Equinoide: Ciclo: Lavanderia
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Fantascienza - romanzo (126 pagine) - Gli unicorni sono reali. E sono famelici predatori venuti dallo spazio profonto. Una nuova storia della Lavanderia - PREMIO HUGO 2014
Dimenticate le creature fatate, simbolo di pace e purezza. Gli unicorni che sono sbarcati nella quieta campagna dell'Inghilterra sono bestie feroci, fameliche, aliene. E chi deve occuparsene se non Bob Howard, ex consulente di informatica, ora agente della segretissima «Lavanderia», l'agenzia britannica che, come Scotland Yard si occupa dei crimini comuni e Torchwood di quelli alieni, è specializzata in problematiche "occulte". In un'ambientazione a metà tra il cyberpunk e H.P. Lovecraft tornano i personaggi di Giungla di cemento e di Rapporto sulle atrocità, con un nuovo romanzo breve vincitore del Premio Hugo 2014.
Charles Stross, nato a Leeds nel 1964 ma da tempo residente in Scozia, si è laureato in farmacia, poi ha preso una specializzazione in informatica e ha lavorato come consulente e sviluppatore, per dedicarsi a tempo pieno alla scrittura dal 2000. Tra le sue opere più famose Accelerando (premio Locus), una delle opere più interessanti sul tema della Singolarità tecnologica; Palinsesto, vincitore del Premio Hugo nel 2012; e la serie della «Lavanderia», un'organizzazione segreta che si occupa di occulto, alla quale ha dedicato diversi romanzi e numerose novelle, tra le quali Rapporto sulle atrocità (Urania), Giungla di cemento (Premio Hugo 2005, Delos Books) e Equinoide (Premio Hugo 2014, Delos Digital e Elara).
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Book preview
Equinoide - Charles Stross
9788825406405
1
– Bob! Sei impegnato al momento? Ti rubo solo un minuto.
Quelle dieci parole non preannunciavano mai nulla di buono… sebbene pronunciate dalla mia nuova manager, Iris, suonassero meno catastrofiche rispetto a quando provenivano dalle labbra di altre persone che potrei menzionare. Negli ultimi due mesi in cui ho lavorato per lei, Iris si è rivelata essere la manager più assennata e ragionevole con cui io abbia avuto a che fare nell’arco di cinque anni. Questo la dice lunga, davvero, e perciò voglio che sia soddisfatta fintanto che lavora con me.
– Dieci minuti e sono da te – le dico dalla porta aperta del mio ufficio; – ho una richiesta delle Risorse Umane a cui devo rispondere, prima. – Le Risorse Umane hanno i denti, qua nella divisione segreta del governo britannico conosciuta ai suoi membri con il nome di Lavanderia; perciò quando le Risorse Umane ti chiedono di fargli i compiti… ehm, di fornire loro una tua opinione riguardo l’idoneità di una domanda di assunzione per un posto vacante… dai loro la priorità su tutti gli altri lavori che hai di solito in carico. Anche quando è abbastanza evidente che ti stiano soltanto prendendo per i fondelli.
Sono certo che Mr. Lee sarebbe un’aggiunta estremamente valida al Team dell’Ufficio per l’Approvvigionamento delle Attrezzature, batto sulla tastiera del computer, se, stando al vostro stesso dannatissimo database (magari vi prendeste la briga di controllarlo ogni tanto), non fosse già un tenente nella Brigata Jiangshi dell’Esercito per la Liberazione del Popolo Cinese. Il quale ha presumibilmente compilato il modulo di domanda di assunzione, che non sarebbe dovuto finire online, in seguito a una scommessa fatta da ubriaco o per testare le nostre procedure di esame delle credenziali o per qualche altro analogo motivo. Di conseguenza sospetto che non supererebbe, già dalla prima verifica, i controlli obbligatori di sicurezza da noi previsti relativamente al vaglio dei precedenti personali del candidato. (Sempre che il nostro agente per l’esame delle credenziali non sia anche lui una talpa dell’Esercito per la Liberazione del Popolo Cinese.)
Premo Invia
ed esco nel corridoio illuminato dalle incombenti luci al neon dove trovo Iris che tamburella nervosamente e ritmicamente con la punta del piede. – Da te o da me?
