Kujbyscev), trascorsero l'infanzia e l'adolescenza di Vladimir Ilic.

    Suo nonno N. V. Uljanov era stato servo della gleba nel governatorato di Nizhnij Novgorod. Nel 1791 si trasferì nel governatorato di Astrachan, poi ad Astrachan stessa, ove fu iscritto fra i membri del ceto dei cittadini e morì in grande miseria. Ilja Nikolaevic Uljanov, il padre di Lenin, conobbe la povertà fin dai suoi primi anni. Soltanto grazie all'aiuto del fratello maggiore, alla tenacia nel lavoro ed alle sue grandi doti riuscì ad ottenere una istruzione superiore. Terminata l'Università di , Kazan, fu professore in alcune scuole medie, poi ispettore e infine direttore delle scuole popolari del governatorato di Simbirsk. Fu per i suoi tempi un uomo di idee progressiste e contribuì molto alla istruzione popolare. Fondò scuole nelle campagne e ne aiutò i maestri. Egli prestò molta attenzione anche alla pubblica istruzione fra le popolazioni non russe del bacino del Volga.

    Maria Aleksandrovna, madre di Lenin, nacque e crebbe nella famiglia di un medico. Ricevette un'istruzione domestica, apprese alcune lingue straniere ed ebbe una buona conoscenza della letteratura e una grande passione per la musica. Maria Aleksandrovna era una donna volitiva e di carattere forte. Intelligente, equilibrata ed affabile, ella si 'dedicò interamente all'educazione dei figli.

    Gli Uljanov ebbero sei figli: Anna, Aleksandr, Vladimir, Olga, Dmitrij e Maria. I genitori si sforzarono di dare loro un'istruzione poliedrica e di renderli laboriosi, onesti, modesti e sensibili alle necessità del popolo. Non per nulla tutti i figli degli Uljanov divennero rivoluzionari.

    L'infanzia di Vladimir trascorse in una grande famiglia, straordinariamente unita. Egli fu un bambino vivace e gaio, cui piacevano i giuochi chiassosi e movimentati, il nuoto, le lunghe passeggiate coi compagni e il pattinaggio.

    A cinque anni imparò a leggere e a nove fu ammesso alla prima classe del ginnasio di Simbirsk. Studiò con molto zelo, si distinse per le sue grandi capacità e per l'impegno nello studio e al termine d'ogni anno scolastico ottenne i primi premi. Aiutava volentieri i compagni di scuola e spiegava loro le lezioni difficili. Negli ultimi anni del ginnasio aiutò N. M. Ochotnikov, ciuvascio di nazionalità, a prepararsi agli esami di maturità.

    Vladimir Uljanov leggeva molto e conosceva bene le opere di grandi scrittori russi come Pushkin, Lermontov, Gogol, Turghenev, Nekrasov, Saltykov-Scedrin e Lev Tolstoj. Fra ciò che leggeva un posto importante spettava agli scritti dei democratici rivoluzionari Herzen, Cernyscevskij, Dobroljubov e Pisarev, comprese quelle loro opere che erano allora proibite. Lo appassionò in modo particolare il romanzo Che fare? di Cernyscevskij. Più tardi Lenin mise più volte in risalto l'importanza dell'attività di Cernyscevskij come grande scienziato e come avversario intransigente dell'assolutismo e della servitù della gleba. A detta di Lenin, Cernyscevskij riuscì a educare coi suoi articoli dei veri rivoluzionari persino nelle condizioni create da una censura severissima.

    Il carattere e le vedute del giovane Lenin si formarono sotto l'influsso dell'educazione domestica, della letteratura russa d'avanguardia e dell'ambiente circostante. In Russia si aveva allora un rapido sviluppo del capitalismo; sorgevano fabbriche equipaggiate con macchine, che raccoglievano migliaia di operai. Tuttavia rimanevano molti residui della servitù della gleba. Lo sfruttamento capitalistico si combinava coll'oppressione feudale e ciò rendeva estremamente dure le condizioni dei lavoratori nelle città e nelle campagne. Le vessazioni del governo zarista, l'oppressione esercitata dai latifondisti e dai capitalisti, la miseria e la mancanza di diritti degli operai e dei contadini suscitavano nel giovane Lenin odio per gli oppressori e simpatia per gli oppressi. Il suo orientamento rivoluzionario si fece sentire quando egli era ancora allievo del ginnasio. Una volta il direttore del ginnasio, restituendogli un componimento, gli chiese in tono d'ammonimento: Di quali classi oppresse parla in questo tema? Che cosa c'entra tutto ciò?.

