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Diario per un amico.
Diario per un amico.
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Diario per un amico.

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About this ebook

Clares è un ragazzo di 25 anni che scrive un diario per Luca, il suo migliore amico, considerato un fratello.

Nel raccontare le proprie emozioni, si rende conto che alla sua età è troppo grande per certi aspetti e piccolo per altri. È in continuo conflitto con se stesso perché sta crescendo, ma è spaventato dal mondo dei “grandi” e quando non sta bene si rifugia in camera a riflettere, dove si è creato un mondo solo suo, fatto di libri, pensieri, chitarre, musica, incensi e candele.  

Nonostante sia circondato da amici, è alla ricerca di qualcosa di più. È affamato di vita, non si ferma mai; è  bramoso di novità, di emozioni nuove e di un amore che gli faccia brillare gli occhi e che lo faccia sentire vi-vo, proprio come quando guarda i suoi genitori e le sue tre sorelle maggiori.

Trova in Luca il fratello che non ha mai avuto. L’amico perfetto. Luca è un ragazzo semplice, lavora in ditta, ha una fidanzata, una macchina e la voglia di fare lunghe chiacchierate davanti a una birra fresca. Un vero complice, che cerca con la sua semplicità di fargli capire, che a volte, nella vita non ci sono risposte,ma che le cose accadono e basta. Clares però non ci sta! Vuole sapere.   

La spiccata sensibilità da una parte e il suo essere sovversivo dall’altra, la voglia di prendersi in giro nei suoi racconti, la forza nell’affrontare i problemi, l’amore per la vita, creano in lui un personaggio con stati d’animo del tutto singolari.
LanguageItaliano
PublisherClares Vetere
Release dateMar 15, 2017
ISBN9788826037165
Diario per un amico.

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    Diario per un amico. - Clares Vetere

    Clares Vetere

    Diario per un amico

    ISBN: 9788868856212

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    http://write.streetlib.com

    Indice dei contenuti

    INTRO

    ANSIE

    MATRIMONIO E FIDANZAMENTI

    SCUOLA

    PER STRADA

    PENSAVO FOSSE AMORE

    UN AMICO È COME UN TESORO

    RIFLESSIONI

    UN REGALO SPECIALE

    FIDANZAMENTO A CONTRATTO

    BICICLETTA

    LAVORO

    SESSO

    AL BAR

    LA MIA MOTO

    STORIE MALATE

    TANTE DOMANDE... ...NESSUNA RISPOSTA!

    ULTIMO CAPITOLO

    ...10 ANNI DOPO

    Note

    INTRO

    Sembrava un pomeriggio come tanti altri, uno di quei pomeriggi nei quali non sai proprio come passare il tempo.

    Ero solo in casa e non sapevo cosa fare, quando ad un tratto mi squilla il telefonino. Niente di strano voi direte… In effetti è così. Ho risposto ed era il mio amico Luca che mi chiedeva cosa stavo facendo. Io rispondo:«Niente... Sono semplicemente sul letto che ascolto un cd» «Ti va di venire in libreria» «Se mi dai il tempo di vestirmi vengo volentieri» «Ok! Tra venti minuti da me… Ovviamente si va con la tua macchina!» «Spilorcio! Va bene a dopo!». Venti minuti dopo sono da lui e come d’accordo andiamo in libreria. Una volta arrivati ci siamo subito messi alla ricerca di un libro. Avevamo entrambi voglia di leggere qualcosa di diverso , qualcosa che parlasse tra parentesi di noi, magari un libro tra il comico e il riflessivo. Cerchiamo, cerchiamo ma nulla! O troppo comici o troppo riflessivi. Che palle!! Alla fine riusciamo a trovare cosa leggere. Abbiamo preso un libro io e due lui. Io ne ho comprato uno che parla di rapporti tra uomini e donne, mentre Luca se non ricordo male ne ha preso uno sulle avventure di un uomo nato e vissuto nelle foreste e l’altro,invece, era simile a quello che avevo acquistato io. Quindi abbiamo pagato alla cassa e siamo usciti. Una volta fuori dal negozio mi sono accorto che non eravamo proprio soddisfatti, perché a mio avviso i libri che avevamo comperato ci rendevano felici a metà. Siamo entrati in macchina e nel tragitto Luca mi dice: «Sai, anche Mario legge molto?» «E con questo cosa vorresti dire!?» «Niente… Che anche lui quando va in libreria cerca sempre un libro che lo identifichi» «Spiegati meglio!» «Cioè voglio dire: che quando compra un libro cerca qualcosa di suo ma non lo trova… Legge dei bellissimi libri ma non lo coinvolgono dentro». Sapevo perfettamente cosa volesse dire Luca perché sono le stesse sensazioni che provo anch’io quando mi trovo a dover scegliere un testo. Tornato a casa sono andato nella mia stanza, ho acceso un incenso per rilassarmi, una musica di sottofondo e ho iniziato a sfogliare il libro che avevo appena comprato. Sentivo ancora il profumo di nuovo che fuoriusciva dalle pagine. Mmmhhh quanto mi piace! Ho letto due facciate circa ma poi l’ho chiuso e ho iniziato a pensare a quello che mi aveva detto Luca in macchina. La mia mente cominciava a divagare e nella mia testa cercavo di rivivere le storie vissute in compagnia, dei miei amici. Pensavo alla mia vita, ai miei problemi, alla mia famiglia, alle cose che non ho mai detto e mi piacerebbe dire e proprio da questi pensieri inizia a balenarmi un’idea… E se scrivessi un libro/diario da poter regalare a Luca e ai miei amici? Una specie di diario dove siamo noi i protagonisti. Dove racconto le mie e le nostre storie, idee, preoccupazioni, risate, lacrime,emozioni. Insomma scriverò per loro qualcosa che parla di noi!!

