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Revenge Online
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Ebook75 pages57 minutes

Revenge Online

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“Revenge Online” è ispirato a fatti realmente accaduti, nelle storie di vendetta online e nei siti di Revenge Porn.

Affinché ogni forma di violenza pubblica, fisica e psichica venga scoraggiata sono le singole anime a dover cambiare. L’indignazione deve essere pubblica, più forte della vergogna sociale provata dalle singole vittime.
LanguageItaliano
Release dateMar 15, 2017
ISBN9788826037424
Revenge Online

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    Revenge Online - Serena Baldoni

    Conclusione

    Revenge Online

    Vendetta Online

    Revenge Online

    Racconti

    Serena Baldoni

    Revenge Online

    La vendetta è pubblica e devastante,

    si protrae fino al punto di rottura,

    senza ritorno.

    Introduzione

    Revenge porn è una locuzione di origine inglese, revenge – vendetta, porn – porno.

    La pratica sta ottenendo un triste primato di popolarità in Internet, con particolare riferimento al mondo dei social network.

    Ma in cosa consiste?

    Si tratta della pubblicazione sui social, o altro sito, di foto o video che riprendono rapporti intimi con l’ex partner pubblicate per vendicarsi di un torto subito, dove tutti possono avvalersi dei commenti per decretare sentenze, offese e quant’altro nei confronti della vittima.

    Il Revenge porn è considerato un reato al pari della ritorsione, una grave violazione della privacy e di genere.

    Negli Stati Uniti il Revenge porn non è ancora ben definito per la legge e le forze dell’ordine, per lo stesso motivo entrambi risultano non essere sufficientemente equipaggiati per affrontarlo.

    Attorno a questo fenomeno si è sviluppato un vero e proprio business. Gli introiti annuali complessivi dei siti che ne permettono la crescita sono stimati intorno agli 800 milioni di dollari.

    27 sono gli Stati americani che hanno iniziato ad emanare leggi in materia.

    L’articolo 230 del Communications Decency Act impedisce che i siti siano ritenuti responsabili dei contenuti e dei commenti postati dagli utenti. Ma intervenire contro gli utenti è uno di quegli ostacoli raggirabili.

    In Italia, un uomo, è stato condannato ad un anno e 10 mesi di reclusione e al pagamento di 5mila euro di risarcimento alla vittima. Ma forze dell’ordine e magistratura intervengono solo dietro querela di parte, mentre un disegno di legge i trova ancora in fase embrionale.

    Cameron Delavitè

    Primo racconto

    Mi chiamo Cameron Delavité, sono nata e cresciuta a Toronto, mia madre ha origini canadesi, mentre mio padre francesi come dal mio cognome, una vacanza li ha uniti per sempre, persino trent’anni dopo la mia nascita.

    L’amore a quel livello è raro almeno quanto gli asteroidi che colpiscono la terra, quelli che s’infuocano al passaggio nella nostra atmosfera e suscitano panico senza vittime, folle di curiosi sul cratere e la mobilitazione dei mass media armati di videocamere.

    Nonostante la favola da sogno dei miei genitori sono cresciuta con regole ferree e poco fronzoli per la testa. All’età di 9 anni avevo già abbandonato le bambole preferendo i giochi da maschio, all’aria aperta, dove praticavo basket, difesa personale e campeggio.

    Lavoro alla dogana dell’aeroporto della mia città, dove ho incontrato l’amore della mia vita che, in qualche modo, ha saputo estrarre alla luce la mia femminilità più nascosta, quella che per anni avevo accantonato pur di creare la posizione lavorativa che si addicesse al mio carattere.

    A ventidue anni ho affittato un piccolo monolocale a Toronto, lo spazio necessario per muovermi dal bagno alla cucina, alla zona notte ed essere indipendente, ma con l’arrivo di David nella mia vita, dopo pochi intensi anni, mi lascai convincere da quella proposta.

    Era la sera del nostro terzo anniversario, al termine di un lunghissimo turno di lavoro, con l’arresto di quattro trafficanti di droga nascosta negli orifizi più impensabili, ma di pratica comune, avevamo saltato la proiezione di un film horror per concederci una cena al Toronto Eaton Centre, il famoso centro commerciale.

    Una bottiglia di vino e un pacchetto avvolto in una carta da pacchi, dalla quale saltò fuori una scatolina scura. Non poteva essere un anello, David mi conosceva bene e sapeva quanto riluttante fossi all’idea del matrimonio vincolante, al pezzo di carta inutile e conformista di una società che tenta di etichettare tutti sotto dogmi comuni. Troppo comuni per me, per la donna che credevo e che so di essere ancora.

    Una chiave, un doppione del suo mazzo di chiavi private, nella casa a Toronto ereditata dai nonni paterni, dove viveva, solo.

    Andiamo Cam … sai che il tuo armadio non è abbastanza grande nemmeno per te, i tuoi vestiti aleggiano su sedie e tappeti … dove metterei mai le mie cose? Mentre da me lo spazio è enorme e indovina un po’? Mia nonna possedeva una cabina armadio privata, dove potresti disporre le divise … le tute da jogging e … le borse …

    Quali borse? Sai che detesto le borse

    Appunto … sei la mia donna ideale per questo eravamo scoppiati a ridere come un binomio. Il vino aveva fatto la sua parte, la bistecca di manzo il resto e il contorno della folla da cui riuscivamo ad estraniarci mi aveva fatto pronunciare il fatidico si alla convivenza.

    Il weekend successivo avevamo organizzato il trasloco con l’aiuto di alcuni colleghi, il tutto in un’unica giornata, grazie alle poche cose che possedevo, quelle essenziali.

    Affittai il mio monolocale ad un giovane studente e iniziai una nuova fase della mia vita. Ma convivere con qualcuno non è esattamente la stessa

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