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Tra buio e luce
Tra buio e luce
Tra buio e luce
Ebook156 pages2 hours

Tra buio e luce

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About this ebook

Stella vive in un piccolo paese, Sant’Alba, e coltiva il sogno di diventare infermiera.
Dopo la perdita prematura dei genitori, quando era solo una bambina, gli unici affetti dei quali è contornata sono i nonni Erina ed Elia, e i bambini dell’oratorio, un luogo al quale è particolarmente legata.
La sua vita scorre tranquilla, fino al momento in cui incontra Loris, un uomo salvato in extremis, da un incidente in mare.
L’uomo ha perduto la memoria, ma la vicinanza di Stella riesce a colmare il suo dolore e far rifiorire in lui di nuovo la voglia di amare.
Anche Stella ricambia l’amore per Loris, ma subentrerà la moglie, tornata a riprendere il marito di cui aveva denunciato la scomparsa qualche settimana prima, a rompere l’idillio.
I mesi passano e la ragazza torna alla sua routine quotidiana, ignara che vi sia un evento pronto a cambiare la sua vita, un’altra volta.
Vicino alla sua abitazione, infatti, è in atto il rinnovo della villa adiacente alla spiaggia, che vedrà l’arrivo di un nuovo ospite.
Il dott. Giuliani le comunica che dovrà occuparsi di un nuovo paziente che ha bisogno di un’assistente per la fisioterapia.
Stella scoprirà che si tratta proprio del suo vicino di casa, condannato all’infermità a seguito di un grave incidente.
LanguageItaliano
PublisherRita Trovato
Release dateMay 16, 2017
ISBN9788826437538
Tra buio e luce

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    Tra buio e luce - Trovato Rita

    Rita Trovato

    Tra buio e luce

    UUID: 399dabdc-371c-11e7-bec0-49fbd00dc2aa

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    http://write.streetlib.com

    Indice dei contenuti

    Poesia a mio padre - Introduzione

    Capitolo 1

    Capitolo 2

    Capitolo 3

    Capitolo 4

    Capitolo 5

    Capitolo 6

    Capitolo 7

    Capitolo 8

    Capitolo 9

    Capitolo 10

    Capitolo 11

    Capitolo 12

    Capitolo 13

    Capitolo 14

    Capitolo 15

    Capitolo 16

    Capitolo 17

    Bio autrice

    Poesia a mio padre - Introduzione

    L'amore ha diverse sfaccettature, e spesso realizzi quale sia il tuo dal momento in cui lo hai perduto.

    Rimani inerme, mentre nel tuo cuore si apre una profonda ferita, che solo il tempo può rimarginare.

    Giorno dopo giorno, l'oscurità avvolge la tua anima, e davanti a te appare una nebbia fitta, che ti impedisce di vedere oltre.

    Ma poi senti un dolce calore, che ti prende per mano e ti guida verso quel piccolissimo punto luminoso. Più ti avvicini e più diventa grande, al punto da poterlo sfiorare.

    Ad un tratto la nebbia si leva alta e una luce accecante ti abbaglia.

    Una figura appare e tu, ancora incredula, rimani in silenzio udendo la sua voce calma.

    Non ti ho mai lasciata, sono sempre rimasto al tuo fianco, asciugando quelle lacrime amare. Nei tuoi momenti più tristi, quando i pensieri più oscuri si facevano strada nella tua mente, io come una spugna lottavo per rimuoverli. Quando mi dicevi: Sono stanca", io ti prendevo in braccio, fino a quando le tue gambe non erano abbastanza forti, da sorreggersi da sole lungo il cammino della vita. Mi troverai sempre qui, ogni volta che lo vorrai.

    Perché nel tuo ricordo io vivo."

    Dopo averlo ascoltato, finalmente nel mio cuore ritrovai una pace immensa.

    Soltanto adesso capisco, che dietro quel lacerante dolore si nascondeva un sentimento ancora più forte: l'amore di una figlia per il proprio padre, che non potrà mai essere dimenticato.

    DEDICATO A TE... PAPA'.

    Capitolo 1

    Ormai gli occhi erano colmi di lacrime e si confondevano con la pioggia che veniva giù.

    Il mare quel giorno era in tempesta e Stella non lo vedeva così da quel maledetto giorno in cui la sua vita era cambiata, punendola in un modo davvero crudele.

    Riavvolse il nastro della sua vita e si fermò proprio a quelle immagini.

    Aveva solo otto anni, ma ricordava tutto come fosse successo ieri.