    ANSIE

    I

    Ragazzi in questo momento mi sento come quando compro un bigliettino d’auguri per una ricorrenza. Non so per quale ragione, ma come prendo in mano la penna per scrivere, non riesco mai a trovare le parole giuste. Quando mi capita di doverne scrivere uno, mi limito con frasi del tipo:« Visto che non so cosa scriverti… BUON COMPLEANNO!!!!!!». Oppure:« Stai diventando proprio vecchietto!!!!!!!!!!!!!!! AUGURONI!!!». Mentre se sono in vena di romanticismo gli aggiungo un bel T. V. B.

    Il problema di quando scrivo è sempre l’inizio, non so mai come iniziare. Tutto mi sembra così banale e scontato vedere quel foglietto bianco mi mette una velata ansia e mi fa dire:« E se sbaglio?». Oppure:« E se faccio un errore di ortografia? Che figura di merda ci faccio!?». Quindi come dicevo prima, scrivo frasi standard così non sbaglio mai. Un'altra cosa che mi rende ansioso quasi come il biglietto d’auguri è il modulo prestampato da compilare con i dati personali, quando, per esempio, devo iscrivermi a scuola, quando devo fare un colloquio un po’ importante, oppure negli esercizi pubblici, postali,banca ecc. Ogni tanto mi capita di doverne compilare uno e per me è l’inizio della fine. Ad esempio l’altro giorno sono andato in un ufficio per un’iscrizione. C’era una ragazza molto carina, una di quelle tipe tutte precisine con capelli raccolti, occhialini carini, magliettina aderente che risalta le forme, in pratica una di quelle che quando le guardi rimani folgorato da tanta bellezza e vorresti andare subito dal prete a fissare la data del matrimonio. Mi sono avvicinato allo sportello e ho iniziato a pezzare l’ascella e come se tutto questo non bastasse sono diventato anche un po’ balbuziente «Bbbubbuonggigigiorrnno!» Sembrava quasi un buongiorno belato da una pecora. «Dododovrei cococompilare il modulo prestampato». Lei mi guarda con aria rilassata, me ne da uno e mi indica dove mettermi. (Io non ho mai capito, perché la scrivania per compilare i moduli si trova sempre di fronte alla ragazza che ti da il foglio?!) Mi siedo e inizio a scrivere. CHE ANSIA RAGAZZI! So benissimo che sono domande personali, quindi non è un test attitudinale, ma io mi sento lo stesso come alle elementari, quando la maestra mi metteva di fianco alla cattedra e mi aiutava a fare i compiti! Torniamo al nostro modulo. Generalmente inizia con: DATA……... Cazz non ho l’orologio e il telefono che mi indica che giorno è, l’ho lasciato in macchina! Guardo la ragazza e le chiedo:«Scusa oggi è il…». E penso dentro di me… Evvai!! Già la prima figura di merda è andata. Dopo continua con: COGNOME NOME NATO A …………………..IL………………… A quel punto l’ansia inizia a farsi sentire ma continuo. RESIDENTE A IN VIA…………………….NR……….. Ho paura di sbagliare e le mie certezze iniziano a dare segni d’incertezza. Come nei quiz televisivi dove devi rispondere alle domande del conduttore e sai che se sbagli torni a casa senza aver vinto niente. L’ansia mi sta distruggendo, ma non mollo, devo arrivare in fondo. Il modulo diventa sempre più impegnativo e dopo un po’ di domande arriva la fatidica voce con scritto: CODICE FISCALE…………… Oh merda, il codice fiscale!?!? Super ansia!!!! Mentre prendo il portafogli dalla tasca posteriore, sollevo lievemente la parte destra del sedere facendo una leggera smorfia con il viso quasi come se dovessi fare eeemmmh ci siamo capiti!! Ho guardato la ragazza e ho notato che mi stava guardando e sorrideva come se avesse capito il mio disagio. Cerco tra le fessure del portafoglio il codice fiscale ma niente non lo trovo. E ora come faccio!? Estraggo tutti i fogli, cards e tessere telefoniche scadute. Dopo di che me le passo tra le dita come quando giocavo da piccolo alle figurine con i miei amici. Questa non è! Questa neanche! Questa no! Questa neppure! Niente eppure ce l’avevo! Ma... proprio quando credevo di aver tirato fuori tutto e pensavo di essere spacciato… «Eccolo, l’ho trovato!». Era incastrato tra le due pareti di pelle del portafogli. Perché il codice fiscale si