    Su Vladimir esercitava una forte influenza il fratello maggiore Aleksandr, che si distingueva per la sua volontà forte e per gli elevati princìpi morali. Anna Ilinicna Uljanova, sorella di Lenin, scrisse più tardi: Per Vladimir ebbe una grande importanza l'esempio del fratello, che amava molto. Fin dall'infanzia egli si sforzava d'imitare in ogni cosa il fratello. Quando gli si chiedeva che cosa volesse fare in questa o quella occasione, egli rispondeva sempre: Quello che farà Aleksandr.

    Aleksandr Uljanov frequentava l'Università di Pietroburgo. Avrebbe potuto diventare un grande scienziato, ma scelse come principale scopo della vita la lotta rivoluzionaria contro l'assolutismo zarista, per una vita migliore del popolo. Per le sue opinioni si trovava a metà strada fra il populismo e il marxismo. Vladimir ebbe notizia da lui dell'esistenza degli scritti di Marx.

    A sedici anni Vladimir divenne irreligioso. Nadezhda Krupskaja ha lasciato scritto ciò che Lenin le raccontò in proposito. Una volta, conversando con un ospite, Ilja Nikolaevic lamentò che i figli non si recavano regolarmente in chiesa. L'ospite disse, fissando Vladimir: Bisogna adoperare la frusta. Il ragazzo indignato si risolse a rompere con la religione. Uscito in cortile, si strappò la croce che portava al collo e la gettò via.

    Fin dall'adolescenza Vladimir dovette affrontare dure prove. Nel 1886 suo padre morì improvvisamente. La famiglia non fece in tempo a rassegnarsi a questa sventura, quando se ne aggiunse un'altra. Nel marzo del 1887 Aleksandr Uljanov fu arrestato a Pietroburgo per avere partecipato alla preparazione di un attentato allo zar Alessandro III. Nel maggio di quello stesso anno Aleksandr fu giustiziato nella fortezza di Schlisselburg. Aleksandr Ilic perì da eroe, scrisse Anna Ilinicna e il suo sangue fu il bagliore del fuoco rivoluzionario, che illuminò il cammino al fratello minore.

    La condanna a morte del fratello sconvolse Vladimir e rafforzò la sua decisione di dedicare la vita alla lotta rivoluzionaria. Pur inchinandosi di fronte al coraggio ed all'abnegazione del fratello e dei suoi compagni, egli rifiutò la via scelta da loro. Uljanov riteneva che la lotta contro l'assolutismo per mezzo dell'uccisione di singoli esponenti del potere zarista o dello zar stesso fosse erronea e non raggiungesse la meta. No, disse, noi non seguiremo questa strada. Non è questa la strada da seguire.

    Vladimir Uljanov cominciò a cercare un'altra via d'emancipazione dei lavoratori. Preparandosi all'attività rivoluzionaria, egli nutriva un interesse particolare per le scienze sociali e si sforzava di studiarle profondamente. Terminato il ginnasio con i massimi riconoscimenti, nell'agosto del 1887 s'iscrisse alla facoltà di giurisprudenza dell'Università di Kazan.

    All'università il giovane Uljanov si mise in contatto con gli studenti di idee più avanzate e di orientamento rivoluzionario. Ai primi di dicembre del 1887 fu espulso dall'università ed arrestato per avere partecipato attivamente a un'assemblea studentesca. Più tardi Vladimir Ilic raccontò che il poliziotto che l'aveva condotto in prigione gli aveva detto: Ma perché si ribella, giovanotto? Batte contro un muro! Egli aveva risposto: Sì, è un muro, ma è marcio e crollerà al primo colpo.

    In tal modo a diciassette anni egli cominciò a partecipare alla lotta rivoluzionaria contro l'assolutismo zarista.

    Vladimir Ilic fu relegato nel villaggio di Kokushkino (ora Lenino) nel governatorato di Kazan. Da allora la polizia cominciò a tenerlo sotto osservazione. Isolato in questo paesino remoto, Lenin leggeva molto, completando da solo la propria istruzione. Più tardi ricordò: Mi sembra che in tutto il resto della mia vita, persino in prigione a Pietroburgo e in Siberia, non abbia mai più letto tanto intensamente quanto nell'anno che seguì il mio allontanamento da Kazan. M'immergevo nella lettura dal primo mattino a notte inoltrata.