– Da me – dice Iris, facendo cenno verso il suo angusto ufficio all’angolo. – Siediti, Bob. C’è un caso nuovo, e credo proprio che sia pane per i tuoi denti. – Si pianta dietro la scrivania, si appoggia allo schienale della sedia e cerca il tono giusto. – Ti terrà fuori dall’ufficio per un po’, e se le Risorse Umane ti stanno usando per tarpare le ali ai sogni delle unità operative d’intelligence cinesi significa che sei…
– Sottoutilizzato. Già, vabbe’. – Faccio un gesto con la mano come a allontanare la faccenda. Ma è vero: da quando ho sistemato le cose strane che succedevano nei sotterranei del St. Hilda non ho fatto altro che annoiarmi. Le occupazioni giornaliere dell’agente segreto comune consistono principalmente nello sbrigarsi e nell’aspettare. Nel mio caso, ciò significa occuparsi di tediosi e monotoni documenti amministrativi e tenere aggiornata la rete dipartimentale… quando non vengo chiamato per ammazzare orrori multitentacolari non appartenenti al nostro continuum spaziotemporale. (Cosa che non accade molto spesso, in realtà, e di ciò sono profondamente grato.) – Hai detto che mi terrebbe fuori dall’ufficio?
– Sì. – Sorride; sa di aver toccato il tasto giusto. – Un po’ di aria fresca di campagna, Bob… sei troppo pallido. Ma dimmi… – si sporge in avanti – cosa sai sui cavalli?
La digressione equina mi coglie di sorpresa. – Eh? – Scrollo la testa. – Che hanno quattro zampe, gli zoccoli, e un brutto carattere? – Iris fa no con la testa, perciò riprovo: – Che solito stanno attaccati a una carretto come, non so, le cozze a uno scoglio?
– No, Bob, mi chiedevo… hai mai imparato ad andare in sella?
– Cosa, intendi… aspetta, qui non stiamo parlando di biciclette, giusto? – Dalla sua reazione non credo che questa fosse la risposta che si aspettava. – Sono un ragazzo di città. Come disse il fotografo: non si dovrebbe mai lavorare con gli animali o i bambini piccoli, se è possibile evitarlo. Di cosa si tratta, di un’emergenza da gara ippica?
– Non esattamente. – Il suo sorriso lentamente scompare. – È un peccato, saper andare a cavallo avrebbe reso le cose più facili.
– Avrebbe reso quali cose più facili?
– Avrei giurato di aver avuto dalle Risorse Umane la conferma che sapessi andare a cavallo. – Mi osserva con aria pensosa. – Non importa. È troppo tardi adesso per preoccuparsi di quello che è stato detto o no. Mmm. A ogni modo, probabilmente non importa… sei sposato, quindi direi che non sei nemmeno vergine. Giusto?
– Ma fammi il piacere! – Vergini? Quel particolare mito viene associato agli unicorni, che non esistono, proprio come non esistono i vampiri, i draghi, o le mummie… anche se suppongo che se si avvolgesse uno zombie con delle bende si otterrebbe una… finiscila. Nella mia mente si instaura un combattimento tra certe storie confuse su Lady Godiva e certe immagini trasmesse dai media che mostrano dei contadini armati di fucile e con addosso abiti di tweed. – Hai bisogno di qualcuno che sappia andare a cavallo? Perché io non credo di poter imparare in…
– No, Bob, ho bisogno proprio di te. O meglio, il Ministero per l’Ambiente, l’Alimentazione e gli Affari Rurali ha bisogno di un ufficiale di collegamento che guarda caso abbia la tua formazione e una comprovata esperienza in quanto a… – fa un gesto con la mano sinistra – …disinfestazioni.
– Davvero? – Mi soffermo un istante su disinfestazioni. – Sono sicuri che sia quello di cui hanno bisogno?
– Sì. O meglio, sanno che quando si manifestano certi segnali devono chiamare noi. – Apre un cassetto della scrivania e prende un fascicolo sottile, che raffigura sulla copertina l’emblema della Cancellata Reale sotto un simbolo più vecchio. – Portati questo in ufficio e leggilo – mi dice. – Quando hai fatto riconsegnalo in archivio. Poi potrai passare il resto del pomeriggio a pensare a un modo educato per dire a quelli delle Risorse Umane che possono andare a prenderselo in quel posto perché domattina salirai su un treno diretto a Hove per dare una mano a un ispettore del MAAAR.
– Dici sul serio? – La guardo sbalordito. – Mi mandi a fare cosa? A ispezionare una fattoria?
– Non voglio condizionare le tue indagini. C’è una stalla. Devi soltanto metterti in contatto con l’uomo de Gli Arcieri, dare un’occhiata in giro, e telefonare a casa se qualcosa cattura la tua attenzione.
Fa scivolare il fascicolo sulla scrivania e io apro il risguardo. Inizia con TOP SECRET e una data che risale alla battaglia della Somme, il tutto cancellato e rimpiazzato con una sequenza di classificazioni di grado progressivamente inferiore fino ad arrivare a quindici anni fa con la scritta MODERATAMENTE IMBARAZZANTE NO TABLOID. Poi giro pagina e leggo il titolo: – Aspetta un attimo…
– Via – dice lei, un luccichio malizioso nei suoi occhi. – Divertiti!
Me ne vado, in malo modo. So riconoscere una trappola quando ne vedo una… e sono appena stato raggirato.
