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Silence
Silence
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Ebook221 pages2 hours

Silence

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About this ebook

Una ragazza rapita, un lupo ferito nell'animo, un mistero da risolvere.

Da quando Sun è riuscita a scappare dal suo rapitore non è più la stessa.
Un buco nero le impedisce di ricordare chi l'ha portata via da casa sua e chi le ha fatto del male.
È difficile ricominciare quando non conosci il volto del tuo nemico e soprattutto quando questo è ancora libero.
Non riesce piu a trasformarsi. Qualcosa la blocca e non riesce piu ad essere sé stessa. Ha bisogno di protezione ma troppo orgogliosa, non vuole ammettere agli altri lupi che ha perso i suoi poteri.

Lorik è un lupo difficile, solitario e sempre arrabbiato con la vita, apparentemente senza alcun legame.
Sun fa parte di un clan opposto con il quale non sono mai andati d'accordo e non capisce perché suo padre ha deciso di prenderla sotto la sua protezione.
Quando si trasferisce davanti a casa sua, inizialmente fatica ad accettare la sua presenza ma ben presto inizierà ad indagare con lei per scoprire chi è stato a rapirla.
Tra mille dubbi, mille accuse e sbagli, i due cercheranno di trovare il colpevole scoprendo alla fine che devi guardarti le spalle da chi meno te lo aspetti.



 
LanguageItaliano
Release dateMar 18, 2017
ISBN9788826040219
Silence

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    Silence - Bonny Zero

    Bonny Zero

    Silence

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    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    http://write.streetlib.com

    Indice dei contenuti

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    Fine

    1

    Correva a perdi fiato nei boschi con i capelli che le entravano in bocca e i rami che le frustavano il volto.

    Aveva paura, anzi, era terrorizzata mentre si voltava indietro per vedere se qualcuno la stesse seguendo.

    Cominciò a piangere quando inciampando in un sasso finì lunga e distesa per terra.

    No, no, no

    Continuava a ripetere trascinandosi verso il tronco di un albero.

    Il respiro era corto e le si mozzava in gola, complice anche il grande caldo di giugno che le aveva fatto aderire la gonna alla pelle.

    Scoppiò in un lamento quando notò i lividi che le percorrevano le gambe.

    Se le toccò incredula non riuscendo a capire cosa potesse esserle successo.

    Va tutto bene. Va tutto bene si disse ad alta voce appoggiando la testa al tronco e chiudendo gli occhi.

    I conati di vomito la assalirono costringendola a girarsi su un fianco per svuotare il suo stomaco dolorante.

    Si asciugò le lacrime con il palmo escoriato della mano prima di prendere un bel respiro profondo cercando di trovare una via d'uscita.

    Non doveva essere lontana da casa, riconosceva il grande bosco dove aveva corso per ore sotto forma di lupa. Era buio, ma si stava schiarendo e questo significava che stava arrivando il giorno.

    Oppure viceversa stava finendo lasciando spazio alla notte. Non sapeva nemmeno questo esattamente come non sapeva cosa le fosse successo.

    Aveva forse perso la memoria?

    Ricordava di chiamarsi Sun, di essere un licantropo, di avere 19 anni, di andare all'università e studiare lingue.

    Sapeva cosa aveva fatto il giorno prima. Era andata a scuola e aveva saltato l'ultima ora con Alexis per andare al lago a fare il bagno. Aveva un costume nero con i bordi gialli e dopo avevano mangiato una crostata ai mirtilli.

    Guardò sotto il vestito notando di indossare proprio quella biancheria, quindi il fatto era successo subito dopo.

    Oppure erano passati dei giorni, o delle settimane pensò lasciandosi prendere dal panico. Come poteva saperlo?

    L'unica cosa che ricordava di quell'incubo era il bosco e lei che correva disperata sapendo che ne andava della sua vita.

    Sapeva di essere inseguita da qualcuno e di essersela vista brutta.

    Percepiva sotto pelle la sensazione che sarebbe morta se l'avessero trovata.

    Le salirono di nuovo i conati ma non uscì nulla dallo stomaco ormai vuoto.

    Cercò di analizzare le sue ferite per riuscire a capire la gravità della situazione e si accorse che oltre ai lividi, sanguinava copiosamente dalla fronte e le doleva un braccio.

    I lupi solitamente guariscono molto in fretta, ma stranamente nel suo caso le ferite non avevano ancora iniziato il processo di guarigione.

    Tranquilla, andrà bene. Andrà bene si disse cercando di trasformarsi in lupo.

    Si concentrò con tutte le sue forze per fare ciò che solitamente le riusciva in maniera spontanea e naturale, ma senza ottenere alcun risultato.

    Noo sbraitò piangendo e stringendo la terra con le dita.

    Come era possibile?

    La prima volta che si era trasformata avrà avuto si e no due anni e le era capitato starnutendo. Sua zia era così fiera di lei.

    Se i tuoi genitori fossero ancora qui.. aveva detto sognante accarezzandole la testa.

    Non poteva essere.

    Non poteva succedere a lei.

