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Un sole scomodo
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Ebook66 pages22 minutes

Un sole scomodo

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About this ebook

Una raccolta di momenti incastrati nella memoria.

Poesie che rimandano al freddo, all’amaro, all’acciaio che si arroventa al sole.

La vita osservata, vissuta, bevuta, inghiottita e assimilata dai pori della pelle.

Il fiore di campo cresciuto nel ferro; la poesia delle sensibilità vilipese e delle verità salvifiche accolte a colpi di tosse e brevi risate.

C’è il silenzio e il rumore e il sentimento spogliato nello specchio che ci riflette la sera.
LanguageItaliano
PublisherYoucanprint
Release dateMar 28, 2017
ISBN9788892657021
Un sole scomodo

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    Un sole scomodo - Andrea Palazzo

    633/1941.

    PREFAZIONE

    Una raccolta ricca, gonfia, piena di valore e di significati. Un sole scomodo ci catapulta non solo nella mente dell’autore, ma anche nel suo cuore, un cuore che ricorda, un cuore che racconta.

    In queste poesie troviamo infatti la vita, con i suoi difetti, con le sue imperfezioni incredibilmente perfette. Una vita che è fatta di amori, di passioni consumate come candele nel buio, di dolori e sofferenze personali.

    E che cos’è la vita se non la narrazione di rapporti interpersonali, di istanti fermati che non tornano più, di speranze disincantate col cinismo di chi ha masticato l’erba amara della delusione:

    «Ma si sa

    l'anima ha vecchie tubature

    singhiozzi

    e guarnizioni da cambiare».

    Quest’anima che canta per mezzo dei versi, attraverso poesie che non si vestono solo di parole ma anche di immagini, poesie che si fanno fotografia.

    Perché la poesia non è solo lirica, verso astratto, rima feroce, ma può essere dissacrante e caustica come lo fu per uno come Aldo Palazzeschi.

    La poesia di Un sole scomodo diventa quasi narrativa, anche nei versi brevi, nelle parole monche. Anche laddove potrebbe non ravvisarsi una vera storia, c’è comunque una eco di vita reale, tanto che, chiuso il libro, al lettore resta l’impressione di aver appena lasciato andare un personaggio romanzesco che ci parla con le immagini fermate dai suoi occhi.

    Squarci di vita che filtrano da ricordi vividi, luoghi che pulsano, come la Tor Pignattara di Palazzo: Tra mutande / calzini / e […]vecchie caramelle Sperlari in vetrina; ce lo racconta così l’autore questo quartiere romano tanto sgangherato, ma vibrante e genuino. Ed ecco che ritornano parole che sembrano foto, tra negozi serrati e faccia scavate, tra l’aberrante realismo che però diventa lirica del quotidiano: "Mille paesi / come cubetti di ghiaccio che cadono dentro via Casilina / una cannuccia

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