    Era tra le braccia di sua madre e aspettavano il padre, che dopo due giorni finalmente rientrava da una battuta di pesca, il vento si abbatté sulla sua imbarcazione, allontanandola sempre di più dalla riva. Un’onda la travolse scagliandola in direzione degli scogli.

    Vani furono i tentativi del padre di mettersi in salvo, l’uomo venne ferito al fianco da una scheggia di legno e svenne, lasciando che la corrente lo trascinasse, portandolo via con sé.

    La madre rimase come paralizzata nell’assistere a tutta la scena. Ebbe a malapena la forza di far scendere Stella dalle sue braccia. Poi precipitò a terra, stroncata da un attacco di cuore.

    Da quel maledetto giorno il dolore e la tristezza si leggevano negli occhi di Stella. Solo il suo adorato nonno era diventato l’unica famiglia.

    << Per l'amor di Dio! Entra in casa, fuori sta diluviando!>> le disse.

    Stella asciugò le lacrime per non dare un dispiacere al nonno, e rientrò in casa.

    << Figlia mia, sembri un pulcino bagnato, presto asciugati o prenderai un malanno!>> disse sistemandole una coperta sulle spalle.

    Anche nonno Elia era triste e nei suoi occhi si intravedeva spesso quella voglia di piangere, ma Stella era tutto per lui, doveva farsi forza e andare avanti.

    Ormai diventata una giovane donna, era lei ad occuparsi di tutto in casa.

    Una sera come molte altre, udirono qualcuno bussare alla porta.

    << Presto vieni, si tratta del figlio di Nina!>> disse Carletto, il garzone della bottega, ancora con il fiatone per la corsa fatta.

    << Ma che succede? Dammi un attimo, prendo la borsa e vengo subito con te!!>> rispose.

    Stella stava studiando per diventare infermiera. Era una ragazza semplice, dolce e gentile sempre disponibile con tutti in qualsiasi momento, considerato che il dottor Giuliani, il medico del paese, veniva in ambulatorio solo al mattino.

    Giunse a casa di Nina, il figlioletto aveva una febbre altissima, causata da una brutta ferita. Prese tutto l'occorrente per disinfettarla, diede al bambino un cucchiaio di sciroppo per la febbre e rimase lì fino all’alba, momento nel quale la febbre del bambino si abbassò.

    << Bene, ora devo andare, il nonno starà in pensiero. Mi raccomando, chiama subito il dottore questa mattina stessa e mettilo al corrente di tutto. >>

    << Non so proprio come ringraziarti Stella! Se qui non ci fossi tu!>> disse Nina.

    << Stai tranquilla, guarirà presto!!>>

    Tornando a casa vide nascere l'aurora.

    Grotta Sant'Alba era un piccolo paesino di mille abitanti, un lembo di terra che si affacciava sul mare contornato da alte scogliere fino ad arrivare al porto, dove sorgeva l'imponente faro, ormai da tempo in disuso. Un piccolo fiume scorreva al centro del paese, creando una divisione dalle abitazioni circostanti. Entrando nell’entroterra, sulla strada che portava in città distante pochissimi chilometri, c'era una suggestiva pineta con maestosi alberi che liberavano nell'aria un inebriante e fresco profumo di oleandro.

    Stella adorava fare lunghe camminate nelle giornate soleggiate. Si recava in città a piedi e quando era in ritardo, andava in bicicletta. Mentre percorreva il lungomare, i raggi del sole che si levava alto in cielo le baciarono il viso. Di tanto in tanto si fermava per ammirare quel panorama mozzafiato, e ogni volta era sempre un'emozione diversa, da respirare a pieni polmoni, insieme all’odore di salsedine.

    Nella piazza vi era l'unica chiesa, cuore pulsante del paese, punto di ritrovo per molti. Sotto i portici i piccoli negozi movimentavano le giornate degli abitanti, gente modesta, rispettosa e cordiale, pronti a dare sempre una mano in caso di necessità. Cortesi e accoglienti anche con chi non fosse del posto. Luogo ridente e pittoresco, che lasciava estasiato chi lo vedeva per la prima volta, per i suoi meravigliosi tramonti che ogni sera regalava a chi restava a guardare.

    Il cielo quella sera era una mescolanza di colori, la luce appariva come un bagliore. I raggi di un sole tiepido penetravano attraverso la superficie dell'acqua. Era così bello quello spettacolo che si fermò a guardare il mare, che oramai aveva placato la sua furia lasciandole intravedere solo l'immensità di quel blu cristallino.