    Dopo un anno gli fu consentito di tornare a Kazan. Tentò d'iscriversi di nuovo all'università. Chiese il permesso di recarsi all'estero per completare la sua istruzione. Le autorità zariste glielo rifiutarono: Uljanov figurava nell'elenco delle persone infide.

    A Kazan c'erano allora alcuni circoli rivoluzionari clandestini. Li aveva organizzati N. E. Fedoseev, uno dei primi rivoluzionari marxisti in Russia. Vladimir Ilic fece conoscenza coi membri di questi circoli e aderì a uno di essi.

    Egli cominciò a studiare in modo approfondito la dottrina rivoluzionaria di Karl Marx. Marx e il suo amico Friedrich Engels avevano dedicato tutta la loro vita alla lotta per la liberazione della classe operaia e di tutti i lavoratori dal potere del capitale. Intorno alla metà del XIX secolo avevano elaborato la scienza delle leggi dello sviluppo della società ed avevano indicato le vie della sua trasformazione rivoluzionaria.

    Questi grandi maestri del proletariato avevano dimostrato scientificamente che l'ordinamento sociale che consentiva ai capitalisti di arricchirsi a spese dei lavoratori non sarebbe stato eterno. Per liberare l'umanità dall'oppressione capitalistica era necessaria una forza capace di abbattere il potere della borghesia e di edificare una nuova società socialista. Questa forza era il proletariato, la classe degli operai salariati. Il proletariato era la classe più oppressa, più organizzata e più rivoluzionaria nella società borghese. Illustrando più tardi il contenuto del marxismo, Lenin scrisse: Il grande merito storico universale di Marx ed Engels consiste nell'avere indicato ai proletari di tutti i paesi il loro ruolo, il loro compito e la loro missione, che consiste nell'intraprendere per primi la lotta rivoluzionaria contro il capitale, unendo intorno a sé in questa lotta tutti i lavoratori e gli sfruttati.

    Marx ed Engels insegnavano che la lotta fra il proletariato e i capitalisti avrebbe condotto in ultima analisi alla rivoluzione socialista, che la classe operaia avrebbe abbattuto il potere dei capitalisti ed avrebbe instaurato negli interessi del

    popolo lavoratore la dittatura del proletariato, ossia il proprio potere.

    La questione della dittatura del proletariato è ciò che più conta nell'insegnamento del marxismo. La dittatura del proletariato è necessaria agli operai per schiacciare la resistenza delle classi sfruttatrici, dei capitalisti e dei latifondisti, per trascinare seco i contadini e per edificare la nuova società socialista. Per adempiere questo compito storico il proletariato deve avere un proprio partito rivoluzionario, che, guidato da una teoria scientifica, indichi in modo giusto alla classe operaia la sua meta e la diriga nella lotta per il socialismo.

    Quando Lenin entrò nel movimento rivoluzionario, l'ideologia marxista si era già conquistata una posizione dominante nel movimento operaio dell'Europa Occidentale ed aveva cominciato a diffondersi in Russia. Il primo grande propagandista del marxismo in Russia fu G. V. Plechanov. Plechanov e i suoi compagni, costretti a rifugiarsi all'estero per sottrarsi alle persecuzioni zariste, avevano organizzato a Ginevra nel 1883 il primo gruppo marxista russo, che portava il nome Emancipazione del lavoro. I membri di questo gruppo traducevano in russo i libri di Marx ed Engels e li inviavano clandestinamente in Russia. Negli anni '8o in Russia comparvero circoli e gruppi marxisti.

    Nel marxismo il giovane Uljanov vedeva l'arma ideologica che avrebbe consentito al proletariato russo di ottenere la propria emancipazione e la vittoria dell'ordinamento socialista. Egli studiò profondamente Il Capitale, l'opera principale di Karl Marx. Anna Ilinicna ricordava in seguito come Vladimir le parlasse con entusiasmo dei princìpi della teoria di Marx e delle prospettive che essa apriva. Da lui si effondeva una energica fede che si comunicava agli interlocutori. Fin d'allora egli era capace di convincere e trascinare con la parola. Vladimir Uljanov divenne un marxista convinto e un ardente propagandista delle grandi idee del socialismo scientifico.

