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Uno "Sport" Chiamato Poker: Guida Completa ai Tornei di No Limit Texas Hold 'em
Uno "Sport" Chiamato Poker: Guida Completa ai Tornei di No Limit Texas Hold 'em
Uno "Sport" Chiamato Poker: Guida Completa ai Tornei di No Limit Texas Hold 'em
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Uno "Sport" Chiamato Poker: Guida Completa ai Tornei di No Limit Texas Hold 'em

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About this ebook

Uno "Sport" chiamato Poker si rivolge sia al neofita che desidera apprendere i rudimenti del Poker Texas Hold' em, sia al giocatore che desidera approfondire i concetti tattico-strategici avanzati. Nel volume, inoltre, sono spiegati alcuni nuovi concetti elaborati dall'autore, come, per esempio, "Il Principio di Coerenza del Piatto" o "La Teoria della Visibilità dei Progetti". Lo scopo del libro è aiutare il lettore ad acquisire, o perfezionare, la conoscenza di tecniche e strategie che, una volta assimilate, diventino abilità da fare fruttare al tavolo da poker. Il libro, oltre a essere corredato di un ampio glossario, è ricco di esempi, tabelle e tutto ciò che serve per rendere lo studio il più agevole possibile. Inoltre, il lettore che fosse interessato ad arricchire la propria cultura pokeristica potrà ripercorrere la storia del poker dalle origini ai giorni nostri nonché scoprire diverse simpatiche curiosità su questo affascinante gioco.
LanguageItaliano
PublisherPaper & Ink
Release dateMar 28, 2017
ISBN9788826043265
Uno "Sport" Chiamato Poker: Guida Completa ai Tornei di No Limit Texas Hold 'em

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    Book preview

    Uno "Sport" Chiamato Poker - Luigi Iandolo

    Ringraziamenti

    Introduzione

    Il Texas hold 'em è un gioco sfuggente in cui non sempre ciò che appare corrisponde a ciò che è. Agli occhi di un profano potrebbe apparire come un semplice, persino puerile, gioco di carte. In realtà, però, il Texas hold' em non è un gioco di carte vero e proprio, ma un gioco basato sulla comunicazione non verbale in cui le carte rappresentano solo un aspetto marginale; dietro la sua apparente semplicità, poi, si celano logiche complesse e raffinate che richiedono anni di esperienza per essere padroneggiate.

    La lettura e lo studio, sebbene non possano sostituire completamente l'esperienza diretta di gioco, rappresentano un complemento quasi sempre indispensabile alla formazione del giocatore vincente.

    Lo scopo di questo libro è accompagnare il lettore in un coinvolgente viaggio nel seducente mondo del poker sportivo, aiutandolo ad acquisire o perfezionare la conoscenza di tecniche e strategie, affinché, alla fine del percorso, le nozioni assimilate si trasformino in abilità.

    Il libro si rivolge sia al neofita che desidera apprendere i rudimenti del poker Texas hold' em, sia al giocatore che desidera approfondire i concetti tattico-strategici avanzati.

    Nel volume, inoltre, sono spiegati alcuni nuovi concetti che ho elaborato attraverso lo studio e l'esperienza, come, per esempio, il Principio di Coerenza del Piatto o la Teoria della Visibilità dei Progetti.

    Il lettore che già possiede le conoscenze base del gioco probabilmente troverà ridondante la sezione dedicata alle regole del Texas hold' em, perciò, laddove non fosse interessato a tale lettura, può tranquillamente saltarla a piè pari per dedicarsi direttamente agli argomenti che per lui rivestono maggiore interesse.

    Buona lettura.

    Note per il Lettore

    I termini e le espressioni inglesi sono diffusissimi nel Texas hold 'em, a beneficio di chi è completamente nuovo del gioco o non ha familiarità con la lingua di Shakespeare, ho perciò cercato d'introdurli gradualmente, spiegandoli o direttamente o attraverso le note a piè di pagina.

    In ogni caso se hai dei dubbi puoi consultare il glossario che trovi in appendice.

    ♠ ♥ ♣ ♦

    In accordo con le regole grammaticali dell'italiano, in base alle quali le parole di origine straniera al plurale restano invariate, i sostantivi inglesi che incontrerai nel corso della lettura sono espressi al singolare a prescindere dal numero, fuorché nei casi in cui indicano concetti per loro stessa natura plurali.

    Mi sono preso la libertà di fare uno strappo alla regola solo per chips e outs. Queste due parole nel loro contesto linguistico originale sono usate, com'è comprensibile che sia, più al plurale che al singolare e proprio per questa ragione si è diffusa la consuetudine fra i giocatori italiani di lasciarle invariate al plurale. Tuttavia dire una chips o un outs mi suonava male, così ho preferito concordale a seconda del numero, preferendo dire: una chip, due chips... un out, due outs...

