Discover millions of ebooks, audiobooks, and so much more with a free trial

Only $11.99/month after trial. Cancel anytime.

Il sogno di Brandon
Il sogno di Brandon
Il sogno di Brandon
Ebook334 pages5 hours

Il sogno di Brandon

Rating: 0 out of 5 stars

()

Read preview

About this ebook

Brandon, il cui nome è un tributo all’indimenticabile Brandon Lee, è un ragazzo con un sogno nel cassetto: diventare una rock star. Impara da autodidatta, a suonare la chitarra quando era ancora un bambino. Vive a Grey Land, un quartiere malfamato, dove domina la criminalità. Nonostante tutto riesce a mantenere il suo buon cuore e non smette di credere nei sogni. Un ragazzo dal carattere forte, ribelle e sicuro di sé. Michelle la più bella e ricca della città è la sua fidanzata, ma da sempre il cuore di Brandon batte per la compagna di banco Isabel, una ragazza tutt’altro che ricca ma non facile da conquistare. L’amore per la musica però, porterà Brandon a perdere se stesso, rendendolo schiavo del denaro del successo e della lussuria. Nel corso della sua vita, rivelerà di avere ancora un altro sogno, più grande e importante di quello iniziale da realizzare assolutamente. Con l’aiuto del suo migliore amico Morgan e intimorito dalla maledizione delle rock star di morire a ventisette anni, Brandon tornerà sui suoi passi, per riprendersi ciò che gli appartiene, nulla però sarà così facile… La vita può dare tanto ma poi presenta il conto. Intrecci, amori passioni, amicizie e tradimenti di un gruppo di ragazzi e i loro sogni.
LanguageItaliano
PublisherPubMe
Release dateJun 23, 2020
ISBN9788871630359
Il sogno di Brandon

Related to Il sogno di Brandon

Related ebooks

General Fiction For You

View More

Related articles

Reviews for Il sogno di Brandon

Rating: 0 out of 5 stars
0 ratings

0 ratings0 reviews

What did you think?

Tap to rate

Review must be at least 10 words

    Book preview

    Il sogno di Brandon - Salvatore Dolmetti

    Dedicato al mio amico Roberto

    in fede alla nostra promessa,

    e a tutti quelli che non hanno creduto in me.

      Introduzione

    I sogni, anche se restano tali, nel momento in cui li viviamo sono reali.

    Una realtà illusoria, ma pur sempre una realtà, che scompare nel momento in cui il sogno finisce. Sebbene si tratti di un sogno, è comunque un momento vissuto, quindi vero, ma solo in quel breve momento.

    Anche chiudersi in sé stessi, pensando di vivere in un mondo immaginario, fa parte in qualche modo della vita. Una realtà forse un po’ diversa da quella quotidiana, una realtà esistita solo nel pensiero ma pur sempre vissuta. Vivere in un mondo immaginario o fatto di sogni non è affatto roba da pazzi o da bambini. Solo chi è capace di sognare e credere in quel che sogna può trovare la felicità. Viviamo in un mondo in cui bisogna farsi trovare pronti. Pronti per qualsiasi tipo d’avventura. Pronti a realizzare qualcosa d’importante. Pronti a sfidare la vita e a mettere continuamente alla prova le nostre capacità. Nessuno deve alzarsi al mattino e temere di affrontare la vita… la vita non è altro che un’avventura, nella quale con un pizzico di follia, ci si può anche divertire.

    Il sogno finisce laddove la realtà ha inizio…

    Prefazione di Luigi Claudio Viagrande

    C'è chi crede che il destino sia una questione di casualità, coincidenze che non hanno spiegazione scientifica o logica. Accadono semplicemente perché devono accadere. Altri, invece, ritengono che il destino sia l'insieme delle scelte e degli eventi che ciascuno di noi compie nel corso della propria vita.

    Il sogno di Brandon, è l'insieme di entrambe le visioni.

    Nato da un compito in classe ai tempi delle superiori e Salvatore ottiene subito i consensi dei compagni. In quel testo di poco più di tre colonne c'è tutta la vita dell‘ autore, l'amore per la musica Rock e per il suo idolo, Brandon Lee.

