La Legge Di Tutti
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La Legge Di Tutti - Tommaso Maria Farinelli
Self-Publishing
Lui
Lode a Te, o Maestro.
Capitolo 1
Non è vero no, è un libro.
Non è così scontato fare ruotare la Terra. Non se lo sono inventato per aggiungere un tocco di fantasia all'apparente creato inspiegabile, no di certo.
Devi esserne certo che la Terra sia ferma per poterne andare a valutare la possibilità che non lo sia. Lo devi avere nitido, concettualmente.
La vuoi rotante. Vuoi che la Terra sia rotante.
Gliene diedero due di rotazioni. Decisero che avrebbe girato su se stessa e attorno al Sole.
Questa è storia dei tempi remoti, quando colui che eliminò la specie umana ancora avrebbe dovuto attenderne di tempo per soddisfare la sua smania.
Si muove, ovviamente si muove. Qualcosa si muove.
È ciclico. Non puoi negarlo.
Il quando. Il quando, il quando, il quando. Parte dal dove. Gira, di sicuro c'è qualcosa che gira.
Cosa gira, cosa non gira.
Lo videro.
Lo scoprirono tanti anni fa.
La vedi rosea la faccenda, sono tutti così bravi e buoni.
Nell'epoca settecentesca alzarsi la mattina con la naturale certezza di arrivare a sera non era una così scontata verità. Ci se la doveva guadagnare la permanenza. Tempi duri.
I film esistono, qualcosa avreste dovuto e potuto immaginarvi.
La razza umana.
Non è l'insignificante concettualmente perverso, perchè è il significato pieno e consapevole di quel che vi combinate che rende il concetto di insignificante elemento inesistente all'interno di un contesto vasto ed esplicito come quel che stiamo vivendo. E mi ci metto anche io nell'insieme cospicuo di anime vagabonde popolative di questa pianeta, che ruota, e ruota ruota ruota ruota fino a farsi girare la testa. E ruota di qua e ruota in là per circumnavigarlo e si sposta si trasla per fare un giro e tornare qua.
Pazzi.
Siete dei pazzi.
Avete il coraggio di alzarvi la mattina e recarvi a lavorare senza minimamente sapere del perchè e per come ne siate costretti. Pazzi. Furibondi siete nel vostro operare come entità non coscienti. Vivete di inconsapevolezza, ve ne nutrite fino a volerne essere ingordi.
La videro rotante.
Chi. Chi la vide, chi.
Può essere rotante, può non essere rotante.
Non è rotante.
Lei è mia.
Sono io.
La vuoi rotante.
Devi saperle le cose prima di dire, di fare, di comportarti, di volere apparire, di volere divulgare. Devi capirle, prima, devi capirle da solo, devi capirle dal ragionare in funzione di quel che ti viene detto. Lo devi fare tu, lo devi fare con la tua testa.
Hai capito.
Hai idea di cosa significhi la parola rotazione.
Vedi le cose rotanti tu.
La vuoi rotante. La facciamo rotante.
Facciamo così, perchè a parlare con voi diventa deleteria la cosa.
Facciamo che è rotante e vi dico chi è che fornisce l'energia di rotazione. Facciamo che la materia è rotante, doppiamente rotante anche, e che l'energia rotazionale le viene fornita dalle percezioni che sono state messe nei buchi neri. Le percezioni arrivarono e stanno continuando ad arrivare da un non precisato punto di provenienza e in base al loro essere, vivere, comportarsi, in questa loro occasione, in questa loro vita, vengono sottoposte a giudizio che le condurrà inesorabilmente, viste le loro particolari abilità di buona maniera, a traslocarsi in autonomia autogestita all'interno del proprio sofisticato, quanto temibile, cantuccio.
Quando uno muore va all'inferno. Se è stato cattivo, solo se è stato cattivo.
Dal potentissimo centro gravitazionale, che è in rotazione proprio per definizione di se stesso, le particelle percettive sprigionano una quantità di energia tale da trasformarsi in un equivalente di materia che mantiene le intrinseche caratteristiche di rotazione.
Sistemandola un po' qui un po' là vedrai che potrebbe tornare.
Anzi, torna certamente.
Tiri.