    Per quanto riguarda i termini che hanno un corrispondente italiano ampiamente utilizzato, a volte ho scelto l'italiano, altre l'inglese, ma solo per ragioni stilistiche o di maggiore comprensione del testo.

    Ho inoltre volutamente evitato il ricorso all'utilizzo di orribili espressioni ibride come collare, raisare, foldare, etc. So bene che sempre più giocatori si beano di queste odiose storpiature linguistiche, nondimeno, se ancora non sei entrato nel tunnel buio del gergo ibrido, impara sin da subito a usare o la corretta parola inglese o la corrispondente parola italiana. Se invece sei uno di quelli che sente l'incontenibile, e aggiungerei anche insano, desiderio di italianizzare a tutti i costi, per l'amor di Dio, almeno sforzati di darti un limite ed evita frasi del tipo: «Ho missato il flop ma ho bettato lo stesso, l'oppo ha collato, al turn ho settato e ceccato, l'oppo ha shovato e io ho snapcollato».¹

    ♠ ♥ ♣ ♦

    Nei tornei, i gettoni che si usano per puntare, a differenza di quanto avviene nel gioco cash, non rappresentano denaro vero, ma una sorta di punti che i giocatori tentano di accumulare. Tuttavia non di rado vengono associati ugualmente a una valuta di riferimento e sebbene si tratti di una convenzione poco più che arbitraria, ho deciso di adottarla anch'io, perché, nonostante il gioco in torneo sia diverso dal gioco cash, molti dei concetti presentati nel libro sono mutuati da quest'ultimo.

    La scelta è caduta sul dollaro statunitense, sia chiaro però che tale scelta non è casuale né tanto meno frutto di un filo-americanismo spinto sino ai limiti della perversione patologica, ma è dovuta al semplice fatto che per anni il dollaro è stato la moneta di riferimento nel gioco del poker e ancora oggi, benché l'euro vada acquisendo sempre più importanza, molti dei principali tornei live pagano con il biglietto verde.

    ♠ ♥ ♣ ♦

    Molti giochi, come per esempio gli scacchi, hanno una loro notazione standard, il poker comprensibilmente non fa eccezione.

    La notazione standard per indicare le carte, com'era ovvio aspettarsi, è mutuata dall'inglese, tuttavia è facile imbattersi in essa anche in ambienti dove l'inglese non è necessariamente la prima lingua, per esempio, online è diffusissima sia nelle poker room sia nei forum dedicati al gioco. È perciò praticamente d'obbligo per qualunque libro sul poker adottarla.

    La notazione standard delle carte fortunatamente non è molto complessa: gli assi, i re, le dame, i fanti e i dieci sono rappresentati rispettivamente con le lettere A, K, Q, J eT";² le carte dal due al nove sono rappresentate con il loro valore numerale; i semi di picche, cuori, fiori e quadri sono rappresentati rispettivamente dalle lettere s, h, c e d;³ le carte non specificate sono rappresentate dalla lettera x;⁴ le carte dello stesso seme sono rappresentate dalla lettera s e le carte di seme diverso sono rappresentate dalla lettera o.⁵

    Vediamo alcuni esempi: T9s corrisponde a 10 e 9 dello stesso seme; Ax corrisponde a un asso con una carta non specificata; Axs corrisponde a un asso accompagnato da una qualunque carta del suo stesso seme; Kd Qs corrisponde a un re di quadri e a una dama di picche; Th Tc corrisponde a una coppia formata da un 10 di cuori e un 10 di fiori; 43o corrisponde a 4 e 3 di semi diversi.

    ♠ ♥ ♣ ♦

    Per convenzione i rilanci pre-flop sono rappresentati come multipli del big blind (abbreviato in BB); i rilanci dal flop in poi, invece, sono rappresentati come frazioni del piatto.

    Si tratta di una pura e semplice convenzione alla quale però ti devi abituare, perché questo è il modo in cui sono soliti ragionare i giocatori di poker.

    ♠ ♥ ♣ ♦

    Eventuali discrepanze fra le probabilità statistiche contenute in questo volume sono dovute agli arrotondamenti decimali.


    1 «Ho mancato il flop (miss the flop) ma ho puntato (bet) lo stesso, l'avversario (opponent) ha chiamato, al turn ho legato un tris (set) e ho fatto un check, l'avversario è andato all-in (shove) e io ho chiamato all'istante (snap call) ».

    2 T da ten (dieci in inglese).

    3 sda spades (picche), h da hearts (cuori), c da clubs (fiori), d da diamonds (quadri).

    4 Generalmente si rappresentano con una x le carte che non rivestono una particolare importanza nello sviluppo della mano.

    5 s da suited e o da offsuit.