appiccica sempre alle pareti del portafogli? Ma! Mistero… Sono distrutto. Credendo di aver passato l’ostacolo più brutto, quello del codice fiscale, riordino le tessere, cards, ecc. nel portafogli e inserisco i dati del codice fiscale negli appositi spazi. La ragazza è sempre lì che mi guarda, proprio come se fosse la mia maestra delle elementari, mi guarda e sta zitta. Completo la facciata, mi alzo e lo consegno alla ragazza. Che figa raga! Lei dà un’occhiata al modulo, io la saluto e mentre esco lei mi dice:« Scusa! Scusa!» …SUSPANCE….. Vorrà uscire con me!? O forse vuole il mio numero di telefono?! Magari le piaccio!?... Quindi rispondo:«SI?!» «Ti sei dimenticato di compilare il retro!». Oddio no! Che figura di merda! Mi sento male e io che pensavo… Torno da lei, mi ridà il modulo e vado al banco, cioè volevo dire sulla scrivania. Ragazzi un’altra facciata con le stesse domande o quasi; come se volessero controllare se tra una facciata e l’altra tu possa commettere degli errori. Prendo coraggio anche perché le domande le so tutte e anche le risposte! Vado avanti in modo veloce compilo tutto e come per magia … Nooooooo!!!!!!! Ho fatto un errore la troppa sicurezza mi ha fatto sbagliare!! Caxxx sono caduto nella loro trappola!! E ora?!? Ho cercato subito di rimediare ripassando le lettere in modo tale da camuffare l’errore e ho ricalcato talmente tanto che le lettere non stavano più negli appositi spazi ma sconfinavano, comunque sono riuscito a riparare il danno. L’ho ricontrollato ed era tutto apposto e l’ho consegnato alla ragazza. Lei lo ha guardato, ha fatto un sorriso e ha detto:«Va bene è apposto! Arrivederci». Wow finalmente libero! Si ma… Che stress questi moduli! Ricordo che proprio lo stesso giorno accendendo la macchina avevo notato che l’ago del livello della benzina posizionato sul cruscotto stava per raggiungere quella tacca rossa che si trova in basso a sinistra. Avete presente? Tu Giacomo per forza, la tua è lì da quando ti conosco! Quell’ago non ha mai sconfinato quella zona... Lui è così mette solo un po’ di benzina alla volta e dice:«Così se mi rubano la macchina i ladri non fanno tanta strada!». Giacomo è uno di quelli che quando c’è l’aumento del prezzo del carburante ha delle perle di saggezza tipo:«A me non me ne frega un cazz, tanto faccio sempre10€». Giacomo sei proprio pirla! Quel giorno non ricordo bene la meta, anche perché probabilmente non l’avevo, ma quello che era importante per me era quell’ago che stava toccando la fatidica parte rossa. Quella situazione proprio non la sopporto! Non tanto per il fatto che devo fermarmi per fare benzina, ma perché so che da lì a poco si accenderà la spia rossa della riserva. Io quella spia la odio. Ho provato a coprirla, a manometterla ma niente. Non sono mai riuscito a liberarmene definitivamente. Non si brucia mai, funziona sempre e non capisco perché. Prima o poi tutte le lampadine si bruciano, tipo il faro anteriore,posteriore, quella della targa, quella degli stop, quella delle frecce ecc. ecc. ma quella della riserva mai! Quello che mi da più fastidio di quella spia è la sua utilità. Voglio dire quando sono in giro in macchina e mi capita che il livello della benzina stia toccando la parte rossa, so che mi devo fermare a fare rifornimento e poi dico: ma la benzina che c’è dentro l’ho pagata! Perché devono rimanere sempre dentro nel serbatoio quei bei 6/8 litri? E mentre penso… NO!! Maledizione si accende la spia. Ora mi ricorda che devo fermarmi! Mi spiegate perché deve dirmelo lei? Quell’odiosa lucetta, che mentre sono in giro illumina il cruscotto, mi rende nervoso. Nonostante tutto io la sfido e inizio a parlarle:« Brava ti sei accesa… ma io non mi fermo!». Diventa una sfida tra me e lei. Sapete a volte mi capita che la spia si accenda e io inizio a insultarla, lei si offende e si spegne. Solo che dopo qualche chilometro si accende più incazzata di prima e a quel punto vince lei. Eppure continuo, non riesco a capire perché

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