Per capire perché sapevo di essere stato ingannato, dovete sapere chi sono e cosa faccio. Poiché trovo presumibile che abbiate letto fino a questo punto senza che vi siano andate in ebollizione le palle degli occhi, posso probabilmente dirvi con tranquillità che il mio nome è Bob Howard… perlomeno per ciò che concerne i fini operativi; i nomi veri sono potenti, e a noi non piace dare ai ladri di identità extradimensionali le chiavi delle nostre anime… e lavoro per un’agenzia governativa segreta conosciuta ai suoi membri con il nome di Lavanderia. Si è evoluta nella sua forma attuale durante la Seconda Guerra Mondiale, ha gestito il lato occulto del conflitto col Reich Millenario, e sopravvive ancora oggi come un essere indefinito e fastidioso che si colloca più o meno sulla parte sinistra dell’organigramma dei servizi d’intelligence britannici, ed è finanziata dai fondi neri della Camera dei Lord.
La magia è un ramo della matematica applicata, e io ho iniziato studiando informatica (scienza che si occupa di computer tanto quanto l’astronomia si occupa della costruzione di telescopi veramente grossi). In quest’ultimo periodo mi sto specializzando in demonologia applicata e computazionale e svolgo generiche mansioni da tirapiedi per il mio dipartimento. I servizi segreti non sono mai realmente riusciti a trovare una soluzione alla gestione delle persone come me: non faccio parte dei quadri amministrativi e nemmeno sono spuntato fuori dalla via d’accesso privilegiata del servizio civile di Oxbridge. In realtà, sono finito a fare questo lavoro completamente per caso: se l’argomento della vostra tesi di laurea vi porta nella direzione sbagliata, dovete sperare che la Lavanderia vi trovi e vi faccia un’offerta di lavoro che non potete rifiutare prima che le entità che avete involontariamente convocato a un certo punto si stufino di parlarvi e diano un taglio netto alla conversazione e a voi.
Dopo un paio d’anni passati a morire di snu-snu burocratico (troppe riunioni di comitato, troppi noiosissimi lavori da sistemista) mi proposi come volontario per il servizio effettivo, senza avere una comprensione chiara del fatto che ciò avrebbe significato ulteriori anni di morte per pigrizia (troppe riunioni di comitato, troppi noiosissimi lavori da sistemista) con un contorno di terrore mortale offerto da mostri tentacolati non appartenenti al nostro continuum spaziotemporale.
Dal momento che adesso sono più anziano e più saggio, per non parlare del fatto che sono anche sposato e tuttora in possesso della sanità mentale, di questi tempi preferisco che la mia vita lavorativa sia noiosamente prevedibile. Di regola lo è, ma ogni tanto arrivano anche le Seccature
. Le Seccature, per la Lavanderia, sono le situazioni equivalenti a quelle in cui si trovano gli agenti dei Servizi Segreti Statunitensi, quando sono costretti a far visita a qualche idiota che si è vantato di voler uccidere il Presidente sulla chat di Yahoo! e per interrogarlo alla svelta gli tocca anche prenderci il caffè e un dolcetto insieme.
Per personale esperienza, lo scenario tipo in cui ci si ritrova è quello in cui alcuni adolescenti che, dopo essere entrati illegalmente nella proprietà di qualcuno, si fanno di qualche fungo allucinogeno, si immaginano di vedere dei servizi da tè volanti pilotati da chirurghi alieni del tratto colorettale alla ricerca di qualcuno su cui testare una loro nuova tecnologia endoscopica e se la fanno copiosamente addosso per tutto il recinto posteriore del Fattore Giles. La polizia fa un verbale e, come succede sempre nei casi in cui si citano oggetti di origine sconosciuta, il suddetto verbale accumula una notevole quantità di stramberie di carattere investigativo e burocratico fino a che, attraverso vari sentieri, finisce per atterrare sulla scrivania di uno dei nostri analisti fin troppo oberati di lavoro. Poi il verbale viene promosso e inviato alla catena dirigenziale e/o rimbalza come una pallina da ping-pong da un cubicolo di lavoro all’altro poiché gli impiegati sono troppo impegnati a lavorare per tenere sotto controllo il Culto dei Teschi Insanguinati o i casi di possessione demoniaca bovina a Norfolk o qualcosa di ugualmente importante. Infine, nel tentativo di far sparire la benedetta faccenda, un qualche capo settore trova una risorsa umana sacrificabile e appioppa a quel povero cristo un elenco di cose da fare che comprende l’analisi dei verbali, l’interrogatorio dei colpevoli e una passeggiata nello sterco di vacca del letamaio della fattoria alla ricerca di tracce di lassativi alieni usati per esami endoscopici. Diciannove volte su venti si tratta di perdere tempo immersi in un fastidioso mare di carte, il tutto seguito da un giorno trascorso al computer a scrivere un verbale che non leggerà