    STORIA DELLE CARTE E DEL POKER

    Nascita delle Carte

    L'origine delle carte da gioco è pressoché ignota, si presume tuttavia che le carte nascano come strumento di divinazione e che solo in un secondo momento siano state impiegate anche per scopi ludici. D'altronde in certi ambienti l'utilizzo di comuni carte da gioco per scopi divinatori sopravvive ancora ai giorni nostri.

    La prima testimonianza dell'uso di carte da gioco risale alla Cina del secolo VIII, ai tempi della dinastia Tang (618-906). Malgrado ciò non tutti sono d'accordo nell'attribuire ai cinesi la paternità delle carte da gioco.

    Esiste invero una tesi alternativa secondo cui l'origine delle carte da gioco è indiana. I fautori di questa teoria sostengono che in India vi erano tracce riconducibili alle carte da gioco ben prima che queste facessero la loro comparsa in Cina. La dea indiana Ardhanari è stata spesso raffigurata con quattro simboli che ricordano i semi delle carte: una coppa, un anello, una spada, uno scettro. Va detto però che questo particolare potrebbe rappresentare una mera coincidenza.

    A mano a mano che la diffusione delle carte da gioco è cresciuta, il loro aspetto ha subito delle modifiche variabili da luogo a luogo. Ciò ha dato vita a diverse varianti nazionali o regionali delle carte da gioco. Per esempio: le carte tedesche raffiguranti ghiande, foglie, cuori, campanelli; quelle spagnole e italiane raffiguranti denari, coppe, spade, bastoni; quelle svizzere raffiguranti ghiande, campanelli, scudi, rose; quelle francesi raffiguranti cuori, quadri fiori, picche.

    L' aspetto del moderno mazzo di 52 carte è, per così dire, la conseguenza evolutiva generata dalla sintesi dei simboli di tutte queste varianti nazionali o regionali con l'imporsi dei semi francesi.

    Diffusione delle Carte in Europa

    Si suppone che la diffusione delle carte da gioco in Europa sia dovuta agli arabi che nel XIV secolo occuparono la Spagna e la Sicilia. Questa tesi è suffragata dall'etimologia delle parole naibi e naipes . Naibi era il nome con cui in Italia ci si riferiva alle carte da gioco durante il periodo rinascimentale. Tale termine, sebbene sia caduto in disuso, è ancora presente nei principali dizionari della lingua italiana.¹ Naipes invece è ancora oggi una parola di uso corrente con cui in Spagna ci si riferisce alle carte da gioco. Entrambi i termini hanno chiare origini arabe e, a seconda delle interpretazioni, si pensa siano una deformazione di nabi , profeta o di la'ib , gioco. Comprensibilmente la prima interpretazione fa riferimento alle carte come strumento di divinazione, mentre la seconda all'uso ludico delle stesse.

    I cronisti del Trecento ci raccontano di giochi con le carte praticati a Firenze e a Bologna nella prima metà del secolo e della loro diffusione anche in Francia e in Germania nella seconda metà del secolo.

    Le carte divennero molto popolari soprattutto come mezzo per giocare d'azzardo. In ragione di ciò, già a partire dal Cinquecento, furono emanati dei decreti reali che proibirono i giochi con le carte. Non mancarono neppure i sermoni ecclesiastici di condanna, nei quali le carte erano additate come turpe strumento del demonio.

    Le Carte Oggi

    Attualmente il tipo di carte da gioco più diffuso nel mondo è quello francese.

    Un tipico mazzo di carte francesi è composto da 54 carte (52 più due Matte o Jolly). Le carte sono divise in 4 gruppi detti semi (2 neri e due rossi). Per ognuno dei semi vi sono 9 carte numerali (dal 2 al 10), tre figure (fante, donna o regina, re) e un asso. Le figure generalmente non sono intere, bensì a due teste (capovolgibili).

    Quasi tutte le carte di tipo francese sono indicizzate, cioè riportano ai quattro angoli, o solo agli angoli in alto a sinistra, il seme e la cifra per le numerali, il seme e una sigla per le figure e gli assi.

    Accanto alle varianti nazionali – che hanno sigle corrispondenti alle iniziali delle figure e degli assi nelle varie lingue e nei vari alfabeti come il greco e il cirillico – diffusissime sono le carte anglo-francesi, che hanno sigle corrispondenti alle iniziali di Jack (fante), Queen (regina), King (re).


    1 Cfr. Nicola Zingarelli, Il Nuovo Zingarelli, Vocabolario della lingua italiana, Zanichelli , Bologna 1984, p. 1217.

    Nascita del Poker

    Le origini del poker non sono chiare e per certi aspetti sono persino controverse. Su un punto però sembrerebbe che tutti siano d’accordo: si tratta di un gioco che ha radici molto antiche.