    Spesso non si riusciva a comprendere dove finisse il mare, e dove cominciasse il cielo.

    Il luccichio di qualcosa attirò il suo sguardo.

    Le sembrò quasi di avere le traveggole quando vide che sulla riva c’era un uomo, quasi privo di sensi.

    <> esclamò spaventata.

    Al nonno bastò un'occhiata per capire subito cosa fosse accaduto.

    <>

    Lei lo fissò con gli occhi spalancati, poi con un filo di voce aggiunse: <>

    <>

    << Presto nonno, portiamolo in casa!>>

    Lo sistemarono nella stanza degli ospiti dove Stella gli prestò le prime cure, che risultarono insufficienti.

    Fece una corsa galoppante per andare a chiamare il medico.

    L'uomo era pallido e aveva un aspetto emaciato. Con l'aiuto di Stella il dottore curò tutte le ferite gravi che aveva riportato sul costato e sulle gambe.

    << Ripasserò tra due giorni, nel frattempo cerca di fare in modo che non si muova, quando riprenderà conoscenza avvertimi tempestivamente, se non sono in paese chiamami a casa!>>

    << Grazie infinite dottore, non si preoccupi seguirò tutte le istruzioni che mi ha dato.>>

    << Sei una brava ragazza e sono sicuro che diventerai anche una bravissima infermiera.>> sorrise orgoglioso.

    << Nemmeno oggi vai in città? Come farai con la scuola!>> domandò il nonno canzonandola.

    << Recupererò dopo, per il momento voglio occuparmi di lui fino a quando non si sveglierà!>>

    Trascorse così un'altra notte, che passò vegliando su di lui. Era così stanca che il sonno pian piano iniziò a farsi spazio. Si abbandonò a un torpore profondo.

    Fu svegliata dai raggi del sole che penetravano nella stanza attraverso le piccole fessure.

    Si stava alzando per preparare la colazione, quando vide la mano dell'uomo muoversi a rilento. Provò ad offrirgli del cibo, ma si rifiutò di mangiare.

    Nei giorni che seguirono cominciò a riprendere le forze, le ferite erano quasi sanate, solo la memoria non accennava a tornare.

    << Non deve agitarsi! Stia tranquillo, il peggio è passato! Vedrà che ben presto ricorderà tutto. Ora deve mangiare qualcosa o ritornerà a stare male!>> disse canzonandolo.

    << Da quanto tempo sono qui ?>> domandò con la voce ancora tremante.

    <>

    <> chiese confuso.

    << Non sappiamo con esattezza cosa è avvenuto. L’abbiamo recuperata sulla riva, questa è la casa di mio nonno, un tempo guardiano del faro. Ma adesso deve riposare!>>

    Lo sconosciuto riuscì a dirle solo grazie, poi si riaddormentò.

    << Oggi pomeriggio puoi andare dai bambini in oratorio? Suor Caterina non sta molto bene!>> disse il nonno.

    << Ma certamente!>>

    Stella adorava giocare con i bambini e si divertiva un sacco a prenderli in giro. Tra loro c’era chi giocava a palla, chi a ruba bandiera e chi al vecchio un, due, tre...stella!!

    << Cosa c'è Pietro, mi hai chiamata?>> disse ridendo sotto i baffi.

    << Ma nooo!!!>> rispose il bambino.

    Stella scherzava vedendo che il piccolo Pietro si affannava nel cercare di spiegarle che quel gioco si chiamava proprio così.

    << Guarda che ho capito!>> aggiunse Stella, che lo faceva di proposito per fare loro degli scherzi.

    << Signorina Stella, si vuole unire a noi per il thè delle cinque?>> disse Matilde, da tutti definita la fulva, a causa dei suoi bellissimi boccoli rossi, legati da un fermaglio.

    << Volentieri Signorina!>> disse posizionandosi accanto a lei. Accanto a loro, sedette anche Lucrezia, la sorella di Matilde.

    <>

    << Ma prego!>> dissero entrambe sorridendo.

    Era davvero bello giocare a fare le comari!

    << E' arrivato Don Osvaldo. Andate a ringraziarlo per la squisita merenda!>> disse Stella, vedendo il parroco sopraggiungere.

    <>

    <> dissero i bambini in coro.

    <> rispose Don Osvaldo.

    Quei bimbi erano così felici, che Stella non riuscì a dire loro di no.

    Prima di tornare a casa si recò a trovare nonna Erina, la donna più anziana del paese, la quale aveva visto nascere tante generazioni.

    Una donna dai capelli color argento e dalla corporatura minuta, ma ancora forte

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