Spingi.
Stringi.
Sarebbe una centrifuga.
Facciamo che è ferma. È meglio.
Facciamo che può anche ruotare. Può ruotare per un qualche straordinario motivo e non sta a te preoccupartene in primaria analisi. Vero rimane che se si mette in movimento ne va, o ne andrebbe per le menti di curioso intelletto, spiegata la provenienza energetica, di quella forza, di quell'input, che ne permetterebbe la libera, lieta, rotazione.
Non è una questione di fisica.
Lo è se lo vuoi.
Lo può anche essere.
Lo è di certo, in seconda battuta.
È astratta.
Eterea.
Molto più eterea che materiale.
È trasparente.
È trasparenza.
Volevano saperlo. Volevano sapere cos'è che ruotava. Il giorno e la notte. La luce e il buio. Il Sole e la Luna. Sembrava una magia, il loro errore fu fondamentalmente il non crederla o reputarla tale.
Volevano sapere.
Gli indiani glielo dissero. Glielo continuavano a dire.
Volevano sapere e ci andarono a vedere.
La curiosità, ignobile meraviglia.
Ruota la Terra.
Ruota o non ruota.
Staccare i piedi dal suolo. La genialità era, e tutt'oggi è senz'altro, la più importante delle abilità, che un non azzardato fare ha concesso a taluni.
La risposta fu ovvia, per strano ti possa sembrare.
Diventi incredulo.
Fu ovvia.
Non avevano nella testa tutte le sciocchezze dell'oggi.
È ovvio.
Quale era la sensazione, quale ancora dovrebbe essere.
È ferma.
Staccò i piedi dal suolo e disse è ferma.
Non fu sconvolgente.
Non fu una rivelazione.
È ovvio.
C'è anche chi, e questa diventa storia più recente, ebbe il riconoscimento e di conseguenza la possibilità di vederla rotante. Gli fu concesso. Il perchè gli fu concesso lo puoi benissimo andare a verificare te stesso nell'immaginarti in una delle tue arbitrarie scelte, di ieri, di oggi, di quando il tuo personale livello di pazienza diventa culminante, e sta a te, al tuo individuale essere, al tuo soggettivo assembramento, decidere quale sia il quantitativo di livello tale da indurti al non poterne più.
Lo sai. È ovvio.
Lo vuoi andare a vedere.
Mi sfida.
È il suo compito.
Mi provoca.
Sono qui.
La vide rotante.
Può anche ruotare, se vuole.
Lo ha mai raccontato a qualcuno.
Capitolo 2
In alcune situazioni ci si viene a trovare per caso, un po' per gioco e un po' per destino, in altri casi invece è un impatto inaspettato che trasforma la quotidianità in un crescere di sensazioni. In questo caso si trattò di un sentiero di lieve pendenza, non subito la salita si fece sentire, dopo sì però, divenne talmente ripida che sarebbe stata necessaria l'attrezzatura da montagna.
La scalata di una parete verticale.
Prima era una vita normale, un andare come il più delle tante, giornate di alti e giornate di bassi, nulla di particolare che lasciasse intendere un capovolgimento del genere.
Anche l'anno era iniziato nel modo standard, solite circostanze, all'apparenza un anno come i più. Nulla da segnalare, la sensazione era questa.
Poi non fu così.
Gli eventi stavano cominciando ad orientarsi in una precisa direzione, lo intuì ancor prima di salire sull'aereo che da Milano li avrebbe portati al mare della Grecia.
Il viaggio in macchina fu tranquillo, nulla di rivelatorio tale da indurre a convincersi già da lì che qualcosa sarebbe cambiato, ma l'atmosfera, quella sì che già portava un senso di variazione.
Il cartello autostradale era coperto da un telo, un enorme telo bianco con sopra impressa una X in rosso. Una visione strana, nè lui nè l'amico avevano mai visto un cartello autostradale coperto da un lenzuolo. Restarono tutti e due incuriositi dalla circostanza, senza darvi troppo peso, in fondo stavano andando a divertirsi, a rilassarsi, mica ancora si poteva immaginare cosa stava iniziando.