    Uno dei probabili antenati del poker, se non altro per via delle affinità concettuali, potrebbe essere un gioco di cui si rinvengono le prime tracce intorno al 1526. Questo gioco appare nella letteratura dell’epoca con nomi che variano a seconda dei paesi in cui veniva giocato: primiera¹ in Italia, primero in Spagna, la prime in Francia.

    Nonostante le possibili variazioni che il gioco poteva subire da un paese all’altro, le regole di base erano sostanzialmente le stesse dappertutto. A ognuno dei partecipanti al gioco venivano distribuite tre carte. Le combinazioni previste erano tre: coppia; tris; colore, quest‘ultimo realizzato con solo tre carte, le uniche a disposizione del giocatore.

    Intorno al 1700 furono introdotte le puntate e il bluff. Due innovazioni che fecero fiorire alcune nuove vivaci varianti di questo gioco: in Inghilterra nacque il brag e in Germania il pochen .

    In seguito il pochen si diffuse in Francia, dove prese il nome di poque. Da lì, verosimilmente tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo, attraversò l’oceano Atlantico per approdare in Louisiana, a quel tempo ancora colonia francese.

    Proprio in quegli anni, Thomas Jefferson , il terzo presidente degli Stati Uniti d'America, si accingeva a comperare da Napoleone la Louisiana.

    New Orleans, la città simbolo dell'ormai ex colonia francese, viveva il periodo migliore della sua storia. Grazie al fiorente traffico commerciale dei battelli sul fiume Mississippi, New Orleans era uno dei porti più attivi del Nord America. Ma soprattutto con le sue strade cariche di umanità, pullulanti di bordelli e case da gioco, era considerata la capitale del vizio. Un primato che conservò per lunghi anni.

    Non vi è perciò nulla di cui stupirsi se in quell’ambiente il poque poté trovare il suo humus naturale.

    Durante i primi due o forse tre decenni che seguirono all’annessione della Louisiana agli Stati Uniti, i coloni di lingua inglese, secondo un'ipotesi diffusa, anglicizzarono il temine poque in poker; quindi stabilirono le caratteristiche essenziali del gioco così come lo conosciamo oggi.

    Non sappiamo con certezza se le cose siano andate realmente così, malgrado ciò, tra le tante ipotesi che si sprecano sulla genesi del poker, questa è una delle teorie maggiormente accreditate.

    Origini Italiane del Poker

    Per puro spirito patriotico segnalo anche una corrente di pensiero decisamente minoritaria secondo la quale l’origine del poker è tutta italiana. I fautori di questa teoria sostengono che il poker sarebbe un’evoluzione dello zarro,² un gioco di carte molto diffuso in epoca rinascimentale.

    Attraverso le notizie storiche giunte sino a noi sappiamo che lo zarro era molto popolare, soprattutto nel Ducato di Milano. Sappiamo inoltre che nel 1531 il duca Francesco II Sforza, probabilmente nel tentativo di arginare il diffondersi della piaga del gioco d’azzardo, emanò un editto con il quale lo proibì. La proibizione tuttavia sortì, come spesso accade, l’effetto contrario.

    Lo zarro, ammantato del fascino del proibito, divenne persino più popolare. Si diffuse nel resto d’Europa, dando vita a molteplici varianti del medesimo gioco. Una delle quali s’ipotizza sia giunta fino in America, dove, attraverso successive fasi evolutive, abbia generato il poker.

    Notizie Certe sulla Nascita del Poker

    La verità sulla nascita del poker probabilmente non la sapremo mai, eppure un percorso plausibile, attraverso il quale ricostruire perlomeno la storia recente di questo affascinante gioco, è pur sempre possibile.

    La prima testimonianza sicura sul poker risale al 1829. Un attore, scrittore e avventuriero inglese che soggiornò a lungo nei territori del West³ americano,Joe Cowell, ce la fornisce nelle sue memorie di viaggio, Diary of 20-30 Years Spent in America as an Actor.⁴

    Cowell descrive un gioco con delle regole molto somiglianti a quelle del moderno poker. Ogni giocatore riceveva cinque carte e poteva scommettere sulla propria mano. La mano vincente era stabilita secondo una graduatoria di combinazioni molto simile a quella attuale.

    Il gioco di cui ci parla Cowell è quasi indistinguibile da un altro gioco chiamato as nas, diffusissimo nella Persia del XVII secolo. Questa coincidenza ha tratto in inganno alcuni studiosi di giochi, favorendo l’errata convinzione che l’as nas sia il progenitore del poker. Benché la somiglianza fra questi due giochi sia innegabile non esistono fonti in grado di dimostrare una parentela fra loro e perciò questa teoria è stata screditata.