    Anni dopo, Salvatore si ritrova tra le mani la brutta copia di quel compito e decide di trasformarlo nel capolavoro di adesso. Sfido chiunque a dire che non si tratti di casualità.

    Diciamocelo; chi, al giorno d'oggi, conserva ancora i suoi temi scolastici? Io per primo non l'ho mai fatto ma Salvatore è stato più lungimirante di molti di noi.

    E per fortuna. Si perché, con il sogno di Brandon, Salvatore farà sognare un‘intera generazione di ragazzi e ragazze, quelli che credono ancora nella forza dei propri sogni. È un invito a non rinunciare e a non lasciarsi abbattere dalle difficoltà quotidiane, e l‘autore conosce bene quello di cui scrive: le difficoltà e i disagi che la vita ci pone di fronte giorno dopo giorno. Salvatore decide di inserire nel suo romanzo anche un pizzico della sua vita privata, a cominciare da Gray Land, luogo dove si svolgono le vicende di Brandon e dei suoi amici. Altri non è che Ponticelli, il quartiere in cui vive. E che dire di Morgan, un personaggio che, sicuramente, amerete; migliore amico di Brandon e fratello di Salvatore, si, perchè nella psicologia di Morgan ritroviamo il carattere di Antonio. Poi c'è Brandon, il grande sognatore sempre ottimista, sempre positivo, un po' come suo padre Salvatore. E si perchè c'è sempre un po' della nostra vita nei personaggi che costruiamo e Brandon è stato influenzato dal carattere e dalle emozioni di chi lo ha creato, dando vita ad un uomo che farà dei propri sogni il motore della sua esistenza nonostante le difficoltà che sarà chiamato ad affrontare.

    Per concludere, Il sogno di Brandon è un romanzo che vi farà pensare e ripensare ai vostri sogni e che vi indurrà a riflettere sulle cose importanti della vita: amicizia e amore. Quello che l‘autore vuole dire a tutti voi è di credere nelle vostre idee e di non rinunciare mai perché, se lui avesse rinunciato, non avrebbe scritto questo romanzo.

                            La notte è fatta per vivere

    Brandon guarda pensieroso, attraverso i vetri di casa, la notte che cala sulla città di Heaven Town, e su Grey Land, il suo quartiere. Il suo bel volto da diciassettenne sembra vagamente disteso in un sorriso calmo e placido. C’è qualcosa stasera che lo rende sereno. È qualcosa che gli gratta il fondo della pancia e gli rischiara il volto. È un pensiero insistente e dai contorni nitidi. Ha persino un nome… un nome dolcissimo che, solo a pensarlo, riempie di gioia il suo giovane cuore. Eppure, a guardare bene, non dovrebbe aver molto di cui essere felice. Vive in un posto terribile, al centro di una periferia grigia, che ringhia contro ogni faccia che la abita, come un cane rabbioso. I palazzi sono cadenti, freddi d’inverno e caldi d’estate. La gente da queste parti vive in case sovrabitate, stipati gli uni sugli altri, come tante sardine strette in una morsa di cemento. Un degrado crescente sembra divorare le strade, i palazzi e le stesse persone che vi abitano. È tutto talmente grigio che potrebbe sembrare il colore dello stato d’animo di ciascuno.

    La gente è cattiva da queste parti, cattiva fino all’osso. Pochi lavorano onestamente. Il resto sembra aver capito che si può guadagnare di più da una notte di furti che non da un mese di onesto lavoro.

    Non ci sono troppi scrupoli in giro, né troppa gente che ha voglia di farsene qualcuno.

    In tanti, da queste parti, non hanno morale e si vantano di non possederne una. Troppi gettano il proprio cuore contro le pareti di cemento ricoperte di graffiti, anestetizzando i propri sentimenti con qualche grammo di roba. Intanto il grigio avanza, si espande, contagia tutti come un morbo trasmettendosi di generazione in generazione, come una malattia ereditaria. I giovani sono quelli più colpiti. Iniziano presto a scegliere il male, sperando di trovare qualcosa di buono, ma ottengono solo il peggio, finendo per coltivarlo come un cancro. E poi c’è anche chi resiste, chi combatte questo grigiore marcio. Brandon e la sua famiglia sono tra queste poche eccezioni. Poveri, onesti ma soprattutto umili. Sono come oasi, fonti d’acqua pulita sgorgate in mezzo al caos. Però non è per la sua famiglia che è felice, non stasera. C’è dell’altro che lo fa sentire leggero, come se si fosse trasformato in uno strano palloncino. Se ne accorge mentre guarda due fidanzatini, suoi coetanei, che si avviano lungo il marciapiedi ricoperti di crepe. Per un attimo s’immagina al posto di lui. Per un attimo si sente come se stringesse tra le braccia lei…

    La sua lei. Il silenzio della casa gli fa da testimone. Il suo cuore batte e ripete quel nome.