    Nel maggio del 1889 Vladimir Ilic si trasferì insieme con la famiglia da Kazan al governatorato di Samara, ove trascorse quattro anni e mezzo. D'estate la famiglia viveva in un casolare presso il villaggio di Alakaevka; d'autunno si stabiliva a Samara. Questo fu un periodo di studio intensissimo. Vladimir Ilic continuò a dedicarsi alle opere di Marx ed Engels ed allo studio delle lingue straniere, a cominciare dal tedesco. In quegli anni tradusse dal tedesco al russo il Manifesto dei Comunisti, documento programmatico importantissimo di Marx ed Engels. Il manoscritto della traduzione fu letto nei circoli dei giovani rivoluzionari. Anche qui Lenin svolse coll'energia e con la convinzione che gli erano proprie un'attiva propaganda a favore della dottrina marxista.

    Al tempo dell'arrivo di Lenin a Samara i giovani d'orientamento rivoluzionario, che per la maggior parte erano studenti, si trovavano sotto l'influenza del populismo, che dominava ancora nel movimento rivoluzionario russo.

    Quali erano le concezioni dei populisti? In qual modo essi si figuravano lo sviluppo della Russia e la lotta con lo zarismo?

    I populisti affermavano che in Russia il capitalismo non si sarebbe sviluppato e che il paese avrebbe seguito una sua via particolare, diversa da quella degli altri. Essi negavano il ruolo storico della classe operaia, affermavano che i contadini erano la principale forza rivoluzionaria e tentavano di farli lottare contro l'assolutismo. A tal fine gli intellettuali rivoluzionari andavano nelle campagne, ovvero, come allora si diceva, verso il popolo. Da ciò derivò il loro nome di populisti. I contadini, però, accoglievano con diffidenza la loro propaganda.

    Nella lotta contro l'assolutismo zarista i populisti assegnavano un posto importante al terrorismo, contando d'intimorire lo zarismo e di costringerlo a cambiare politica per mezzo dell'assassinio di singoli rappresentanti del potere zarista. In tal modo essi credevano che lo zarismo potesse essere abbattuto da singoli individui, anziché dal popolo. Si trattava di un profondo errore. L'uccisione di importanti funzionari zaristi e dello zar stesso non poteva modificare l'ordinamento esistente. L'ordinamento zarista sopravviveva. Ai ministri uccisi subentravano altri servi devoti dello zar e i populisti venivano arrestati e impiccati. L'eroismo e l'abnegazione dei populisti contribuivano all'aumento della loro influenza fra gli intellettuali e gli operai d'avanguardia. Lenin, pur rispettando profondamente i populisti degli anni '70 per la loro esperienza rivoluzionaria e per il coraggio dimostrato, nello stesso tempo criticava le loro concezioni e azioni erronee.

    Dopo che il governo zarista ebbe annientato l'organizzazione clandestina Volontà del popolo, i populisti per la maggior parte rinunciarono alla lotta rivoluzionaria. Essi cominciarono a predicare la conciliazione coll'assolutismo. I populisti degli anni '90, a differenza dei precedenti populisti rivoluzionari, non soltanto non attaccavano lo zarismo, ma addirittura si mettevano al suo servizio. Erano i cosiddetti populisti liberali. Lenin si batteva risolutamente contro costoro, che avevano perduto completamente lo spirito rivoluzionario sia nelle concezioni che nelle azioni.

    A Samara egli prese per la prima volta posizione contro i populisti. In animate discussioni e conversazioni Lenin dimostrava l'inconsistenza della loro teoria e il suo contrasto con la realtà.

    Vladimir Ilic continuava a studiare tenacemente. Ad Alakaevka si era scelto un angolino fra i tigli del giardino, ove c'erano una tavola e una panchina, e, come ricorda Anna Ilinicna, vi si recava ogni mattina, carico di libri, subito dopo aver bevuto il tè, con tanta puntualità, che pareva che lo aspettasse un severo maestro, poi trascorreva in piena solitudine tutto il tempo fino all'ora del pranzo. Lenin sapeva alternare lo studio e il riposo: faceva esercizi ginnici e passeggiate, si appassionava alla musica e al canto, giocava a scacchi. Gli piacevano molto gli scherzi e l'allegria e contagiava tutti col suo buonumore e con la sua vivacità giovanile.

    In un anno e mezzo egli studiò tutte le materie del programma universitario. Nel 1891 superò splendidamente gli esami della facoltà di giurisprudenza di Pietroburgo e ricevette un attestato di

    Enjoying the preview?
    Page 1 of 1