    Nel 1834 l'americano Jonathan H. Green, scrittore, inventore e giocatore d'azzardo professionista, scrive An Exposure of the Art and Miseries of Gambling⁵ fornendoci la seconda testimonianza sicura sul poker.⁶ Da Green apprendiamo, fra le altre cose, del passaggio al moderno mazzo di 52 carte.

    Da allora la storia del gioco è interamente costituita da un proliferare di innovazioni, tutte tese a incentivare l'azzardo. La maggior parte delle quali furono introdotte fra il 1861 e il 1865, durante la guerra di secessione americana. Probabilmente come conseguenza del fatto che il poker era il passatempo preferito dai soldati di entrambi gli schieramenti.

    Il poker nel corso del decennio successivo divenne il gioco da saloon⁷ per eccellenza, diffusissimo in tutto il selvaggio West.Contrariamente però a quanto si vede nei film di Hollywood, le partite di poker si svolgevano in maniera piuttosto tranquilla. I giocatori si accusavano raramente di barare e difficilmente mettevano mano alle loro colt.⁸

    La diffusione del poker in altri paesi ebbe inizio nel 1872 a opera dello statunitense Robert Cumming Schenck, generale durante la guerra di secessione americana e successivamente diplomatico di stanza in Gran Bretagna.

    A quanto pare, durante un ricevimento offerto dalla regina Vittoria, l'ambasciatore Schenck spiegò il gioco a un gruppo di aristocratici inglesi che ne furono entusiasti. Tanto che il diplomatico fu convinto da una duchessa a mettere per iscritto le regole del poker. In seguito la nobildonna fece stampare privatamente le regole scritte dal diplomatico per distribuirle all'intera corte vittoriana.

    Terminata la carriera diplomatica il generale Schenck fece ritorno in patria, dove nel 1880 pubblicò Draw: Rules for Playing Poker.

    Il libello del generale Schenck è considerato la prima opera nota dedicata interamente al poker.


    1 In appendice trovi le regole complete della primiera così com'è giocata oggi.

    2 Piccola curiosità: i tre uomini raffigurati nel quadro I Bari di Caravaggio giocano a zarro.

    3 La zona occidentale degli Stati Uniti, famosa per le vaste praterie, gli sceriffi, i cowboy e i pellirosse.

    4 Diario di 20-30 anni trascorsi a fare l'attore in America.

    5 Un resoconto sull'arte e le miserie del gioco d'azzardo.

    6 Il libro fu scritto nel 1834 ma pubblicato solo nel 1845.

    7 Locale pubblico in cui si consumavano bevande alcoliche, si giocava d'azzardo, si facevano spettacoli di varietà.

    8 La prima pistola con meccanismo di sparo a ripetizione, comunemente detta revolver. Prende il nome dal suo inventore, lo statunitense Samuel Colt.

    9 Draw: Regole per Giocare a Poker. [N.d.T.: Draw è il nome inglese del classico poker a cinque carte.]

    Dal Draw Poker¹ al Texas Hold 'em

    Il Texas hold 'em o più semplicemente hold 'em o ancora poker alla texana, come a volte viene chiamato in Italia, è senz’altro la specialità del poker che negli ultimi decenni ha riscosso il maggior consenso da parte dei giocatori di tutto il mondo, catalizzando l’attenzione dei mass media e di un sempre crescente pubblico di appassionati, fino a raggiungere una popolarità che non ha precedenti nella storia del poker.

    Il campione texano e decano di questa specialità, Doyle Texas Dolly Brunson , un po’ di anni fa definì il no limit hold 'em la Cadillac del Poker. A quanto pare nonostante il trascorrere del tempo e il continuo spuntare di nuove specialità, le cose non sono ancora cambiate.

    Sulla nascita del Texas hold 'em, ancora una volta, non vi sono purtroppo informazioni sicure; del resto, considerando che il poker solo in tempi relativamente recenti s‘è affrancato – e nemmeno del tutto – dalla sua nomea di gioco da bisca, praticato prevalentemente in ambienti malfamati, è abbastanza comprensibile che abbia avuto una genesi almeno parzialmente occulta.

    Secondo la versione ufficiale il Texas hold 'em è nato agli inizi del XX secolo a Robstown , com'è stato riconosciuto formalmente dalla legislazione del Texas, lo Stato di appartenenza di questa città. Lì, a quanto si dice, furono giocate le prime partite di questa affascinante specialità del poker.

    Qualche anno più tardi, grazie a giocatori come Crandell Addington, Roscoe Weiser, Doyle Brunson, Amarillo Slim , il gioco varcò i confini del Texas giungendo fino in Nevada, più precisamente fino a Las Vegas , l’indiscussa capitale mondiale del gioco d’azzardo, allora come oggi.

    L’hotel e casinò Golden Nugget di Las Vegas fu per parecchi anni l’unica struttura a ospitare una sala da poker in cui fosse possibile giocare a hold 'em.