    È stata una bella giornata oggi: è riuscito a stare un po’ di tempo con i suoi amici, si è regalato qualche attimo di felicità con le persone più care e, soprattutto, l’ha vista. Quanto era bella.

    Lei è sempre la più bella.

    La notte fuori dalla finestra è ormai giunta al suo apice. La città sembra immobile. Qualche auto di tanto in tanto passa rombando; per il resto è silenzio. Le stelle brillano appese a un cielo terso, mentre le luci di Grey Land sembrano lanciare un alone luminoso verso la volta celeste. Uno spettacolo degno di un dio.

    E lui guarda oltre, accarezzando le luci e le ombre della sua città. Sente nel petto un’energia cui non è difficile imporre un nome.

    Quanta voglia ho di suonare!

      È sempre così. Ogni volta che si sente vivo. Sente il bisogno di scaricare tutto quel che prova sulle corde di una chitarra, dando forma e contenuto a quel che suona. Suonare rock fino a non sentir più le dita. È energia! È amore! È sesso! È tutta la sua vita! È la musica! La sua musica.

    Ma cazzo! Non ho nemmeno i soldi per una schifosissima chitarra di seconda mano!

    Se non fosse stato per quella del suo miglior amico, Morgan, non avrebbe mai imparato a suonare. Ora, però, sente di aver bisogno di dare più spazio alla sua musica e per farlo ha bisogno di un vero strumento, che sia tutto suo.

    Una vocina crudele, in un angolo lontano della testa, gli dice che sarebbe tutto più facile se rinunciasse. Ma non la ascolta quella stronza di una vocina. Non lo fa per orgoglio ma per una consapevolezza: la musica è la sua vita, e nessuno vive senza la propria vita. Non potrebbe smettere di suonare per nulla al mondo. È la sua droga e lui è tossico senza speranza. Ma per farsi di quella roba, ha bisogno di soldi, più soldi di quanti ne abbia.

    Soldi di merda!

    Li aveva sempre odiati e lo intristiva essere cosciente di averne bisogno. Forse Morgan saprebbe cosa fare se fosse al mio posto.

    Quanto vorrebbe che Morgan fosse con lui, esattamente in quel momento.

    Si conoscono da una vita, dai primi anni di scuola. Erano solo due bambini quando furono destinati, come per la decisione di una forza più grande, allo stesso banco. Gli aveva promesso amicizia eterna quando, a sette anni, lo aveva visto salire su un armadio della loro classe e mettersi a fischiettare la sigla del suo cartone preferito. E aveva ricevuto la stessa promessa da lui qualche tempo dopo, quando lo aveva difeso dall’aggressione di alcuni teppistelli più grandi, fuori dalla scuola. Da allora ne avevano avute di avventure e ne avevano combinati di casini.

    Vabbè… magari sono stati più i casini!

    Ma era prevedibile: loro due senza emozioni finirebbero per annoiarsi a morte.

    Da quando rubavano le merende agli altri bambini per poi dividersele e fino alle prime passioni adolescenziali hanno sempre condiviso un profondo legame, tanto profondo che si era convinto che fossero due parti di una sola entità, più grande e migliore, l’uno il prolungamento dell’altro. Chissà cosa direbbe se gli raccontasse tutto quel che sta provando negli ultimi tempi.

    Probabilmente che non capisco un cazzo…

    Brandon è fidanzato da qualche anno con Michelle, una ragazza bellissima, molto ricca e sexy. Mezza Heaven Town le sbava dietro, lui lo sa e non se ne preoccupa. È innamorata persa di lui e non lo tradirebbe per nulla al mondo.