    Tentò di alzarsi in piedi notando che persino le scarpe erano inzuppate di sangue quando in lontananza lo sentì.

    Era solo un ramoscello che si spezzava, ma il suo istinto di lupo le suggerì che di fuggire, di non farsi prendere.

    Con un ringhio si lanciò in avanti cominciando a strisciare per terra trascinandosi con le braccia.

    Non senza lottare, non senza combattere.

    Scrutò l'ambiente intorno a lei alla ricerca di qualcosa per difendersi quando li vide.

    Tanti fuori gialli contornavano il prato. Se si fosse allungata ancora un po' li avrebbe toccati con le mani.

    Tarassaco, più comunemente chiamato dente di leone.

    Un veleno fortissimo per i licantropi.

    Non mi prenderete viva disse determinata più che mai afferrandone uno e portandoselo alla bocca.

    Penso per un istante ad Alexis, alla zia, ai suoi amici, al sole, al gelato..a tutte quelle cose che avrebbe lasciato per sempre.

    Non era giusto morire così giovani, ma che la vita non fosse equa già lo sapeva.

    Aprì la bocca per ingerire il primo fiore quando qualcuno si buttò su di lei.

    Urlò con tutte le sue forse tentando di ribellarsi.

    Sun, sono io! Sono io cazzo!

    Perse i sensi chiudendo piano gli occhi con il fiore ancora tra le mani.

    2

    Lorik non si reputava un persona violenta, anzi, tutt'altro.

    Non gli piaceva vedere le persone soffrire o piangere né tanto meno esserne la causa.

    Credeva fermamente che ogni cosa avesse un suo equilibrio e che questo andasse rispettato.

    Per questo non uccideva le api intente a succhiare il nettare dai fiori o si divertiva a schiacciare gli insetti che gli ronzavano intorno.

    Semplicemente se ne stava sulle sue, lasciando in pace gli altri ma pretendendo che gli altri gli stessero bene alla larga.

    Tuttavia era un lupo e come ogni lupo aveva degli impulsi da domare.

    Il loro lato animalesco spesso prendeva il sopravvento portandoli ad avere scatti di ira e alcune volte addirittura a compiere gesti dei quali poi si sarebbero pentiti.

    Per questo si incontravano nel fitto bosco organizzando incontri di lotte a corpo libero.

    Suo padre, l'alpha, inizialmente non si era mostrato troppo d'accordo all'idea. Non vedeva di buon occhio tutta quella rabbia sfociare in botte verso il proprio branco, ma ben presto si era ricreduto notando che una volta sfogati, gli incidenti diminuivano drasticamente.

    Le regole erano poche, ma ben precise.

    Entrambi dovevano combattere ad armi pari, se uno dei due si trasformava in lupo, anche l'altro doveva farlo e viceversa.

    Non si potevano avere armi di alcun tipo.

    Ci si poteva ritirare in qualsiasi momento.

    Era vietato accanirsi sul corpo di un compagno se questo giaceva inerme o non era più in grado di lottare.

    Non si poteva mordere il collo né tentare di lasciare danni permanenti ma soprattutto non si poteva cercare di uccidere.

    Il ragazzo era forte e sempre felice di partecipare ad un incontro.

    Come quel pomeriggio di sole dove una grande folla si era già raccolta in un cerchio attorno all'area di combattimento delimitata con dei sassi.

    Il lupo si buttò dell'acqua addosso lasciandola colare insieme al sudore sul suo petto e si concentrò pronto a prendersi quella vittoria.

    Era figlio dell'alpha ed era un suo compito mostrare la sua forza, oppure un domani lo avrebbero sfidato per portargli via il potere.

    Si avvicinò al suo avversario stringendogli la mano.

    Edo era piccolo, ma agile e furbo e aveva una grande voglia di riscattarsi.

    Si guardarono in cagnesco attendendo il segnale che dava il via al corpo a corpo e non appena sentirono il fischio si lanciarono l'uno sull'altro.

    Con un ringhio Lorik tese un pugno sulla guancia dell'avversario ricevendone uno altrettanto forte nel centro dello stomaco.

    Finse di non sentirne il dolore mentre girandosi si preparava a ributtarsi su Edo.

    Questo, veloce come era, si trovava già ad un palmo del suo naso e con un calcio nel ginocchio gli fece colare le lacrime dagli occhi.

    Ti diverti amico? Gli chiese vedendolo a terra.

    Lorik odiava essere sfidato. Lo mandava su di giri.

    Si catapultò sul lupo afferrandolo per le gambe e mandandolo a sbattere contro un sasso.

    Senza dargli il tempo di reagire si buttò su di lui colpendolo più volte al volto.

    Pensò che fosse fatta quando incredibilmente l'uomo gli mollò un calcio in pieno volto trasformandosi poi in un grande lupo arancione.

    Giochi la tua ultima carta? Domandò il figlio dell'alpha trasformandosi a sua volta in un bellissimo lupo bianco.

    I ringhi non promettevano nulla di buono mentre girando intorno si scrutavano pronti all'attacco.