    All’epoca però le comodità per i giocatori erano piuttosto scarse. Pare che si fosse lontani anni luce dal proverbiale Vegas Style che ha fatto scuola nel mondo.

    Si racconta che i locali dedicati al gioco fossero molto fatiscenti e con i pavimenti ricoperti di segatura. Si dice anche che a causa di ciò i clienti danarosi, ovvero i classici polli da spennare, fossero talmente pochi che i giocatori professionisti preferirono migrare verso lidi migliori.

    Nel 1969 alcuni giocatori professionisti furono invitati a giocare a hold 'em nell'atrio dell’hotel Dunes,² sulla Las Vegas Boulevard South, più nota come Las Vegas Strip, una delle strade più famose al mondo. L'esperimento attirò molti giocatori inesperti, per lo più turisti attratti dalla novità dell’evento. Il fatto che il Texas hold 'em fosse una specialità del poker ancora pressoché sconosciuta ai più rese l'esperienza del Dunes molto lucrativa per i giocatori professionisti.

    Nello stesso anno, Tom Moore , proprietario del casinò Riverside di Reno nel Nevada, organizzò il primo torneo di poker di sempre: la cosiddetta The Texas Gambling Reunion . In pratica una riunione a inviti in cui il gotha dei giocatori professionisti dell’epoca si sfidò per stabilire chi fosse il più forte.

    Nel 1970 Benny Binion e i suoi figli, Jack e Ted , acquistano i diritti di questo evento, lo ribattezzano World Series of Poker (WSOP) e lo trasferiscono allo Horseshoe di Las Vegas, il casinò di famiglia.


    1 Il draw poker è il poker classico, quello a cinque carte.

    2 L'hotel e casinò Dunes oggi non esiste più. È stato fatto implodere il 27 ottobre 1993. Alla solenne cerimonia messa in piedi per la demolizione di questo storico edificio parteciparono più di 200.000 persone.

    Nascita delle World Series of Poker

    La prima edizione delle WSOP (World Series of Poker) fu un evento a invito, vale a dire una manifestazione cui potevano partecipare solo i giocatori invitati. Vi presero parte solo sette giocatori che si sfidarono in varie specialità del poker tra cui anche il Texas hold 'em.

    La manifestazione in verità era, per così dire, ancora in una forma embrionale. Non si trattava infatti di un vero torneo o almeno non di un torneo così come lo concepiamo oggigiorno.

    I partecipati giocavano con soldi veri, alla maniera del cash game. Inoltre il vincitore, almeno in teoria, doveva essere eletto per acclamazione da parte degli altri giocatori. Le cose tuttavia non andarono esattamente come pianificato.

    Nell'idea originale degli organizzatori, la famiglia Binion , tutti gli sfidanti dovevano votare chi fra loro ritenevano essere il migliore giocatore. Ma comprensibilmente ognuno votò per se stesso, vanificando tutte le votazioni.

    Si ricorse perciò a un astuto espediente. Fu chiesto ai partecipanti di votare nuovamente. Questa volta però non più solo per il migliore giocatore, bensì anche per il secondo migliore giocatore.

    L'espediente funzionò a meraviglia, la votazione andò liscia come l'olio: ognuno dei giocatori votò nuovamente per se stesso, indicando però come secondo migliore giocatore Johnny Moss, per molti una leggenda del poker, che divenne il primo vincitore¹ nella storia delle WSOP.

    Un primato che bissò l'anno seguente, quando le WSOP, accantonato definitivamente il bislacco meccanismo del voto, acquisirono buona parte della fisionomia odierna.

    World Series of Poker Oggi

    Le World Series of Poker (WSOP) sono nell'ambito del poker sportivo l'evento senza dubbio più importante e famoso al mondo, tanto che non sarebbe affatto sbagliato dire che rappresentano per il poker ciò che le Olimpiadi rappresentano per gli sport tradizionali.

    Le WSOP si disputano una volta all'anno negli Stati Uniti d'America e più esattamente a Las Vegas nello stato del Nevada; dove per l'occasione accorrono folle oceaniche di giocatori provenienti da tutto il mondo, ansiosi di sfidarsi nelle diverse specialità del poker, tutte giocate unicamente con la formula del torneo.

    Per ognuno dei tornei che si svolgono nell'ambito delle WSOP i giocatori ricevono consistenti premi in denaro, assegnati in base ai loro piazzamenti. Ma soprattutto ognuno dei vincitori porta a casa un prestigioso braccialetto d'oro, che per molti è il premio più ambito. Non tanto per il braccialetto in sé, che, detto fra noi, è alquanto pacchiano, ma per ciò che esso rappresenta, ovvero l'equivalente di una medaglia d'oro per un olimpionico.