    Sa che la sua ragazza non è perfetta come tutti pensano. La conosce bene e ha scavato molto a fondo nei suoi difetti. C’è molto che non riesce a mandar giù di lei: le sue piccole ipocrisie, i suoi luoghi comuni, la superficialità dei suoi comportamenti, non riesce proprio a sopportarli più.

    Scuote la testa, come per voler allontanare quel pensiero. Improvvisamente è stufo di guardare la notte. L’umore è precipitato in un istante. Si avvia lungo il corridoio, passa davanti alla camera dei genitori e poi arriva nella stanza che divide con i fratelli. Il respiro regolare dei due piccoli di casa lo accoglie come un saluto, è qualcosa di rassicurante per le sue orecchie. Quei due ragazzini sono il suo più grande tesoro. Ryu, il più piccolo, ha dieci anni e un carattere talmente dolce e indifeso da poter far innamorare il cuore più nero. Chris di anni ne ha tredici ed è, secondo lui, il miglior ragazzo del mondo. Sa che potrebbe diventare il migliore degli esseri umani, ma anche che sta attraversando un periodo difficile a causa di alcune pessime amicizie, e lo preoccupa. In posti come quello in cui vivono basta poco per perdersi e finire dalla parte sbagliata.

    Ma questa non è l’ora per le ansie, e comunque non indossa lo stato d’animo giusto per certi pensieri. Si sente ancora vivo. Sente ancora quella scintilla posata sul petto.

    Raggiunge il letto, si attacca al cellulare e compone un numero che conosce fin troppo bene. Non è il numero di Michelle ma quello di Isabelle, la sua migliore amica anche lei dai tempi delle elementari. Sono cresciuti insieme, e insieme stanno maturando. Da qualche anno loro due e Morgan frequentano la stessa classe dell’Istituto Artistico, e sono inseparabili. Uno, due, tre squilli di telefono... poi musica, la sua voce.

    «Pronto!»

    «Isabelle!»

    «Brandon!» La voce assonnata della ragazza gli fa rimbalzare il cuore in gola. «Come mai a quest’ora? È successo qualcosa?» Alla seconda domanda la voce è già schiarita.

    «No, tranquilla. È tutto a posto»

    «Ma non avresti dovuto chiamare Michelle invece che me? Già non mi pare di starle così simpatica»

    «Mmh, preferisco sentire te. Ultimamente le cose tra noi non vanno molto bene!» il tono annoiato esprime chiaramente il suo stato d’animo.

    «L’avevo notato, sei molto distaccato da lei»

    «Beh, a te non posso nascondere niente. Tu lo sai, io vorrei che lei fosse semplice, umile e che non pensasse solo alle cose materiali. Crede che basti avere molti soldi per essere felici e non si rende conto che così mi sta perdendo. Sa solo chiedermi regali e sorprese, senza rendersi conto che per me conta altro!»

    «Ti stai stancando o lo sei già?»

    «Isabelle! Significa che non la amo, che forse non l'ho mai amata!»

    «E allora perché ci stai insieme da tanto tempo?»

    «Credevo che col tempo me ne sarei innamorato. Ma siamo troppo diversi, due mondi diametralmente opposti, non potrò resistere a lungo. Le sue amiche, poi, sono esattamente come lei e così si fa condizionare ancora di più. Io non sono uno che ama il lusso e tu lo sai, a me i soldi fanno schifo, cambiano irrimediabilmente le persone… e poi sono abituato a non chiedere nulla. Sono già felice così!» e mentre lo dice il sorriso si allarga lentamente.

    «Brandon, ti conosco benissimo e so che ragazzo adorabile sei, ma non posso darti consigli su cosa fare con Michelle. Non me la sento di avere la responsabilità di una tua scelta sbagliata. Fossi in te, ci penserei. Non è bello stare con una persona quando non si è innamorati. Forse tu non vuoi che soffra lasciandola, ma se fingi sarà peggio e ti farai soltanto del male. Pensaci bene!» Il tono dolce che usa sembra voler coccolare l’amico, riesce sempre ad accarezzargli l’anima con la voce.