    Senti la folla? Sono qui per me disse telepaticamente Lorik a Edo.

    Quest'ultimo infiammandosi attaccò affondando i canini nella pancia dell'altro.

    Faceva male. Dannatamente male.

    Ma lui non era mai stato un perdente e non lo sarebbe diventato quel giorno.

    Gli morse un orecchio stringendolo fino quasi a staccarglielo e ignorando i guaiti disperati del lupo che piano piano ritrasse i canini.

    Ormai in vantaggio, il lupo bianco stese il suo amico/nemico e vi salì sopra mordendogli più volte la pancia finché quest'ultimo iniziò a scodinzolare facendogli capire che era finita.

    Basta così. Lorik è il vincitore di oggi! Si intromise Harry mettendosi in mezzo ai due per assicurarsi che non continuassero ad aggredirsi.

    Il campione ululò al cielo avvicinandosi poi al compagno e leccandogli le ferite.

    Lo sconfitto lo guardò riconoscente consapevole che in poche ore sarebbe stato come nuovo.

    Le cellule dei lupi si rigeneravano ad un velocità altissima rendendo quasi impossibile loro morire se non per ferite più che gravi. Per loro era complicato anche ammalarsi e per questo vivevano in media tre volte tanto un umano.

    Avevano la fortuna di vedere il mondo cambiare, di assistere a cose grandiose e di essere presenti nella storia, ma come Lorik sapeva bene, tal volta avere così tanto tempo a disposizione prima di poter riabbracciare chi li aveva lasciati, era una maledizione e non una fortuna.

    Bravo amico esultò un ragazzo avvicinandosi. Lorik lo ignorò come faceva quasi sempre continuando per la sua strada.

    Aveva vinto, ma questo non aveva alleggerito il suo fardello.

    3

    Andiamo Sunny, senza fare capricci. Sali in macchina tesoro

    Abbracciai un ultima volta Alexis prima di sedermi accanto a zia Reb.

    Stai attenta sussurrai in un orecchio a quella che per me era una sorella.

    Anche tu. Ci vediamo a scuola Sun. Andrà tutto bene, non preoccuparti

    Trattenni le lacrime per tutto il tragitto osservando fuori dal finestrino furibonda più che mai.

    Dopo tutto ciò che avevo passato, dopo la paura, dopo il vuoto di memoria..Reb decideva di allontanarmi da casa e da tutto ciò che ritenevo sicuro.

    Smettila di fare quella faccia signorina. Sai benissimo che lo faccio per te

    Sbuffai a quelle parole scuotendo la testa.

    Mi cacci

    Affatto! Mia nipote è stata aggredita, rapita e picchiata. Non sappiamo né da chi né perché. Cosa dovrei fare tenerti a casa in bella mostra aspettando che ricapiti?

    E se succedesse a te? O ad Alexis? Io sarei lontana, non potrei nemmeno aiutarvi..

    Restammo in silenzio alcuni minuti consapevoli entrambe che non sarei stata di alcun aiuto finché non mi sarei sbloccata e non sarei riuscita a trasformarmi di nuovo in un lupo.

    Gordon è un bravo lupo. Morirebbe per i suoi uomini e ha promesso di proteggerti come una figlia. Loro hanno un branco, decine e decine di lupi pronti a combattere. Noi siamo sole. Siamo sei lupi, tre donne, un invalido e altri due ai quali non stiamo troppo simpatiche. Devi andare Sun. Non di discute!

    E aveva ragione, non avevamo alternative. Noi un branco a proteggerci non lo avevamo, non avevamo un medico che potesse curarci né un alpha che ci guidasse nelle nostre decisioni. Per qualsiasi cosa dovevamo appoggiarci al clan del Muschio, nonostante erano stati proprio loro la causa delle nostre perdite.

    Anni prima, due gruppi rivali si scontrarono per controllare il territorio.

    Uno era il nostro, il clan della luna, e l'altro era proprio il loro.

    Il nostro alpha aveva condotto il suo popolo al suicidio istigandolo contro i suoi simili e scatenando una guerra senza fine.

    I miei genitori morirono in quel massacro mentre io ero ancora un cucciolo così come morirono i genitori di Gordon, sua moglie e la figlia più piccola.

    Fu una vera e propria carneficina organizzata da un pazzo con troppa sete di potere.

    Fortunatamente, prende do il posto del padre come leader, Gordon riportò la pace esiliando il nostro alpha e gran parte dei suoi seguaci.

    Chi non fu cacciato, se ne andò da solo non riuscendo a dimenticare l'avvenuto.

    Restammo io e zia Reb, quella donnona di quasi cento chili che aveva deciso di adottarmi come se fossi sua figlia nonostante non avessimo alcun legame di sangue.

    I lupi tornarono gli esseri pacifici di sempre e tesero una mano l'uno verso l'altro ricreando un armonia che durava tutt'oggi.

    Eravamo stati perdonati, ma ovviamente non tutti ci vedevano di buon occhio.

    Era difficile dimenticare e

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