    Il Texas hold 'em giocato nella modalità no limit è senza ombra di dubbio la stella indiscussa nel firmamento del poker. Non a caso è la specialità scelta per disputare il torneo più rappresentativo delle WSOP, il Main Event.

    Il Main Event o per dirla in italiano Evento Principale è, come il suo stesso nome ci suggerisce, il torneo più importante fra quelli giocati durante le WSOP. La sua importanza è data non solo dal fatto che offre il più ricco premio in denaro di tutta la manifestazione, ma anche dal fatto che il giocatore che lo vince si aggiudica formalmente il titolo di Campione del Mondo, vale a dire il massimo riconoscimento a cui un pokerista può aspirare.


    1 In appendice trovi l'Albo d'oro del Main Event delle WSOP con l'elenco di tutti gli altri vincitori.

    IL TEXAS HOLD 'EM

    Come si Gioca a Texas Hold 'em

    Il Texas hold 'em è un gioco di carte che comporta un elemento tattico-strategico e una componente aleatoria. Il fatto che nello svolgimento della partita intervenga una componente aleatoria non fa tuttavia del Texas hold 'em un gioco di pura fortuna. L'esito del gioco, infatti, è influenzato anche dall'abilità.

    Il numero dei giocatori può variare da un minimo di due, fino a un limite massimo di ventidue. Tale limite, in verità, è da considerarsi preminentemente teorico, perché in pratica il numero di giocatori seduti allo stesso tavolo, sia nei tornei sia nel cash game,¹ varia abitualmente da due per il gioco testa a testa (heads-up), fino a nove o dieci per i cosiddetti tavoli full ring.

    Il Texas hold 'em si gioca con le 52 carte del tipico mazzo anglo-francese, Jolly esclusi. Il valore delle carte in ordine decrescente è: A (asso), K (re), Q (donna), J (jack), 10, 9, 8, 7, 6, 5, 4, 3, 2.

    Nel Texas hold 'em, a differenza del classico poker all'italiana, i semi hanno tutti lo stesso valore e pertanto sono ininfluenti al fine di determinare il punto migliore.

    Combinazioni

    Le possibili combinazioni di carte in ordine crescente sono:

    Carta Alta (High Card)

    Coppia (Pair)

    Doppia Coppia (Two Pair)

    Tris (Three of a Kind)

    Scala (Straight)

    Colore (Flush)

    Full (Full House)

    Poker (Four of a Kind)

    Scala Colore (Straight Flush)

    Scala Reale (Royal Flush)

    A titolo esemplificativo vediamo come sono rappresentabili.

    Carta Alta : la carta più alta fra tutte quelle a disposizione del giocatore che non ha realizzato alcuna combinazione.

    Coppia: due carte dello stesso valore.

    Doppia Coppia: due coppie distinte.

    Tris: tre carte dello stesso valore.

    Scala: cinque carte in sequenza ma non tutte dello stesso seme.

    Colore: cinque carte dello stesso seme ma non in sequenza.

    Full: un tris più una coppia.

    Poker: quattro carte del medesimo valore.

    Scala Colore: cinque carte dello stesso seme e in sequenza, eccetto la sequenza dall'asso al dieci che costituisce la Scala Reale .

    Scala Reale: cinque carte dello stesso seme in sequenza dall'asso al dieci.

    Come avrai notato nella graduatoria delle combinazioni il colore è battuto dal full, a differenza di quanto accade nel poker all'italiana. Ciò avviene in conseguenza del fatto che nel poker all'italiana si utilizza un mazzo ridotto,² mentre il Texas hold 'em si gioca con 52 carte, pertanto giocando a quest'ultimo è più probabile realizzare un colore che un full.

    La distinzione fra scala colore e scala reale in sostanza rappresenta una convenzione, perché di fatto quest'ultima è semplicemente una scala colore massima, malgrado ciò si tratta di una convenzione che va rispettata. Molti giocatori, soprattutto italiani, hanno la cattiva abitudine di non fare distinzione fra le due combinazioni, definendole entrambe scala reale. Per noi italiani, il principale responsabile di questo equivoco è il fatto che in Italia, per lungo tempo, l'unica, o quasi, specialità conosciuta del poker è stata quella detta all'italiana, dove non esiste distinzione fra le due combinazioni e si parla solo di scala reale: massima, media e minima.

    Costruzione dei Punti

    Nel poker con il termine mano si può intendere sia l'insieme delle fasi di gioco che vanno dalla distribuzione delle carte all'assegnazione del piatto, sia la combinazione di carte realizzata da un giocatore. Noi per il momento ci occuperemo della seconda accezione del termine, esaminando come si costruiscono i punti. La cosa è piuttosto semplice. Abbiamo a disposizione sette carte, due personali e cinque a disposizione di tutti i giocatori. Tra queste sette carte le cinque migliori formano la nostra mano. Proviamo a fare una serie di esempi.