    «Vabbè! Ci penserò. Sono felice di averti sempre accanto, ora me ne torno a letto, mi sento meglio…  a domani, buonanotte»

    «Ti voglio bene, a domani!» Non fa in tempo a chiudere la telefonata che quella misteriosa sensazione di leggerezza torna a invadergli il petto. È felice. Isabelle lo rende felice. Quel pensiero lo accompagna nel cuore della notte, mentre le palpebre si fanno pesanti e il respiro regolare. Quel pensiero lo culla mentre il mondo scompare e il sonno lo rapisce. Lei è l’ultimo dei pensieri del giorno che va via e il primo di ognuno che arriva, ma anche tutti quelli nel mezzo. Soprattutto è il primo dei sogni della notte, che sta scivolando via. 

    Il risveglio mattutino gli ricorda che è sabato, l’ultimo giorno di scuola della settimana. Brandon e i suoi due inseparabili amici si trattengono nell’atrio a chiacchierare qualche minuto prima di entrare. È una giornata limpida e fresca. Il cielo è di un azzurro così luccicante da far male agli occhi. Il sole pallido scalda appena la superficie della pelle.

    «Ragazzi oggi tornerei volentieri a casa. Non mi va proprio di entrare!» esclama annoiata la ragazza.

    «Hai mai visto qualcuno che abbia voglia di andare a scuola?» la rintuzza Morgan.

    Brandon sembra distratto, ha lo sguardo perso. «Ehi, tu, sveglia!» tenta di scrollarlo Morgan. «Hai la testa fra le nuvole stamattina?» incalza Isabelle. «No ragazzi, no. Tranquilli penso solo che…»

    «A che pensi?»

    «No niente, penso che dover iniziare a guadagnare qualche soldo, vorrei comprare una chitarra. Ho bisogno di lavorare, questa cosa mi assilla!»

    Stai mentendo, pensa Isabelle, "sei pensieroso per quello che mi hai detto stanotte al telefono!»

    «Vabbè, ragazzi, allora vogliamo entrare? Qui finisce che restiamo fuori!» Da grande attore Brandon riesce a cambiare argomento.

    La mattinata trascorre noiosa. Il tempo sembra passare a rallentatore, mentre gli insegnanti si succedono lentamente alla cattedra, ora dopo ora. Durante l’ultima lezione uno degli insegnanti informa i ragazzi che i soldi destinati alla fornitura dei libri sono stati riposti in cassaforte. Nel sentire quelle parole qualcosa si accende nella testa di Brandon, scuotendolo dal torpore in cui le chiacchiere dei suoi insegnanti lo avevano gettato. Gli occhi gli s’illuminano di una luce strana e cattiva, e il suo viso assume un’espressione furba e divertita.

    Bene. Sarà di sicuro un bel gruzzolo! Ma certo la cassaforte! Perché non ci ho pensato subito? Adesso sì che posso… pensa schioccando così rumorosamente le dita che fa sobbalzare Morgan che lo guarda preoccupato.

    Il suono dell’ultima campanella segna la fine della lezione e l’inizio del weekend. Il rumore degli scooter, delle auto e del chiasso degli studenti riempie l’aria scaldata dal sole.

    Il terzetto saluta compagni di classe e conoscenti, si apre la strada attraverso la folla e si dirige a casa. Durante il tragitto Brandon svela di aver trovato il modo di comprare la chitarra.

    «Oh no! La cassaforte della scuola!» all’unisono la risposta.

    «E come avete fatto a indovinare voi due?»

    «Si capisce dal tuo sorriso!» risponde la ragazza.

    «Sei un coglione» l’altra reazione. «Immaginavo che stessi tramando qualcosa in quella mente diabolica! C’è sempre da preoccuparsi quando fai schioccare le dita! Quei soldi servono per comprare i libri! Ma poi che ci farai mai con questa chitarra?»

    «Diventerò una star!» risponde serio. «È una promessa!»

    L’amico lo guarda per un attimo attonito, non lo ha mai visto così sicuro di sé. Gli sorride con ammirazione e orgoglio: «E pensi che basti avere una chitarra per diventare una star?»

    «Se avrò la fortuna di avere la chitarra, allora significa che il destino è dalla mia parte!»

    «Credo che se la comprassi, Michelle te la spaccherebbe in testa!» lo riporta alla realtà Isabelle.