Oggi, quando ci pensa, quando pensa all'inizio di quanto accadde, quella X in rosso gli viene da interpretarla come un marchio distintivo. Il simbolo che contraddistingue, che permette di opzionare una scelta piuttosto che un'altra.
Simbolismo.
Il simbolo di che cosa.
Un cartello con le indicazioni stradali che venivano nascoste da un simbolo inusuale. La fine delle indicazioni, da lì in poi non ci sarebbe più stato alcun percorso, nessun bivio, solo una unica strada che sarebbe proseguita dritta.
All'aeroporto ci arrivarono e senza neppure metterci troppo, soprattutto senza smarrirsi.
Dritti, andarono dritti fino alla successiva indicazione. Quella non era coperta dalla X, era un normalissimo cartellone autostradale.
L'inizio.
La rinascita dopo l'apnea, il ritorno alla vita, il respiro.
La fine della normalità, l'inizio della pazzia. L'immersione, di cui ancora nulla supponeva. Era nell'aria, l'avrebbe condotto negli abissi, nelle profondità inesplorate, là dove nessuno era mai potuto arrivare, con la mente, col potere della fantasia applicata alla realtà, non di certo una fantasia fatta di illusorie invenzioni. La potenza del reale, l'abbinamento certo a quello che una mente normale avrebbe potuto inventare nella più distruttiva delle situazioni. Una distruzione che oggi, visto come poi andarono le cose, fu abilmente evitata, pagandone un prezzo che nel raccontarla val la pena di aver pagato.
La sopravvivenza come premio all'immersione, la possibilità di aver potuto risalire l'abisso, tornandone in superficie, tornando a respirare l'aria libera e abbandonando, senza dimenticare, le profondità dell'irreale.
Ics.
Il punto di centro, quattro punti in distanza.
L'uno.
Il quattro.
Un simbolo curioso.
Una lettera dall'effetto sorprendente.
Un marchio.
Un punto di incontro o di distacco.
Il centro e le quattro cardinalità, il punto di mezzo e le quattro direzioni.
Da che parte vuoi andare.
Sei qui, sei lì in quel punto, devi decidere dove vuoi andare. E se non sai quale sia la miglior strada da prendere, allora resta fermo.
Lui non restò fermo, prese la strada che gli fu imposta. Non gli fu consigliata, gli fu imposta, dalla realtà, dall'evidenza dei fatti. Era lì, fermo nel punto, incapace di decidere, desideroso di non voler decidere, come uno spettatore passivo che attende ordini sul da farsi.
Gli eventi parlarono chiaro, da spettatore diventò attore, volente di una capacità espressiva che lo trasformò.
La realtà degli avvenimenti gli mostrò in modo limpido cosa stesse accadendo, il resto fu un'ispirazione della sua fantasia.
Fu altro ad imporlo.
Decido di decidere quello che tu hai deciso.
Non ci fu opposizione.
Anzi, inizialmente ci fu, vista la portata di ciò che stava iniziando.
No, non voglio.
Lo voglio, sì lo voglio.
No, non lo vorrei, ma visto che non ho scelta lo accetto.
Lo voglio, non posso far altro, sarebbe stupido opporsi.
Tu hai deciso, io lo accetto.
Lei non la conosceva. Quando arrivarono in Grecia di lei conosceva l'inesistenza.
Non c'era, non era mai apparsa, neppure aveva avuto sue notizie.
Era l'inesistente.
Non c'era, neppure faceva parte del concetto astratto.
A decidere fu lei per un lungo periodo di tempo, poi non fu più lei, fu qualcuno più in alto, qualcuno al potere, poi non fu più neppure quello, fu qualcosa d'altro, qualcosa di ignoto che esiste e della cui esistenza non vi è prova.
Non vi è prova.
Non vi è mai stata, nè nell'abissale decennio, nè oggi, nè mai.
Capitolo 3
Come sa o come forse soltanto suppone, noi non ci conosciamo. Non ha idea di chi sia quest'individuo che è venuto a parlare chiedendole un appuntamento e io, per quanto le potrà sembrare strano, non ho idea di chi sia lei. Questo è il punto di partenza, la realtà dei fatti, la constatazione di quel che ora stiamo vivendo.
Io e lei.
Fino a qui dovremmo essere