    Esempio 1

    Le tue carte personali

    Le carte comuni

    La tua mano è

    Hai legato una coppia di 7. Vediamo come: prendiamo prima le carte che formano la combinazione più alta possibile – in questo caso l'unica è la coppia di 7 – e poi aggiungiamo le carte di maggior valore fra tutte quelle che restano.

    Esempio 2

    Le tue carte personali

    Le carte comuni

    La tua mano è

    Hai un colore. In questo caso anche se con le tue carte personali hai chiuso una scala non conta, perché le cinque carte comuni sono tutte di quadri e il punto più alto prevale su quello più basso. Oltretutto si tratta di un colore realizzato con le carte comuni e perciò assegnato a tutti i giocatori, a meno che qualcuno non abbia una combinazione più alta – in tale situazione l'unica possibile combinazione superiore al colore sarebbe la scala colore. Da notare infine che se vi fosse un giocatore che fra le sue carte personali avesse una carta di quadri superiore al 2, – vale a dire una qualunque carta di quadri – realizzerebbe un colore più alto di quello comune a tutti gli altri.

    Esempio 3

    Le tue carte personali

    Le carte comuni

    La tua mano è

    Hai una doppia coppia.

    Esempio 4

    Le tue carte personali

    Le carte comuni

    La tua mano è

    Hai una scala all'asso.

    Scopo del Gioco

    Ogni giocatore, come abbiamo già visto, ha a disposizione in tutto sette³ carte con cui può tentare di realizzare il miglior punto possibile combinandone fra loro cinque.

    Via via che le combinazioni si vanno formando, i giocatori coinvolti nel piatto effettuano una serie di scommesse sulla propria mano.

    Lo scopo del gioco è quello di aggiudicarsi il montepremi, definito pot (piatto), composto dalla somma di tutte le scommesse effettuate dai giocatori. Tale scopo è raggiungibile in due modi: o avendo la miglior combinazione, vale a dire il punto più alto, o inducendo i propri avversari a ritirarsi dal gioco.


    1 Partite in cui i gettoni per puntare rappresentano denaro vero.

    2 Solitamente da 32 a 40 carte a seconda del numero dei giocatori.

    3 Due carte personali, dette pocket cards o hole cards, più cinque carte comuni a tutti i giocatori, dette community cards.

    Le Regole in Dettaglio

    Fino a qui abbiamo visto semplicemente le regole di base, ora approfondiremo alcuni aspetti più specifici del gioco.

    Per chi già gioca a hold 'em tutto questo parlare delle azioni di gioco, della costruzione dei punti, etc. potrebbe sembrare un inutile spreco di tempo e di parole, nondimeno una rinfrescata a ciò che già si conosce tutto sommato non guasta mai.

    Azioni di Gioco

    Ogni giocatore, quando è il suo turno, deve sceglierne un'azione di gioco fra quelle che gli sono tecnicamente possibili.

    Le azioni di gioco sono sostanzialmente quattro:¹ check, bet, call, raise, fold.

    Check (busso).² Passare la parola al giocatore successivo senza aggiungere nulla a ciò che già c'è nel piatto. Questa azione è possibile solo quando non è necessario pareggiare le scommesse degli altri giocatori.

    Bet (punto). Fare una nuova scommessa. Questa azione è possibile solo quando nessun altro giocatore ha scommesso.

    Call (vedo).³ Pagare una scommessa pari a quella stabilita dai giocatori precedenti.

    Raise (rilancio). Aumentare la scommessa stabilita dai giocatori precedenti. Questa azione è possibile solo quando uno o più giocatori precedenti hanno scommesso.

    Fold (passo).⁴ Rinunciare a proseguire nel gioco.

    Per effetto delle puntate obbligatorie (bui) nel primo giro di scommesse (pre-flop) i giocatori, a eccezione del big blind,⁵ hanno a disposizione solo tre opzioni: call, raise e fold.

    Il big blind, invece, avendo già puntato per obbligo, se lo ritiene opportuno, può avvalersi anche del check. Solo però nel caso in cui i giocatori che hanno agito prima di lui abbiano fatto fold o si siano limitati al call. In tale evenienza, difatti, per il giocatore nella posizione di big blind non vi sarebbe alcuna puntata da pareggiare.

    Dal secondo giro di scommesse (flop) in poi, il primo giocatore a parlare può aggiungere alle sue azioni check e bet. Lo stesso vale per gli altri giocatori se nessuno ha puntato.

    Fasi di una Mano

    L'azione comincia dopo l'assegnazione a un giocatore del ruolo di mazziere, definito anche cartaio o più propriamente dealer.

    Il dealer viene identificato da un disco detto bottone, in inglese button.

    Nelle poker room, o sale da poker che dir si voglia, il compito di distribuire le carte è

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