    «No! Non taglierà i miei passi come ogni volta che ho un'idea. È sempre pronta a screditarmi dicendo che sarà un disastro, questa volta lei non lo saprà! Ruberò i soldi da quella cassaforte, e tu, Morgan, verrai con me!»

    «Ma io non so se…»

    «Affare fatto! Passo da te stasera verso le ventitré, in modo che sulla strada della scuola non ci sia nessuno che possa vederci scavalcare!»

    "Oh mio Dio! È completamente impazzito!», pensa la ragazza.

    «Il codice sarà sicuramente nella scrivania della sala professori!» prosegue nel disegnare il progetto.

    «Ma cosa credi di fare una volta che avrai comprato quella maledetta chitarra?»

    «Non ci arrivi? Potrò suonare ogni volta che vorrò! Urlerò alla gente tutto quel che ho nel petto! E tutti mi ameranno!» Poi sempre più esaltato «Sarà come il Nirvana! Come scopare con gli angeli! Sarà come non tenere più chiuso nulla! Come non aver più paura di nulla! Sarà la speranza e il futuro! Sarà tutto e oltre il tutto! Cazzo! Suonerò con John Frusciante e sarà la fine del mondo, vedrete se non sarà la fine del mondo!»

    Si ferma per riprendere fiato, nota che i due amici lo guardano allibiti. Per un attimo si sente le guance rosse per la vergogna, ma poi decide che non ne ha motivo.

    «Come fai ad essere così sicuro di riuscirci?»

    «È la legge dell’attrazione! Pensa positivo e ciò in cui credi potrà manifestarsi nella tua vita. Devi solo imprimerlo nella mente e farlo nel modo giusto! Lo diceva Einstein, un mio vecchio amico e lui se ne intendeva di certe cose» pare volerli catechizzare ma poi, d’un tratto, cambia tono.

    «Sarà la mia musica! E se qualcuno non lo capisce… che vada a farsi fottere!»

    Morgan frena un applauso. Sul fondo degli occhi di Isabelle sembra scintillare una luce, mentre il sorriso inavvertitamente le si allarga. Nessuno ritiene di dover aggiunge nulla.

    «Ehi! Io sono arrivata, fatemi sapere poi com’è andato il vostro colpo!»

    «Contaci!» risponde Brandon con una fiamma ardente negli occhi.

    «Ciao Isabelle!»

    «Ciao!»

    Appena entra in casa incrocia gli occhi del piccolo Ryu, steso sul pavimento del soggiorno a guardare la tv, che, solo con quello sguardo, comprende le sue intenzioni e inizia a scappare attraverso il soggiorno urlando come un ossesso. Brandon lo bracca con la voce, alterandola per sembrare un mostro. Gli basta afferrare il fratellino perché questo inizi a ridere come un matto, tentando di divincolarsi.

    «Come osi?» finge di essere arrabbiato e tenendolo per una gamba e un braccio urla: «Questa è la punizione per i ribelli!» facendolo roteare come un piccolo aereo impazzito.

    Alla fine i due si ritrovano sul divano del soggiorno sfiniti dalle risate e rossi in viso.

    «Prima o poi voi due finirete per farvi del male!»

    «Ciao mamma!» grida il nuovo arrivato balzando in piedi.

    Greta Verner emerge dalla cucina con i capelli sfatti e un grembiule bianco con qualche macchiolina sul petto. I suoi occhi azzurri, spiccano come stelle sul suo bel viso.

    «Come ti senti oggi?» le chiede andandole incontro e stampandole due baci sulle guance.

    «Bene, come sempre! E tu?»

    «Vivo, come sempre!» risponde sorridendo. Poi la stringe tra le braccia e la solleva. Lei scoppia a ridere e si aggrappa forte alle braccia del figlio che la rimette giù e la osserva per un attimo.

    Ormai è più alto di lei di almeno dieci centimetri, ma anche da lassù non gli sfugge quanto sua madre sia bella. La pelle ancora liscia e giovane e, malgrado qualche ruga, il volto ancora molto attraente. Quei suoi occhi azzurrissimi, poi, le illuminano il viso. Occhi davvero bellissimi. Peccato che quelle due piccole stelle siano sempre come perse nel vuoto, quasi a contemplare qualcosa d’incredibilmente vicino ma che non riesce a vedere, perché è cieca, dalla nascita. I suoi occhi non hanno mai visto un tramonto, il sorriso di un bambino, le onde del mare, studiato i contorni di una rosa. Non hanno visto mai nemmeno il volto di suo marito, il giorno delle loro nozze, né le prime espressioni dei suoi bambini appena nati. Ma questo non l’ha mai turbata. È forte Greta, molto più forte di quello che sarebbe lecito aspettarsi da una donna gracile. La sua forza è profonda e ben radicata in un luogo davvero inaspettato: il suo cuore, grande e consacrato interamente ai suoi ragazzi e a suo marito, e vede meglio di molti altri occhi.

    «Dov'è Chris?» le chiede uscendo dal labirinto dei suoi pensieri.

    «Ha detto che si sarebbe trattenuto a scuola per un corso di recupero» gli risponde mentre inizia a squillare il telefono.

    Cattiva notizia: Chris è all'ospedale. È stato malmenato da un gruppo di ragazzini che aveva cercato di rapinare assieme a un altro amico che poi si era dileguato, appena la situazione si era messa male.

    Anthony. Brandon pensa subito ad un teppistello della zona che appartiene ad una delle peggiori famiglie di Grey Land. Li conosce quelli come lui perché ha passato buona parte dell’adolescenza facendo a botte con feccia del genere. Non sono un granché, solo palloni gonfiati. Fanno i duri finché hanno un paio di gorilla a coprirgli le spalle, ma finiscono sempre per trasformarsi in checche isteriche se si tratta di affrontare qualcuno in un buon vecchio uno contro uno. Sono solo dei vigliacchi, e il povero Chris sembra averlo scoperto troppo tardi.

    Non perde tempo. Riaggancia il ricevitore, inventa una scusa con la madre e scappa via.

    Il ragazzino è steso su di un lettino d’ambulatorio, rigido e terribilmente scomodo. Dopo averlo visitato l’hanno infilato in una stanza, che sembra essere più un ripostiglio per sedie a rotelle a pezzi che non una camera di un Pronto Soccorso. L’unica finestra affaccia su uno squallido parcheggio, e filtra una luce grigia e malaticcia. Nel centro della stanza un paravento da ambulatorio lo separa dagli strani suoni che un tossico catatonico, semisvenuto, emette di tanto in tanto. Fa caldo, nell’aria c’è un odore strano che gli pizzica il naso. Di tanto in tanto qualche infermiere indaffarato entra nella stanza, scava in giro cercando qualcosa e scappa via senza far caso a loro due. Sta male ma nessuno sembra prestargli attenzione. Sente le braccia e le gambe deboli e le estremità degli arti come anestetizzate. Ha un taglio sopra l’arcata sopraccigliare che non smette di pulsare e bruciare, e sente allo stomaco un crescente senso di nausea per il troppo sangue ingoiato. Una delle guance è rossa e gonfia, la bocca invasa dal sapore metallico del sangue, la gola secca e la testa non sembra voler smettere di girare.

    Ma non riesce a preoccuparsi, nonostante tutto, del male che sente; c’è altro, in questo momento che gli brucia dentro: una sensazione d’angoscia e impotenza che quasi gli spacca il petto, tanto è il peso. Non riesce a fare a meno di pensare all’umiliazione, a tutto quello che diranno di lui le persone che lo conoscono, alla delusione che darà alla sua famiglia quando lo saprà. Ha una gran voglia di piangere. Gli sembra tutto così sbagliato. Il suo vicino di letto emette un altro sonoro rantolo. Un mucchio di persone passa per un attimo al di là della porta, spingendo una barella con fare concitato. Un telefono squilla da qualche parte sopra la sua testa, e il suono di un’ambulanza con le sirene spiegate si avvicina con fare minaccioso.

    "Come diavolo ci sono finito?», pensa con sgomento il ragazzo, "cosa ho fatto per meritarmi tutto questo?»

    Poi sente una voce familiare provenire dal corridoio. Un attimo e…

    Brandon, suo fratello maggiore,

    Enjoying the preview?
    Page 1 of 1